Una visione serena del mondo

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  1. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    partendo da qui:

    Da ragazzo, Theodore, te ne stavi lunghe ore
    sulla riva del torbido Spoon
    a fissare con occhi incavati la tana del gambero,
    in attesa di vederlo, mentre spinge avanti,
    prima le antenne ondeggianti, come festuche,
    e poi subito il corpo, color steatite,
    gemmato con occhi di gaietto.
    E ti chiedevi rapito nel pensiero
    cosa sapesse, cosa desiderasse, e perché mai vivesse.
    Ma poi il tuo sguardo si volse agli uomini e alle donne
    che si nascondono nelle tane del destino in grandi città,
    per veder uscire le loro anime,
    e così capire
    come vivessero, e per che cosa,
    e perché s'affannassero tanto a strisciare
    lungo la strada sabbiosa dove manca l'acqua
    quando l'estate declina.


    (Edgar Lee Masters, "Antologia di Spoon River", "Theodore il poeta")

    io vorrei arrivare a questo livello:

    (C.Lévi-Strauss, "Tristi tropici")
    "Il mondo è cominciato senza l'uomo e finirà senza lui. Le istituzioni, gli usi e i costumi che per tutta la vita continuerò a catalogare e a cercare di comprendere, sono un'efflorescenza passeggera di una creazione rispetto alla quale non hanno senso alcuno, se non forse quello di permettere all'umanità di sostenervi il suo ruolo"

    personalmente farei incidere questa frase sull'architrave di tutte le scuole, anche le elementari. credo che cambierebbe di molto il rapporto che l'uomo ha con il mondo e con sè stesso.

    su questo argomento c'è un articolo interessante su nilalienum: http://www.nilalienum.it/Sezioni/Aggiornam...a/BucoNero.html
     
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  2. Diogene W
     
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    Vorrei incorniciarle, le tue parole, perché rappresentano con estrema precisione anche il mio, di dilemma. Le uniche risposte che ho sono quelle della gente per la quale tutto ciò non è un problema: loro seguono l'istinto, non si chiedono perché, e vanno avanti senza crearsi tanti problemi.
    CITAZIONE
    Come possiamo comprendere cosa va accettato e cosa no?

    :(

    CITAZIONE
    E per quello che va cambiato, in che direzione, verso quale scopo, possiamo muoverci?

    Le persone "normali" si muovono senza neanche accorgersene verso la direzione che viene loro imposta dalla società, dalla natura, ecc ecc. Più vado avanti, più ho difficoltà ad imitarli. Non si rendono conto della quantità di decisioni che prendono senza poter davvero scegliere? Bisogna essere ciechi per vivere, allora? Ciechi per essere felici?

    CITAZIONE
    Ci sarà un principio che possiamo prendere come criterio a cui attenerci per saper distinguere quando accettare e quando no?

    Lo sto disperatamente cercando, questo principio. Secondo me c'è, anzi, in realtà si potrebbe prendere qualsiasi principio e porlo a base di un'esistenza (però bisogna accettare che non è un principio universale, ma solo personale, cosa che adesso sono persino ben disposta a fare). Da lì si estrapolano le regole su cui si può basare il nostro comportamento, compreso ciò che possiamo accettare o no.

    CITAZIONE
    L'Uomo ha scopi che travalicano se stesso, oppure l'unico scopo che possiamo arrivare a darci è quello della ricerca della serenità o felicità, come mi pare dicano filosofie come il buddhismo?

    Io razionalmente credo nel buddhismo, nella serenità e nell'arrivare ad un punto armonico con l'universo per il quale vivo senza particolare preoccupazioni aspettando "serenamente" la mia morte. Ma poi questo si scontra con la speranza di poter cambiare, quell'universo, o di poter andare al di là di tutto, cercare i limiti dell'essere umano e sfidarli, tentare l'estremità dell'umanità e del dolore, perché se no perché non morire adesso? Se passerò il resto della mia vita in pace, perché non morire, che è la pace per eccellenza?
     
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  3. Origin753
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 6/4/2012, 21:05) 
    CITAZIONE
    perchè dev'essercene uno?

    Perché noi siamo fatti per cercare la felicità (così le discussioni si collegano). Ma se la felicità non è il motivo per cui siamo sulla terra, che cosa diavolo dobbiamo fare??

