Il prezzo dell'adattamento...

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  1. qualcosa91
     
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    Periodi in cui sto male e mi propongo di non cercare più di essere un altro, periodi in cui sto in uno stato quasi euforico, se non proprio tale, e parto accelerato verso l'esterno, cercando di prendere una posizione in questa società di persone. Passata l'euforia, ritorno quello di prima. Non riesco ad ambientarmi, adattarmi in alcuna maniera. Non voglio prendere quei maledetti psicofarmaci, non ne ho bisogno, non sento d'avere nulla di patologico, assolutamente nulla di patologico se sono così troppo distante dall'essere un ragazzo medio. I miei tentativi di adattamento sono sforzi immani. Non sono popolare, ma riesco a tenermi gli amici, riesco ad essere ben accetto da tutti. Eppure devo un po sforzarmi per fare questo. Il prezzo da pagare per questo è il ciclo di cui sopra faccio riferimento. Che diavolo dovrei fare allora? Uscirne? Non so, magari per uscirne prendo uno zaino e parto verso l'avventura. nella natura, fuori dalla società. Non riesco proprio a trovare un equilibrio che non sacrifichi quello che il mio animo vuole ardentemente, ovvero condurre una vita secondo i miei tempi, le mie idee... Invece non posso, devo fare le cose "come vanno fatte e subito". Questo sistema è malato, davvero tanto malato. Sono stanco, sono stufo. Triste, tanto triste per questo. Felice perchè forse adesso ho ben chiaro quello che mi serve e che voglio... Scusate il piccolo sfogo, sono certissimo capirete di cose parlo. Sono davvero a terra cari miei, davvero a terra.
     
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  2. Ember
     
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    Si, io ti capisco benissimo... soprattutto per il fatto di non riuscire a condurre una vita secondo i miei tempi e le mie idee :(
     
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  3. qualcosa91
     
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    Io ho provato a lavorare, a stare con gli altri, ma non riesco. Qui non si tratta solo di piacere, ma di necessità. Il problema più grande lo rappresenta il lavoro: giornata lavorativa di 8-9 ore escluso fine settimana e festivi di assidua collaborazione con altra gente, con cui non parlo nemmeno di tecnologia o altri interessi che possono anche lontanamente farmi piacere. Quanto sarebbe interessante, nell'ambito del proprio lavoro, parlare di cose che mi stanno tanto a cuore? Il brutto è che non esiste un luogo simile, almeno restando a lavori di tipo commerciale, lavori di tipo "pratico". So comunque che anche laureandomi, non so, in lettere e ottenendo, con tutta la fortuna del mondo, un posto da insegnante, mi troverei malissimo. Siamo pochissimi noi introversi, non riusciamo a trovarci poi per il fatto che siamo tutti così riservati e impegnati a contrastare il mondo... Poi c'è anche il fatto che molti ancora non sanno di essere introversi, non sanno di essere persone diverse. Pensano possibilmente, tantissimi di loro, di essere malati. Vanno dal dottore di turno che prescrive qualche psicofarmaco, vanno dal terapeuta di turno che li esortano a cambiare e diventare estroversi, ed ecco mescolata un'insalata che ha ripercussioni poi per tutta una vita. Questo, nel migliore dei casi. Poi capita che, dipendentemente da quanto si è introversi e da in quale ambito socio-culturale-familiare si capita, l'introverso si trovi a passare l'inferno più acceso. Ho i brividi a pensare un individuo decisamente introverso nato in una famiglia di quelle... "pratiche"; superstiziosa, molto legata agli stereotipi, molto chiusa in tutti gli ambiti... Va a finire male per un introverso che si trovi a nascere e crescere in condizioni simili. Non ho bisogno di aggiungere esempi, ipotesi di vita con tanto di particolari.

