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elisabet.
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Le donne normali
Tutti i fiori del deserto sono vicini alla luce. Tutte le belle donne sono quelle che ho visto, quelle che vanno in giro con cappotti lunghi e minigonna, quelle che odorano di pulito e sorridono quando le guardano. Senza forme perfette, senza tacchi da vertigine.
Le donne più belle attendono l’autobus nel mio quartiere, o acquistano le borse nei negozi di saldi. Si truccano gli occhi come a loro piace e le labbra col rossetto comprato dal cinese.
I fiori del deserto sono le donne che hanno il sorriso negli occhi, quelle che ti accarezzano le mani quando sei triste, quelle che smarriscono le chiavi in fondo al cappotto, quelle che mangiano la pizza con la comitiva di amici, ma piangono solo con pochi di loro, quelle che si lavano i capelli e li fanno asciugare al vento.
Le bellezze vere sono quelle che bevono birra e non si preoccupano di quante patate hanno mangiato, quelle che si siedono nelle panchine del parco con delle buste, quelle che accarezzano con tenerezza i cani che gli si avvicinano ad odorarle. Le bellissime dame che mettono la tuta di domenica. Quelle che odorano di lampone e caramelle di liquirizia.
Le belle donne non si vedono nelle riviste, loro le danno un’occhiata quando sono dal medico, e aspettano trepidanti col vestito di fragole il fidanzato. E ridono liberamente alle barzellette della tv e ingoiano la partita di calcio in cambio di un bacio.
Le donne normali sprigionano bellezza, no glamour, consumano i loro sorrisi guardando negli occhi, e accavallano le gambe e inarcano la schiena. Vengono nelle foto attorniate di gente senza rittocchi, sganasciandosi dalle risate, abbracciando i suoi con la felicità imbottigliata dei grandi gruppi.
Le donne normali sono le bellezze autentiche, senza matite ne gomme. I fiori del deserto sono quelle donne che ti stanno accanto. Quelle che ti amano e che amiamo. C’è solo bisogno di guardare oltre l’apparenza, oltre gli occhioni, oltre le gambe scolpite, oltre il seno da vertigine. Effimeri adorni, vestigia del tempo, nemico della forma e nemico dell’anima. Vertigine da dive e pianto da principesse.
La vera belleza è nelle rughe della felicità...
Mario Vargas Llosa
Premio Nobel Letteratura 2010
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PasKaline.
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Un brano molto bello, delicato e intenso. Finalmente un elogio alla normalità, alla bellezza delle donne (e degli uomini) che vivono vite normali, quotidiane, come quelle di tutti quanti, in un mondo che invece celebra, e ricerca sempre, a tutti i costi, l'eccezionalità, in cui la diversità è bella solo se diventa un segno di distinzione elitaria. Avere una vita normale non significa necessariamente avere una vita banale e insignificante, inutile.
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francescoburich.
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Mi commuove e mi spinge al mi passato più bello...quando credevo e sentivo l'amore di una donna ke mi era accanto e seduti accanto in un prato verde..il vento accarezzava dolcemente i suoi biondi capelli e il silenzio accarezzava dolcemente il nostro cuore.. .
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