non sentirsi mai se stessi

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  1. 00orange00
     
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    Continuo ad avere problemi.
    Da adolescente davo colpa all'adolescenza, in infanzia all'infanzia adesso non so più a che dare colpa, probabilmente mi devo rassegnare ad una vita così.
    Ogni volta che sono con qualcuno non mi sento me stessa mi viene da adattarmi a quello che loro dicono e quando cerco di avere una personalità mia è ancora peggio.
    Vi succede?
    Ricordo di un ragazzo introverso che faceva parte di questo forum che mi diceva di avere questo problema , e ora ce l'ho io, credo di averlo sempre avuto ma non essermene resa conto del tutto.
    Sarà un'altra cosa che ha a che fare con l'introversione?
     
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  2. LADINTJ
     
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    Non credo che abbia a che vedere con l'introversione ma con la poca autostima, la timidezza, ecc...
    A me succedeva molto quando ero più giovane ora invece tento fin troppo dall'altra parte.
    Bisognerebbe raggiungere un equilibrio, in tutti i casi anche adesso riesco ad essere me stessa solo con poche persone che conosco bene.
     
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  3. tandream
     
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    E' tipica dell'introversione invece: ci si vuol convincere che quello che dicono gli altri sia giusto pur di sentirsi accettati e si preferisce reprimere la propria opinione. E' tipico dell'adolescenza, poi, prima o poi, passa :D
     
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  4. 00orange00
     
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    ma non sono più adolescente
     
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  5. LADINTJ
     
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    CITAZIONE (00orange00 @ 2/12/2011, 21:02) 
    ma non sono più adolescente

    La mia adolescenza se ti può consolare è finita a 35 anni... :ph34r:
     
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  6. 00orange00
     
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    in che senso? allora che cosa intendi per adolescenza?
     
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  7. Velaour
     
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    ... in effetti ...
    ricordo , nell'intervista al Dr. Anèpeta , che in media noi introversi smettiamo maturiamo intorno ai 25 anni di età .
    Ma che ne posso sapere io , è un calcolo enorme di statistica
     
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  8. tandream
     
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    Orange, per alcuni e per molti l'adolescenza non ha mai fine, ma vedrai che quello che stai passando è solo passeggero. Ti segue qualche psicologa?
     
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  9. LADINTJ
     
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    CITAZIONE (00orange00 @ 3/12/2011, 13:09) 
    in che senso? allora che cosa intendi per adolescenza?

    Intendo il passaggio tra la fase infantile e quella adulta in cui si diventa genitori di se stessi e si smette di appoggiarsi completamente agli altri per vivere.
    Concordo pienamente con quello che ti ha detto Tandream che per alcuni l'adolescenza non passa mai e questo alla lunga porta alla depressione.


    Per farti un esempio una mia amica che ha quasi 40 anni e tre figli, vive ancora come se fosse una bambina, con la mamma e il marito che le devono stare dietro in tutto ed è parecchio depressa.
     
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  10. 00orange00
     
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    No, non mi segue nessuna psicologa e preferisco così.
    Ho letto tutto vi ringrazio.
     
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  11. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (LADINTJ @ 4/12/2011, 14:00) 
    Per farti un esempio una mia amica che ha quasi 40 anni e tre figli, vive ancora come se fosse una bambina, con la mamma e il marito che le devono stare dietro in tutto ed è parecchio depressa.

    Regalale ibsen per natale!

    battute a parte, quoto quello che avete detto te e tandream. Non ci si sente se stessi quando si dipende troppo dagli altri non solo da un punto di vista materiale, ma proprio psicologico, si è troppo legati al pensiero del giudizio degli altri e ci si ripara dietro "maschere", ma sono difficili da scovare questi comportamenti falsati, li adottiamo in modo inconscio.
     
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  12. LADINTJ
     
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    Una psicologa, o una figura matura che funge da guida a pare mio aiuta a fare questo passaggio nei casi, come nel mio..., in cui le figure genitoriali non sono state in grado di impersonare quel ruolo. Nel caso della mia amica ad esempio la mamma che la accudisce a 40 anni come se fosse ancora una bambina, è un grave limite.
    Non sempre le figure genitoriali sono palesemente nocive. Non so se ho reso bene l'idea.
     
