Smettetela di piangervi addosso

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  1. *Furiousangel*
     
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    CITAZIONE (giovafobico88 @ 9/11/2010, 00:13) 
    altro cuttone

    se tu ti sei impegnato a diventare una persona diversa, significa che hai visto negli estroversi un esempio da prendere probabilmente perchè non accettavi di essere ciò che eri, ovvero come un gay che fa di tutto per farsi piacere le donne e alla fine ce la fa. -_-
    Poi bisogna vedere se regge <_<
     
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  2. *Furiousangel*
     
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    CITAZIONE (giovafobico88 @ 9/11/2010, 01:12) 
    cut.

    quindi sei diventato attore, questa è una cosa che mi stuzzica da sempre, però devi vincere le tue emozioni altrimenti fregano te.. in pratica sei il burattinaio delle menti altrui.. :shifty:

    Quelle cose sul fissare ci sono arrivato pure io, però non mi piace giocare con le altre persone a sto modo, sembra quasi che hai un potere e lo usi per fregarle.

    Edited by *Furiousangel* - 19/7/2011, 21:29
     
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  3. alexey86
     
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    Secondo me la persona introversa dovrebbe solo migliorare la fiducia nei propri mezzi che è fondamentale per rapportarsi con gli altri e per esprimersi al meglio e con tranquillità
     
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  4. Artù.
     
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    sono daccordo con tutti quelli non daccordo con il post di apertura.. te eri un sociofobico non un introverso.. sono contento che ora stai meglio, ma io sto bene con me stesso mi accetto per quello che sono e la mia vita mi va benissimo cosi con pochi amici ma buoni. Cmq su una cosa hai ragione, bisogna imparare a conoscere se stessi, e a volte cercare di superare i propri limiti, ma mai vivendo un falso io.
     
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  5. Velaour
     
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    Certo .
    Non bisogna confondere un introverso con un fobico o un troppo timido .
    L'introversione è un orientamento , non una scelta .
    Dunque il socio-fobico sceglie di auto-estraniarsi ed evitare il contatto . Questo perchè domina in lui la paura . La paura è un sentimento negativo utile ad evitare le circostanze\situazioni probabilmente dannose per l'individuo . Tuttavia la mente ricorre alla paura anche per non affrontare qualcosa di cui , invece , si vorrebbe far parte , esserne protagonisti , parteciparne . Ma tali situazioni farebbero del male e quindi la paura tiene l'individuo alla larga , come ho già detto .

    L'introverso , invece , salvo alcune eccezioni , non ha paura degli altri. O perlomeno non eccessivamente .
    Egli è consapevole di esserlo ma non lo considera una condanna apocalittica per se . Nonostante abbia un largo corredo emozionale , può lamentarsi del fatto di non comprendere gli altri in molti loro aspetti .
    L'introverso accetta se stesso per quello che è , per il suo orientamento .

    CITAZIONE (*Furiousangel* @ 19/7/2011, 18:58) 
    CITAZIONE (giovafobico88 @ 9/11/2010, 00:13) 
    altro cuttone

    se tu ti sei impegnato a diventare una persona diversa, significa che hai visto negli estroversi un esempio da prendere probabilmente perchè non accettavi di essere ciò che eri, ovvero come un gay che fa di tutto per farsi piacere le donne e alla fine ce la fa. -_-
    Poi bisogna vedere se regge <_<

    Ma guarda . Probabilmente lui era estroverso fobico .
    Ecco perchè ha preso la decisione di uscire dal suo stato oscuro .
     
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  6. *Furiousangel*
     
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    io sono un timido introverso :doh.gif:
    da un lato ci ho lavorato, ma dall'altro c'è poco da fare..
     
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  7. Velaour
     
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    CITAZIONE (*Furiousangel* @ 17/11/2011, 16:05) 
    io sono un timido introverso :doh.gif:
    da un lato ci ho lavorato, ma dall'altro c'è poco da fare..

    Ma anch'io lo sono . Di orientamento introverso però un po timido . E il mio corpo lo dice .
    Proprio così ... il corpo PARLA .
    Solo che , per esempio , non ho paura di trovarmi nella condizione di parlare con una ragazza , anzì cerco sempre di sforzarmi nel far emergere l'aspetto musicale e poetico \ creativo delle cose per rendere la conversazione più bella possibile .
    Poi spesso in quelle situazioni sento una vampata di calore , ma parlo lo stesso .
     
