La civiltà dell'empatia

il futuro è introverso?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. maria rossi
     
    .

    User deleted


    che il dot. Anepeta sia un intellettuale (e non solo un gran terapeuta) non conosciuto ai più ma di grande spessore è chiaro a molte persone che hanno avuto modo di conoscerlo e di leggerlo. Fa piacere riscontrare che, alle volte, anche altre menti originali e interessanti dei nostri tempi partoriscano riflessioni affini e vicine a quelle "anepetiane". Il libro sta uscendo e personalmente non l'ho ancora letto però sembra toccare molti temi "familiari"...
    Che l'uomo stia imparando ancora ad usare la sua bizzarra e complessa "strumentazione", la sua umanità; che quello che va recuperato è un processo di solidarietà che ci porti al riconoscerci nelle reciproche vulnerabilità; che vada messa in crisi l'ideologia dominante (liberale) che vuole l'uomo egoista, individualista e opportunista; che serva una rivoluzione di mentalità, culturale radicale...che la sensibilità, il sentire sono le risorse a cui fare appello per il fututro e non delle dannazioni, difetti da estirpare...bhè proprio quel mondo a misura di introverso per cui la lidi si dovrebbe adoperare!

    forse il progetto lidi e la rivoluzione culturale di cui si vorrebe fare promotore non è un'idea così bizzarra o velletaria, leggete Rifkin cosa dice...

    Il nuovo grande libro di Jeremy Rifkin, alle soglie di una nuova era --- E' oggi universalmente riconosciuta la necessità di “pensare globalmente e agire localmente”, ma lo si ritiene un compito di quasi insormontabile difficoltà. Perché? Secondo Jeremy Rifkin la spiegazione va cercata nello stato attuale della coscienza umana: la struttura profonda dei nostri cervelli non è più adeguata all’ambiente da noi stessi creato. I nostri modi di sentire, pensare, agire sono legati a un’epoca che sta per finire. L’umanità sta per affrontare una mutazione senza precedenti, la terza grande mutazione della storia. Nel mondo agricolo, la coscienza umana era governata dalla fede; in quello industriale, dalla ragione. Con la globalizzazione della vita economica, sociale, culturale, con la transizione all’era dell’informazione, la nostra coscienza si fonderà sull’empatia, ossia sulla capacità di immedesimarsi nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona. La nuova coscienza globale sarà un amalgama di fede, ragione ed empatia. Rifkin esplora le implicazioni profonde di questa radicale ristrutturazione della coscienza e delle nuove forme di organizzazione personale e sociale che ne deriveranno


    La civiltà dell´empatia. Ripensare la natura umana e ricostruire la civiltà in un mondo frammentato
    di Jeremy Rifkin - 05/03/2010

    Fonte: La Repubblica [scheda fonte]




    Parla l´economista americano. Esce oggi il suo nuovo libro: "La civiltà dell´empatia" Troppi segnali indicano che siamo davvero a un punto di svolta della specie umana. Per le generazioni giovani è scontato che il mondo è fatto di condivisione e cooperazione

    Nel nuovo saggio di Jeremy Rifkin che esce ora in Italia, La civiltà dell´empatìa (Mondadori, pagg. 648, euro 22), c´è un primo messaggio che in apparenza è rassicurante. Sulla scorta di una robusta evidenza scientifica, l´autore spiega che noi siamo una specie animale "empatica", allenata a provare compassione, partecipazione, solidarietà. Il secondo messaggio è decisamente allarmante. La nostra empatìa per millenni si è esercitata entro cerchie ristrette, dalla famiglia alla comunità agricola fino allo Stato-nazione, non è commisurata all´estensione globale della nuova comunità umana. Riprogrammare la nostra coscienza, applicare l´empatìa su scala planetaria, è urgente se vogliamo evitare la distruzione della nostra specie (e di molte altre). Una terza componente interessante del libro è un piano ambizioso per risolvere l´equazione energetica. Si tratta di applicare all´energia il modello Internet, nel senso di una rivoluzione dal basso, un sistema di produzione e di consumo diffuso, capillare, decentrato e flessibile. Presidente della Foundation on Economic Trends di Bethesda, docente alla Wharton School, autore già popolarissimo nel mondo intero con saggi come La fine del lavoro (1995) o Economia all´idrogeno (2002), Rifkin in questa intervista discute le tesi della sua ultima opera, la più ambiziosa e impegnativa di tutte.

