La libertà è terapeutica

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  1. maria rossi
     
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    Avevo già segnalato la campagna Io non costringo, curo.

    Giustamente la Fondazione Basaglia ha abbracciato questa campagna per richiamare l'attenzione sull'abberrazione delle pratiche contenitive che in psichiatria ancora vanno per la maggiore. La campagna è iniziata alla fine del 2010 e continua, seguiamola e diffondiamola!


    La libertà è terapeutica
    Campagna nazionale per abolire la contenzione

    La contenzione non è un atto medico, è un’offesa alla dignità della persona che la
    subisce ed è sintomo di grave inefficacia e inefficienza dei servizi che la adottano

    E’ morto legato al letto di contenzione lo scorso 24 ottobre il signor Tullio C., ricoverato nel
    servizio psichiatrico di diagnosi e cura ( SPDC ) “Grossoni 3” dell’ospedale Niguarda, a
    Milano

    .
    Non sappiamo se vi sia un nesso causale tra la sua morte e la contenzione: saranno
    eventualmente gli inquirenti ad accertarlo, come si sta facendo nei due processi penali
    attualmente in corso, uno per la morte di Giuseppe Casu, avvenuta nel 2006 mentre era
    ricoverato e contenuto nel SPCD del SS Trinità di Cagliari, e l’altro per la morte di Franco
    Mastrogiovanni, avvenuta in circostanze analoghe nel 2009, nel SPDC di Vallo della Lucania
    ( Salerno).
    Ma noi non siamo giudici. Siamo cittadini che usano o potranno usare i servizi di salute
    mentale e in questa veste un giudizio lo abbiamo emesso da tempo: la contenzione è sempre
    un’offesa alla dignità della persona che la subisce ed è un indicatore di carenze gravi o
    gravissime – di mezzi, progetto, culture – che riguardano e chiamano in causa il Dipartimento
    di salute mentale nel suo complesso, non solo gli SPDC che usano la contenzione come
    strumento di routine. Perciò bisogna garantire spazi adeguati, il personale e la formazione
    necessari e un più stretto collegamento ai servizi territoriali nell’ambito del Dipartimento
    Salute Mentale.

    Questo vale per molta parte della psichiatria pubblica, dove la contenzione è relativamente
    trasparente e controllabile. Ma sappiamo che anche nelle cliniche psichiatriche private, negli
    istituti per persone anziane, nelle residenze sanitarie e assistenziali la contenzione è una
    pratica frequente, e qui purtroppo assai più difficile da vedere, documentare, controllare.
    Senza dimenticare gli ospedali psichiatrici giudiziari e i reparti psichiatrici delle carceri dove
    sappiamo che la contenzione è pratica costante.
    Su questi temi vogliamo richiamare l’attenzione nel promuovere questa campagna. L’oggetto
    sono tutte le pratiche di contenzione, da quella fisica a quella che si realizza con l’abuso dei
    trattamenti farmacologici (la “camicia di forza chimica”), i diversi contesti in cui la contenzione
    viene messa in atto, le analoghe giustificazioni ( il “suo” bene, il danno minore ), il crescente
    immiserimento dei servizi che favorisce queste pratiche e rafforza chi non le ha mai messe in
    discussione.
    Di tutti questi temi vorremmo discutere in questa campagna che si svilupperà nel corso del
    prossimo anno e che si propone di far emergere il fenomeno nella sua vastità e profondità
    incoraggiando le testimonianze delle persone che hanno subito la contenzione e dei loro
    familiari e amici, e di promuovere percorsi di superamento di questa pratica.

    Campagna promossa da:

    Fondazione Basaglia, UNASAM, CIGL funzione pubblica


    Io non costringo, curo.


    http://www.fondazionebasaglia.it/images/st...erapeutica1.pdf
     
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0 replies since 10/3/2011, 11:24   161 views
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