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  8. *Furiousangel*
     
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    CITAZIONE (Velaour @ 17/11/2011, 16:19) 
    CITAZIONE (*Furiousangel* @ 17/11/2011, 16:05) 
    io sono un timido introverso :doh.gif:
    da un lato ci ho lavorato, ma dall'altro c'è poco da fare..

    Ma anch'io lo sono . Di orientamento introverso però un po timido . E il mio corpo lo dice .
    Proprio così ... il corpo PARLA .
    Solo che , per esempio , non ho paura di trovarmi nella condizione di parlare con una ragazza , anzì cerco sempre di sforzarmi nel far emergere l'aspetto musicale e poetico \ creativo delle cose per rendere la conversazione più bella possibile .
    Poi spesso in quelle situazioni sento una vampata di calore , ma parlo lo stesso .

    neanche io ho paura, più che altro la timidezza si scioglie con il tempo, ma se quell'attesa non viene rispettata, si fa presto ad essere etichettato per quello che non si è...
     
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  9. JanQuarius
     
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    A me è piaciuto questo post. Penso che le riflessioni di giovafobico siano utili, pur se ad alcuni sembrano ciniche. Io le aprezzo per ciò che sono - esperienza di una persona.
    A proposito dell'argomento, ho Qui un piccolo articolo che spero interesserà e potrà incoraggiare qualcuno.

    Mondo Snaturato:
    CITAZIONE
    Vorrei parlare un po' del mondo in cui viviamo, in cui siamo cresciuti, educati e portati sul cammino della nostra vita. Ognuno di noi vive in condizioni diverse: alcuni sono poveri, gli altri ricchi, gli altri ancora stanno a metà. Alcuni sono sani, gli altri malati, poi ci sono gli handicappati, gli psicopatici ... ecc. Viviamo in un mondo che chiamiamo vita. La nostra vita è sinteticamente costituita dalla nostra nascita, sviluppo e morte. Siamo uomini, persone, amici, nemici, compagni di banco, di classe, di scuola, di lavoro. Ogni giorno vediamo qualcuno, con cui forse parliamo, scambiando un po' di informazione o contattiamo. Sinceramente dividerei le persone in due categorie: snaturati (o robot) e normali.
    Cos'è una persona snaturata? Una persona snaturata è difficilmente riconoscibile nei giorni d'oggi. Sembra che tutti noi siamo normali, umani ... cioè viviamo, cresciamo, lavoriamo, ci sposiamo, nasciamo dei bambini ...ecc. Ma la snaturalezza di una persona non consiste nel non fare tutte queste cose(banali), ma nel farle solo perchè lo si dovrebbe fare.
    Io non giudico nessuno, ma a volte mi viene una rabbia immensa quando guarda il comportamento dei ragazzi delle mia età. Prendiamo un semplice esempio: un incontro tra amici. Loro si incontrano in un posto, ci parlano per un po' e poi cercano di trovare qualche occupazione. Vanno in un Pub o al Cinema. Nessuno di loro è interessato a parlare con l'interlocutore, poichè ognuno è programmato ad andare in un certo posto con i suoi amici. Loro ridono, guardano il mondo così com'è, ma non se ne accorgono di quanto è importante avere qualcuno vicino anche se ce l'hanno già. Molto probabilmente ognuno di loro conosce un sacco di persone, ma non aprezza quello che ha. Perchè di più si ha, di più si vuole. Qualcuno direbbe che sono abbastanza triste nel dire tutto questo e che la vita va goduta.Sono d'accordo con il secondo punto, e forse anche con il primo. Ma la vita va altrettanto aprezzata e vissuta con amore, con rispetto, con amicizia. Perchè concordo con il primo? Perchè la realtà è spesso triste e pochi hanno voglia di conoscerla. Sarei anche un po' pazzo a dire questo, ma non lo sono, poichè i miei sentimenti, i miei pensieri, le mie preoccupazioni sono umane e naturali. Io amo questa vita, la adoro ... ci medito sopra di essa, ma altrettanto soffro. Ognuno di noi soffre. Io per esempio perchè sono solitario, qualcun'altro perchè è dipendente da qualcosa. Comunque si può dire che siamo degli schiavi di qualcuno che ci ha messo in un gioco (metafora) per godere da quello che noi facciamo(cioè lavoriamo, facciamo guerre tra di noi), ci odiamo ... ecc. Siamo dipendenti dalla snaturalezza, dalla miseria, dalla paranoia, dalla paura, da quello che ci circonda. Non è facile infatti trovare una soluzione valida. Tutto appare con il tempo, con lo sforzo di conquistare sempre qualcosa di umano.
    Sarà difficile definire una persona normale per me, poichè pochi le sono. Secondo me una persona normale è la persona che ha sopratutto il proprio parere non influenzabile dal mondo circostante. Questo era il primo aspetto. Il secondo penso sia nel mostrare affetto, fratellanza, gioia ... rispetto. In una persona normale gli scopi di base nella vita non sono superficiali (cioè: avere una macchina, un lavoro, una famiglia, un posto dove vivere), ma quelli più spirituali, cioè amare, aiutare quelli intorno, battersi per i propri diritti, vivere, sopravvivere con lo scopo di tornare nella fase di vita serena. Ovviamente non ci sarà una persona normale con tutte queste caratteristiche. Siamo tutti diversi ognuno di noi ha qualcosa di positivo e negativo. Non siamo ideali, perfetti, maestosi, siamo solo esseri umani. Forse quando smetteremmo di mettere sul primo posto il lavoro, la cariera, lo sport e altre tante cose inventate riusciremmo a unirci gli uni con gli altri e vincere il nemico che ci vuole avversari ?! Forse quando smetteremmo di aver paura di sentire ciò che sentiamo e ciò che arrivà dal cuore saremmo liberi ed indipendenti ?! Magari fosse tutto facile, ma non lo è. Bisogna lottare e soffrire per avere la felicità originale, non quella artificiale inventata da noi stessi(TV, macchine, negozi, moda, vestiti costosissimi, voglia di accoppiarsi con tutto quello che si muove).