    L´avvertimento che lei lancia non può essere preso alla leggera: siamo vicini a una sorta di implosione globale, lo stadio finale e autodistruttivo delle varie rivoluzioni industriali.

    «Non voglio suonare come l´ennesimo profeta dell´apocalisse, ma troppi segnali indicano che siamo davvero a un punto di svolta nella storia delle specie umana, il nostro destino può giocarsi in modo fatale entro pochi decenni. Due segnali recenti lo confermano. Uno è stato la grande crisi alimentare del 2008, che precedette (e in realtà provocò) il collasso della finanza globale: sotto la pressione della crescita cinese e indiana il petrolio toccò 147 dollari al barile, i rialzi delle derrate agroalimentari provocarono tumulti del riso e del pane in tante nazioni emergenti. Il secondo segnale è stato il fiasco del vertice di Copenaghen sull´ambiente: gli stessi leader che non avevano saputo prevedere il disastro del 2008, sono stati incapaci di affrontare il cambiamento climatico».

    Lei mette sotto accusa la cultura attraverso cui noi, e le nostre classi dirigenti, interpretiamo il mondo.

    «Siamo ancora prigionieri della tradizione illuminista, del pensiero di Locke e Adam Smith: quello che ci rappresenta l´uomo come un essere razionale, materialista, individualista, utilitarista. Se continuiamo a usare questi strumenti intellettuali del XVIII secolo, siamo davvero condannati. Entro quella cornice culturale è impossibile per 6 miliardi di persone affrontare la scarsità delle risorse naturali. Copenaghen è fallito perché dei leader come Obama e Hu Jintao hanno continuato a pensare in termini geopolitici tradizionali, secondo gli interessi degli Stati-nazione anziché quelli della biosfera».

    L´empatìa può avere effetti perversi, aumentando l´entropìa: questo è un concetto che lei ha già usato in passato, nel senso di un degrado che distrugge l´energia disponibile. Un esempio storico?

    «L´impero romano fu capace di espandere l´empatìa dei suoi cittadini creando una comunità molto vasta unita dallo stesso destino. Ma al tempo stesso spinse lo sfruttamento della sua base agricola fino all´estremo, fino a provocare un esaurimento che fu la vera causa del declino, prima delle invasioni barbariche. La storia si ripete. Oggi su scala ben più ampia. Più le civiltà diventano complesse, più si moltiplicano le connessioni fra gli esseri umani; ma al tempo stesso vengono richiesti maggiori flussi di energia e questi aumentano l´entropìa. La Terza Rivoluzione industriale che io disegno, nascerà dalla necessità di mitigare l´impatto entropico delle prime due. Come le altre rivoluzioni industriali, sarà trainata da una convergenza tra le nuove tecnologie della comunicazione e dell´energia. Le prime civiltà idraulico-industriali si fondarono sull´invenzione dell´alfabeto; la seconda rivoluzione industriale dall´Ottocento al Novecento fu l´incontro fra corrente elettrica, telegrafo, radio, tv».

    Per questo oggi lei vede in Internet una benefica opportunità, e ha fiducia nei giovani che sono cresciuti dentro questo nuovo universo della comunicazione?

