Via dalla pazza folla

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  1. elisabet
     
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    "L'introversione infatti non è una scelta o uno stile di vita, ma un tratto della personalità che non può e non deve essere cambiato. Potrebbero semmai cambiare gli estroversi, nel senso di una maggiore comprensione e pazienza verso quei simili che preferiscono il riserbo alla confusione e alla compagnia."

    Così termina l'articolo di Anna Roming che allego. A conferma che qualcosa sta sicuramente cambiando nel modo di analizzare l'introversione da parte della ricerca psicologica.
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  2. vivatruffaut
     
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    Ahimé, ho i miei dubbi però che gli estroversi avranno maggiore comprensione e pazienza verso gli introversi. Forse negli Stati Uniti potrebbe succedere, perché credo che lì ci sia un maggior interesse dell'uomo medio verso la psicologia. Ma in Italia mi sembra che siamo ancora molto indietro...
     
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  3. imperia69
     
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    Mi auguro che l'ubriacatura di estroversione degli ultimi anni (vedi classe politica) porti ad un bisogno di "austerity" anche nel modo di rapportarsi al mondo, non solo dal punto di vista economico.
    Gli estroversi continueranno a non capire quel loro compagno che evita la folla, però magari alcuni tratti, come il pensare prima di parlare, la pacatezza potrebbero essere rivalutati.
    Chissà...utopie :)
    Grazie elisabet per l'articolo
     
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  4. tandream
     
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    Possiamo solo riporre la nostra speranza nei magistrati :D :D :D
     
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  5. marcello.difiore
     
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    Credo che ci siano due scogli contro la comprensione. Il primo e' che l'introversione viene definita sulla base del comportamento ovvero "se ti comporti così allora sei introverso" e non "sei introverso quindi ti comporti cosi'". Infatti intuitivamente si e' portati a pensare che il comportamento e' una scelta. Il secondo scoglio e' che si accetta come vera l'idea che "debba" esistere un continuum tra introversi ed estroversi, che ci sono diversi gradi di introversione, che esistano vie di mezzo tra introversi ed estroversi, che in ognuno c'è una parte di introversione ed estroversione. Questo genera l'idea che l'introversione sia in qualche modo riducibile. In realtà come ha detto il Dott. Anepeta non se ne può venire a capo visto che non si può distinguere tra influenza genetica e ambientale. Anzi se l'introversione venisse attivata geneticamente da un'effetto soglia, sempre dalle parole di Anepeta, ci sarebbe una discontinuità netta fra introversi ed estroversi. Il problema non e' quindi da attribuirsi, secondo me, agli estroversi o al disinteresse verso la psicologia, ma allo stato primitivo della conoscenza e della ricerca.
     
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  6. elisabet
     
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    Certo che c'è un continuum tra introversione ed estroversione, i due tratti ci appartengono (in misura maggiore o minore) entrambi. Se non fosse così saremmo con altissime probabilità in un'astrazione ed in una patologia.
     
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  7. marcello.difiore
     
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    Quando arrivai sul forum avevo alcune certezze : di essere introverso, che l'introversione fosse una prevalenza della riflessione rispetto al contatto con la realtà, e che esisteva un continuum tra estroversi ed introversi. Quest'ultima certezza mi derivava dal fatto che fosse l'assunzione più semplice da fare e nella scienza vale il principio che, in prima approssimazione, e' vera l'assunzione più semplice. Frequentando il forum la prima certezza, quella di essere introverso, si e' rafforzata. Le altre due sono decadute. La seconda e' decaduta perché il contatto con la realtà non e' fatto solo di contatto con i propri simili. I miei fratelli estroversi dimostrano un bisogno di maggiore contatto con i propri simili ma molto meno con il resto. Io dimostro meno bisogno di contatto con il prossimo ma molto, molto di più, con tutto il resto. Per essere più chiaro, non c'è dubbio che in una discoteca affollata funzionino meglio i miei fratelli e che in una libreria funzioni meglio io. I propri simili sono una piccola parte della realtà che diventa maggioritaria solo se si assume un punto di vista antropocentrico. Alla fine, ribaltando la visione iniziale, sono convinto di avere più contatto con la realtà io che i miei fratelli. Sulla terza ipotesi mi sono detto che, forse, se introversione ed estroversione sono paragonabili a due "sistemi operativi" ( anche se l'accostamento potrebbe fare inorridire gli esperti ) forse esiste si un continuum, ma come quello che c'è fra maschio e femmina, che e' un continuum certo ma disomogeneo, visto che le forme intermedie sono estremamente minoritarie. Dal basso della mia ignoranza posso solo lanciare delle ipotesi, più o meno illogiche, alle quali non attaccarsi per fede cieca. In un lontano futuro l'indagine genetica e bio-molecolare dovrebbe consentire il salto fra la deduzione e la dimostrazione.
     