    Noi siamo i padroni del nostro destino! Nessuno ha diritto di impedirci ad essere
    veramente sereni!


    Jan
    21/09/2011

     
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  10. negozio
     
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    ciao a tutti questo è il mio primo intervento ad una discussione seppur datata, ma da qualcosa volevo cominciare.

    per rispondere all'intervento critico che parla di un sito e di una categoria (l'introversione) che si autoghettizzerebbe e si piangerebbe addosso, posso portare la mia esperienza.

    soffro di depressione da circa 20 anni.ne ho 42.dall'età di 21 anni assumo antidepressivi ed ho cambiato 4 psicologi.

    con l'ultimo di questi ho cominciato a conoscere il dotto Anepeta di cui non sapevo nulla.
    ho letto un paio di libri e li ho trovati particolarmente profondi e dettagliati.
    mi sembra di poter dire (anche se mi riservo di conoscere meglio i suoi scritti) che dà una interpretazione della depressione piuttosto articolata e convincente.

    la mia esperienza dimostra che nonostante gli psicofarmaci presi, dopo vent'anni sono ancora in preda alla depressione, che vi assicuro, mi sta facendo vivere dei momenti tremendi.A meno che in vent'anni non abbia mai tirato fuori le palle come qualcuno ha detto.......

    Introversione o non introversione, non vi è dubbio che in alcuni soggetti vi è una fragilità di fondo che può essere messa a confronto con altre carenze funzionali degli esseri umani (la cecità, la sordità, la poliomelite ecc. ecc. ecc.).Dico questo estremizzando il paragone in quanto non sono ne uno psichiatra, ne uno psicologo, ma solo un paziente purtroppo.
    Allora, detto ciò, vogliamo dire che la vita di un cieco o di un sordo prevede i medesimi sforzi di un normodotato?
    Se si leggono con attenzione le letture di anepeta, non emerge solo una critica "morale" al mondo estroverso così com' è, bensì si capisce che per prendere le parti di chi ha una certa difficoltà in un mondo avverso alle proprie caratteristiche (e questo soprattutto con gli anni lo si capisce), fa una critica al mondo ed in particolare alla società occidentale impostata com'è sull'estroversione, sulla comunicazione sintetica e su altri capisaldi che certo non inducono alla riflessività o ad un senso di pacificazione.
    Il fatto che questa società possa considerarsi normale, non la esenta da critiche e non si tratta di tirare fuori le cosiddette palle perchè caro critico, negli anni, ho avuto dei momenti in cui mi sentivo nembo kid, ma poi la vita, con i suoi vissuti, mi ha riportato drasticamente con i piedi per terra.

