Rosario Sorrentino

Punti di vista-Attacchi di Panico

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    Secondo questo dottore, la maggior parte di noi sta perdendo del tempo,
    perchè il nostro malessere è curabile mediante le benzoatepine e antidepressivi
    Il nostro malessere non è curabile mediante la filosofia ma mediante delle cure
    medicinali.
    Non so se qualcuno conosce il punto di vista di questo dottore e dove può essere una qualche
    verità o bugia??

    Ciaoo

    "Tremore, sensazione di soffocamento, senso di morte. Sono i
    sintomi, spesso comuni a molti soggetti, degli attacchi di
    panico. Si presentano all’improvviso in momenti di pieno
    benessere e portano a sprofondare in antiche e
    incomprensibili paure fino a indurre la persona a ricorrere
    urgentemente al pronto soccorso.


    Il dottor Rosario Sorrentino neurologo responsabile dell’Unità
    Operativa Attacchi di Panico della clinica Paideia di Roma,
    autore con la sua équipe di un’importante scoperta che svela
    le aree del cervello interessate dagli attacchi di panico, spiega
    nel dettaglio questo disagio, quali le cause scatenanti e come
    affrontarlo.
    Dott. Sorrentino, cosa sono gli attacchi di panico?
    “Sono l’insorgenza, in pieno benessere a ciel sereno, di
    sintomi che per la loro unicità sono descritti dal paziente
    come un incontro ravvicinato con un profondo senso di morte
    perché danno una sensazione di morte imminente, di
    soffocamento, di paura di morire, di impazzire, insomma, di
    perdere il controllo e il contatto con la realtà. A tutto ciò si
    affiancano fenomeni fisici tipo senso di vertigine, palpitazioni,
    tremori e una serie di altri sintomi che richiedono al paziente
    il bisogno urgente di recarsi al pronto soccorso perché sono
    convinti di essere sul punto di morire.”

    Quali le cause che scatenano questi sintomi?
    “Alla base c’è sempre una predisposizione genetica. Sono
    soggetti predisposti, non necessariamente candidati ad avere
    attacchi di panico, ma che in virtù della loro forte
    predisposizione genetica in rapporto all’esposizione a fattori
    esterni che riguardano la nostra esistenza (fattori di natura
    affettiva, sociale, la morte di una persona cara, uno stress
    prolungato, l’interruzione di un relazione sentimentale, un
    abbandono) questi fattori possono andare, in quella persona
    predisposta geneticamente, a smascherare ed accelerare la
    comparsa di attacchi di panico. Altri fattori di scatenamento
    possono essere per esempio l’uso o l’abuso di sostanze
    stupefacenti, ma anche di cannabinoidi che in virtù di un alto
    quantitativo di THC (tetraidrocannabinolo) fanno girare
    quell’interruttore nel cervello.”
    C’entra anche l’abuso di alcol?
    “Molto indirettamente perché l’alcol prima svolge un’azione
    deprimente sul sistema nervoso e poi eccitante. Molti pazienti
    per cercare di contenere i livelli di ansia tendono a fare
    uso/abuso di superalcolici perché in quel momento dà la
    sensazione di contenimento dei fenomeni ansiosi.”

    Cosa bisogna fare nel momento in cui si subisce un attacco di
    panico?
    “Il primo attacco di panico è caratteristicamente
    contrassegnato da un bisogno urgente di recarsi al pronto
    soccorso perché il paziente è convinto di essere sul punto di
    morire a causa di sensazioni che non ha mai provato.
    Successivamente questi episodi tenderanno a ripetersi anche
    e soprattutto per la negatività di tutti gli accertamenti. La
    persona, certamente gli agnostici, entrerà nella convinzione di
    avere qualcosa di natura psiconeurologica. Bisogna iniziare a
    spiegare alla persona la natura del suo disturbo e convincerla
    ad assumere delle terapie come qualsiasi altro disturbo di
    natura fisica.”

    Quindi la cura è una terapia da seguire…
    “Esatto. E prima si mette in pratica prima si sfratta quel corpo
    estraneo che è quel ricordo dell’attacco di panico che rimane
    per tutta la vita nella mente della persona perché in quel
    momento ha avuto la sensazione di essere scampato alla
    morte imminente. Le terapie servono a sfrattare quel corpo
    estraneo dal cervello della persona e aiutarla a recuperare
    una vita normale.”
    Di recente la sua équipe è riuscita in una scoperta importante
    in questa direzione, ce la spieghi.
    “Il mio gruppo ed io, attraverso una ricerca svolta presso le
    cliniche Paideia e Materdei di Roma insieme al professor
    Stefano Bastianello un neuro radiologo, abbiamo sottoposto a
    risonanza magnetica funzionale una paziente con attacco di
    panico e siamo riusciti, per la prima volta al mondo, a
    catturare le aree del cervello che sono coinvolte nell’attacco
    di panico sollecitando, al semplice stimolo del paziente di
    rievocare il suo attacco di panico, a mostrare quali aree del
    cervello si illuminano e qual è quello che possiamo definire il
    triangolo della paura”.
    Cosa dimostra questa ricerca?
    “Si può dimostrare dove si inceppa il cervello durante
    l’attacco di panico, dove nasce quella bugia, con questa
    metafora definisco gli attacchi di panico, in quale parte del
    cervello abita. Le regioni coinvolte sono: la regione insulare
    dove risiede l’amigdala, una sorta di radar che ci segnala il
    pericolo imminente, l’ippocampo che è il luogo dove
    maggiormente risiede la memoria, e la regione frontale
    inferiore che è quella parte del nostro cervello che
    rappresenta una sorta di tutore delle nostre azioni e
    attribuisce ad esse un significato.”