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  8. Allonsanfan
     
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    Francamente preferisco la teoria del continumm. Anche nel saggio TDA viene evidenziato che ci sono troppi introversi introvertiti ed estroversi estrovertiti. E' come se il liberismo si fosse esteso ai rapporti sociali: la spinta ad essere sempre più performanti fa diventare i ricchi più ricchi e i poveri più poveri, così gli estro sono spinti a tirar fuori al massimo il loro carattere e gli intro a ritirarsi dal mondo.

    Non ricordo se l'avevo già detto, nel caso scusate se sembro ripetitivo: per me sarebbe molto utile oltre alla difesa degli introversi dai soprusi, rivalutare l'introversione come caratteristica comune e fondamentale per l'esistenza di tutti gli esseri umani, perché il tentativo di soffocare ogni parvenza di attitudine estroversa fa male a tutti, non solo ad una minoranza.
    A me da noia definirmi "introverso", mi sta stretta questa etichetta. Preferisco pensarmi coma una persone con una forte componente caratteriale introversa, differenza sottile ma importante. Le categorie non mi piacciono, come non mi piace troppo la lotta ai diritti intese come panacea di tutti i mali, che porta sempre una qualche forma di "separazione", dato che un diritto in più a un individuo, è sempre in qualche modo un qualcosa che erode la libertà di un altro individuo. Per fare un esempio pratico, trovo molto più potente, per combattere il bullismo, insegnare ai bulli che anche loro, perlomeno in parte, sono simili agli individui che trattano male, invece di rappresentare le loro vittime come una categoria diversa, da tutelare, "perché è giusto così". Mi piace molto l'idea di "vedere nell'altro una parte di noi", che non la semplice tolleranza (che finisce sempre per incrinarsi nei momenti di crisi).

    (ora vado nell'utopico) la rivalutazione dell'introversione si inserisce tranquillamente inserire nel processo di rinnovamento politico, sociale e spirituale di cui l'uomo moderno ha tanto bisogno.

    Edited by Allonsanfan - 16/9/2011, 20:00
     
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  9. marcello.difiore
     
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    Alterno momenti in cui il nome lidi mi piace ed altri in cui lo considero negativo. In questi giorni mi piace perché ho visto il cartello in ascensore in cui si parla di tutela dei non fumatori. Tuttavia ritengo che alla fine prevarrà in me l'idea che e' un'ostacolo. Per esempio ci potremmo chiamare associazione per la conoscenza dell'introversione. Se volessimo fare ricerca potremmo chiedere a tutte le persone che conosciamo di fare il test di eysenk. Riportando i dati su un piano cartesiano, con il punteggio sulle ascisse e il numero di persone sulle ordinate, troveremmo un grafico. Questo grafico che forma avrebbe? Il continuum, su cui siamo d'accordo, e' simmetrico? omogeneo? uniforme?
    Il grafico cioe' e' un segmento orizzontale? E chi lo sa'!
    Per aiutare la conoscenza sull'introversione potremmo cominciare da questo semplice esperimento.
    Per il resto sono d'accordo ed esattamente da quando ritengo di possedere anch'io nel mio dna i geni dell'omosessualita.
     
