1°) Trovare se stessi

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  1. bum64
     
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    Salve. Non riesco a trovare me stesso e non so come fare. Sapete darmi qualche consiglio? Grazie.
     
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  2. 00orange00
     
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    cosa intendi per trovare te stesso?
     
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  3. bum64
     
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    Ciao, orange. Comprendere chi si è veramente, cosa si vuole e si desidera, il proprio modo di essere, senza i condizionamenti che abbiamo in qualche modo subito. Capire, per restare nel tema di questo sito, fin dove siamo introversi e quando iniziamo ad essere introvertiti. Sentirsi. Essere in contatto con se stessi. In parte poi, rispondere alla tua domanda, significherebbe aver risposto già in parte alla mia. Ciao
     
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  4. tandream
     
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    In che casa ti trovi? La città la conosci? :D

    In caso contrario ma anche in caso affermativo bisogna iniziare a intraprendere la propria strada, e fra le tante che ci si pongono davanti bisogna incanalare quella che riteniamo più adatta a noi... per tornare a casa, ma anche per andare in una dove sentiremmo di trovarci meglio, una casa nuova. Il nostro io si sposta, è girovago, vuole sempre viaggiare... inoltre forse per ritrovare se stessi bisogna farsi indicare anche da qualcuno intorno a noi, gli altri ci possono aiutare a dirci chi siamo, quindi non isoliamoci, scendiamo nelle piazze delle nostre case oltre che a trovare la strada che più ci aggrada per giungervi.

    Ci sono tanti modi per trovarsi e perdersi. Per trovarsi credo che la migliore cosa sia l'interagire come meglio possiamo con il mondo che ci circonda, conoscerlo e trovare le nostre passioni e aspirazioni.

    Forse potresti partire da un punto ben più preciso chiedendo al Dr. Anepeta nella sezione apposita, parlando meglio della tua situazione. Di cosa ti affligge.





     
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  5. 00orange00
     
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    Solitamante i bambini si comportano in modo naturale forse per trovare te stesso devi pensare a come eri da bambino.
    Comunque trovo la tua domanda interessante.
     
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  6. bum64
     
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    Grazie. Sì orange, la domanda è interessante, ed è anche molto importante che io trovi qualcosa presto, perchè sto molto male.
    Sì, tandream, conosco casa e città dove vivo, ma il problema è che non sento più i miei bisogni più veri e sani. Non ho neppure persone vicine a cui chiedere qualcosa.
     
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  7. 00orange00
     
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    prova a mettere un post in domande per anepeta dove glielo chiedi magari li qualcuno ti saprà rispoendere se non lui magari rileggendo la domanda qualcuno risponderà
     
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  8. _pardo_
     
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    Forse il "se`" non tanto si "trova", ma piuttosto si costruisce.
    Per non partire proprio da zero si puo` provare magari ad analizzare che tipo di persone sono/erano i propri familiari, in quale contesto storico e culturale vivevano, cosa desideravano e che stili di vita conducevano. E` che con la crisi dei valori e tutto il resto dell'era contemporanea ci siamo molto distaccati da ogni cosa, per cui le crisi di identita`...
    Eppure nessuno e` uguale a un altro, probabilmente anche la solitudine incide, venendo a mancare i termini di paragone.
     
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  9. bum64
     
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    Non so, Pardo. Non credo di reggere l'esame di me nella mia famiglia (ne sono fuori da un bel po', anche se non abbastanza...). Oggi ripensando a questa cosa, mi sono reso conto che probabilmente una parte della faccenda deve essere il non riuscire ad avere fiducia in sè, quindi nelle proprie valutazioni e sensazioni. Poi...non so
     
