Il prezzo dell'adattamento...

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  1. qualcosa91
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 6/5/2012, 16:10) 
    c'è l'introverso che farà meno fatica, c'è chi ne farà molta di più e faticherà per tutta la vita. tra l'altro sei (siamo) ancora giovane, per cui probabilmente devi "assestare" la tua personalità. io 4 anni fa ero completamente diverso da ora, e tra 4 anni ci sta che cambi ancora drasticamente. insomma non avere fretta, non pensare che se tutto va male allora andrà sempre così. e non pensare che tutto andrà bene di colpo. come avevo scritto su, ci vuole tempo, "quanto" dipende da soggetto a soggetto.

    Assestare la mia personalità dici? Beh, si, ho ancora troppi dubbi in testa. Troppi. Credo che se mai bastasse una vita, considerando l'età media attuale delle nostre zone, per raggiungere un certo equilibrio, sono certo che dopo mi sentirò decisamente più sollevato. Devo, ne sento il bisogno, di capire, capire di più, o almeno quanto basta, di tutto ciò che mi circonda ma soprattutto di me stesso. E' un lavoro unico, diviso a metà. Si può decidere di fare prima una metà e dopo l'altra, o tutte e due assieme. Forse non c'è un modo giusto di farlo, forse semplicemente un modo più giusto. Io personalmente faccio tutte e due assieme. Sento d'avere tanta, tantissima strada da fare ancora.

    @Diogene W

    Che lavoro dovrei fare? A questa domanda mi rispondo da solo, immaginando ciò che vuoi rispondermi tu, ovvero che è una cosa questa da ricercare in se stessi, entro le proprie possibilità, risorse, entro tutto quello che riguarda se stessi e l'esterno. Il fatto è che ho ancora un sacco di lacune in testa e l'idea di lavorare è tanto lontana quanto sconosciuta.
     
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  2. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Che lavoro dovrei fare? A questa domanda mi rispondo da solo, immaginando ciò che vuoi rispondermi tu, ovvero che è una cosa questa da ricercare in se stessi, entro le proprie possibilità, risorse, entro tutto quello che riguarda se stessi e l'esterno. Il fatto è che ho ancora un sacco di lacune in testa e l'idea di lavorare è tanto lontana quanto sconosciuta.

    Non sei ancora pronto per rispondere a questa domanda. Cerca un lavoro che ti garantisca il meno stress possibile (stress "estroverso") ma non ti lasci da solo nella tua testa (perché se no ti sentiresti in dovere di sfruttare al meglio la situazione, e non ne sei in grado). Non cercare l'ambiente che ti aiuti a toglierti i dubbi su quello che sei: cerca un ambiente che ti tolga di dosso il giustificarti con gli altri sulle cose più materiali. Devi dare spazio al tuo Io.

    Non so se riesco a spiegarmi e non so se davvero riesco ad esserti di qualche aiuto.
     
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  3. qualcosa91
     
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    Ti sei spiegata bene Diogene W. Benissimo. Dici di cercare un lavoro meno a contatto col modo d'essere estroverso e che mi permetta di provvedere alle mie spese, col compenso che ne deriva, così da potermi concentrare meglio su me stesso, su fattori soggettivi più che su fattori oggettivi, come appunto questa necessità d'essere autonomo. Ne sento la pressione più che la necessità adesso. Più in la probabilmente ciò diventerà una vera e propria necessità; col passare degli anni sentirò di più il peso dell'età e il bisogno di far fronte a certe responsabilità personali, come appunto intraprendere una qualche seria carriera lavorativa.
     
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  4. Nicola.
     
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    beh secondo me devi avere fiducia e dare tempo al tempo. nel nostro caso più che mai la pazienza e la perseveranza sono qualità obbligatorie
     
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  5. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Ti sei spiegata bene Diogene W. Benissimo. Dici di cercare un lavoro meno a contatto col modo d'essere estroverso e che mi permetta di provvedere alle mie spese, col compenso che ne deriva, così da potermi concentrare meglio su me stesso, su fattori soggettivi più che su fattori oggettivi, come appunto questa necessità d'essere autonomo. Ne sento la pressione più che la necessità adesso. Più in la probabilmente ciò diventerà una vera e propria necessità; col passare degli anni sentirò di più il peso dell'età e il bisogno di far fronte a certe responsabilità personali, come appunto intraprendere una qualche seria carriera lavorativa.

