Una visione serena del mondo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. bum64
     
    .

    User deleted


    Se va bene, vivo con un sottofondo di inquietudine e apprensione, come una sorta di ansia da prestazione riferita al vivere stesso. Vivo con l'angoscia del non accettare "cio che è, così com'è", ma con la consapevolezza che neppure accettarlo andrebbe bene. Si potrebbe provare ad acquietarci nell'accoglimento pieno del Mondo così come l'abbiamo trovato. Ma, assieme alla scoperta che possiamo modificarlo, costruirlo, dargli una direzione (e per Mondo intendo anche noi stessi e le circostanze a noi più prossime), lo svelarsi che in qualche modo ciò è proprio ciò che siamo tenuti a fare, che questo non è soltanto una possibilità, ma una sorta di strano "dovere". Chi non sente la necessità imperiosa di realizzarsi, di compiersi? Non mi pare che si possa trovare un equilibrio tra le due opposte istanze, tra fare e non fare, ma, forse occorrerebbe capire quale possa essere il principio unico che le ricomprenda entrambe, sì che basterebbe allinearsi a questo, per poter trovare in questo serenità.
     
    Top
    .
  2. ciaoamore
     
    .

    User deleted


    vivere con un sottofondo di tristezza deve essere la cosa piu' brutta che ci possa essere
     
    Top
    .
  3. Diogene W
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Se va bene, vivo con un sottofondo di inquietudine e apprensione, come una sorta di ansia da prestazione riferita al vivere stesso. Vivo con l'angoscia del non accettare "cio che è, così com'è", ma con la consapevolezza che neppure accettarlo andrebbe bene. Si potrebbe provare ad acquietarci nell'accoglimento pieno del Mondo così come l'abbiamo trovato. Ma, assieme alla scoperta che possiamo modificarlo, costruirlo, dargli una direzione (e per Mondo intendo anche noi stessi e le circostanze a noi più prossime), lo svelarsi che in qualche modo ciò è proprio ciò che siamo tenuti a fare, che questo non è soltanto una possibilità, ma una sorta di strano "dovere". Chi non sente la necessità imperiosa di realizzarsi, di compiersi? Non mi pare che si possa trovare un equilibrio tra le due opposte istanze, tra fare e non fare, ma, forse occorrerebbe capire quale possa essere il principio unico che le ricomprenda entrambe, sì che basterebbe allinearsi a questo, per poter trovare in questo serenità.

    Per me tutto dipende dal fatto che in realtà non sappiamo che cacchio fare su questa terra, e quindi risulta incredibilmente frustrante cercare una strada che assicuri davvero la felicità (sebbene tutti sappiamo che questa strada non esiste).

    Io ormai ho capito che uno dei miei tanti problemi è concentrato nel famosissimo: "Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere." Non so se vale anche per te.

    Se posso fare qualcosa, just ask ^_^
     
    Top
    .
  4. bum64
     
    .

    User deleted


    Mi basterebbe molto meno della felicità.... Sono preso da uno scoramento assoluto.
     
    Top
    .
  5. alexey86
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Diogene W @ 4/5/2012, 01:05) 
    CITAZIONE
    Se va bene, vivo con un sottofondo di inquietudine e apprensione, come una sorta di ansia da prestazione riferita al vivere stesso. Vivo con l'angoscia del non accettare "cio che è, così com'è", ma con la consapevolezza che neppure accettarlo andrebbe bene. Si potrebbe provare ad acquietarci nell'accoglimento pieno del Mondo così come l'abbiamo trovato. Ma, assieme alla scoperta che possiamo modificarlo, costruirlo, dargli una direzione (e per Mondo intendo anche noi stessi e le circostanze a noi più prossime), lo svelarsi che in qualche modo ciò è proprio ciò che siamo tenuti a fare, che questo non è soltanto una possibilità, ma una sorta di strano "dovere". Chi non sente la necessità imperiosa di realizzarsi, di compiersi? Non mi pare che si possa trovare un equilibrio tra le due opposte istanze, tra fare e non fare, ma, forse occorrerebbe capire quale possa essere il principio unico che le ricomprenda entrambe, sì che basterebbe allinearsi a questo, per poter trovare in questo serenità.

    Per me tutto dipende dal fatto che in realtà non sappiamo che cacchio fare su questa terra, e quindi risulta incredibilmente frustrante cercare una strada che assicuri davvero la felicità (sebbene tutti sappiamo che questa strada non esiste).

