Elena Dementieva

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    Sono stato sempre un tifoso di questa tennista. Sentite che tipa.

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    Alla scoperta del tenente più sensuale dell’esercito russo: educata, intelligente, discreta, Elena festeggia le 300 settimane nella Top Ten e la prima vittoria a Parigi, a un passo da quel Roland Garros che le negò nel 2004, la prima vittoria nello Slam. La storia di una ragazza “fra le tante” che ha fatto della disciplina la sua arma in più, sotto l’occhio vigile di mamma Vera, che tra i due figli potenziali campioni dello sport, decise, molti anni fa che solo Elena ce l’avrebbe fatta.

    Non era lei la predestinata. Non era lei la bambina su cui gli allenatori russi puntavano, quella in cui vedevano del talento. Quelle erano Anna Kournikova e Anastasia Myskina. Lei era solo una delle tante sebbene molto, ma molto disciplinata. Elena Dementieva è educata, intelligente, discreta. In campo sempre con la visiera, fuori sempre con la madre. Come tennista i suoi colpi da fondo campo sono fra i migliori del circuito, il suo servizio fra i peggiori (almeno fino ad un paio di anni fa). La madre Vera è la persona che ha sempre creduto in lei. Una delle poche.
    Quando Elena aveva 7 anni, la madre, professoressa di letteratura russa e tennista per hobby, porta lei e il fratello al club della Dinamo Mosca e al CSKA. I due migliori circoli moscoviti la scartano. La motivazione del CSKA fu quasi velenosa: “Troppo alta e grassa” le dissero. Alta sì, rispose la madre, ma grassa certamente no. Mamma Vera è una che non si perde d’animo. Provò allora con lo Spartak e così il primo coach di Elena fu Rauza Islanova la mamma di Marat Safin e Dinara Safina. Dopo 3 anni, la signora Safina decise di concentrarsi solo sui suoi figli. Elena rischia di essere solo una delle tante in un gruppo di 30 bambini. Troppi se si vuole davvero provare a diventare una tennista. Così, ecco un nuovo provino al CSKA. E questa volta viene ammessa finendo per dare vita ad un lungo sodalizio. Di fatto è ancora lì, membro del Club Sportivo Centrale dell’Esercito. Tant’è che per non farsi mancare niente, è diventata anche tenente.

    Ma le scelte importanti della madre non finiscono qui. Per poter permettere ai figli di giocare, i genitori decisero di fare un doppio lavoro. Il denaro non era abbastanza per due adolescenti che praticavano sport ad alto livello. Un sera la signora Vera chiami i figli: “Elena tu giocherai a tennis, Vsevolod tu andrai all’Università”. Loro pensano ad uno scherzo “Invece è stata la decisione più difficile che potessi prendere”.

    Da quella sera, Dementieva di strada ne ha fatta parecchia: miglior classifica al numero 3, più di 300 settimane come top10 (fra le giocatrici in attività, solo le Williams e Henin hanno un record migliore) 2 medaglie Olimpiche in bacheca (oro a Pechino e argento a Sydney), 2 finali di slam (Parigi e New York 2004 entrambe). Oltre 13 milioni di dollari in montepremi vinti.

    Le due finali perse le hanno attaccato l’etichetta di miglior giocatrice ad non aver mai vinto uno Slam. Nella la finale di Roland Garros, fu sconfitta più dall’emozione che dalla connazionale Myskina.“Ero così nervosa prima di entrare in campo da non riuscire a respirare. Martina Navratilova venne ad incoraggiarmi e io non riuscivo a parlare”.
    Nella finale al US Open perde contro la Kuznetsova. Più che i nervi furono uno infortunio alla coscia e la stanchezza accumulata nei match contro Mauresmo (quarti) e Capriati (semifinale), due vere battaglie, ad essere determinanti. Altra etichetta: Elena è una combattente ma non sa vincere i match che contano.

    Lei, però anche senza uno Slam, è felice lo stesso: “La medaglia d’oro è sempre stato il mio sogno. Niente si può paragonare all’emozione che ti da giocare per la tua nazione alle Olimpiadi. In Russia tutti sanno cosa sono le Olimpiadi, pochi sanno cos’è uno Slam”.

    Grazie a quella vittoria in un parco di Mosca c’è una fontana con il suo nome. Inoltre, Elena ha ricevuto una delle più alte onorificenza russe “Ordine d’Onore” per meriti sportivi, consegnatela dal presidente Medvedev.