    forse sei troppo giovane ancora per comprendere a fondo l'entità del disagio che si può provare con la depressione, tuttavia, ti auguro di non provarla mai e comunque, se ti dovesse capitare di osservarla in qualche conoscente, magari non chiudere gli occhi e osservala attentamente per capire se magari queste critiche e queste osservazioni possono essere pertinenti.

    ciao a tutti


     
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  11. maria rossi
     
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    Grazie, negozio.
    Io ai richiami generalisti e generalizzati di "non piangersi addosso" non do più molto credito, in effetti. C'è voluto tanto tempo e tanto lavoro. Perchè nessuno capisce che com-prendere (prendere con se, farsi carico) la propria "natura" implica un lavoro di accettazione che non è nè remissione nè autocelebrazione ma semplice assunzione di responsabilità laica e umana di quel che si è. Non per serrare le braccia e dire al mondo io sono così e tanti saluti, sono fico, vado bene, non mi capite voi, siete voi gli sbagliati ma per integrare il prorio patrimonio caratteriale più autentico con il mondo che ci circonda e trovare un rapporto bilanciato fra appartenenza (ad una cultura, ad una determinata realtà sociale, familiare, storica) e individuazione (esprimere se stessi nel rappporto con suddetta realtà e relativi legami/relazioni senza tradirsi, senza venir meno a se stessi). Per chi vive un rapporto di inclusione "automatica" con il contesto circostante (come per un estroverso in una società a prevalenza estroversa se non estrovertita) questa tensione fra se e gli altri è di molto allentata ma per chi, invece, è introverso delle difficoltà oggettive si riscontrano e su questo c'è poco da discutere o da minimizzare. Anzi il capire (grazie ad una riflessione sulla propria natura e i modelli culturali in cui siamo immersi e tramite i quali interpretiamo noi e gli altri, la vita) che non è per cattiveria nè per sadismo degli estroversi che spesso un introverso si ritrova a vivere una vita da cani, aiuta a non sentirsi nè perseguitati nè tarati, nati sbagliati, inadeguati alla vita e quindi a risolvere positivamente, creativamente e attivamente una dimensione di dolore, difficoltà e sofferenza che altrimenti fa "ammalare" e/o incattivire. Che poi molti introversi si lamentino o semplifichino la loro sofferenza solo come rislutato di un insieme di ingiustizie subite, anche questo è sbagliato fino ad un certo punto, perchè di ingiustizie ne subiamo-soprattutto in infanzia e in adolescenza parecchie!- e cioè fino a quando non riescono a superare la delusione e il dolore personali inscrivendoli in una condizione storica più estesa e complessa. Ma in questo c'è poco da biasimare, eventualmente da offrire strumenti di consapevolezza critica e di interpretazione del reale che promuovano un'umanizzazione dell'umano (intro e/o estro che sia!) generale per una società più aperta, più giusta, più attenta alla dignità di chiunque. E proprio per questo era nata la Lidi, non per altro.

    Comunque lascio uno s ritto/poesia di Nelson Mandela che mi sembra un buon augurio per tutti quelli che si sentono o sono stati in "minorità", perchè è vero: non è tanto della nostra inadeguatezza che alla fin fine soffriamo ma piuttosto del profondo senso di dignità e di potenzialità/forza che sentiamo albergare in noi e che non siamo riusciti o non riusciamo ad esprimere, questo ci fa male. Che le responsabilità non siano solo esterne, questo è chiaro ma riuscire a volersi bene e accettarsi introversi in un mondo che ci cresce rimandandoci un'immagine di noi come strani, lenti, inetti, fatti male, non è facile per niente. Il problema è che spesso un introverso percepisce l'ingiustizia e l'infondatezza di questi giudizi ma non riesce ad emanciparsi, a liberarsi dalla mentalità dominante e si denigra, non si piace è il primo razzista, aguzzino iper-giudicante di se stesso.


    Buon 2012, a tutt*!



    Our greatest fear is not that we are inadequate,
    but that we are powerful beyond measure.