    Io ormai ho capito che uno dei miei tanti problemi è concentrato nel famosissimo: "Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere." Non so se vale anche per te.

    Se posso fare qualcosa, just ask ^_^

    Io sto vivendo benissimo senza saperlo e preferisco non saperlo per costruire la mia vita come piace più a me :)
     
    Top
    .
  6. bum64
     
    .

    User deleted


    Fa' ciò che vuoi...
     
    Top
    .
  7. ciaoamore
     
    .

    User deleted


    Ragazzi la felicità sta nella semplicità di animo e di pensiero dal conoscersi ed accettarsi e accettare gli altri senza questo principio non si va da nessuna parte.
     
    Top
    .
  8. Diogene W
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Mi basterebbe molto meno della felicità.... Sono preso da uno scoramento assoluto.

    Riesci a tradurre i tuoi bisogni interni in un cambiamento esterno, qualcosa di tangibile su cui puoi intevenire?

    CITAZIONE
    Ragazzi la felicità sta nella semplicità di animo e di pensiero

    Chi ha un'anima complicata si spegne e soffre, con la semplicità d'animo. Non è così immediata la cosa.

    CITAZIONE
    dal conoscersi ed accettarsi

    In realtà penso che l'accettazione escluda il conoscersi e viceversa. é un po' la battaglia fede vs scienza. Se vuoi conoscerti, significa che non ti sei accettato. O forse no. :hmm.gif:
    CITAZIONE
    e accettare gli altri

    Peccato che ci sia sempre un limite per questo (se no ci si fa facilmente mettere i piedi in testa), e non è un limite facile da identificare. Per lo meno da me ^_^
     
    Top
    .
  9. Franz86
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Diogene W @ 5/4/2012, 20:20) 
    In linea generale, la serenità è ignoranza. Se riesci a drogarti di qualcosa (alcool/cocaina o musica/letteratura, è lo stesso) a tal punto da non ricordarti più perché ti facevi dei problemi, eccoti servito la serenità. Bisogna essere stupidi per essere felici, o così penso io.

    In primo luogo, serenità non è la stessa cosa di felicità. :nono2.gif:

    Se "bisogna essere stupidi per essere felici" essere felici significa essere stupidi? L' equazione felicità=stupidità funziona fino ad un certo punto. Fosse del tutto vera sceglierei la stupidità senza dubbio alcuno (se si potesse...).

    E comunque potenzialmente siamo tutti in grado di essere stupidi, credo che questo lo dimostri facilmente la vita di ognuno :D
     
    Top
    .
  10. Diogene W
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    In primo luogo, serenità non è la stessa cosa di felicità. :nono2.gif:

    Pienamente d'accordo. Ma la felicità non è una parola semplice, è una contenitore di influenze culturali psicologiche naturali ecc ecc . Ho scelto io la "serenità" perché è uan parola più unilaterale, e spesso viene confusa dalle persone che incontro con "felicità".

    CITAZIONE
    Se "bisogna essere stupidi per essere felici" essere felici significa essere stupidi? L' equazione felicità=stupidità funziona fino ad un certo punto. Fosse del tutto vera sceglierei la stupidità senza dubbio alcuno (se si potesse...).

    A parte il fatto che, ripeto, la definizione di Felicità è spaventosamente complessa, io non ho detto stupidità, ho detto ignoranza.. Meglio ancora: inconsapevolezza. Soltanto che tutti noi tendiamo più o meno naturalmente verso il renderci consapevoli, e forse (ma dico forse) questo è una delle cose che ci impedisce di essere felici.

    CITAZIONE
    E comunque potenzialmente siamo tutti in grado di essere stupidi, credo che questo lo dimostri facilmente la vita di ognuno :D

    Infatti siamo tutti i grado di essere felici! :lol:
     
    Top
    .
  11. Franz86
     
    .

    User deleted


    Ma in che senso la consapevolevolezza impedisce la serenità?
    Io trovo sia un discorso di prospettive, se un soggetto le amplia eccessivamente oltre la propria possibilità di azione effettiva, si negherà la possibilità di giungere alla serenità.
    Se, al contrario, il soggetto mantiene le proprie prospettive in un ambito alla sua portata, allora può avvicinarsi alla serenità.
    Questo rifiuto di allargare le proprie prospettive oltre un certo limite è una volontà di stupidità? a mio avviso no, anzi.
    Però mi servirebbero degli esempi concreti per capire esattamente a cosa ti riferisci quando affermi che "il renderci consapevoli ci allontana dall'essere felici" ( io userei più il temine sereni).
     
