Rosario Sorrentino

Punti di vista-Attacchi di Panico

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  1. lisa.c
     
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    star, non conosco il dottore in questione né questa scoperta e non ho gli strumenti necessari per indagare le verità o le eventuali lacune delle affermazioni presenti nell’intervista che hai segnalato. Ma c’è più di una cosa che mi lascia perplessa nell’articolo. E’ come se il dottor Sorrentino avesse ribaltato il senso delle cose (per es. chiama “bugia” l’attacco di panico quando, magari, è una delle poche verità che si sta permettendo il “marchingegno” del malcapitato).

    “alla base c’è sempre una predisposizione genetica”: credo che poche persone possano rispondere “no, nessuno” alla fatidica domanda “in famiglia ci sono mai stati casi di attacchi di panico, depressione, ansia..”. Siamo tutti predisposti geneticamente?

    “in pieno benessere a ciel sereno” : probabilmente per le persone che sono state fino ad allora irreprensibili, senza macchia, e per i parenti che avrebbero voluto che continuassero per quella strada… Nel cap. 4 di SMT Anepeta scrive “Se si gratta sotto la superficie, il cavallo riottoso lo si scopre subito: nel loro intimo figli e figlie modello hanno le balle piene di logorarsi per soddisfare le aspettative dei genitori ed insegnanti, e sognano di cambiare registro, vita e aria. (…) Non c’è nulla di meglio della virtù e del senso del dovere, evidentemente, per portare la gente all’esasperazione. E infatti, sotto le apparenze, si tratta, di gente – lo sappia o no – che non sopporta più il way of life quotidiano. (…) Quello che accade, un bel giorno, è che al tu devi si contrappone un basta, non ne posso più, odio tutto e tutti. Pochi si rendono conto di pensare una cosa del genere e ne rimangono inorriditi, i più ne sono inorriditi al punto di non concedersi neppure di farla affiorare a livello cosciente."

    “Bisogna iniziare a spiegare alla persona la natura del suo disturbo e convincerla ad assumere delle terapie come qualsiasi altro disturbo di
    natura fisica.” Non ne sono sicura ma ho l’impressione che vi sia l’intenzione di spiegare al paziente che l’attacco di panico è come un mal di denti e debbano esser presi dei farmaci specifici per togliere il dolore. E il dente? Mi sembra che manchi la volontà di arrivare a capire un’altra questione importante. Cito di nuovo da SMT : “Nonostante quello che pensa il soggetto [e i medici, aggiungerei] l’attacco di panico è finalizzato unicamente a togliergli la libertà e a restaurare un regime di vita più fedele alla sua sensibilità o ai valori culturali trasmessi dal gruppo di appartenenza. In entrambi i casi, insomma, l’effetto è risocializzante."

    Il marchingegno, in sostanza, fornisce le prove che funziona ancora e, forse, non dovrebbe essere anestetizzato tanto facilmente.
     
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4 replies since 15/12/2010, 13:41   8458 views
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