La conferenza su Nietzsche

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  1. francescoburich
     
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    La conferenza su Nietzsche, organizzata meravigliosamente da Pr. Anepeta, mi ha personalmente scosso dentro da tanti punti di vista. La conferenza si è concentrata in un momento cruciale, entro il quale mi sentivo intercalato completamente (come in uno stato ipnotico) sulla profonda spiegazione della "coscienza" e sul significato ancora più profondo espresso da Anepeta. " Ci sentiamo intrinsecamente liberi, ma nella realtà, siamo coercitivamente obbligati". Il più grande inganno che la mente, associata alla cultura, ha radicato dentro il congegno nel corso dei periodi storici che hanno caratterizzato la storia e l'uomo che ne è partecipe. Non esiste una coscienza! o meglio ella è organizzata nella brodaglia chimica che ci portiamo in zucca, ad una percentuale minima del 5% ed il resto del congegno è organizzato e finalizzato da un sistema inconscio che si realizza su due "marcatori" l'inconscio e il sub-inconscio. Quella parte così misera della coscienza che un'uomo crede determinante nella propria vita quotidiana, che nella vita progettata verso la vita in genere, è suddivisa a sua volta da più coscienz eche interaggiscono una verso l'altra. L'esmpio più semplice che ho ricavato dalla prima edizione di "Abracadabra" è riguardo la storia degli ombrelli: una persona quando si alza la mattina e svolge tutti i suoi preparativi per prepararsi ad uscire, che fa? guarda alla finestra, osserva il cielo e decide se portarsi l'ombrello. Be sembra una scelta semplice, che comunque non va ad incidere in nulla di grave ma al massimo far si che uno s'izuppa d'acqua. Ma il problema non è questo. Il fatto è che la scelta dell'ombrello non la fa "l'Io-unitario" che nella realta psichica non vi è. Non la fa la coscienza. Ma la fanno più coscienze che interaggiscono tra di loro e alla fine il tizio in questione decide se uscire o non con l'ombrello. E po magari piove, non se le portato ed impreca tutti i Santi...per aver posto a livello cosciente una scielta sbagliata. Perchè succede questo? La risposta no è semplice da intuire. La coscienza è sempre preceduta dall'inconscio e cio determina il fatto che tutte le nostre scelte che facciamo, giuste o sbagliate che siano, sono determinate da un qualcosa che noi intendiamo fare perchè probabilmente crediamo per noi stessi giusto. In termini più semplici vuol dire che noi crediamo di poter padroneggiare la nostra esistenza attraverso "l'Io-unitario" ma poi nella realtà dei fatti non determiniamo nulla. I Neurobiologi mondiali (tutti) sono daccordo che la ogni nostro gesto e anticipato di miseri centesimi di secondo da parte dell'incoscio, ed invece noi pensiamo che è determinato dalla coscienza. la prova del nove dono i così chiamati lapsus, cioè di quando ci succede di voler dire un qualcosa e invece ne diciamo un'altra: uno vuole dire...che bella la vita e invece gli scappa da dire che merda la vita. Opure attraverso un raptus che si differenzia dal primo perchè viene agito un comportamento: la volevo abbracciare e per sbaglio le ho dato una testata in piena fronte. Allora nelle persone esce fuori questo ragionamento: e ma non lo fatto apposta, mi sono mosso con foga e la volevo abbracciare con tutto l'amore che sento e per sbaglio lo colpita con una capocciata. Chi è che parla?? La Coscienza che è detrminata da un costante mistificare. Tale forma , la mistificazione, è una funzione indispensabile per la nostra misera sopravvivenza e per non finire pazzi, ma per fortuna solamente disagiati psicologicamente il più delle volte. Senza di essa, la mistificazione, il congegno con smisterebbe più il tanto materiale che entra nel cervello e ingolfandosi cadremmo in preda a forme di pazzia e angoscie di vario tipo che ci porterebbero al suicidio. Quindi, il poter imparare a pensare (ma senza dirlo in giro altrimenti uno si gioca il lavoro-la vita sociale in quanto viene etichettato come scemo) che noi possiamo sforzarci acredere (perchè è così) che potremmo rinunciare alla coscienza non è che un dato di realtà e che ci consentirebbe di disalienarci e di riflesso di umanizzarci, con noi stesso e con gli altri. Per comprendere meglio questo aspetto, è importante poter fare una comparazione tral'oggi e il ieri..Un tempo, dai periodi storici più rilevanti che i libri costituiscono come memorie, le masse erano più o meno tutte agite dall'inconscio e di riflesso dalla pazzia per come viene chiamata oggi. Perchè?perchè oggi i modelli normativi che promuovono l'omologazione, fanno si che un tipo per sentirsi a posto con la "coscienza" agisce su di un registro razionale. Quindi meno riferimenti "strani" agisce o pensa, e più è considerato a posto. Un tempo (la credenza verso gli Dei- poi verso un credo monoteista, un Dio) erano seguiti dalle masse sotto forma di quelle che oggi possiamo definire: allucinazioni e-o psicosi. Allora mi viene da domandarmi che tutte le masse di persone erano allucinate? Che Mosè quando ha dettato i dieci comandamenti al popolo era pazzo lui e pazzi tutti loro?? Non è così. E che la specie umana essendo meno attrezzata rispetto ad altre specie animali, ed essendo in preda ad uno spavento immediato che lo ha costretto a fronteggiare il mondo nella sua ampiezza e non da meno, anzi, essendo dotato di un congegno privo dell'istruzione per un uso corretto (Abracadabra), ha fatto quello che gha potuto e siccome la precarietà in quei tempi era così fitta, l'inconscio sociale esigeva pensieri, comportamenti, che celassero tanta precarietà-povertà e via dicendo. Oggi no mi sorprendo più che Mosè (un grande uomo) parlava direttamente con Dio e poi riferiva il detto al popolo ebraico. E a differenza di oggi quelle manifestazioni dell'incoscio erano apprezzate e rese "divine" o comunque idolatrate. Oggi sono confinate alla miseria psichica e noi introversi ne sappiamo qualcosa...
     