    Più che ricerca della felicità non è meglio definirla "soddisfazione dei bisogni" (deformazione da studi scolastici: ho fatto Ragioneria) fino ad arrivare all'assenza di bisogni? E' un concetto molto simile, ma non uguale. Felicità mi sa di qualcosa di grosso e per certi versi irraggiungibile, per me è l'assenza totale dei bisogni, il pieno raggiungimento degli scopi. Per me è impossibile da raggiungere. A volte si commettono atti stupidi, con conseguenze negative, perché sorge un bisogno e si cerca un modo per soddisfarlo, più il bisogno è forte e richiede di essere soddisfatto meno si tende a pensare alle conseguenze. Se le conseguenze sono negative poi non si sarà felici. Meglio, cioè limitando le conseguenze negative, si riescono a soddisfare i bisogni, più si sta meglio e si tende alla felicità.

    CITAZIONE (alexey86 @ 17/5/2012, 13:06) 
    Io sto vivendo benissimo senza saperlo e preferisco non saperlo per costruire la mia vita come piace più a me :)

    Sono d'accordo, penso che sia questo l'atteggiamento giusto. Vivere la vita come più piace, prenderla come viene, accontentandosi delle piccole cose, delle piccole gioie, soddisfacendo i bisogni un poco per volta.

    CITAZIONE (Diogene W @ 17/5/2012, 23:48) 
    In realtà penso che l'accettazione escluda il conoscersi e viceversa. é un po' la battaglia fede vs scienza. Se vuoi conoscerti, significa che non ti sei accettato. O forse no. :hmm.gif:

    Mh secondo me no. :hmm.gif: Se vuoi conoscerti vuol dire che stai cercando di accettarti, oppure che ti sei già accettato, ma vuoi migliorarti. Vuoi accettarti sempre di più o hai preso atto, hai accettato la base e stai prendendo le misure per migliorare.

    CITAZIONE (Franz86 @ 18/5/2012, 12:26) 
    Se "bisogna essere stupidi per essere felici" essere felici significa essere stupidi? L' equazione felicità=stupidità funziona fino ad un certo punto. Fosse del tutto vera sceglierei la stupidità senza dubbio alcuno (se si potesse...).

    Ignorance is bliss, intelligence is painful si dice in inglese.
    Per me bisogna avere quell"ignoranza" (metto tra virgolette perché non mi viene un termine migliore) dei bambini, che non sanno le cose e soprattutto non hanno gli strumenti (il pensiero) per elaborarle.
    L'infanzia è un periodo beato, a livello mentale, perché l'attività mentale è più semplice, non è ancora sviluppata. Il Pensiero è una cosa bellissima, ma è un'arma a doppio taglio. E può fare un male del diavolo!

    CITAZIONE (WastingLight @ 19/5/2012, 09:49) 
    E' anche un mio problema ...tutt'ora non sono in pace con me stessa. Non mi piaccio, non mi piace il mio modo di essere, e di fare ...ho sempre la sensazione che potrei dare di più e che la mia indole introversa e quasi asociale sia un limite grandissimo alle mie vere potenzialità!!

    Tanto per cominciare dovresti provare ad accettarti, ad accettare la tua indole che ha tantissimi punti di forza. Anche la stessa asocialità, può essere un punto di forza. Devi trovare il modo per utilizzarla al meglio. Un esempio: L'Osservazione partecipante (il mio adorato Hobby :clap.gif: ). Il termine l'ho preso in prestito dalla sociologia perché il procedimento di fatto è lo stesso. L'asocialità, il guardare il mondo, le altre persone dall'esterno può aiutarti a comprenderlo meglio, a capire i meccanismi, a notare delle cose che se tu partecipassi e fossi coinvolta nei processi non noteresti. Immagina il mondo come un labirinto dove tu sei persa all'interno e non riesci a trovare l'uscita. e' difficile dall'interno trovarla perchè vedi siepi altissime, non riesci a stabilire la forma, a capire come il labirinto è fatto. Guardandolo dall'esterno, da un aereo è molto più facile. L'asocialità ti condanna in qualche modo, ma può essere molto molto utile. Può darti un occhio critico e se riesci a vedere il mondo in un certo modo può farti divertire.

    CITAZIONE (bum64 @ 20/5/2012, 10:16) 
    E' il punto centrale del mio dilemma! Come possiamo comprendere cosa va accettato e cosa no? E per quello che va cambiato, in che direzione, verso quale scopo, possiamo muoverci?