    «La generazione che si è affacciata alla conoscenza nel terzo millennio dà per scontato che il mondo è fatto di condivisione e cooperazione. Le vecchie generazioni hanno ancora un´idea del cambiamento dettato dall´alto verso il basso, i giovani vivono in una dimensione decentrata, sono interconnessi orizzontalmente, senza gerarchie. La mia generazione ammirò le foto della terra prese dall´Apollo nella spedizione sulla luna, fu la nostra prima esperienza di empatìa verso l´intero pianeta visto da fuori. I nostri figli ogni giorno attraverso GoogleMap si percepiscono come cittadini del pianeta terra. Disastri come i terremoti ad Haiti e in Cile, con Twitter si trasformano nell´occasione di un´immediata solidarietà umana su scala globale. Questi ragazzi abituati a usare Skype per parlarsi col compagno di Tokyo intuiscono che siamo un´unica famiglia planetaria, per loro è più facile comprendere che ogni gesto quotidiano in ogni angolo del mondo ha un impatto in tempo reale sulla biosfera e colpisce la specie umana ovunque essa si trovi. Lì si è già avviata la transizione verso una nuova forma di coscienza».

    In questa Terza Rivoluzione industriale che è alle porte, il modello Internet può salvarci anche dalla crisi energetica? In che modo?

    «Le nuove tecnologie della comunicazione convergono con le energie rinnovabili. È quello che io chiamo l´energia distribuita, o diffusa. Perché le fonti rinnovabili – sole, vento, energia biotermica, biomasse da rifiuti – si trovano in mezzo a noi, equamente ripartite su ogni metro quadro della superficie terrestre. A differenza delle energie fossili come il petrolio e il carbone, la cui concentrazione territoriale è stata fonte di enormi problemi geopolitici».

    In pratica che cosa significa abbracciare il modello dell´energia diffusa?

    «Significa convertire ogni singola casa, ogni palazzo, in una piccola centrale energetica che usa il sole, il vento, i rifiuti, li immagazzina e li redistribuisce. Significa che l´energia non consumata per i propri bisogni va ripartita secondo una logica di cooperazione e di solidarietà. Non è socialismo bensì un´economia di mercato ibrida. Proprio come Internet, con fenomeni come i software "open source", ha prefigurato un superamento del capitalismo puro ibridandolo con elementi di socialismo. Tutto questo sta già cominciando ad accadere, ed è più vicino a voi di quanto crediate»

    Edited by maria rossi - 9/3/2010, 11:50
     
    Top
    .
  2. lisa.c
     
    .

    User deleted


    ho preso il libro proprio stamani. se non cambia il tempo forse è meglio vedersi alla sede della LIDI...

    è uscito un altro libro che varrebbe la pena di leggere "La misura dell'anima. Perché le diseguaglianze rendono le società più infelici. Io l'ho già letto ma lo rileggerei volentieri con voi... Il dottor Anepeta ha già dedicato a questo libro una bella recensione (anche se sarebbe più appropriato chiamarlo "saggio di risposta" da quanto è denso e ricco di spunti). Mi verrebbe voglia di inviarlo agli autori del libro. Che ne pensate?

