Il Tifo

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  1. Koenig4
     
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    Che senso ha rincorrere una coppa quando poi l'anno seguente bisogna... ricominciare? :) Negli sport dove bisogna raggiungere dei record bisogna ricominciare visto che i limiti atletici non sono conosciuti e si può sempre ritenere di migliorarli. Io non tifo per nessuna squadra di qualunque sport e, qualcuno si offende?, anche dell'eliminazione dell'Italia dai mondiali non me ne e' importato un fico secco. Nel tifo, a prescindere da atti di violenza, ci vedo comunque una forma di aggressività. Non vedo il desiderio di essere i più bravi ma i più forti. Negli sport dove non c'è una competizione diretta mi sembra di vedere l'atleta più in competizione con la propria bravura cioe' con se stesso. Allora arrivare primi non significa essere i "migliori" ma solo i più bravi. L'unico tifo che concepisco e' quello per la LIDI, s'intende. :)

    Da Internet ( fonte ) :

    Il tifo è una malattia infettiva che provoca febbre alta.
    Si può venire contaminati attraverso l’acqua, il cibo, e laddove ci sono condizioni di scarsa igiene.
    Ma il tifo è anche un’altra “malattia” difficile da debellare che provoca anch’essa una febbre non rilevata da nessun termometro.
    Riguarda quel fanatismo sportivo diffuso specie nel calcio.
    Abbiamo dei nitidi ricordi di quando eravamo alle scuole elementari e giocavamo a botto con le figurine dei calciatori insieme ai nostri compagni di classe. La nostra squadra del cuore era il Milan. Non sappiamo perchè, forse ci piacevano i colori della maglia, forse ci erano simpatici i giocatori.

    Tutto questo cappellotto iniziale per arrivare ad una distinzione: passione e tifo, appassionato e tifoso.
    Equilibrio contro eccesso, come dire caratteristiche positive confrontate con altre negative.
    Il tifoso manca di obiettività (serenità di giudizio), contesta l’evidenza (deformazione della realtà), esagera in ogni manifestazione, urla, delira, si esalta, perde facilmente il controllo fino ad arrivare ad atti violenti o di vandalismo. Utilizza il detto “l’unione fa la forza” per fini poco nobili e diseducativi.
    Crede ciecamente a tutte le favole relative alla propria squadra o idolo, venera i giocatori in modo fanatico (fan), nutre sentimenti di odio nei confronti degli avversari.
    Insomma tutto il contrario di un atteggiamento sportivo.

    Siamo certi che avviene la stessa cosa anche in politica.
    Anche in quel campo ci sono gli appassionati e i tifosi. Questi ultimi bevono dal proprio leader ogni fandonia per verità assoluta. L’importante è rafforzare la propria fede politica contestando sempre, a prescindere, tutto ciò che dice o fa l’avversario politico. Addirittura si rischia di esprimere una doppia personalità, casomai manifestano in piazza, o in gruppo con altri stessi tifosi, un atteggiamento completamente diverso da quello espresso all’interno delle mura della propria casa.
    Questo tifoso politico fa un uso parziale del proprio cervello, essendo invasato pesca nello stagno cerebrale solo elementi faziosi e di esaltazione cieca.

    Il tifo non contempla l’errore, per cui il proprio idolo, la propria squadra, il proprio partito, il proprio leader, sono infallibili. Il tifoso è squallido perchè manca di dignità. Un uomo senza dignità è un uomo vuoto, perduto.
    Vivere in un mondo di cartapesta, di illusioni, allontana la consapevolezza, non riuscendo ad attribuire ai propri pensieri ed azioni validi significati.
    Entrare, per esempio, in un seggio elettorale da tifoso, privo di senso civico e dello Stato, ci sembra una condizione mentale sbagliata.

    E’ la massificazione dei cervelli che porta allo sviluppo esasperato della logica del “branco”, l’individuo cessa di essere tale per farsi “folla”, la sua deresponsabilizzazione trova sempre una scusante nell’ ”azione di massa”, nella sociologia da strapazzo che addebita alla società qualsiasi colpa, assolvendo di fatto l’individuo dai suoi peccati, anche quelli più abominevoli, fornendogli sempre una giustificazione.