    Non so se ho capito bene cosa intendi. Vado a sensazione...Mi sembra che tu descriva una sensazione che io ho già provato e che purtroppo continuo a provare a volte e che mi stai facendo provare in questo momento. ANSIA.
    Quindi il mio consiglio è CALMA. Slow down, rallenta, affronta le cose una alla volta. Scegli una cosa che ti provoca ansia, o questa sensazione e cerca di affrontarela di concentrarti su quella. Fai finta di avere uno scatolone davanti a te con un sacco di cose, devi fare ordine, pulizia, scegliere cosa buttare e cosa, no. Prendi una sola cosa alla volta, rifletti (mi serve? Non mi serve? La posso migliorare?..). Se pensi a più cose in contampranea l'ansia cresce e la sensazione di insoddisfazione non se ne va più.


    CITAZIONE (bum64 @ 20/5/2012, 10:16) 
    Ci sarà un principio che possiamo prendere come criterio a cui attenerci per saper distinguere quando accettare e quando no?

    L'Uomo ha scopi che travalicano se stesso, oppure l'unico scopo che possiamo arrivare a darci è quello della ricerca della serenità o felicità, come mi pare dicano filosofie come il buddhismo?

    Ok scelta la prima cosa...Uh andiamo sull'esistenziale! XD Direi che Franz86 ha ragione.
    Per me la guida è la Coscienza. Quella cosa che è stata formata dalla educazione che hai ricevuto, dalle esperienze, dalle idee e dai principi che ti sono stati inculcati...L'uomo a differenza degli animali non si basa solo sull'istinto, se non avesse delle regole, materiali e morali (chiamasi Cultura) altrimenti il suo comportamento sarebbe ingovernabile. Sono necessari dei "paletti", dei punti fissi. Questi paletti sono mobili (appunto perché la cultura cambia continuamente), possono venire messi in discussione, vengono sempre messi in discussione (quando si dice "eh, i tempi cambiano!") il problema è che se cambiano i confini poi ci si sente smarriti. Le religioni rappresentano una grossissima parte di quei paletti, fissano i principi e le regole morali, hanno il compito di dare un senso alla vita, indirizzare la vita.
    La Coscienza per me è la guida di ogni uomo, quello che dà il senso alla vita perchè guida, indirizza la Vita. E' un qualcosa di costruito.
    Io sono stata educata come Cattolica, sono credente e praticante ed agisco secondo la mia Coscienza che è quindi di stampo Cristiano Cattolico e decide in base a principi di quella religione. Lo scopo della mia vita è viverla al meglio, raggiungere la famosa 2soddisfazione dei bisogni" secondo i principi cristiani, secondo la mia Coscienza.
    Il mio consiglio è prova a seguire la tua Coscienza, ha proprio il compito di ammonire o di farci star bene quando facciamo qualcosa, di decidere cosa tenere e cosa buttare, di dare un senso e la direzione alla Vita.
    Ma è diversa per ogni uomo, ogni uomo ha un diverso scopo della vita c'è chi cerca la Felicità, c'è chi cerca la Bella vita...
    Non chiedere agli altri, la risposta è dentro di te (mi sento un Santone! °__°).


    Boh, spero di aver aiutato almeno qualcuno scrivendo questa accozzaglia di riflessioni filosofiche!! ^_^

     
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  4. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Più che ricerca della felicità non è meglio definirla "soddisfazione dei bisogni" (deformazione da studi scolastici: ho fatto Ragioneria) fino ad arrivare all'assenza di bisogni? E' un concetto molto simile, ma non uguale. Felicità mi sa di qualcosa di grosso e per certi versi irraggiungibile, per me è l'assenza totale dei bisogni, il pieno raggiungimento degli scopi. Per me è impossibile da raggiungere. A volte si commettono atti stupidi, con conseguenze negative, perché sorge un bisogno e si cerca un modo per soddisfarlo, più il bisogno è forte e richiede di essere soddisfatto meno si tende a pensare alle conseguenze. Se le conseguenze sono negative poi non si sarà felici. Meglio, cioè limitando le conseguenze negative, si riescono a soddisfare i bisogni, più si sta meglio e si tende alla felicità.

    Sono pienamente d'accordo. Uso la parola Felicità per semplificare, perché il termine "bisogno" scende più a fondo e in modo più preciso nella questione, obbligandomi a dilungarmi ancora di più :D

    CITAZIONE
    Per me la guida è la Coscienza.

    Quella che noi chiamiamo "coscienza" non è nient'altro che un vincolo ai nostri bisogni primari. Anche i terroristi hanno una coscienza, ma spero che tu non voglia che loro la seguano.

    Tra l'altro credo sia la "coscienza" (però non vorrei sbagliarmi) la causa dei complessi.
     
