Elasti (in arte Claudia De Lillo)

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  1. lisa.c
     
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    Elasti mi strappa spesso qualche sorriso e, questa volta, l'ho trovata particolarmente divertente.
    Conoscevo il suo blog http://nonsolomamma.splinder.com/ e ho scoperto che da qualche mese tiene una rubrica su D, il settimanale di Repubblica.
    Probabilmente non c'entra niente con l’introversione, ma la trovo particolarmente sensibile su certi temi e mi piace la "leggerezza" con la quale affronta una vita con tre figli e il compagno lontano gran parte della settimana.

    dal suo blog: "sono elastigirl ma per vivere faccio la giornalista.
    ho tre hobbit, di sesso maschile, uno grande di sette anni, uno piccolo di quattro e uno minuscolo di uno e un marito [da lei definito marxista e rivoluzionario] part-time perché buona parte del suo tempo sta a londra dove lavora (e dove probabilmente ha una vita parallela con un'altra moglie e altri figli...)."



    Da D di Repubblica del 26 marzo 2011

    PRIMA CHE SIA TARDI
    Corso di nuoto, baby, terzo livello. Ma al corso di mandarino non credo di farcela

    Lo aveva detto la pediatra. E per me, che amo la pediatra dei miei figli e nella prossima vita la sposerò, le sue parole sono perle di saggezza. «Fino alle elementari non è necessario che i bambini facciano sport. Si muovono comunque moltissimo: all'asilo, ai giardini, in casa...», aveva dichiarato. E io mi ero tranquillizzata, rinviando l'apertura del dossier "attività fisica" a data da destinarsi. Poi, una domenica mattina, durante la festa di compleanno di tal Mattia in ludoteca, mentre venti quattrenni si lanciavano come missili sudati dentro a tubi di plastica a tre metri di altezza, lasciando scie di briciole di torta, pop corn e acari, nell'illusione di ingannare il tempo e l'ansia, conversai con le altre madri.

    Appresi con sgomento che Alice frequentava da oltre un anno un corso di danza moderna creativa, che Simone aveva al suo attivo tre laboratori di capoeira e che Ludovico era appassionato di taekwondo che, pare, in coreano significa «arte dei pugni e dei calci in volo».

    «Mentre i nostri figli giocano con i Barbapapà, quelli, i figli degli altri, si dedicano ad arti circensi, meditazione yoga e aerodance. Mentre i nostri ballano scompostamente sulle note di "Sono Muccalla, una mucca un po' farfalla", quelli fanno il saluto al sole ascoltando tamburi tibetani.

    Dobbiamo correre ai ripari prima che le nostre creature si trasformino in bamboccioni rammolliti», dissi allarmata a mio marito, dimentica del buon senso pediatrico. «Che ne dici del calcio?». «Calcio? Per ritrovarci sugli spalti la domenica mattina tra padri hooligans che urlano "cornuto" all'arbitro? Neanche per sogno. E poi i nostri figli li ho osservati: non hanno piedi talentuosi. Purtroppo».

    Il marito economista marxista fece un'analisi comparata, calcolò il costo marginale di un'ora di sport e ne massimizzò l'utilità. «Ho trovato: è una disciplina che richiede coraggio, generosità, sacrificio, che antepone il gruppo all'individuo». «Una disciplina comunista!», concluse trionfante. «Sarà pure comunista, ma non possiamo iscrivere un quattrenne a un corso dove è obbligatorio il paradenti!». «Mollacchiona!». Passammo un inverno a bordo campo, ogni sabato pomeriggio, in contemplazione di ragazzetti seminudi in età pre-scolare che si rotolavano nel fango all'inseguimento di una palla ovale. Passai un inverno tentando di scorgere mio fi-glio perso in grovigli di gambe, braccia e paradenti. «Mamma, non sono fatto per il rugby», bofonchiò un sabato, dentro il paradenti, il primogenito, coperto di terra e lividi fino alle orecchie. «Nemmeno io, tesoro». Alice creava coreografie, Simone faceva campionati di capoeira, Ludovico sferrava colpi mortali coreani in volo e i miei figli si iscrivevano al corso "nuoto baby", terzo livello, della piscina comunale di zona. Ogni martedì alle 17,15, da ormai due anni, armata di infradito e prole, mi avventuro negli spogliatoi maschili (i privilegi di noi madri di maschi), affronto con signorilità puzzo di piedi, 40 gradi centigradi e 97 per cento di umidità, per poi sedermi con sussiego su una panchina a bordo vasca e godermi 50 minuti di puro inferno acquatico.

    La pediatra aveva ragione: non era necessario tutto questo. Ma poche cose sono più pesanti della pressione di un branco di madri alfa. Ho metabolizzato il passato rugbistico, il presente in piscina, il senso di inferiorità verso il taekwondo. Mi ritenevo soddisfatta. Poi Mattia ha di nuovo compiuto gli anni e ha fatto una festa all'acquario, perché a otto anni le ludoteche diventano banali. «Sai che la Cina è il futuro? Sai che tra qualche anno i cinesi ci mangeranno in testa? Sai che chi non parlerà la loro lingua sarà uno sfigato?», mi ha chiesto la mamma di Ludovico. La capoeira e l'arte marziale coreana sono stati archiviati. Ora tocca al corso di mandarino. Non credo di farcela questa volta.

    Edited by lisa.c - 28/2/2011, 12:59
     
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  2. imperia69
     
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    :D
     
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  3. star***
     
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    Ciao si anche io conoscevo il suo blog!!! Carino!! Ma la gente quando trova il tempo di fare tutte queste cose io mi trascino come una lumaca!!! Senza contare che io da piccola e grande odio lo sport!!!
     
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2 replies since 28/2/2011, 12:03   1665 views
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