    Top
    .
  12. WastingLight
     
    .

    User deleted


    E' anche un mio problema ...tutt'ora non sono in pace con me stessa. Non mi piaccio, non mi piace il mio modo di essere, e di fare ...ho sempre la sensazione che potrei dare di più e che la mia indole introversa e quasi asociale sia un limite grandissimo alle mie vere potenzialità!!
     
    Top
    .
  13. Franz86
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (WastingLight @ 19/5/2012, 09:49) 
    E' anche un mio problema ...tutt'ora non sono in pace con me stessa. Non mi piaccio, non mi piace il mio modo di essere, e di fare ...ho sempre la sensazione che potrei dare di più e che la mia indole introversa e quasi asociale sia un limite grandissimo alle mie vere potenzialità!!

    Questo è interessante perchè leggo un bel pò di introversi che per l'appunto trovano la loro introversione un limite. In parte era così anche per me, fino a qualche anno fa. Ora la trovo assolutamente naturale, mi sento bene con me stesso, e questo mi consente, in alcuni contesti, perfino di giocare a fare l'estroverso... so benissimo che è una recita, però mi riesce decentemente. Tempo fa non ci sarei mai riuscito.
    Le mie potenzialità poi (non che siano enormi :lol: ), le trovo sempre più inscindibilmente unite proprio all'introversione.

    "Le grandi epoche della nostra vita si hanno quando noi abbiamo il coraggio di ribattezzare il nostro male come quel che abbiamo di meglio"
    F.W. Nietzsche - "Al di là del bene e del male"
     
    Top
    .
  14. bum64
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    "Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere."

    E' il punto centrale del mio dilemma! Come possiamo comprendere cosa va accettato e cosa no? E per quello che va cambiato, in che direzione, verso quale scopo, possiamo muoverci?

    Ci sarà un principio che possiamo prendere come criterio a cui attenerci per saper distinguere quando accettare e quando no?

    L'Uomo ha scopi che travalicano se stesso, oppure l'unico scopo che possiamo arrivare a darci è quello della ricerca della serenità o felicità, come mi pare dicano filosofie come il buddhismo?
     
    Top
    .
  15. Franz86
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (bum64 @ 20/5/2012, 10:16) 
    CITAZIONE
    "Che io possa avere la forza di cambiare le cose che posso cambiare, che io possa avere la pazienza di accettare le cose che non posso cambiare, che io possa avere soprattutto l'intelligenza di saperle distinguere."

    E' il punto centrale del mio dilemma! Come possiamo comprendere cosa va accettato e cosa no? E per quello che va cambiato, in che direzione, verso quale scopo, possiamo muoverci?

    Ci sarà un principio che possiamo prendere come criterio a cui attenerci per saper distinguere quando accettare e quando no?

    L'Uomo ha scopi che travalicano se stesso, oppure l'unico scopo che possiamo arrivare a darci è quello della ricerca della serenità o felicità, come mi pare dicano filosofie come il buddhismo?

    Eh :D
    Mi sa che è il punto centrale dei dilemmi di miliardi di persone da millenni.
    Nessuno può dare risposte precise a queste domande con cognizione di causa. Non con argomenti razionali universalmente comprensibili.

    Le fedi nascono per questo, perchè ad un certo punto c'è chi si stanca di arrovellarsi con domande senza risposta e semplicemente arriva a credere in qualcosa. Per fede appunto. Ma sono scelte personali. Ognuno fa quel che sente sia giusto fare, e si da le risposte che trova più in accordo con il proprio sentire. Ma non è assolutamente indispensabile abbracciare una fede per arrivare alla serenità. E' una via come tante altre.

    Può essere che lo scopo ci sia, può essere che lo scopo non ci sia, può essere che lo scopo ce lo si da. La soluzione la puoi trovare solo in te, e chissa quanto tempo ti ci vorrà ...

    L'unica cosa che mi sento di dire è che sarebbe il caso di diffidare di chiunque dia risposte troppo chiare e nette a certe domande. Ma, anche qui, potrei sbagliare.

    Certo è solo che, finchè ci si tormenta, non si è sereni.
     
    Top
    .
39 replies since 18/3/2012, 21:24   801 views
  Share  
.
Top