    Homepage di nilalienum, sotto bibliografia
    www.nilalienum.it/HomeIndex.html



    questa la quarta di copertina

    E' la diseguaglianza la madre di tutti i malesseri sociali. In una società c'è più violenza, più ignoranza, maggiore disagio psichico, orari di lavoro infiniti? Ci sono più malati, più detenuti, più tossicodipendenti, più ragazze-madri, più obesi? All'origine di questo alto tasso di infelicità ci sarà con ogni probabilità un maggior divario tra ricchi e poveri, una maggiore diseguaglianza. Lo dimostrano, cifre alla mano, gli autori di questo libro che è già un caso in Inghilterra. Non è l'ennesima riproposta di un astratto ideale egualitario di matrice socialista. Piuttosto, è il risultato di trent'anni di ricerche e comparazioni statistiche tra i dati raccolti in tutti i principali paesi sviluppati. Ne emerge un'inedita radiografia del mondo in cui viviamo. Siamo infatti abituati a pensare che la crescita economica abbia l'effetto automatico di rendere una nazione più sana e più soddisfatta. Ma oggi non è più così, perché i malesseri generati dalla diseguaglianza coinvolgono tutti: non solo i ceti più svantaggiati, ma anche quanti si collocano al vertice della scala sociale. La prospettiva aperta dal libro è chiara: se si vuole avviare un nuovo ciclo di crescita che ponga al centro la qualità della vita e non solo il Pil, occorre intervenire immediatamente per ridurre la forbice sociale cresciuta a dismisura tra anni ottanta e novanta. Occorre redistribuire reddito e opportunità prendendo ispirazione da Scandinavia e Giappone, esempi virtuosi di egualitarismo.
     
    Top
    .
  3. maria rossi
     
    .

    User deleted


    Ho letto l'aggiornamento su nilalienum e mi ha molto colpita...assolutamente un altro testo da leggere. Aiuto!
     
    Top
    .
  4. star***
     
    .

    User deleted


    Io invece stavo leggendo proprio adesso il saggio su "I neuroni specchio. Come capiamo ciò che fanno gli altri", che può rientrare in tutto ciò. Leggere questi articoli, mi fa capire che sempre di più la comunità scientifica si rende conto di come siamo collegati. Anche teorie più o meno esoteriche affermano l'esistenza di una coscienza globale, e questo mi piace perchè sembra che da qualunque parte uno si volti l'affermazione comincia ad essere in un certo senso univoca. Collegata. Anche se parte da radici e studi profondamente diversi. Temi discussi dalla comunità scientifica, che certe volte poi, sono sfruttati per essere sottoposti alle persone più semplici in maniera speculativa.
     
    Top
    .
  5. star***
     
    .

    User deleted


    Comunque un certo fervore nelle comunità scientifiche è dato dal fenomeno dell'entanglement quantistico.
    Ciao Ciao
     
    Top
    .
  6. lisa.c
     
    .

    User deleted


    http://www.legaintroversi.it/2010/03/20/la...-jeremy-rifkin/
     
    Top
    .
  7. LaMaduninaEintroversa
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (lisa.c @ 11/3/2010, 16:15)
    ho preso il libro proprio stamani. se non cambia il tempo forse è meglio vedersi alla sede della LIDI...
    [...]
    solo il Pil, occorre intervenire immediatamente per ridurre la forbice sociale cresciuta a dismisura tra anni ottanta e novanta. Occorre redistribuire reddito e opportunità prendendo ispirazione da Scandinavia e Giappone, esempi virtuosi di egualitarismo.

    ho avuto modo di pensare molto, per motivi di sbrocco, a questo fatto.
    sono arrivato alla conclusione che i soldi servono, ma le lotte si fanno nel sociale.
    il fatto di arrivare a credere che i soldi (la sussistenza, ke mi sembra un termine un po' + toccante e atomico) siano l'unico nostro problema è frutto di veri e autentici farabutti ladri che tolgono risorse (come avviene in america dove ci sono stati molti interventi riguardo a questo) in maniera tale da togliere risorse alla giusta quantità per avere una certa fascia povera ma non troppo che faccia comodo. i ricchi li droghi (e ovviamente stanno tranquilli, finkè non arriva un introverso incazzato), i poveri li demolisci sul piano culturale e di azione. come? con una finta democrazia e con la violenza sociale. le persone si mettono (a caro, carissimo, prezzo) l'anima in pace e capiscono che per questa vita non ce n'è.

    a sto punto la scelta: victoria o muerte (cit.)

    scusate, per concludere: la sussistenza è la sussistenza, le necessità sono importanti quanto quella. 50 50. qualunque persona non anestetizzata lo capirebbe, se ha vissuto, se ha avuto un figlio, se ha visto qualcuno soffrire. prima invece pensavo ek i soldi fossero demoniaci, in senso laico...ma sinceramente anke in senso morale. invece no. la perversione porta a grandi casini e lo sappiamo. come? sempre tramite violenza
     
    Top
    .
  8. imperia69
     
    .