    (Provo ancora, ma non so se sono in grado di aiutarti, io mi baso sempre fin troppo su quella che è la mia personalissima esperienza)

    Cerca qualcosa a cui tieni tantissimo, e rinunciaci. Sacrifica una cosa. Una cosa fondamentale, ma unica. Ti aiuterà a scrollarti di dosso la domanda "dovrei piegarmi?", perché lo avrai già fatto, ti sarai già piegato. Tolto questo stress, lotta per tutto il resto, tutte le altre cose che ritieni importanti. Devi arrivare a dire al mondo "mi avete tolto questo? Non cederò su nient altro".

    C'è necessariamente qualcosa che devi cambiare. Se puoi, fai in modo che questa cosa sia esterna, non interna. Non cercare una soluzione o una risposta: obbliga il mondo a dartela. E con questo non dico che devi chiedere ad altri, ma devi costringere gli eventi a "parlarti" in modo diverso dal solito. Impegnati a cambiare ciò che provi, non ciò che pensi. Tanto più il mondo esterno diventa pericoloso, quanto più lo diventa la nostra testa e il rinchiudercisi dentro.
     
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  6. slightly_mad
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 8/5/2012, 21:13) 
    (Provo ancora, ma non so se sono in grado di aiutarti, io mi baso sempre fin troppo su quella che è la mia personalissima esperienza)

    Cerca qualcosa a cui tieni tantissimo, e rinunciaci. Sacrifica una cosa. Una cosa fondamentale, ma unica. Ti aiuterà a scrollarti di dosso la domanda "dovrei piegarmi?", perché lo avrai già fatto, ti sarai già piegato. Tolto questo stress, lotta per tutto il resto, tutte le altre cose che ritieni importanti. Devi arrivare a dire al mondo "mi avete tolto questo? Non cederò su nient altro".

    Penso che nella vita, senza volerlo siamo costretti a rinunciare a parecchie cose, anche le più comuni...Quindi non vedo perchè si dovrebbe rinunciare a qualcosa a cui teniamo tanto...Piuttosto direi "Rinuncio già a tante cose, ma a questa cosa a cui tengo tanto non rinuncerò....Non credi ?:)
     
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  7. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Penso che nella vita, senza volerlo siamo costretti a rinunciare a parecchie cose, anche le più comuni...Quindi non vedo perchè si dovrebbe rinunciare a qualcosa a cui teniamo tanto...Piuttosto direi "Rinuncio già a tante cose, ma a questa cosa a cui tengo tanto non rinuncerò....Non credi ?:)

    Hai ragione. ^_^ Ma è anche vero che è difficile, per noi introversi (o solo per me?) capire fino a che punto dobbiamo tentare di adattarci e fino a che punto invece è meglio che lottiamo per quello che è parte di noi. Il mondo estroverso non si ferma a mai a dirci "no, questo te lo lascio": continua a chiedere, e continua a prendere. Per questo mi aiuta pensare di cedere io, volontariamente, qualcosa a cui tengo, per poter poi sentirmi in diritto di avere tutto il resto.

    Ma alla fine i nostri discorsi discorsi, da un certo punto di vista, combaciano tranquillamente :D Solo che le prospettive sono opposte
     
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  8. slightly_mad
     
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    Si alla fine le due strade si uniscono :) Secondo me si arriverà ad un punto in cui capiremo qual' è il nostro limite di adattamento e diremo "Ok questo è il mio massimo.Più di così non posso fare." Cioè ad un certo punto bisogna accettarsi come persona introversa e concentrarsi su quello che davvero ci interessa nella vita e procedere in quella direzione .E alla fine se ci pensiamo non c'è nulla di sbagliato in noi, a parte il nostro "non accettarci" .Ma abbiamo molte qualità che parecchie persone non hanno.E' solo il contesto esterno che cozza col nostro modo di essere.Siamo come cammelli al polo nord che desiderano essere dei pinguini per adattarsi alle circostanze.Ma alla fine bisogna solo trovare il giusto habitat.E forse possiamo trovarlo dentro noi stessi.
     