    La domanda comunque alla fine è sempre una sola: come si fa a vivere così? Perchè la vita, credo unica, per me che è così bella, tutta da scoprire, interessante da tutti i punti di vista, deve essere vissuta all'insegna dell'adattamendo, della fretta (mi sento ripetere tutti i giorni almeno una volta la frase "Sbrigati che c'ho fretta!"), del peso che ci tocca portarci dietro? Io so che sarebbe stato possibile, nel corso della storia, vivere in un non so quanti modi diversi, se solo l'uomo fosse stato un tantino più aperto verso quello che è il suo mondo interiore. Sarebbe stato molto, molto più bello vivere.

    Personalmente sono davvero confuso, non so più che fare.
     
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  4. Miyamoto Musashi
     
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    La civilta' e' dotata di innaturalezza perche' il modello di vita che propone, rispecchia solo miseramente le reali aspirazioni dell'uomo. In piu' non e' detto che un mondo migliorw sia possibile, o almeno e' cosi' nel breve-medio periodo. La difficolta' nel trovare la felicita' nella prospettiva del singolo e' ardua perche' e' necessario un intervento nel mondo esterno che se potesse obbligherebbe al conformismo. Non sta scritto da nessuna parte che si debba lavorare 4,6,8 o 12 ore al giorno.
     
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  5. qualcosa91
     
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    Vero è, il fatto è che ognuno è diverso ed ognunod vovrebbe poter scegliere in base a quello che è la propria vita, il proprio lavoro. Il problema sta poi nel fatto di rendere il lavoro o la vita in generale uguale per tutti. Ed ecco che lavorare per un certo numero di ore poi diventa la norma. Sarebbe impensabile creare dei lavori fatti su misura, totalmente impensabile.
     
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  6. Diogene W
     
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    Oh sì che capisco. E, come te, mi ritrovo senza risposte. Anche perché, al diavolo: perché io devo avere 'sti problemi mentre gli estroversi crescono in una società che è fatta per soddisfare tutti i loro bisogni? Devo lottare sulle cose che mi piacciono, su quelle che non mi piacciono, sulle persone, su di me <_< Dobbiamo imparare a prenderci cura di noi stessi, accettando che lo dobbiamo fare più degli altri.

    Per quello che ho capito bisogna inevitabilmente sacrificare qualcosa, qualcosa di importante, e fare in modo di proteggersi e garantirsi tutto il resto. Cercare lo spazio per riprendersi le proprie energie. Capire quali sono i limiti e cambiare gli schemi mentali che ci hanno inculcato per poter rispettarli (perché quegli stessi schemi non li rispettano).
     
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  7. qualcosa91
     
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    A che serve dire, imporsi di vivere secondo i propri schemi? Non serve a niente. L'introverso è se stesso solo dentro di se, non può mostrarsi per quello che è davanti agli altri, all'esterno. Questo forzato adattamento ci rende forzatamente vuoti, ci strappa via tutto. Per fortuna personalmente ho del tempo per restare da solo a riflettere, per essere me stesso. E' triste come cosa ma purtroppo che c'è da fare? Creare magari una sorta di oasi per introversi assetati di spontaneità? Per introversi che vogliono strapparsi di dosso la faccia la loro pesantissima maschera? Non so più che dire. Io come il resto degli introversi mi sento chiuso in una scatola, mi sento chiuso in una gabbia. Mi tocca indossare una pesante maschera per sopravvivere.
     
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  8. alexey86
     
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    Serve che vivi molto meglio! Mangi molta più merda ma mettendo il guadagno e la perdita nell'essere se stessi il bilancio è pesantemente in positivo!
     
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  9. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    L'introverso è se stesso solo dentro di se, non può mostrarsi per quello che è davanti agli altri, all'esterno

    Vero. Ma ha anche bisogno del giusto esterno per essere se stesso dentro di sé. Figurarsi, siamo d'accordo che il mondo opprime e soffoca la nostra mente e la nostra anima, ma il problema è che abbiamo bisogno che esista un mondo (e che sia sereno, interessante, stimolante) perché la solitudine non ci soffochi a sua volta. Dico bene?