    User deleted


    I soldi servono, nessuno lo nega. Brecht nell'Opera da tre soldi cantava erst kommt das Fressen, dann kommt die Moral (prima il mangiare - fressen è un termine che si usa per gli animali, non per gli umani - poi viene la morale). Il problema è che spesso gli educatori sono ossessionati dall'idea che i propri figli/nipoti/i raggiungano la sicurezza economica da dimenticarsi tutto il resto. Creatività? Passioni? Al massimo possono essere considerate degli hobby.
    Non solo il grado di frustrazione per un lavoro poco consono può essere enorme, ma ormai quella sicurezza economica tanto agognata dai padri per i figli è un lontano miraggio.

    Ultima considerazione: vedevo qualche sera fa alla televisione la pubblicità di una compagnia di assicurazione che si rivolgeva ai pensionati. Diceva più o meno che con la pensione ci si riprende il proprio tempo e ci si può dedicare a quello che più piace (sport, volontariato etc). Glissiamo sul fatto che gli esempi erano tutti maschili, come se le donne non andassero in pensione o non avessero interessi da coltivare. Mi è venuto da pensare che, visto che ormai gli adulti produttivi sono indebitati fino al collo/disoccupati e così via, si raschia il fondo del barile con gli anziani.
     
    Top
    .
  9. LordDrachen
     
    .

    User deleted


    e da quando l'empatia è per forza introversa?
    io sono orientato al pensiero, non al sentimento. INTP.
    io non sono per nulla empatico, anzi trovo che vi sia un'eccesso di "domanda di empatia" a scapito di una dimensione etica e morale.

    anche il liberismo è fortemente empatico. la stessa fabbrica del consenso, la pubblicità sfruttano le capacità empatiche. la PNL è basata sull'empatia. la manipolazione è basata sull'empatia. le relazioni sociali sono sempre più portate all'empatizzazione.
    quando compri un prodotto pubblicizzato non usi certo la razionalità.
    ma questa empatia è priva di una morale, punta al guadagno.
    sapersi immedesimare non significa automaticamente volere il bene altrui.
    può benissimo voler dire sfruttare le sue debolezze.

    l'empatia diventa poi spesso emotivizzazione discriminante, quando magari si piange per un cane abbandonato, ma poi si stermina una colonia di formiche.
    quando si chiede la pena di morte per gli stupratori ma poi si difendono le persone accusate in altri paesi.

    l'uguaglianza economica è sicuramente un handicap per una società equilibrata, ma io eviterei di pretendere uguaglianza in altri ambiti.
    l'uguaglianza a tutti i costi è omologazione, è cancellazione delle differenze.
     
    Top
    .
  10. Koenig4
     
    .

    User deleted


    Sì Lord è così! Il mondo dell'introversione è molto complesso e variegato ( image ) per questo lo trovo così affascinante!

    Un caro saluto! :)
     
    Top
    .
  11. LaMaduninaEintroversa
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (imperia69 @ 5/10/2010, 11:37)
    I soldi servono, nessuno lo nega. Brecht nell'Opera da tre soldi cantava erst kommt das Fressen, dann kommt die Moral (prima il mangiare - fressen è un termine che si usa per gli animali, non per gli umani - poi viene la morale). Il problema è che spesso gli educatori sono ossessionati dall'idea che i propri figli/nipoti/i raggiungano la sicurezza economica da dimenticarsi tutto il resto. Creatività? Passioni? Al massimo possono essere considerate degli hobby.
    Non solo il grado di frustrazione per un lavoro poco consono può essere enorme, ma ormai quella sicurezza economica tanto agognata dai padri per i figli è un lontano miraggio.