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  10. Allonsanfan
     
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    Potrebbe, come era già stato ipotizzato qui, essere come il colore dei capelli. Una percentuale chiaro/scuro, che si manifesta gradatamente dal castano scurissimo al castano quasi biondo. Probabilmente la diffusione è una curva gaussiana a distribuzione normale, con agli estremi gli iperestroversi e gli introversi propriamente detti (il che spiegherebbe la percentuale intorno al 6-8%)

    L'opera di rivalutazione dell'introversione tout court mica deve farla per forza la lidi, che è stata fondata da uno psicoterapeuta che per quanto ne so potrebbe funzionare al meglio se rimane concentrata sullo scopo principale di "richiesta di diritti". Potrebbero nascere gruppi "spin-off".
    In ogni caso non m'interessa giudicare positivamente o negativamente l'associazione (che è cmq agli inizi e mi pare presto), stavo facendo considerazioni più in generale.
    Quello che manca - ho l'impressione - è essenzialmente il materiale umano. Intanto, con le rivoluzionarie teorie psicologiche esposte in TDA, si creano le premesse per la nascita di eventuali guru "emancipati".

    Edited by Allonsanfan - 16/9/2011, 21:20
     
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  11. marcello.difiore
     
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    Il dubbio e la verifica sono l'anima della scienza. Nelle caratteristiche umane esistono solo dei continuum ma ne esistono almeno di tre tipi. Il colore della pelle e' un continuum perfetto. Qualunque punto della terra venga scelto e in qualunque direzione si proceda per descrivere una circoferenza, se si fanno delle foto ogni tot Km si vede che il colore, e anche i tratti somatici variano in maniera costante, senza salti cioe'. In una comunità fatta da un pari numero di bianchi e di neri che si incrociassero in maniera casuale si dovrebbe trovare una distribuizione del colore secondo un grafico a campana simmetrica. il
    genere e' un continuum perché esistono gli intersessuali e i transgender.
    In questo caso il continuum sarebbe rappresentato da una campana simmetrica ( nascono un po' più di donne ma la differenza e' minima ) ma rovesciata,
    concava cioe'. Infine l'orientamento sessuale e' anch'esso un continuum. Ci sono omosessuali che sono tali dalla pubertà alla morte, ci sono bisessuali con diverso grado di orientamento e ci sono gli eterosessuali che sono tali dalla pubertà alla morte. In questo caso la curva e' una campana convessa ma asimmetrica. Per il carattere introverso/estroverso quindi dovrebbe trattarsi pure di un continuum. Ma con quale curva a campana? Sicuramente convessa. Il dubbio resta sulla simmetria. Questo fino a quando non ci sara un esame strumentale. Io tremo al pensiero che dall'amniocentesi si possa sapere tutto sul nascituro. Magari un giorno un'esame strumentale dimostrerà che c'è una differenza tra l'attività del cervello durante il sonno tra introversi ed estroversi.
    In tal caso la curva si potrà disegnare e si saprebbe con certezza se e' simmetrica o asimmetrica.

    Poiché accettiamo con tranquillità la distinzione tra maschio e femmina, omosessuale ed eterosessuale, bambino ed anziano, perché mai dovrebbe spaventare una distinzione tra introverso ed estroverso? La distinzione, l'etichetta, c'è e al tempo stesso non c'è. Questo e' possibile perché nel codice genetico c'è di più di quello che si manifesta e vediamo, ci sono progetti silenti che non riguardano noi ma che possono attivarsi nella discendenza che lasciamo. Estroversi ed introversi sperimentano modi di vivere diversi ma ritengo che entrambi i progetti siano patrimonio di ogni individuo. Si era arrivati a questa deduzione considerando l'inestinguibilita dell'introversione.
    Ma anche se non fosse così lo scorporo non c'è per una seconda considerazione, quella sulla selezione di gruppo per cui entrambe le caratteristiche sono necessarie per il successo evolutivo della specie.

    Da più voci arriva l'invocazione al pericolo di una label e di uno scorporo. L'ultima una psicologa estroversa registratasi in Altrilidi. Sono riflessioni che, secondo me, partono dall'idea pregiudiziale di assumere il ragionamento più semplice e che sia solo una mossa tattica per avanzare il diritto in più e per pilotare furbamente un gruppo di persone. L'idea più semplice ancora, quella dell'indagine scientifica della natura che non si preoccupa n'è dell'esigenza umana di catalogare ne di moralità, chissà perche' viene ignorata. Con questo pericolo del fraintendimento tra tutela di diritti/avanzamento della conoscenza bisognerà fare i conti.
     
