2010. Tre anniversari di Gianni Rodari

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  1. lisa.c
     
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    Un Rodari tutto nostro

    Due disegni e una filastrocca sulle scale e la luna.
    A trent’anni dalla morte la moglie del grande "pifferaio magico"
    ci regala frammenti familiari di Gianni.
    Ad esempio, lo sapevate che a casa non raccontava mai le fiabe?

    di Anna Maria Speroni

    Una libreria chiusa a chiave custodisce sottovetro le prime edizioni, Accanto, una scrivania lunga e larga.
    Nel corridoio tre scaffali con le edizioni estere: Russia, Cina, Giappone, Corea... Alle pareti i disegni di Paola, la figlia: illustrazioni colorate per le Filastrocche popolari, quelle a china per La gondola fantasma, dipinti a olio, due disegni dono di Emanuele Luzzati e un foglio grande a tutta parete con una città a colori firmato da un bambino di una scuola romana, Mario.

    Sul tavolo rotondo, scatole zeppe di fotografie in bianco e nero: «Ecco Gianni in Cina. Qui è con un tenore russo. Questa signora vicino a lui è Elsa Morante. Ah, qui eravamo in campagna a Manziana, dovevano essere i vent'anni di matrimonio. O forse 25, non ricordo». Maria Teresa Rodari fruga tra una cartella e l'altra, mette da parte quella con il titolo "Preistoria" («genitori e nonni di Gianni»), apre alla voce "Matrimonio" e sorride: «Guardi, stiamo ballando. Non succedeva quasi mai, a lui non piaceva. Per fortuna avevo già ballato molto prima di conoscerlo!».

    Il 2010 festeggia tre anniversari di Gianni Rodari: trent'anni dalla morte, novanta dalla nascita, quaranta dal premio internazionale Andersen, uno dei più prestigiosi nella letteratura per l'infanzia.

    Dieci anni fa erano passati inosservati, stavolta la Fiera del libro per ragazzi di Bologna ricorda l'autore delle Filastrocche in cielo e in terra con seminari, incontri e un concorso internazionale d'illustrazione; una mostra, Cromatica della fantasia, ha inaugurato nei giorni scorsi al Palazzo delle Arti di Napoli; il gruppo Einaudi ragazzi-EL-Emme edizioni stra ripubblicando tutti i suoi titoli.

    Maria Teresa, la moglie, ha prestato a Io donna disegni e poesie inedite, foto di famiglia, ricordi. Prende un taccuino da un cassetto della libreria: pagine bianche, senza righe né quadretti. Calligrafia ordinata, penna a china nera, correzioni in verde.
    Ci sono appunti per un racconto ("Pensato in treno: storia di un viaggio o di un romanzo scritto in viaggio, necessità di attraversare la realtà con un certo distacco per scrivere"), filastrocche ("Scende la notte, scende, ma che altro può fare? A lei tocca sempre scendere, non può sorgere o tramontare"), nuovi personaggi ("Dov'è il signor Riccardo?"). «Gianni prendeva appunti ovunque: sulle scatole di sigarette, sulla rubrica telefonica, sullo scontrino della spesa» racconta la moglie, 82 anni che sembrano molti di meno. «Segnava modi di dire, refusi, parole sbagliate sentite in giro».
    Lo spiegava Rodari stesso, nell'autobiografia breve in terza persona che mandava alle scuole che lo invitavano: "Scrivendo parte sempre da una immagine della fantasia, ma ritiene che una buona preparazione culturale sia necessaria perché la fantasia risulti nutrita di realtà, di idee e l'avventura risulti - non per programma, ma per forza di cose - educativa".
    Lui, quella cultura, aveva cominciato a costruirsela dai tempi della scuola elementare di Omegna, sul lago d'Orta, quando scriveva poesie sul quaderno di disegno: una fu pubblicata sul giornale dei commercianti dell'alto novarese, e "fu il mio massimo successo in ogni tempo come poeta". Poi l'Istituto magistrale, qualche anno di lavoro come maestro e infine il giornalismo, una miniera di "immagini della fantasia": «Il personaggio di Cipollino, per esempio, è nato nel periodo in cui andava in giro per conto dell' Unità a controllare prezzi di frutta e verdura nei mercati» continua Maria Teresa.