    Intervista presa da Internet
     
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  2. imperia69
     
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    Veramente non lo conoscevo.
    Non sono in grado di valutare da un punto di vista per così dire "scientifico" le sue affermazioni.

    Bisognerebbe però vedere che cosa succede in futuro a questi pazienti da lui "curati": riescono a vivere una vita "normale"? sviluppano altre patologie sul piano psicologico?
    Da profana direi che l'opinione più accreditata è che la combinazione psicoterapia+farmaci è quella che offre migliori risultati.
     
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    Penso sia un professore ben considerato dai più. La cosa che mi spiace, che immagino sia difficile da ottenere dall'essere umano, sarebbe quella di vedere più umiltà e capacità anche di mettersi a confronto. Se ci fosse questo forse si riuscirebbe ad arrivare a dei risultati sorprendenti.
    Sarebbe bello poter eseguire una specie di indagine, mediante un panel di specialisti che si confrontano. Penso che potrebbero uscire dei risultati sorprendenti, non prendetemi per matta.
    Ciao
     
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  4. lisa.c
     
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    star, non conosco il dottore in questione né questa scoperta e non ho gli strumenti necessari per indagare le verità o le eventuali lacune delle affermazioni presenti nell’intervista che hai segnalato. Ma c’è più di una cosa che mi lascia perplessa nell’articolo. E’ come se il dottor Sorrentino avesse ribaltato il senso delle cose (per es. chiama “bugia” l’attacco di panico quando, magari, è una delle poche verità che si sta permettendo il “marchingegno” del malcapitato).

    “alla base c’è sempre una predisposizione genetica”: credo che poche persone possano rispondere “no, nessuno” alla fatidica domanda “in famiglia ci sono mai stati casi di attacchi di panico, depressione, ansia..”. Siamo tutti predisposti geneticamente?

    “in pieno benessere a ciel sereno” : probabilmente per le persone che sono state fino ad allora irreprensibili, senza macchia, e per i parenti che avrebbero voluto che continuassero per quella strada… Nel cap. 4 di SMT Anepeta scrive “Se si gratta sotto la superficie, il cavallo riottoso lo si scopre subito: nel loro intimo figli e figlie modello hanno le balle piene di logorarsi per soddisfare le aspettative dei genitori ed insegnanti, e sognano di cambiare registro, vita e aria. (…) Non c’è nulla di meglio della virtù e del senso del dovere, evidentemente, per portare la gente all’esasperazione. E infatti, sotto le apparenze, si tratta, di gente – lo sappia o no – che non sopporta più il way of life quotidiano. (…) Quello che accade, un bel giorno, è che al tu devi si contrappone un basta, non ne posso più, odio tutto e tutti. Pochi si rendono conto di pensare una cosa del genere e ne rimangono inorriditi, i più ne sono inorriditi al punto di non concedersi neppure di farla affiorare a livello cosciente."

    “Bisogna iniziare a spiegare alla persona la natura del suo disturbo e convincerla ad assumere delle terapie come qualsiasi altro disturbo di
    natura fisica.” Non ne sono sicura ma ho l’impressione che vi sia l’intenzione di spiegare al paziente che l’attacco di panico è come un mal di denti e debbano esser presi dei farmaci specifici per togliere il dolore. E il dente? Mi sembra che manchi la volontà di arrivare a capire un’altra questione importante. Cito di nuovo da SMT : “Nonostante quello che pensa il soggetto [e i medici, aggiungerei] l’attacco di panico è finalizzato unicamente a togliergli la libertà e a restaurare un regime di vita più fedele alla sua sensibilità o ai valori culturali trasmessi dal gruppo di appartenenza. In entrambi i casi, insomma, l’effetto è risocializzante."

    Il marchingegno, in sostanza, fornisce le prove che funziona ancora e, forse, non dovrebbe essere anestetizzato tanto facilmente.
     
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  5. star***
     
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    Si infatti mi sembra anche a me che voglia ribaltare proprio tutto quello su cui è da anni che lavoro e cerco di capire e mi sembra che a qualche risultato sono arrivata.
    Poi arrivano questo bell belli in televisione e ti dicono, bella non c'hai capito niente, butta la secchio gli ultimi 8 anni + quelli prima in cui veramente non ci avevi capito niente, arriviamo a 42 che dovrei buttare nel secchio, perchè non ci ho capito niente?
    BOOOOOOOOOOOO
     
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4 replies since 15/12/2010, 13:41   8452 views
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