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  10. Koenig4
     
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    L'analisi di pardo è molto acuta. In effetti nel mio caso io sono quello che sono in funzione delle dinamiche familiari e delle dinamiche della solitudine alle quali aggiungo altre due variabili ovvero la casualità e i miei errori. Queste quattro variabili hanno determinato 'quello che sono' creando uno scarto tra 'quello che avrei dovuto essere'. Questo scarto mi dà una percezione di smarrimento, di essermi perso per strada. Cosa posso fare? Devo annullare lo scarto tra quello che sono e quello che avrei dovuto essere. Quello che sono deriva dalla mia biografia ed è un personaggio reale. Quello che avrei dovuto essere è solo una costruzione della mia mente quindi è un personaggio che non esiste. Lo scarto allora si annulla eliminando dalla mente l'obiettivo di ciò che bisognerebbe essere e cercare invece di realizzare la migliore qualità di vita possibile in funzione delle condizioni di partenza che si danno in questo istante. Questa è un'autovalutazione che vale per me ma non è detto che possa applicarsi ad altri. Sebbene io non lo abbia ancora letto credo che potrebbe essere utile la lettura, oltre del saggio TDA, di 'Star male di testa' che è abbastanza popolare e apprezzato nel forum. Un saluto.
     
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  11. bum64
     
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    koening, il tuo discorso non farebbe una piega, ma manca una cosa fondamentale: la capacità di autovalutare la tua autovalutazione, che mi pare dai per scontata. Invece il problema sta anche là. Come facciamo a sapere che le nostre autovalutazioni non sono altri errori? E' una vita che faccio autovalutazioni razionali della mia situazione e adesso sono dove sono, la cosa più sana che posso fare è farmi venire il dubbio che probabilmente non ho capito un tubo di me. La valutazione razionale di sè può essere molto fuorviante perchè la razionalizzazione è un meccanismo nevrotico di difesa dell'Io.
     
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  12. Koenig4
     
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    Non sono un dispensatore di formule per la felicità per tutti. La mia è una piccola formula empirica per stare meglio io ricavata su di me. Applicarla non è tanto facile. Alla fine è importante solo capire se è utile oppure no, credendo a quello che si vede con i propri occhi. Se la metto in pratica e mi sento più tranquillo allora la medicina funziona. E' qualcosa di simile alla medicina omeopatica praticata da mia sorella. Alla prima influenza lei vorrebbe darmi dei farmaci omeopatici che sono in realtà acqua con qualche molecola di farmaco. Io sò che è soltanto acqua ma lei mi dice di guardare solo al risultato... :)
    Un caro saluto.

    Edited by Koenig4 - 17/8/2010, 11:36
     
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  13. tandream
     
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    Credo che dovrei fare a meno a parlare per metafore. L'altra sera ho pensato che la coscienza, il proprio io, non è altro che la casa, la famiglia in cui viviamo. Nulla di trascendentale.
    Se è vero come penso che l'io di Freud rappresenta la nostra casa, la nostra famiglia e quindi la nostra intimità, per ritrovare un po' te stesso inizia ad essere cosciente della tua propria famiglia, del posto in cui vivi, della tua propria casa e chiediti cos'è che non va o cos'è che vorresti, il passo successivo per "riconoscersi" è cercare di ottenere quello che pensiamo sia per noi indispensabile per sopravvivere.
    Correggetemi se scrivo sciocchezze. :uhm:
     
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  14. senzanome70
     
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    io credo che se non si sa chi si è, si può provare a costruire se stessi.
    Intendo dire che occorre sperimentarsi.
    Solo vivendo giorno per giorno si scopre chi si è, cioè lo si scopre a posteriori, riflettendo su quel che si vive e si è vissuto, non prima.
    Io ho imparato a conoscermi così: vivendo, sperimentandomi. Ho così potuto comprendere cosa mi appartiuene e cosa no. Sto ancora imparando, nel senso che sto ancora sperimentandomi. Può essere un bel viaggio la vita così, come quando vai in posti sconosciuti e non sai quel che troverai. Si può avere un po' di paura, ma solo se si va a vedere cosa c'è ci si può divertire e poi scegliere quale posto visitare e in quale non tornare mai più.
     