    CITAZIONE
    Questo forzato adattamento ci rende forzatamente vuoti, ci strappa via tutto. Per fortuna personalmente ho del tempo per restare da solo a riflettere, per essere me stesso. E' triste come cosa ma purtroppo che c'è da fare? Creare magari una sorta di oasi per introversi assetati di spontaneità? Per introversi che vogliono strapparsi di dosso la faccia la loro pesantissima maschera? Non so più che dire. Io come il resto degli introversi mi sento chiuso in una scatola, mi sento chiuso in una gabbia. Mi tocca indossare una pesante maschera per sopravvivere.

    Potremmo pensare seriamente di creare qualcosa. Ma nel frattempo, siamo tutti qui che ci disperiamo della stessa situazione purtroppo -_-
     
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  10. Nicola.
     
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    CITAZIONE (qualcosa91 @ 5/5/2012, 12:47) 
    A che serve dire, imporsi di vivere secondo i propri schemi? Non serve a niente. L'introverso è se stesso solo dentro di se, non può mostrarsi per quello che è davanti agli altri, all'esterno. Questo forzato adattamento ci rende forzatamente vuoti, ci strappa via tutto. Per fortuna personalmente ho del tempo per restare da solo a riflettere, per essere me stesso. E' triste come cosa ma purtroppo che c'è da fare? Creare magari una sorta di oasi per introversi assetati di spontaneità? Per introversi che vogliono strapparsi di dosso la faccia la loro pesantissima maschera? Non so più che dire. Io come il resto degli introversi mi sento chiuso in una scatola, mi sento chiuso in una gabbia. Mi tocca indossare una pesante maschera per sopravvivere.

    ci vuole tante esercizio e tanto coraggio per prendersi dei rischi. non è assolutamente vero che l'introverso è se stesso solo dentro di sé. ci sono dei limiti che non verranno mai esternati, ma il resto è tutto da mettere in gioco nelle relazioni sociali che vai a costruirti (non parlo di amicizia, ma di qualsiasi interazione sociale). perchè, pensi che non riuscirai MAI a far capire qualcosa di te agli altri?
     
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  11. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    ci vuole tante esercizio e tanto coraggio per prendersi dei rischi. non è assolutamente vero che l'introverso è se stesso solo dentro di sé. ci sono dei limiti che non verranno mai esternati, ma il resto è tutto da mettere in gioco nelle relazioni sociali che vai a costruirti (non parlo di amicizia, ma di qualsiasi interazione sociale).

    Giusto. Senza scordare però che l'intro può "costruirsi" solo quando è da solo, mentre l'estro si costruisce quando è con gli altri (anche se, certo, tutti gli Uomini in realtà prendono coscienza di se stessi dal confronto). Il che significa che il coraggio di cui parli viene dopo la sicurezza di essere "dentro" se stessi.

    Così per specificare ^_^

     
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  12. slightly_mad
     
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    Come vedi ti capiamo tutti qui....E' il nostro dilemma comune.Magari da ragazzini ci pensiamo poco,ma appena cominciamo a crescere e a prendere veramente coscienza di noi e del mondo esterno arrivano i nodi al pettine.Il mondo per com'è fatto non ci soddisfa e il nostro "mondo interiore" rimane circoscritto dentro di noi.CHe fare? Non ho una risposta purtroppo,però posso dirti pressappoco quello che è il mio "piano" attuale.In pratica cerco di prendere dal mondo esterno quello che mi serve( soldi in primis) lavorando per fortuna in un ambiente in cui vengo si sottovalutato , ma tutto sommato mi trovo bene; e nel frattempo cerco di seguire quella che è la mia "vocazione" ossia la musica.Quindi lavoro e col ricavato riesco a mantenere lezioni private, sala prove e a comporre musica.Così in qualche modo cerco anche di esprimere me stesso in musica. Trovare il lavoro ideale è difficile specialmente per i tempi che corrono...Ma bisogna lavorare purtroppo e nel nostro caso cercare di sforzarci nei rapporti lavorativi con gli altri....Dobbiamo mettere almeno un piede in questa società per andare avanti .
     