    Per definizione una ragazza intelligente…legge. E lei legge moltissimo “In valigia ho sempre qualche libro. Soprattutto classici russi. Mi piace Tolstoy e Nabokov, ma il mio preferito è Dostoevsky”. Parlare di letteratura la entusiasma: “Ci sono due modi di avvicinarsi a Dostoevskj. Il primo è quello di chi non è russo: si concentrano sulla psicologia dei personaggi, sullo sviluppo narrativo e sulle implicazioni filosofiche della storia. E poi c’è il modo in cui i russi vivono i suoi libri. E’ uno scrittore universale ma tipicamente russo. Lui analizza l’identità russa in profondità, ne rivela la forza e la debolezza, le coerenze e le contraddizioni”.
    Debolezza e forza, coerenza e contraddizione, come il suo tennis. Come il suo servizio, con cui poteva fare anche da 20 doppi falli e riuscire lo stesso a vincere la partita. Tutti a dire il motivo veniva dalla testa di Elena, considerata “fragile” a prescindere. Pochi sanno di un infortunio alla spalla subito quando aveva 18 anni “Avrei dovuto fermarmi per qualche mese e guarire completamente. Ma stavo ottenendo buoni risultati, ho voluto continuare a giocare, modificando il movimento per non sentire dolore. Poi è diventato come una brutta abitudine. Non riesci a cancellarla facendo schioccare le dita”. Con quel suo solito tono di voce calmo, aggiunge sorridendo “Ho parlato con esperti, ho analizzato i filmati, ho letto e studiato libri e manuali. A livello teorico credo di essere la persona che ne sa più di chiunque altro al mondo sulla tecnica del servizio”. Elena, passa ore sul campo ad applicare quello che ha studiato.
    Il servizio migliora. A Wimbledon 20009 se ne sono accorti tutti; in semifinale Serena Williams deve annullarle un matchpoint nell’incontro più bello dell’anno.

    Le ore che la Dementieva non passa sul campo da tennis le dedica alla famiglia e gli amici. “Non sono un tipo a cui piace andare in discoteca oppure ai party”. Preferisce il cinema “Mi piacciono i film francesi, con le sfumature, le sottigliezze delle esperienze emotive. Nei film americani è tutto troppo chiaro”.
    Fidanzata praticamente da sempre con Maxim Afinogenov giocatore di hockey nella NHL e della nazionale russa, Elena non parla mai della sua vita privata. Su di lei non ci sono gossip. Quasi noiosa nella sua normalità. Tennis e casa. Copertine sulle riviste patinate, servizi fotografici? Sì qualcuno, l’ultima su Marie Claire Russia lo scorso dicembre, però le proposte ricevute sono molte di più di quelle accettate “Bisogna saper fare delle scelte. Non ho nulla incontrario ad utilizzare la propria immagine, ma personalmente non mi interessa molto”.

    Non è disposta a piccoli cambiamenti nemmeno per contratti milionari. Come quando una famosa casa di prodotti di cosmesi e per la cura dei capelli le offri un contratto con molti zero. Lei rifiutò, gettando il suo manager nello sconforto. Motivo? Avrebbe dovuto tagliarsi e tingersi i capelli per la campagna pubblicitaria. “Mi piace il colore dei miei capelli. Li ho tinti solo una volta, quando ho vinto a 17 anni l’Orange Bowl. Volevo fare una pazzia per festeggiare e mi sono colorata i capelli di blu. Mia madre non sapeva cosa dirmi, era scioccata”. Il denaro è importante “Durante i miei primi viaggi mi piaceva fare shopping ma c’erano poche opportunità. Adesso posso comprare qualsiasi cosa, ma non c’è più la stessa gioia

    Le sue compagne, quelle di talento non giocano più, Myskina fa la mamma e la commentatrice Tv, Kournikova è un nome dello showbiz americano. Elena Dementieva si chiede cosa farà da grande… A 28 anni, dopo aver parlato con la madre ha preso la decisione di iscriversi all’università, facoltà di giornalismo “Ma io me ne sento 18 di anni! Credo che la vita sia impossibile senza il tennis. Giocherò per sempre” Ride. “Non voglio nemmeno pensare all’età. Comunque c’è un vantaggio sono più consapevole di ciò che mi circonda. Ho imparato a perdonarmi e incoraggiarmi. Le situazioni cambiano velocemente, quello che ho ora so che passerà”


    La migliore descrizione di Elena viene da una giovane Dementieva. Le le chiesero come vedeva il suo futuro. Rispose: “Voglio vincere, voglio avere successo e denaro. Voglio tutto…Ma con moderazione”.
     
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