    Si sposarono nel 1953, matrimonio civile il 25 aprile. Una data simbolica: «L'aveva scelta lui perché gli ricordava che c'era sempre una via d'uscita. Anche dal matrimonio». Che invece funzionò benissimo, tra stesure definitive battute a macchina dalla moglie, fiabe scritte nel salotto mentre la figlia Paola e il nipote Francesco correvano tra una stanza e l'altra, fine settimana in campagna.

    Famiglia, giornale, scrittura e scuole, tante visite nelle scuole elementari e basta perché «personalmente, dai dodici anni in su, li lascerei tutti liberi di avventurarsi nell'oceano delle grandi letterature di tutti i tempi e di tutti i paesi [...]. Ma ai bambini, prima che trovino il loro posto nel mondo, offriamo in miniatura, perché ci giochino, ci studino o ci lavorino di fantasia, gli oggetti del mondo adulto, ogni sorta di macchine e strumenti, personaggi addirittura (bambole, burattini, marionette, pupazzi). [...] Per me scrivere per i bambini equivale a fabbricare giocattoli».

    Quando entrava nelle classi, però, gli alunni lo guardavano perplessi, all'inizio. «"Non ha gli occhiali, non ha la barba, è anche basso, che scrittore è?". Ma riusciva sempre a trascinarli dalla sua parte», ricorda Maria Teresa. Rodari credeva in una scuola che fosse anche "scuola di vita", capace di tirare fuori il meglio da ognuno e di valorizzare ogni genere di inclinazione.
    Con aule senza banchi, magari, dove oltre ai libri ci fosse spazio per qualunque forma espressiva, teatro, canto, pittura.
    Dei bambini aveva grande stima: «La loro sensibilità al mondo delle parole è straordinaria, rida sangue ai luoghi comuni, rinverdisce le metafore» scriveva in un articolo del 1968. «Perfino quando parlano come la televisione riescono ad essere originali. Fanno venir voglia di parlare in modo semplice e diretto di cose semplici e vere».

    Alla bambina sua figlia (che oggi ha 53 anni e si occupa di didattica museale) una dedica speciale, le Favole al telefono: pubblicate nel 1962 con le illustrazioni di Bruno Munari, le storie inventate dall'agente di commercio che viaggiava in tutta Italia ma chiamava ogni sera la figlia con una fiaba nuova sono diventate un classico della letteratura per l'infan¬zia (come la maggior parte dei libri di Rodari, peraltro): ci sono Giovannino Perdigiorno, Alice Cascherina, il pianeta della verità, il pulcino cosmico, Cappuccetto giallo. Anche Rodari era spesso lontano, «quando Paola era piccola, perché era inviato speciale: oppure faceva tardi al giornale: ma no, non pensate che l'agente di commercio fosse lui: mio marito era così pieno di lavoro che la sera non aveva neppure il tempo di telefonare...».

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    rodari-lescale.jpg

     
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  2. Asabbi
     
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    - IL SASSO NELLO STAGNO -
    “La parola suscita nel cervello avvenimenti straordinari”


    “…Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati alla vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra di loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad avere tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni.
    Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta, suoni, immagini, analogie, ricordi, significati e sogni., in un movimento che interessa l’esperienza, la memoria, la fantasia, l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente per accettare e respingere, collegare, e censurare, costruire e distruggere…”

    (Gianni Rodari "La Grammatica della Fantasia” )


    Mi hanno spiegato a scuola di mio figlio che questo libro rappresenta "la bibbia" degli insegnanti, ma la sua lettura è utile anche per i genitori.
    Ho letto questo breve racconto tratto dal libro e ricordando che Lisa aveva aperto un post in ricordo degli anniversari di Rodari, ho pensato di condividerlo con tutti voi aggiungendolo quì.
    Con Affetto.
     
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  3. lisa.c
     
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    grazie asabbi, Grammatica della fantasia dovrebbe essere La Bibbia di tutti, non solo degli insegnanti...

