La poetica di Fabrizio De Andrè

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  2. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  3. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  4. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  5. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  6. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  7. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  8. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  9. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  10. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  11. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  12. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  13. Koenig4
     
    .

    User deleted


     
    Top
    .
  14. Koenig4
     
    .

    User deleted


    "Ho sempre pensato che la musica debba avere un contenuto, un significato catartico : tutti gli sciamani, gli stregoni di tutti i popoli, che ben conosciamo, usavano il canto come medicina. Credo che la musica debba essere balsamo, riposo, rilassamento, liberazione, catarsi. Più semplicemente la musica, il canto, sono espressione dei propri sentimenti, della propria gioia, del proprio dolore. A volte addirittura un tentativo di autoanalisi e, anallizzando te stesso, offri una via agli altri per analizzare se stessi. Le canzoni quindi servono a formare una coscienza. Sono una piccola goccia dove servirebbero secchi d'acqua. Cantare, credo che sia un ultimo grido di libertà. Forse il più serio. Scrivere canzoni sta diventando una responsabilità sociale, ma se ne sono accorti in pochi. Esse entrano a far parte del patrimonio culturale di un popolo, sono parte della coscienza. Sentii fin da subito che il mio lavoro doveva camminare su due binari : l'ansia per una giustizia sociale che ancora non esiste e l'illusione di poter partecipare, in qualche modo, a un cambiamento del mondo. Quest'ultima si è sbriciolata presto, la prima, invece, rimane"
    ( Fabrizio De Andrè )
     
    Top
    .
  15. Koenig4
     
    .

    User deleted


    "Cioran, uomo di grande lucidità, diceva che la vita, più che una corsa verso la morte, è una disperata fuga dalla nascita. Quando veniamo al mondo affrontiamo una sofferenza e un disagio che ci portiamo avanti tutta la vita, quelli di un passaggio traumatico da una situazione conosciuta all'ignoto. Questo è il primo grande disagio. Il secondo, non meno traumatico, è quando ci rendiamo conto che dovremo morire. Per me questa spaventosa consapevolezza è arrivata verso i quattro anni. L'uomo diventa 'grande', diventa spirituale o altro, quando riesce a superare questi disagi senza ignorarli. Ora, se a essi si aggiunge anche l'esercizio della solitudine, ecco che allora forse, a differenza di altri che vivono protetti dal branco, alla fine della tua vita riesci a 'consegnare alla morte una goccia di splendore', come recita quel grande poeta colombiano che è Alvaro Mutis. Se ti opponi, se ti rifiuti di attraversare e superare questi disagi, per sopravvivere ti organizzi affinchè siano altri a occuparsene e deleghi. Questa rinuncia ti toglie dignità, ti toglie la vita. Credo che l'uomo, per salvarsi, debba sperimentare l'angoscia della solitudine e dell'emarginazione. La solitudine, come scelta o come costrizione, è un'aiuto : ti obbliga a crescere. Questa è la salvezza."
    ( Fabrizio De Andrè )
     
    Top
    .
15 replies since 10/10/2010, 12:25   556 views
  Share  
.
Top