    It is our light, not our darkness, that frightens us.
    We ask ourselves, Who am I to be brilliant,
    gorgeous, handsome, talented and fabulous?

    Actually, who are you not to be?
    You are a child of God.

    Your playing small does not serve the world.
    There is nothing enlightened about shrinking
    so that other people won’t feel insecure around you.

    We were born to make manifest the glory of God within us.
    It is not just in some; it is in everyone.

    And, as we let our own light shine, we consciously give
    other people permission to do the same.
    As we are liberated from our fear,
    our presence automatically liberates others.

    Nelson Mandela
     
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  12. negozio
     
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    cara maria, condivido a pieno quello che hai detto.

    parole sante! complimenti per la proprietà di linguaggio. Sono talmente d'accordo con te che in teoria non dovrei aggiungere altro.

    Voglio solo aggiungere che la poesia che hai citato è spendida e non a caso viene da una mente illuminata com'è quella del Sig. Mandela.
    Bastano pochi uomini come lui a dare una luce umana a questo mondo per tanti e troppi versi inspiegabile.

    A volte, proprio non riesco a capire come in natura, ove tutto dovrebbe essere appunto naturale e quindi adattabile, possa albergare tanta sofferenza che viene appunto percepita così "innaturalmente".
    E' possibile che la responsabilità di tutto sia da attribuire solo alla cultura? Io non credo.....e credo che sia insita nella vita che è letteralmente folle.
    Trovo che sia davvero inspiegabile in se, analisi e critiche più o meno lucide a parte.

    Grazie a te per il tuo bellissimo intervento ed alla prossima discussione!

    andrea (negozio)

    :clap.gif:

     
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  13. alb79
     
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    CITAZIONE (giovafobico88 @ 7/11/2010, 00:42) 
    faccio copia e incolla dall'altro thread...
    questo è il parare di uno che fino a poco tempo fa aveva pensieri e soprattutto viveva una situazione di disagio/estraniazione totale peggiore della vostra (ve lo assicuro...vi basterebbe leggere il forum in cui ho scritto migliaia di post x rendervi conto di com'era la mia situazione e di come ho imparato a migliorarla nei mesi e anni)

    parere personale...in questo forum non fate altro che autocondannarvi e autoemarginarmi...

    vengo da un sito che aveva essattamento lo stesso andazzo di fobia sociale...qui si respira la stessa aria...incominciando con quello che è scritto sull'home page del sito...

    dite che l'introversione non è una malattia...ma...vi trattate come tali...vi considerate nei fatti tali...vi sentite vittime del "sistema"...manco foste dei "dementi"...

    qui sta parlando un ragazzo che ha scritto epr 3 anni su un forum di fobia sociale...
    un ragazzo che dai 13 anni in poi si è autoemarginato da tutto e tutti...a partire dalla famiglia...non mangiavo manco a tavola per il disagio...autoemarginato in classe...dovunque...senza uscire...senza niente...

    qui considerate l'introversione come una etichetta definitiva...quasi fosse una condanna e allo stesso tempo un "regalo" che vi rende più sensibili e profondi degli altri...
    ma intanto...la utilizzate come condanna...

    sono convinto che alcuni non la vedono così...ma...chi la vede realmente così...rivolgetevi ad uno specialista...
    non so se vi è chiaro (questo passaggio l'introverso solitamente lo fa dopo)...ma...l'essere umano è MULTISFACCETTATO...il cervello umano si ABITUA...si "allena"...si modifica...si rieduca...e soprattutto come ho detto per prima cosa è multisfaccettato...nessuno è solo introverso o solo estroverso...solo timido e codardo...solo stronzo e spavaldo...nessuno...

    guardatevi meglio intorno...non guardate solo ciò che vi sembra di vedere...e ve lo sta dicendo uno con il mio passato (e anche presente...ogni giorno cerco di migliorarmi...e...a forza di farlo in 3-4 anni sto riuscendo a fare cose che i cosidetti "estroversi" si sognano...sono io l'estroverso ormai...o per lo meno...ho una struttura in buona parte ovviamente riflessiva-introversa, ma ora so modificarla e so aprirmi più degli altri)...
    andate da un estroverso...una ragazza e fissatela negli occhi....vedete se non si imbarazza...
    state zitti accanto ad una persona estroversa e solitamente espansiva...osservate se non si sente a disagio più di voi...

    son cose che guardate queste? E in quella situazione non stanno loro stessi adottanto atteggiamenti introversi? non vivono situazioni di disagio?...