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  13. imperia69
     
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    Più che bassa autostima, l'adeguarsi ai desideri degli altri, può avere a che fare con un bisogno di armonia, di non entrare in conflitto (che, tra parentesi, tra gli introversi è accentuato) e al sentirsi in colpa se non ci si conforma all'immagine che gli altri vogliono di noi.
    In questo caso, un* psicolog* potrebbe aiutarti a "rafforzare" la tua capacità di opporti, di sopportare la tensione causata da questa disarmonia.
    Magari però ci sono anche altre strade per fare questo.
     
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    CITAZIONE (00orange00 @ 1/12/2011, 16:17) 
    Ogni volta che sono con qualcuno non mi sento me stessa mi viene da adattarmi a quello che loro dicono e quando cerco di avere una personalità mia è ancora peggio.
    Vi succede?

    Tipico dei giovani, tra i quali gli introversi sono bravi ad accorgersene. La nostra gioventù, adolescenza, immaturità, chiamala come ti pare, dura molto a lungo, come già detto.
    Il tuo senso d'identità non è abbastanza forte, quindi temi di perdere simpatia nei tuoi confronti per il fatto che empatizzi la tua immagine con la prospettiva altrui; tu ti vedi e ti giudichi (molto) attraverso gli occhi degli altri. Ci siamo passati in tanti, io forse ci sono ancora dentro.
     
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  15. GabrieleMartino
     
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    CITAZIONE (00orange00 @ 1/12/2011, 16:17) 
    Continuo ad avere problemi.
    Da adolescente davo colpa all'adolescenza, in infanzia all'infanzia adesso non so più a che dare colpa, probabilmente mi devo rassegnare ad una vita così.
    Ogni volta che sono con qualcuno non mi sento me stessa mi viene da adattarmi a quello che loro dicono e quando cerco di avere una personalità mia è ancora peggio.
    Vi succede?
    Ricordo di un ragazzo introverso che faceva parte di questo forum che mi diceva di avere questo problema , e ora ce l'ho io, credo di averlo sempre avuto ma non essermene resa conto del tutto.
    Sarà un'altra cosa che ha a che fare con l'introversione?

    Io ho capito poche cose. Ho capito che non ho il controllo di cio che mi sta intorno e che non sono nemmeno una causa delle azioni che faccio. La paura c'era e forse c'è ancora ma non mi concepisco più come una causa. Ad esempio le mie azioni implicano delle conseguenze. Lo so che posso anche farmi male e prima pensavo di poterne fare ad altri ma è meglio vivere decentrati. Prima di tutto volevo dirti che non essendo una causa agente non ho nemmeno il senso di colpa. E' dura perchè vale il principio mors tua vitae mea in alcune circostanze però si formano dei colpi equilibrati tra persone in cui alla fine si esce patti. Il dolore c'è sempre non si può annulare anzi più lo si vive meno male si sente. Anche io spesso non posso essere me stesso. Per esempio con mia madre è un continuo battibecco e io che dovrei andare via di casa non la sopporto, anche lei non mi sopporta quando invado il territorio comune. Adattarsi all'altro mi succedeva però adesso mi pongo una domanda, costantemente durante il giorno e mentre vivo e la tengo nella mia stessa testa. Cosa mi rende felice in questo momento? Mentre cammino per la strada me lo chiedo e vado nella direzione di ciò che mi rende felice. A volte le preoccupazioni ci sono, ma se ci rifletto per la maggior parte del tempo sono pensieri che ho fatto prima in un altro o nello stesso luogo in cui mi trovo. Perciò adesso cerco di godermi quello che mi passa a fianco. Alla fine la domanda non diventa nemmeno più una domanda ma un attidudine. La gente mi dice che sono scemo perchè credo nella felicità o banale ma più divento felice e meno gli do retta. Una cosa l'ho capita, Se uno non si fa mai questa domanda non può arrivare ad essere felice. Cioè potrei essere felice perchè trovo statitisticamente qualcosa ma non perchè l'ho scelto deliberatamente. Sono sicuro che sei una bella persona e non credo tu sia causa di qualcosa di brutto (questa è l'impressione che ho di questo forum).
     
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14 replies since 1/12/2011, 16:17   767 views
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