Lingua madre

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  1. lisa.c
     
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    Difficile provare in che modo sia nato il linguaggio. Questa ipotesi, però, è quantomeno affascinante. ^_^



    Il linguaggio? Nato perché i bebè non si aggrappano come le piccole scimmie
    Nuova teoria sulla comparsa della capacità più tipica del genere homo. Non l'avrebbero sviluppata i cacciatori ma le mamme, per tenere buoni i bambini che dovevano mettere a terra per poter raccogliere il cibo

    di Alex Saragosa, Il Venerdì di Repubblica del 22 aprile 2011


    Quando Dean Falk, direttrice del dipartimento di antropologia della Florida University, espose la sua tesi a un convegno di colleghi, la sala si riempì di mormorii di dissenso e risatine. "Uno di loro" ricorda Falk "gettò persino via con stizza la penna. Forse questo accadde perché erano quasi tutti uomini". Falk aveva osato affermare che a "inventare" la più decisiva delle caratteristiche della specie umana, il linguaggio parlato, non erano stati i maschi cacciatori, ma le donne, e l'avevano fatto nel più femminile dei modi: comunicando con i loro piccoli. Ora quella tesi è argomento del saggio Lingua madre (Bollati Boringhieri, pp. 200, euro 19). Dimostrare in modo certo come il linguaggio sia apparso fra gli ominidi è cosa impossibile: le parole non si fossilizzano. Ma finora, a grandi linee, l'idea era stata questa: il linguaggio è nato, intorno a 1,5 milioni di anni fa, perché, grazie a questo, i cacciatori nella savana potevano avvertirsi a distanza dei pericoli o delle opportunità. Chi era più bravo a emettere e interpretare suoni, aveva più possibilità di sopravvivere.

    La tesi di Falk butta all'aria questa ricostruzione. "Le odierne ricerche neurologiche sui bambini suggeriscono che, più che nella caccia, l'origine del linguaggio vada ricercata nel legame madre-figlio". L'importanza del linguaggio all'interno di questo legame è del resto dimostrata anche dal fatto che già il feto riconosce e reagisce al suono della voce materna. "Visto che nei primati sono spesso le femmine a inventare nuovi comportamenti, viene da pensare che questo sia stato il caso anche del linguaggio nel genere Homo". Misurando l'attività elettrica cerebrale dei bambini nei primi mesi di vita, la neurologa Patricia Kuhl ha scoperto che i piccoli, ascoltando la madre, selezionano i suoni della lingua materna e cominciano a distinguere le singole parole della lingua. In questo compito sono aiutati dal "mammese", la lingua semplificata, emotiva e musicale che tutte le donne del mondo usano con i loro piccoli. L'ascolto del "mammese", hanno dimostrato gli psichiatri tedeschi Kathleen Wermke e Werner Mende tramite analisi fonetica dei vagiti, permette ai lattanti di riprodurre nel pianto, in una sorta di prova generale del parlato, suoni e struttura della lingua materna. "Per spiegare la nascita del linguaggio, ho pensato alle donne di due milioni di anni fa. I loro piccoli erano incapaci di afferrarsi al loro corpo e andavano messi a terra durante la raccolta del cibo. Per tenerli calmi le madri devono aver inventato suoni di rassicurazione, che nessuna femmina di scimpanzé emette. A questo deve essere seguita l'invenzione di suoni emotivi, per indicare pericoli o cose buone, suoni melodici per calmare i piccoli, e infine vere parole, associate a azioni o oggetti". Insomma i richiami di caccia, per Falk, derivano dalle ninne-nanne, e non viceversa.

    Edited by lisa.c - 23/4/2011, 17:50
     
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  2. maria rossi
     
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    Da quando ho seguito il ciclo delle lezioni darwiniane ho pensato proprio una cosa del genere! Ovviamente in maniera più intuitiva e facilona e meno circostanziata, ma tant'è!
    Che il linguaggio è donna e soprattutto donna che accudisce bambini.

    Grazie, lisa. Sempre qualcosa di interessante, una garanzia!
     
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1 replies since 23/4/2011, 16:29   83 views
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