    Un messaggio del genere detto ad una ragazza nel 2010 dal mio punto di vista è una CAXXATA colossale (indipendentemente dal fatto che tu ti senta l'ultimo dei disadattati o meno)...con un messaggio del genere le stai comunicando: "scusami...sai...vorrei poter chiacchierare normalmente ed essere socievole...ma...in realtà sai...sono un totale emarginato...timido...sfigato...non ho le palle e la maturità di comportarmi da adulto e socializzare..."....non importa cosa veramente volevate esprimere...non importa se siete profondi...a disagio...
    DISAGIO...se siete a disagio significa che qualcosa in voi non va...

    mediamente una ragazza qualsiasi dopo un messaggio del genere pensa: "eh quindi? mi stai dicendo che ti senti e sei un disadattato totale...che mi frega...byebye"

    uno può essere INTROVERSO...e non sentirsi a disagio...può essere freddo e distaccato e stare bene con se stessi...
    il PROBLEMA qui non è essere INTROVERSI...imparate ad analizzarvi con l'introspezione davvero...e se non sapete farlo affidatevi ad uno psicologo (e ripeto lo dico da EX RAGAZZO FOBICO con grossissimi problemi che cercavo di nascondere, ma palesi e lo dico da ragazzo che ora STUDIA PSICOLOGIA, ma che soprattutto SFORZANDOSI PER 3-4 ANNI HA IMPARATO CON TESTARDAGGINE ad ESPORSI, MODIFICARE I PROPRI PROCESSI COGNITIVI, MIGLIORARSI...)...

    se proprio si doveva dire qualcosa a quella ragazza poteva essere: "scusa...ma io ho i miei tempi...sono fatto così...ci tengo a te, ma se mi vuoi devi imparare a conoscere la persona che ti sta davanti...ed io sono fatto così...nel bene e nel male":..

    un messaggio con su scritto "oh scusami...sono un disadattato...vorrei poterti spiegare...ma ho le lacrime agli occhi e sono abiutato ad essere emarginato" (o simili) è la cosa più stupida che possiate scrivere...


    e non solo per il giudizio che può dar esuperficialmente una ragazza...ma anche perchè in realtà dimostra all'occhio di un esperto che avete "problemi"/nevrosi/traumi che non siete riusciti a risolvere, che non avete saputo maturare...e che vi manca l'autoconsapevolezza necessaria per migliorarvi.

    IO PRIMA DI MIGLIORARMI pensavo esattamente come voi di essere introverso...SPECIALE...PROFONDO...e che il mondo degli estroversi era distante da me e non poteva capirmi...

    in realtà ho capito solo negli ultimi 2 anni di come questa fosse solo una verità parziale...in realtà sentivo che nessuno aveva più AUTOCONSAPEVOLEZZA di me....ma...invece...me ne mancava ancora un po'...forse ero molto autoconsapevole, ma mi mancava quella AUTOCONSAPEVOLEZZA CHE TI PERMETTE DI ESSERE PADRONE DI TE STESSO...ecco cosa vi manca....voi siete preda dei vostri pensieri, paure, emozioni...per questo qualcuno ci può vedere puerilità...

    imparate ad essere padroni realmente di voi stessi...poi l'introversione e/o l'estroversione che sia per voi non sarà più un problema

    Hai perfettamente ragione. Io la penso come te. Non voglio piangermi addosso. Voglio uscire da questa situazione. In certi momenti mi scoraggio.
    Non me ne frega niente se l'introversione é una caratteristica positiva, negativa o neutra ininfluente. Mi interessa fare quello che fino adesso non ho mai fatto. Punto. Il prob é che io vorrei incontrare una che mi dà il tempo senza che fià solo per questo ti ritenga u disadattato. Ma già é difficile questo. Al limite anche da introverso non mi interessa; l'obiettivo é vivere e basta. Non fare avole rotonde su malesseri e disagi......
    Dunque siamo sulla stessa lunghezza d'onda; se vuoi possiamo sentirci in pvt per parlarne. Ciao.
     