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  13. qualcosa91
     
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    Niente di sbagliato in questo, ma, credo negli ultimi tempi di aver trovato non dico tutto ma parte di quello che sono. Come posso adesso sacrificare questo per ritornare ad indossare una pesante maschera? Tutti ne indossano una, anche gli estroversi, ma quest'ultimi ne indossano una leggera perchè in generale si adattano bene alle situazione che derivano dall'esterno. Gli introversi invece devono indossarne una pesante, decisamente, perchè non hanno quella naturale capacità di adattarsi all'ambiente che li circonda. La loro maschera la costruiscono. MEntre gli estroversi capiscono subito quello che devono fare, con un minimo di riflessione, gli introversi devono riflettere ed arrivare a certe conclusioni con il tempo. Per evitare di perdermi in particolari, come posso sacrificare i miei bisogni, le mie idee, quello che sono, un'altra volta, anche se in maniera più consapevole? Ho gia provato, come ho già detto, a lavorare, ma lo stress è stato immane. Dovrei piegarmi? Che dovrei fare per trovare il giusto compromesso? Non voglio uccidermi di nuovo perchè, appunto, questa volta ne sarei troppo consapevole.
     
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  14. Nicola.
     
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    CITAZIONE (qualcosa91 @ 6/5/2012, 16:01) 
    Niente di sbagliato in questo, ma, credo negli ultimi tempi di aver trovato non dico tutto ma parte di quello che sono. Come posso adesso sacrificare questo per ritornare ad indossare una pesante maschera? Tutti ne indossano una, anche gli estroversi, ma quest'ultimi ne indossano una leggera perchè in generale si adattano bene alle situazione che derivano dall'esterno. Gli introversi invece devono indossarne una pesante, decisamente, perchè non hanno quella naturale capacità di adattarsi all'ambiente che li circonda. La loro maschera la costruiscono. MEntre gli estroversi capiscono subito quello che devono fare, con un minimo di riflessione, gli introversi devono riflettere ed arrivare a certe conclusioni con il tempo. Per evitare di perdermi in particolari, come posso sacrificare i miei bisogni, le mie idee, quello che sono, un'altra volta, anche se in maniera più consapevole? Ho gia provato, come ho già detto, a lavorare, ma lo stress è stato immane. Dovrei piegarmi? Che dovrei fare per trovare il giusto compromesso? Non voglio uccidermi di nuovo perchè, appunto, questa volta ne sarei troppo consapevole.

    ma perchè parti dal presupposto che dovrai sempre snaturarti? non è mica vero che per sopravvivere dovremo sottostare ad un brutale adattamento. se la vuoi pensare così, bene, ma è il mondo esattamente opposto di risolvere la faccenda.

    c'è l'introverso che farà meno fatica, c'è chi ne farà molta di più e faticherà per tutta la vita. tra l'altro sei (siamo) ancora giovane, per cui probabilmente devi "assestare" la tua personalità. io 4 anni fa ero completamente diverso da ora, e tra 4 anni ci sta che cambi ancora drasticamente. insomma non avere fretta, non pensare che se tutto va male allora andrà sempre così. e non pensare che tutto andrà bene di colpo. come avevo scritto su, ci vuole tempo, "quanto" dipende da soggetto a soggetto.
     
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  15. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Dovrei piegarmi? Che dovrei fare per trovare il giusto compromesso? Non voglio uccidermi di nuovo perchè, appunto, questa volta ne sarei troppo consapevole.

    Se non puoi prendere tempo per ricaricarti di tutta l'energia persa tanto portando la maschera quanto cercando di togliertela, l'unica cosa che puoi fare è giocare di astuzia. C'è un modo per fare lo stesso lavoro che devi fare in un modo diverso da quello solito? Proporre un progetto che cambi gli schemi soliti di lavoro potrebbe essere un compromesso, e magari saresti anche ricompensato per l'originalità. No so, sparo assolutamente a caso

     
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46 replies since 1/5/2012, 23:53   714 views
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