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  15. Sognolucido
     
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    Il proposito di comprendere se stessi è tra i più nobili che ci possano essere, ma anche tra i più difficili da realizzare.
    Il punto di partenza è capire che il nostro Io Assoluto e Vero non lo conosceremo mai in quanto non ci è dato di essere realmente "Oggettivi".
    Questo limite risiede nella ristrettezza del nostro "punto di vista", che è fortemente condizionato dalla nostra Soggettività, dal nostro vissuto emozionale, dalla nostra cultura, dalle esperienze percorse, dal nostro modo di interpretare gli eventi e reagire ad essi, ecc.

    Per ognuno di noi esistono milioni di "immagini del sè":

    - tantissime sono le immagini che noi stessi abbiamo del nostro Io in relazione al grado di autostima che abbiamo di volta in volta.
    Quando abbiamo buona stima di noi siamo capaci di apprezzare i nostri pregi, di desiderare e avere dei progetti da realizzare.
    Quando siamo oppressi da sensi di colpa e da complessi di inferiorità allora inevitabilmente ci crogioliamo a vivisezionare i nostri difetti senza riuscire a cogliere una via di uscita dallo sconforto che ne deriva. Tu stesso riconosci che spesso "la razionalizzazione è un meccanismo nevrotico di difesa dell'Io".

    - infinite sono poi le immagini che "gli Altri" hanno di noi, tutte filtrate dalla loro soggettività.
    Pensa a quanto differente sia il concetto che di te può avere un genitore, un insegnante, un amico, il proprio partner.

    In conclusione, cosa fare ???
    Innanzitutto non pretendere la Conoscenza Assoluta nè di noi stessi nè degli altri.
    Iniziare a percorrere un cammino di conoscenza "parziale" ma di fondamentale importanza del Nostro Io e degli Altri, che ci accompagnerà per tutta la Vita.
    E per farlo dovremmo abbattere tutti i pre-concetti, i pre-giudizi, ed i falsi limiti che ci siamo costruiti, imparare a guardare le cose da svariate angolazioni per non fossilizzare le nostre capacità di giudizio.
    Se vuoi conoscere meglio te stesso devi innanzitutto chiedere agli altri come ti vedono, o ragionare su come ti vedono gli altri.
    Nè la visione che tu hai di te, nè quella che hanno gli Altri, è corretta.....
    Ma considerarle Tutte è un metodo per ampliare il tuo punto di vista.....

    Visto che possiedi ottime doti introspettive, immagino che tu abbia ripercorso molte volte l'analisi dei tuoi pregi/difetti, delle tue paure, delle cose che ti piace fare e quelle che detesti, di eventuali interessi e passioni, delle condizioni che ti causano disagio o rabbia, ecc.
    Quello che devi fare adesso è fare la stessa analisi ma partendo dal punto di vista di un soggetto esterno....
    Chiediti come ti vede tua madre, un tuo amico, un collega, o perfino il panettiere sotto casa che ti intravede solo poche volte.
    Cerca aiuto anche chiedendo direttamente agli amici, anche a quelli di questo forum, cosa pensano di te.
    Dal confronto fra le varie immagini del tuo Io che si proiettano su di te e sugli altri sicuramente avrai una visione di insieme migliore.

    Nel corso del Tuo personale processo di Conoscenza Interiore, che ti accompagnerà appunto per tutta la vita, diventerai in grado di scoprire nuove parti di te, e potrai imparare a superare i limiti che tu stesso ti sei imposto, a superare le tue paure, a comprendere cosa ti fa stare bene, a potenziare e sviluppare i tuoi pregi.

    Non posso che augurarti un proficuo Cammino !!!
    Se vuoi possiamo farlo insieme, analizzandoci a vicenda e dandoci dei consigli.


     
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15 replies since 13/8/2010, 12:17   628 views
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