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  14. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    alb, quell'utente non scrive da una vita, non so nemmeno se era un fake.

    mi dispiace :(
     
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  15. JanQuarius
     
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    Mi prendo un po' di tempo per postare un altro mio articolo interessante, sempre con la speranza che a qualcuno piaccia ;)

    Buona lettura ;)

    NON SIAMO CIO' CHE POSSEDIAMO
    CITAZIONE
    Nei periodi recenti sicuramente si è diffuso parlare della crisi e della situazione globale. E' chiaro che la cosidetta crisi non è poi per tutti uguale. Un banchiero se entra in crisi, si può anche lamentare, ma a noi non ce ne frega, perchè abbiamo dei problemi molto più gravi dei suoi. Se un imprenditore che possiede 20 case e 2-3 aziende entra in crisi, che crisi è per lui? A cosa si può lamentare? Uguale a quel bastardo di banchiero, se non peggio.

    A molti di noi importa avere cose, ricchezze, soldi, beni materiali di lusso, di moda, insomma tutto quello che vogliamo avere e che invidiamo negli altri. Quest'invidia è provocata da molti mass-media che ci massacrano dalla mattina alla sera. Una soluzione opportuna sarebbe non guardare la TV. Ok, stiamo bene. Ma l'internet, i cartelli che possiamo vedere quasi ogni 5 metri in un una città, i negozi, i centri commerciali, i supermercati ... non fanno pubblicità anche loro? Il mondo è pieno di pubblicità. Noi siamo ingannati, manipolati e attratti da essa. Non ci possiamo fare niente, tranne che imparare a suddividere tutta l'informazione che riceviamo in utile e inutile(spazzatura). A molti tutto ciò non va bene, quindi preferiscono lasciarsi andare e vivere la propria vita nella "scatola televisiva" o peggio lavorare in essa.

    Sono una persona nè ricca nè povera. Tutto ciò che mi serve per vivere ce l'ho. Non mi serve l'Iphone 4 o 5. Non ho bisogna di avere un motorino per arrivare a scuola e muovermi in città. Non neccessito di una auto. Non ho quasi mai soldi per spendere e andare da qualche parte con i miei amici. Non vado quasi mai nei bar, nelle discoteche, nei locali. Non pratico la prostituzione e non compro sesso. Non sogno il PC dell'ultima generazione. Non ho bisogno dei soldi per sentirmi felice. Non guardo mai la TV.
    Tutto questo lo può fare chiunque. Chiunque di noi, di voi ... non è, nè male nè bene farlo. Tocca a ciascuno di noi scegliere e capire com'è per lui o lei.
    Una volta sentii la replica di una persona quando le ho detto che non rispetto le persone che basano la loro vita su beni materiali. Lei mi ha risposto:
    -Come mai può una macchina, un bene di lusso ... un cellulare costosissimo può renderci infelici?

    Non avevo risposto a questo, ma ho capito che quella persona è semplicemente superficiale. Sì, proprio così. Molti di noi infatti lo sono. Magari hanno vissuto in un ambiente dove valeva solo la lira o il dollaro. Magari sono stati educati in questo modo. Magari sono solo stupidi e non riescono a capire ciò che la natura vorebbe dire a loro. Ma se anche è così, perchè allontanarsi dai propri sentimenti, dalla propria natura ... dalla propria creatività? Perchè non vivere semplicemente non nuocendo agli altri e non vendere e/o comprare tutto per soldi. Perchè bisogna per forza avere soldi per essere considerato un essere umano?

    Vi voglio far capire con tutto il cuore che essere felici si può, anche se si è poveri materialmente. I beni materiali non sono altro che un bene che ci permette di sviluparci spiritualmente e fisicamente. Senza quel bene non riusciamo a vivere. Ma avere molto, anzi troppo e vivere con tutto ciò, è meschino, è ridicolo ... anche se nei tempi odierni è di moda. E' come subire dei continui sovradosaggi di droghe e vivere solo con esse stesse. E' parassitismo e opportunismo. E' sputare sui propri vicini, disprezzando le fatiche altrui. E' involversi, anzi che evolversi.

    Butterfly

    “Solo quando l’ultimo fiume sarà prosciugato, quando l’ultimo albero sarà abbattuto, quando l’ultimo animale sarà ucciso, solo allora capirete che il denaro non si mangia.”
    (Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota)

    FONTE
     
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134 replies since 6/11/2010, 23:42   5063 views
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