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  5. Franz86
     
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    CITAZIONE
    Ignorance is bliss, intelligence is painful si dice in inglese.
    Per me bisogna avere quell"ignoranza" (metto tra virgolette perché non mi viene un termine migliore) dei bambini, che non sanno le cose e soprattutto non hanno gli strumenti (il pensiero) per elaborarle.
    L'infanzia è un periodo beato, a livello mentale, perché l'attività mentale è più semplice, non è ancora sviluppata. Il Pensiero è una cosa bellissima, ma è un'arma a doppio taglio. E può fare un male del diavolo!

    Nietzsche scriveva:
    "Maturità nell' uomo: significa aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva nei giuochi"
     
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  6. Diogene W
     
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    Perché allora vogliamo tutti farci insegnare da gente con esperienza e non dai bambini? Tralasciando le risposte più ovvie (perché non sono cretina): io cresco con persone che vogliono che dimentichi a tutti i costi la pazzia e la bellezza dell'essere bambini.

    Tutti credono che la saggezza risieda nell'esperienza, ma non è così, anzi :angry:
     
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  7. Ember
     
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    Il gioco è la forma più alta di creatività secondo me... mi dispiace molto per gli adulti che non sanno farlo.
     
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  8. Franz86
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 22/5/2012, 01:20) 
    Perché allora vogliamo tutti farci insegnare da gente con esperienza e non dai bambini? Tralasciando le risposte più ovvie (perché non sono cretina): io cresco con persone che vogliono che dimentichi a tutti i costi la pazzia e la bellezza dell'essere bambini.

    Tutti credono che la saggezza risieda nell'esperienza, ma non è così, anzi :angry:

    Perchè ci facciamo insegnare cose che in fondo, a livello di crescita interiore, spesso contano una beneamata fava (più che altro dobbiamo impararle per fini strumentali). Il problema è che quelle cose là può insegnarle solo chi ci ha perso degli anni a studiarle a sua volta...

    La saggezza porta con sè la serenità: e allora non venirmi a dire tra le righe che sei più saggia tu perchè sei più giuovine, o sfrontata pulzella... :D
     
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  9. Origin753
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 21/5/2012, 23:08) 
    Quella che noi chiamiamo "coscienza" non è nient'altro che un vincolo ai nostri bisogni primari. Anche i terroristi hanno una coscienza, ma spero che tu non voglia che loro la seguano.

    Certo oltre alla Coscienza bisogna tener conto del Buon senso e delle norme civili. XD

    CITAZIONE (Diogene W @ 21/5/2012, 23:08) 
    Tra l'altro credo sia la "coscienza" (però non vorrei sbagliarmi) la causa dei complessi.

    :hmm.gif: Secondo me non proprio. La causa dei complessi, per me, è più profonda e deriva piuttosto dalla messa in discussione dei valori, dei principi, degli scopi, dei limiti di confine...Quelle cose determinano la Coscienza, che ci indica come agire, se si mettono in discussione perdono di senso e la Coscienza non sa più che da parte girarsi.

    CITAZIONE (Diogene W @ 22/5/2012, 01:20) 
    Perché allora vogliamo tutti farci insegnare da gente con esperienza e non dai bambini? Tralasciando le risposte più ovvie (perché non sono cretina): io cresco con persone che vogliono che dimentichi a tutti i costi la pazzia e la bellezza dell'essere bambini.

    Tutti credono che la saggezza risieda nell'esperienza, ma non è così, anzi :angry:

    Beh l'esperienza porta saggezza, la saggezza può portarti ad avere la serenità, l'equilibrio. L'equilibrio e la condizione migliore dopo l'"ignoranza" che nell'età adulta è impensabile.
    Purtroppo è impossibile recuperare in pieno l'"Ignoranza", quella beata ignoranza tra virgolette dei bambini, proprio per una questione fisiologica, di Sviluppo delle facoltà mentali.
    I bambini possono aiutarci a recuperare in parte un po' d'innocenza, ma è impossibile recuperare totalmente la beata "ignoranza". Un adulto non può ragionare come un bambino, non può fisiologicamente e non gli è neppure concesso a causa della società. :( :(
     
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  10. slightly_mad
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 22/5/2012, 01:20) 
    Tutti credono che la saggezza risieda nell'esperienza, ma non è così, anzi :angry:

    Concordo.Spesso i bambini con le loro azioni mi fanno ricordare alcune caratteristiche comportamentali che ho perso crescendo.Secondo me le persone diventando adulte acquisiscono più senso pratico e responsabilità , ma di saggezza non ne vedo poi tanta...
     
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39 replies since 18/3/2012, 21:24   801 views
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