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  2. francescoburich
     
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    Rapportando il mio pensiero alla LIDI, in particolare a Forum, l'unica attività che vi è all'interno della lega, il riscontro è abbastanza chiaro e semplice da comprendere: la soppressione che si è avuta in tutte le attività che un tempo la Lidi svolgeva(gruppo scuola- gruppo giovani- incontri per affrontare le problematiche femminili- seminari- teatro degli introversi- gruppi di ricerca per formare un'archivio) non è un prodotto della coscienza che agisce attraverso l'amministrazione dell'Io-unitario,ma bensì è dovuto dall'inconscio che va a contrapporsi a quello che vorremmo fare su di un piano cosciente. Si trovano sempre delle scuse per evitare d'incontrarci..di formare gruppi di ricerca sul nostro essere introversi, di andare a cogliere quegli aspetti di crescita (sofferta) che ci potrebbero permettere di divenire (ideale dell'io) più autentici, meno folcloristici, quindi trascendentali, e di poter ascoltare quella forma di angoscia "immediata" che ci fa pensare che un po' tutti siamo un po' falsoni. Allora, pregni della cultura corrente mistificata, continuamo a credere cecamente che qquello che diciamo è vero. Il prblema è facilmente riscontrabile nel fatto che profondamente (a costo pure di alienarci ) tutti noi vorremmo essere estroversi piuttosto che quello che siamo e di cui la natura ci ha donati: l'essere introversi. Perchè? perchè il confronto tra persone introverse non mature, ci scaturisce dentro una forte angoscia. E no da meno perchè crediamo che vivere attraverso l'omologazione che è frutto di meccanismi di difesa(rimozione.proiezione.negazione) fanno si che mantenaimo una forma di auto-stima verso noi stessi mistificata dalla coscienza stessa che la esercitiamo come se si trattasse del miglior modo di poter organizzare la nostra esistenza( l'io-ideale), se pur, alla resa dei conti stiamo peggio di come stavamo un tempo.
     
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  3. star***
     
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    Io sono pronta a darmi da fare, io mio desiderio sarebbe creare un gruppo di auto aiuto per genitori, posso mettere a disposizione anche uno spazio per farlo. Ho dei genitori che sarebbero interessati, tra cui la sottoscritta, Ma posso gestire da sola la cosa?
    C'è qualcuno più esperto di me che ha voglia di mettersi in gioco?
    Ma la scuola di formazione? Possiamo organizzare un percorso di formazione minimo che possa abilitarci a muoverci in certi contesti?
    Un abbraccio a tutti
     
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  4. imperia69
     
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    A proposito della conferenza e del "vomere della cattiveria" di cui si è parlato, mi ha colpito questa citazione di Hume, riportata in un libro intitolato L'ossessione identitaria di F. Remotti:

    "Ciò che mi impaurisce e mi confonde è, prima di tutto, la solitudine desolata in cui la mia filosofia mi ha confinato, e mi immagino come un mostro bizzarro e strano che, incapace di mescolarsi e integrarsi in società, sia stato espulso da ogni scambio umano, e abbandonato del tutto privo di conforto. Sarei ben felice di correre nella folla in cerca di riparo e conforto; ma non riesco a risolvermi per mescolarmi a tale deformità. Mi appello agli altri, ma nessuno mi presta attenzione. Tutti si tengono a distanza, impaurti dalla tempesta che mi scuote da ogni lato."

    Gli innovatori sono soli, desolatamente soli.
     
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  5. senzanome70
     
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    Bella citazione Imperia, mi piace.
    Non pensavo Hume si sentisse così.
    Come è il libro?
     
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  6. imperia69
     
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    Il libro è molto interessante.
    Si tratta di uno dei testi previsti per l'esame di antropologia.
    In sintesi l'autore propone di "espellere" il concetto di identità dalla cassetta degli attrezzi dell'antropologo per sostituirlo con quello più flessibile ed elastico di "noi", considerando la richiesta di riconoscimento dell'identità da parte di alcuni soggetti sociali solo come una forma estrema di richiesta di riconoscimento (di esistenza, di diritti etc).
     
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5 replies since 21/11/2010, 23:41   124 views
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