    Ultima considerazione: vedevo qualche sera fa alla televisione la pubblicità di una compagnia di assicurazione che si rivolgeva ai pensionati. Diceva più o meno che con la pensione ci si riprende il proprio tempo e ci si può dedicare a quello che più piace (sport, volontariato etc). Glissiamo sul fatto che gli esempi erano tutti maschili, come se le donne non andassero in pensione o non avessero interessi da coltivare. Mi è venuto da pensare che, visto che ormai gli adulti produttivi sono indebitati fino al collo/disoccupati e così via, si raschia il fondo del barile con gli anziani.

    anke a me ha fatto il terrore quella pubblicità! mi sono seriamente chiesto perché si prenda per partito preso che si possa vivere dopo la pensione...che ricordo, oggi per i maschi è a 70 anni.
    mi sono chiesto se tutto questo non fosse assurdo...se non c'è un modo migliore di vivere che spezzarsi la schiena e considerarla la migliore virtù.

    quello che mi ha fatto + terrore di tutti è vedere i vecchietti arzilli. una cosa bellissima dei vecchi è che sono riflessivi...infatti io adoro i vecchi. basta stress!!!!!
     
    Top
    .
  12. poseidone5
     
    .

    User deleted


    buongiorno a tutti,vi scrivo perchè sono abbastanza disperato.Devo cominciare a fare la tesi di laurea in economia internazionale e ho scelto come tema la crisi alimentare del 2008 ed il prof mi ha detto in sostanza che mi devo arrangiare,il problema è che nn trovo del materiale utile allo scopo.In rete c'è solo roba sottoforma di articoli di giornale coi quali non riesco a creare un lavoro omogeneo e decente.Quindi mi servirebbe una dritta su almeno un paio di libri che trattano la faccenda e dato che qua vedo delle discussioni ad alto livello ho deciso di scrivere per un aiuto che apprezzerò sicuramente.
    Grazie mille ciao
     
    Top
    .
  13. Allonsanfan
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (LordDrachen @ 5/10/2010, 14:34)
    e da quando l'empatia è per forza introversa?
    io sono orientato al pensiero, non al sentimento. INTP.
    io non sono per nulla empatico, anzi trovo che vi sia un'eccesso di "domanda di empatia" a scapito di una dimensione etica e morale.

    Anch'io sono come te. Effettivamente secondo anepeta gli introversi dovrebbero essere empatici, dotati di pietas, mentre io ne sono abbastanza sprovvisto.
    Di solito sono mosso più che dal dispiacere (poverino!) dal senso di giustizia, mi arrabbio se ritengo che vengano violate delle "regole", o intervengo ad aiutare una persona perché "lo ritengo giusto".

    Edited by Allonsanfan - 11/10/2010, 23:07
     
    Top
    .
  14. LADINTJ
     
    .

    User deleted


    Non ho letto il libro, ma direi che questo signore ha una visione del futuro parecchio ottimista, leggendo il Dott. Anepeta non mi sembrava che fosse sulla stessa linea. Condivido molto che "la struttura profonda dei nostri cervelli non è più adeguata all’ambiente da noi stessi creato", ma nel senso che abbiamo creato un ambiente disumano in cui vivere.
     
    Top
    .
  15. maria rossi
     
    .

    User deleted


    L'empatia e il senso di piètas laico hanno ben poco a che vedere con la pietà cristiana, il sentimentalismo o la manipolazione delle coscienze.

    E l'uomo è un animale così bizzarro che per raggiungere un'autentica individuazione (quindi differenziazione) non può prescindere dall'immedesimazione con/nel l'altro. Una cosa non esclude l'altra, attenzione! Il pergeuire autenticamente l'una porta conse automaticamente l'altra...è qui l'inghippo!
     
    Top
    .
14 replies since 5/3/2010, 11:43   806 views
  Share  
.
Top