    C'è un altro passaggio che mi piace parecchio (capitolo 8):

    "Un modo di rendere produttive, in senso fantastico, le parole, è quello di deformarle. Lo fanno i bambini, per gioco: un gioco che ha un contenuto molto serio, perché li aiuta a esplorare le possibilità delle parole, a dominarle, forzandole a declinazioni inedite; stimola la loro libertà di “parlanti”, con diritto alla loro personale “parole” (grazie, signor Saussure); incoraggia in loro l’anticonformismo.

    Nello spirito di questo gioco è l'uso di un prefisso arbitrario. Io stesso vi ho fatto ricorso più volte.

    Basta una s a trasformare un temperino - oggetto quotidiano e trascurabile, per di più pericoloso e offensivo - in uno stemperino, oggetto fantastico e pacifista, che non serve a far la punta alle matite, ma a fargliela ricrescere quand'è consunta. Con rabbia dei cartolai e dell'ideologia consumistica. Non senza allusioni di colore sessuale, ben occultate, ma non per questo non recepibili (sotto il livello della coscienza) dai bambini.

    Lo stesso prefisso mi dà lo staccapanni, cioè il contrario dell'attaccapanni: non serve per appendervi gli abiti, ma per staccarli quando se ne ha bisogno, in un paese di vetrine senza vetri, negozi senza cassa e guardaroba senza scontrino. Dal prefisso all'utopia. Ma non è certo vietato immaginare una città futura in cui i cappotti siano gratuiti come l'acqua e l'aria. E l'utopia non è meno educativa dello spirito critico.

    (...) Se dovessi prescrivere, qui, un esercizio, suggerirei di compilare due colonne parallele di prefissi e sostantivi scelti a caso e di coniugarli per sorteggio. Io ci ho provato. Novantanove matrimoni celebrati con questo rito falliscono al pranzo di nozze: il centesimo si rivela un accoppiamento felice e fecondo."

    Con mio figlio giochiamo spesso a deformare le parole. E, a parte le risate che ci facciamo fino alle lacrime, imparo (io!) un sacco di parole nuove :yes.gif:

    Mi viene in mente "scancello" (che in toscana si usa, vero sabi?): si può usare per togliere ogni cancello, barricata, chiusura e camminare liberi...
     
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  4. Asabbi
     
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    eheheh!!! sìssì vero.....scancellare bellissimo!!....la mia zia un pò bigotta ha sempre cercato di correggerci quando scendeva a trovarci!!! Da ragazzina, ma anche ora siccome siamo toscanacci e lei è milanese (scusa ldaniela lo so che nn tutti son così), si diverte a far presente che determinate parole non esistono nel vocabolario e allora siamo noi a sbagliare. Ma benedetto mondo!! mettiamocele!!...così si cheta (tradotto sarebbe "sta zitta")

    io deformo le parole anche ora, ma tante!!!....prpr non ricordo come si dice allora lo dico a modo mio ghghgh!! allora non son prpr tutta scema :D
     
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  5. houccisotoniocartonio
     
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    oddio che ridere inventare le parole io e mia mamma lo facevamo sempre quando ero piccola (cioè fino alle medie).

    poi questa cosa di inventare le parole m'è rimasta fino ad ora, le invento proprio mentre parlo, io e anche il mio ragazzo, certe parole inventate oramai sono entrate nel nostro vocabolario e le usiamo anche quando parliamo con altre persone perchè ci dimentichiamo che non esistono ufficialmente.

    certe parole sono talmente ovvie per me ormai che non so nemmeno spiegarle in altro modo e infatti quando capita di doverle spiegare ad altri mi trovo sempre in difficoltà
     
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  6. Asabbi
     
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    l'ultima che ho invetato è....STRONO ho tolto la Z dopo la enne ....ihihihihihihi!!!!!
    e poi è diventata una parola comune non solo per me...che ridere ...è anche meno volgare!
    adesso dico sempre così
    :D
     
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  7. emmalaura
     
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    buon giorno a tutti !!! Avrei bisogno delle info x un progetto che svilupperò all' estero...qualcuno ha per caso un contatto mail o un tel. della famiglia Rodari?


    Buon girona atutti...qualcuno conosce contatti diretti con la famiglia Rodari?? Mail o tel..... grazie!
     
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6 replies since 22/3/2010, 17:48   744 views
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