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Hopkins: "Ero vittima dei bulli ho fatto l'attore per la rabbia"
In Italia per l'uscita di "Il rito" rivela: "Sono figlio di atei ma nel tempo sono sceso a patti con qualcosa che va oltre me" di ARIANNA FINOS
Hopkins: "Ero vittima dei bulli ho fatto l'attore per la rabbia" Antony Hopkins nel suo ultimo film
ROMA - Sir Anthony Hopkins a 73 anni ha trovato, se non la pace spirituale, almeno la serenità quotidiana. Famoso per le scenate fatte per anni a chi accennasse al personaggio di Hannibal Lecter che pure gli è valso un Oscar, all'appuntamento per l'esorcistico Il rito, il sorriso s'incrina appena quando liquida come "una stupidaggine" l'accostamento tra il cannibale e padre Lucas, l'esorcista che si scoprirà posseduto dal demonio. Ispirato a fatti veri, il film di Mikael Hafstron racconta l'incontro tra uno scettico seminarista (Colin O'Donoghue) spedito in Vaticano per studiare da esorcista e il veterano padre Lucas/Anthony Hopkins che recita anche in italiano. Nel cast di Il rito, in sala l'11 marzo, ci sono anche Alicia Braga, Maria Grazia Cucinotta e Marta Gastini.
Fino a qualche anno fa nel carnet dell'attore gallese c'erano pochi film, oggi tutto un fiorire di progetti: il film 360 con Fernando Mereilles, e quello sulla vita di Hitchcock ("ma speriamo di trovare i soldi"). Smentisce di essere il prossimo cattivo in Bond 23, si dichiara felice di aver incarnato il collerico dio Odino in Thor, dal fumetto Marvel, girato da Kenneth Branagh, "un grande regista, capace di regalare al film un sapore shakesperiano". Confessa Hopkins: "Se mi offrono un progetto e il regista è buono, accetto. Del resto faccio l'attore". Un mestiere che interpreta con zelo: "Lavorare è facile, leggerei anche l'elenco telefonico, a pagamento. La mia tecnica è semplice, leggo una battuta anche 400 volte
e quando ho il pieno controllo inizio a recitare".
Tutt'altro è però l'entusiasmo quando si parla della sua attività di compositore: "L'austriaco Andrè Rieu sta musicando un mio valzer, che uscirà in cd. In estate farò anche due concerti a Cardiff e Birmingham". Interrogato sulla religione, Hopkins regala una risposta spiazzante: "Mio padre era ateo, e con questa convinzione mi ha allevato. Ma poi, lentamente, sono sceso a patti con qualcosa che va oltre le mie possibilità. Oggi credo in tutto e in niente, come Jung. D'altra parte qual è il confine tra disturbo mentale e possessione demoniaca? In certi casi è davvero difficile capirlo. Il male è connaturato all'uomo: bisogna fare le scelte giuste. Ad esempio scelte d'impegno umanitario come quelle di Angelina Jolie e Sean Penn in Afghanistan e ad Haiti". Spiega: "Sinceramente rifuggo da chi pensa di avere la verità in tasca e cerca quindi di imporla, come hanno fatto Gengis Khan, Hitler o Mussolini". L'infanzia senza dio di Hopkins, figlio dislessico di un panettiere e di una casalinga è stata difficile: "Ero isolato, vittima di bullismo. Sapevo anche essere cattivo. A un ragazzino che mi ha scritto la sua esperienza ho consigliato di incanalare questa rabbia, trasformarla in energia vitale, facendone un dono. Come me".
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star***.
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Questo dice lui:
“La vita è un grande sogno. – afferma l’attore – Una esperienza curiosa, uno strano processo. A volte torna fuori il mio ateismo ma credo che Dio sia dentro di me, credo che siamo tutti Dio. L’unica cosa che non capisco è che ho amici molto intelligenti, brillanti, assolutamente atei che poi mi dicono: ‘la vita è inutile’. O altri che asseriscono che tutto va fatto in base al concetto di verità. Ma anche Hitler o Stalin avevano le loro verità e che orrori hanno commesso! Di solito scappo da quelli che sono convinti di avere la verità in mano. Credi!, ma fai che quello che credi porti alla pace. La condizione umana non è semplice, combattiamo ogni giorno e sappiamo di dovere morire. Siamo condannati a morire, ma anche a vivere, questo è straordinario. Gli animali muoiono ma non hanno coscienza di ciò durante la loro esistenza, noi sì”..
Sir Anthony Hopkins |