    Anche il “buonismo” affonda le sue radici nel tifo, si tifa per la massa indistinta, per una categoria, in questo modo i barconi di disperati che attraversano il Mediterraneo sono pieni “solo” di poveracci, la magistratura è composta “solo” da giudici integerrimi, i politici sono “tutti” ladri, i dipendenti pubblici sono “tutti” fannulloni, gli operai sono “tutti” sfruttati, gli imprenditori sono “tutti” evasori, i preti sono “tutti” santi, e così via.

    Sul tifo acritico e cieco si sono rette le ideologie del secolo scorso: quella fascista, quella comunista, quella nazista, ecc. In questo millennio il tifo a “categoria” si esprime con la “blogsfera”, con internet, coi social-network tipo Facebook, col terrorismo islamico, col ribellismo dei “centri sociali” o dei “no-global”, tutti hanno in comune l’annullamento dell’individuo in quanto tale. Se non fai parte di un gruppo sei OUT, se non segui la massa sei un paria da espellere o da escludere, e qui il confine tra lecito ed illecito si fa molto sottile, diventa evanescente fino ad arrivare a mettere in discussione i principi generali della democrazia e della libertà dell’individuo.

    I tifosi cercano di vincere sempre, di restare al potere “sempre”, a noi fanno orrore quelle amministrazioni locali (ed anche nazionali ed internazionali, perché no) che da più di 50 anni non conoscono un’ “alternanza democratica”, realtà governate da uno stesso partito o “gruppo” che ha gioco facile per incancrenirsi nel tessuto sociale, che porta per conseguenza ai favoritismi per gli amici e gli amici degli amici. Tifosi che per conservare il potere sono disposti a qualsiasi cosa, anche ad annullare l’avversario con mezzi sia leciti che illeciti.

    I tifosi tendono a “deificare” i propri leader, dimenticando che sono anch’essi umani, deboli e fallibili, pieni di difetti come qualsiasi altro essere, quando li elevano agli altari, giudicandone solo le “idee” e mai i “fatti compiuti”, si chiudono in una cella e buttano via la chiave per sempre.

    L’appassionato invece conserva una capacità di critica “fattiva”, chi ama il bel canto e sente un tenore che “stecca” lo fischia, non continua ad applaudirlo turandosi le orecchie, non pretende che abbia sempre addosso i vestiti di scena con lustrini e lamè, se canta bene può applaudirlo anche quando fa la doccia o è accomodato sulla tazza del water, non solo a teatro.

    Edited by Koenig4 - 29/6/2010, 17:00
     
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  2. alehouse
     
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    il tifo è una simpatia per una certa squadra o singolo in cui poi ti "immedisimi" e diventa qualcosa di più.

    Il tifo per la propria nazionale invece è come il tifo per la gastornomia o la moda... è il supporto che diamo ad un campo do ve l'italia eccelle, ed è per questo che ci sono molti più tifosi della nazionale che di squadre di club
     
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  3. Koenig4
     
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    Si riflettendoci meglio la nazionale veicola nel mondo anche una buona pubblicità alla nazione. Un caro saluto.
     
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  4. alehouse
     
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    CITAZIONE (Koenig4 @ 29/6/2010, 10:42)
    Si riflettendoci meglio la nazionale veicola nel mondo anche una buona pubblicità alla nazione. Un caro saluto.

    quella di calcio ultimamente no... :P
     
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  5. Koenig4
     
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    Aggiungo un'altra cosa sul tifo. Nelle rare occasioni in cui ho visto una partita in Tv ( e non giocava l'Italia o squadre italiane ) decidendo per chi tifare ho sempre scelto la squadra più debole o data in partenza per perdente... chissà perché poi... :)
     
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  6. francescoburich
     
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    La Nazionale dovrebbe essere composta dalla gente e non dal ct Lippi e da suo figlio, come è stato sino ad ora. Ke un tipo di ragazzo come Cassano...non è stato a coprire i capricci dell'associazione amministrata da Lippi Davide..lo sanno anche i sampietrini qui a Roma. Che L'Italia avrebbe avuto Bisogno di Cassano e forse anche di Balotelli e di Miccoli (vabbè che se è infortunato..ma non lo aveva convocato lo stesso...) per fare meno brutta figura ai Mondiali fatti in Sud-Africa, be lo sanno tutti...
     
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5 replies since 29/6/2010, 08:55   204 views
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