Tu uccidi un uomo morto

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  1. Koenig4
     
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    Si può dire a qualche migliaio di spettatori paganti e sopratutto ai grandi network televisivi paganti "lo spettacolo è annullato"? No, però si può fare in modo che un uomo muoia due volte in due orari diversi e in due posti diversi...

    Da Internet ( fonte ) :

    "Lo sport deve produrre educazione, sviluppare la conoscenza e la motivazione degli individui e dei gruppi, promuovendo modelli positivi e concreti benefici per lo stile di vita..."

    Da Internet ( fonte ) :

    "Si, si, lo sapevo": così Jorge Lorenzo ieri, appena sceso dalla moto (quando non poteva sapere ufficialmente della morte di Tomizawa) ha commentato in mondovisione la scomparsa del pilota giapponese in diretta mondiale. Ieri tutti lo abbiamo preso per matto, per un pilota che ancora scosso dall'adrenalina della corsa si sia confuso nella risposta data al collega. Ma poi, quando gli abbiamo chiesto lumi (come facevi a sapere?"), Jorge ha sempre glissato rifugiandosi nel suo spagnolo e cercando di parlare della sua corsa. Così l'orribile sospetto, che Tomizawa sia morto in pista, si fa strada, trova conferme. Una differenza non da poco perché con un pilota morto in pista e non fuori dall'autodromo si dovrebbe aprire un'inchiesta diversa da parte della magistratura.
    In ogni caso ora il procuratore della Repubblica di Rimini, Paolo Giovagnoli, ha aperto un fascicolo d'inchiesta sulla morte del pilota giapponese e sta valutando quale ipotesi di reato formulare a carico di ignoti anche se appare probabile si tratterà di omicidio colposo. Il magistrato, dopo l'ispezione esterna del corpo del giovanissimo centauro, eseguita oggi, disporrà a breve l'autopsia: a quanto si è appreso si vuole accertare innanzitutto se abbia avuto conseguenze sul decesso del pilota la sua caduta dalla lettiga dei soccorritori, avvenuta proprio perchè uno di loro era inciampato nella ghiaia a bordo pista.
    Inoltre, attraverso i filmati della gara e le testimonianze dei soccorritori e dei responsabili del circuito e della Dorna che organizza il moto mondiale, si cercherà di appurare se i soccorsi sono stati tempestivi e adeguati nei mezzi in dotazione e negli equipaggiamenti utilizzati. Sul circuito c'è stata anche l'ispezione della Polizia stradale di Rimini, come del resto avviene in ogni caso in cui ci sia un morto in un incidente stradale.
    Ma da dove arrivano i dubbi della morte di Tomizawa in circuito? Da tanti aspetti. Primo: perché trasportare un "ferito" così grave in ambulanza e non in elicottero? Secondo, perché Valentino Rossi ha detto "quando ho visto l'ambulanza andare così piano ho capito"? Perché poi il "ferito" è stato trattato come un sacco di patate e mosso senza nessun rispetto? E, ancora, perché non è stata data almeno la bandiera rossa per pulire la pista dai detriti? Il sospetto cresce.
    Domande senza risposte perché a queste risposte non si deve dare risposta. Successe lo stesso secoli fa, incredibilmente lo stesso giorno dell'incidente di Tomizawa: il 5 settembre del 1993. Chi scrive era ai primi Gp seguiti da inviato, sempre per Repubblica. Allora scrivemmo che Rainey rimase paralizzato per una follia, quella di montare cordoli alti come muri perché a Misano oltre alle moto ci dovevano correre anche i camion e le macchine. Successe il putiferio. Ma dopo le accuse più ignobili i cordoli furono abbassati...
    La sicurezza nelle moto è un argomento tabù. E non potrebbe essere altrimenti. "Se sei incerto tieni aperto" recita uno degli slogan più antichi del mondo delle corse. E' roba degli anni Venti. Da allora nulla è cambiato. E ha ragione Graziano Rossi, papà di Valentino ed ex pilota della Classe 500 a spiegare che "Quando correvo io e quando vedo correre mio figlio penso solo che l'incidente mortale a me e a Vale non potrà succedere mai. E' una cosa che riguarda solo gli altri".
    Insomma, il "caso Tomizawa" non è nulla di nuovo per il mondo delle moto e delle corse. Ma per capire quale aria si è respirata ieri in autodromo, lontano dalla sala stampa, dal paddock e dalla mentalità dei piloti che corrono vi proponiamo uno degli oltre seicento commenti piovuto nel blog. Eccolo, è di Madmax:

    "Ieri ero presente al circuito di Misano.
    Ho visto con i miei occhi l’incidente al povero Tomizawa (è successo a circa 200 metri da dove mi trovavo io) e ripensando a quel momento e a quello che è successo dopo devo dire di aver visto qualcosa di inspiegabile.
    Nonostante il terribile schianto e con la pista piena di detriti, la direzione non ha interrotto la gara.
    Tra il pubblico c’era confusione per quello che era successo e in assenza di comunicazioni precise sono cominciate a circolare le versioni più disparate.
    Io, vedendo che la gara non era stata interrotta e la lentezza con cui soccorrevano il povero giapponese mi ero convinto che nonostante la terribile carambola l’entità dell’incidente non fosse così grave.
    Quando mia madre mi ha telefonato e mi ha detto come stava la realtà mi si è gelato il sangue.
    Come si sa, lo spettacolo è andato avanti ugualmente; ci sono stati i festeggiamenti, le impennate, i fischi a Lorenzo, etc.
    Questo anche quando, a fine corsa, lo speaker si è degnato di annunciare ciò che ormai sapevano tutti.
    Ci ha detto che le bandiere sarebbero state messe a mezz’asta e udite udite… non ci sarebbero state le hostess sul podio.
    Allo speaker gli va riconosciuto il tentativo di creare un clima più sobrio durante la premiazione ma parte del pubblico non gli interessava nulla della morte di Tomizawa e continuava a far suonare le trombe.
    Io me ne sono restato seduto sul prato assorto nei miei pensieri, fissando il podio dove lo champagne veniva versato per una festa che, gente con un minimo di compassione umana, non avrebbe dovuto far celebrare.
    Quando poi lo speaker ci ha ricordato per l’ennesima volta che nel circuito c’era la possibilità di acquistare i merdosissimi gadget ho, d’impulso, preso il mio zaino e con i miei amici ce ne siamo andati disgustati da ciò che avevamo visto e sentito.
    So che il mestiere di pilota è rischioso e l’ombra della morte lo insegue in ogni curva ma mi chiedo come è possibile che la logica dello spettacolo possa prevalere sulla dignità umana e la drammaticità di questi momenti?".

    LE REAZIONI

    LA HONDA - "Siamo molto tristi riguardo questa notizia - spiega Shuhei Nakamoto, Vice Presidente di Honda Racing Corporation - e ci uniamo alla famiglia Tomizawa per le condoglianze per il tragico incidente di Misano e siamo vicini alla famiglia e agli amici di Shoya. Era all'inizio di una promettente carriera e oggi abbiamo perso un grande talento per il futuro. Shoya aveva uno spirito da lottatore e ci mancherà molto".
    Tomizawa aveva iniziato e proseguito la sua carriera con le moto da gran premio del colosso nipponico. Nel motomondiale era approdato nel 2009 al manubrio di una Honda RSW 250. Nella Moto2, il fornitore unico dei motori per tutte le moto è sempre il costruttore giapponese.

    IL SUO TEAM - Il team Suter Racing "è totalmente scosso" per la morte di Shoya Tomizawa, il pilota di 19 anni deceduto ieri per le ferite al torace e le lesioni interne riportate in un grave incidente durante la gara di Moto2 al Gp di San Marino.
    Tomizawa è caduto mentre viaggiava a tutta velocità ed è stato poi travolto da Alex De Angelis e Scott Redding, anche loro caduti (il britannico è rimasto ferito in modo serio).
    "Shoya era più di un amico. Era come un componente della famiglia, generoso, disponibile e amichevole", ha commentato in una nota, il numero uno della scuderia, Eskil Suter. "Era amato da tutti nel paddock e sono terribilmente dispiaciuto per la sua famiglia e la squadra che ha subito questa tragica perdita".
    Suter ha sottolineato l'impossibilità per De Angelis e Redding di evitare l'impatto con Tomizawa: "Sono dispiaciuto anche per De Angelis e il nostro pilota Redding, che mentalmente è completamente distrutto. E' triste ricordare - ha concluso Suter nella nota, diffusa sul sito web della scuderia - che le corse restano ancora pericolose nonostante tutti i miglioramenti fatti in pista per la sicurezza".

    IL PRESIDENTE DEL CONI - "Sarebbe facile dire ora cosa sarebbe stato più opportuno fare. Ognuno deve rispondere al proprio sentimento: il mio pensiero è che la vita umana è sacra...". Così il presidente del Coni Gianni Petrucci, a margine della riunione annuale dell'Aces Italia, in merito alla mancata sospensione delle gare di motomondiale, ieri a Misano, dopo la morte del giapponese Tomizawa durante la prova della Moto2.
    (06 settembre 2010)

    Edited by Koenig4 - 9/9/2010, 16:15
     
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  2. LordDrachen
     
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    onore a Shoya che è morto inseguendo il suo sogno.

    ovviamente il business è la rovina dello sport, si sa.
     
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1 replies since 9/9/2010, 14:14   129 views
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