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  12. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (marcello.difiore @ 17/9/2011, 09:12) 
    Poiché accettiamo con tranquillità la distinzione tra maschio e femmina, omosessuale ed eterosessuale, bambino ed anziano, perché mai dovrebbe spaventare una distinzione tra introverso ed estroverso? La distinzione, l'etichetta, c'è e al tempo stesso non c'è.

    Sicuramente la distinzione di genere (maschi e femmine) è ineliminabile, nonostante l'eccezione dei trans, però ad esempio quella tra omosessuali ed eterosessuali è molto meno pacifica. Nell'antica grecia e nell'impero romano la maggioranza della popolazione era bisessuale. Semplicemente, non si ponevano il problema, sapevano che c'erano dei ruoli (la famiglia ufficiale), ma poi uno poteva divertirsi con chi preferiva.
    Adesso il retaggio cristiano è sempre fortissimo, quindi le distinzioni le facciamo, ma non è escluso che non si ritorni ad una società bisessuale, dato che la morale cristiana sta gradatamente sparendo.
    Quindi, se persino l'etichetta sulla sessualità è potenzialmente controversa, perché non dovrebbe valere per introversi ed estroversi? Oggi sicuramente la categoria degli intro è molto evidente e differenziata a causa di come è fatta la nostra società, ma chi ci dice che in futuro sarà così?
     
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  13. marcello.difiore
     
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    Ok, chiaro.

    Rispondo ora all'idea del guru. Ho provato a contattare Alessandro Gassman ma persomaggi così famosi blindano i loro contatti. Peccato, perché sarebbe stato un'ottimo guru mediatico, sempreche' fosse stato interessato. Credo che restino solo due vie. La prima e' che studenti di psicologia facciano delle tesi di laurea sull'introversione attingendo alla lidi. La seconda quella di partecipare a manifestazioni con le insegne degli introvesi. Potremmo finire pure in Tv. A qualche manifestazione a Roma sarei disposto a partecipare. Escludendo manifestazioni femministe e gay pride, sulle quali non possiamo pensare di avere unanime convergenza c'è tutto il resto. La prossima manifestazione e' quella pro-palestinesi.
     
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  14. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    l'introversione e l'estroversione sono due poli e in quanto tali in natura non si verificano mai, noi siamo puntini in mezzo ai due estremi e ognuno in varia misura contiene sia intro che estroversione.
    secondo me il problema dell'autodefinizione è un falso problema, capisco le argomentazioni di chi lo sosteine, ma si tratta del vecchio argomento del sorites (che tra l'altro è valido per quanlunque tipo di definizione) e nella pratica è ovvio che una definizione si dà, dunque io penso che tutti i problemi di autofefinizione e simile derivino semplicemente dal fatto che uno non si accetta (in questo caso come introverso).
     
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  15. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 21/9/2011, 10:18) 
    l'introversione e l'estroversione sono due poli e in quanto tali in natura non si verificano mai, noi siamo puntini in mezzo ai due estremi e ognuno in varia misura contiene sia intro che estroversione.
    secondo me il problema dell'autodefinizione è un falso problema, capisco le argomentazioni di chi lo sosteine, ma si tratta del vecchio argomento del sorites (che tra l'altro è valido per quanlunque tipo di definizione) e nella pratica è ovvio che una definizione si dà, dunque io penso che tutti i problemi di autofefinizione e simile derivino semplicemente dal fatto che uno non si accetta (in questo caso come introverso).

    Cos'è il sorites?
    Quindi secondo te io sono uno che non si accetta? a me non sembra, la puntigliosità qui espressa nasce proprio da un'accettazione dell'introversione e quindi, siccome in questo campo la gente fa molta confusione mi piace uscire dagli stereotipi e dire le cose come stanno. Non eri tu quella che non apprezzava le definizioni psicologiche del test myers briggs? ecco più o meno è simile la cosa. Poi è ovvio che colloquialmente sono più terra terra, è che qui siamo finiti sull'argomento e mi sono dilungato.

    Edited by Allonsanfan - 25/9/2011, 15:11
     
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16 replies since 15/9/2011, 15:58   944 views
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