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  9. Nicola.
     
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    boh secondo me non è un fatto di adattamento. in questo periodo mi sto rendendo conto di come io mi sforzi a migliorare il mio rapporto con la società, in una vasta gamma di situazioni quotidiani.

    però non cerco di farlo "alla maniera dell'estroverso", non cerco di farlo come vedo fare ad altri. cerco semplicemente di tirare fuori la mia personalità, di essere più assertivo.

    il punto non è che noi siamo fuori luogo, il punto è che noi siamo diversi ed incapaci di farlo capire agli altri. il trucco non è quindi nel normalizzarsi, ma nel far capire agli altri la nostra diversità. che non è detto che debba avere risvolti drammatici!

    ok, ci saranno quelle persone che ti etichetteranno ocme strano! ma vabbè, ripeto...non sono premi nobel in letteratura.

    io poi magari faccio questi discorsi perchè sono un po' estrovertito in certe cose. sono socievole, non ho problemi a rapportarmi con gli sconosciuti, ma al contempo non vado mai oltre, per me uno scambio di parole rimane uno scambio di parole, non sento nessuna necessità di uno step successivo, come invece fanno gli estroversi per mania di fare conoscenze. in questo senso, pur rimanendo molto riservato, non ho mai avuto problemi di sorta. non mi sono adattato, non credo, e in compenso però sono riuscito a convivere con certe situazioni. i miei problemi spaziano su altro
     
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  10. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Si alla fine le due strade si uniscono :) Secondo me si arriverà ad un punto in cui capiremo qual' è il nostro limite di adattamento e diremo "Ok questo è il mio massimo.Più di così non posso fare." Cioè ad un certo punto bisogna accettarsi come persona introversa e concentrarsi su quello che davvero ci interessa nella vita e procedere in quella direzione .E alla fine se ci pensiamo non c'è nulla di sbagliato in noi, a parte il nostro "non accettarci" .Ma abbiamo molte qualità che parecchie persone non hanno.E' solo il contesto esterno che cozza col nostro modo di essere.Siamo come cammelli al polo nord che desiderano essere dei pinguini per adattarsi alle circostanze.Ma alla fine bisogna solo trovare il giusto habitat.E forse possiamo trovarlo dentro noi stessi.

    ahahah! Ma quale cammello non vorrebbe essere un pinguino? Sono così carini!! (Lo so, sto impazzendo... :D )

    Non dimenticare comunque che noi lottiamo su due fronti: quello delle necessità "alte" (tipiche intro) e quello delle necessità di base (umane). Quest'ultimo fronte non ci dà scelta: o ci adattiamo o muoriamo (meno drammaticamente, rimaniamo senza soldi ^_^ ). Ed è qui che ci si scontra spesso con l'ostacolo più grande. Sulle faccende più materiali, dobbiamo sviluppare il nostro lato più estroverso o non sopravviviamo. E questo purtroppo ha grandissime ripercussioni sull'altro fronte, perché non possiamo scinderli.

    Se fossi fedele al 100% alla mia introversione, personalmente non mi sognerei mai di andare a cercare un lavoro né risponderei mai al telefono per paura che sia l'ennesimo rompipalle della telecom (meno male che ormai si legge il numero di chi chiama). Ma non posso. E lo capisco. Soltanto che questo "limitato estrovertimento indispensabile" cerca di prendere potere anche su tutte le altre questioni più "alte" che potrei benissimo continuare a gestire da puro introverso, se solo fossi ancora un puro estroverso.

    Insomma siamo spacciati :lol:
     
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  11. Nicola.
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 8/5/2012, 22:07) 
    Insomma siamo spacciati :lol:

    questa è la conclusione tipo di ogni tuo post trasudi ottimismo! :fisch.gif:
     
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  12. Diogene W
     
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    questa è la conclusione tipo di ogni tuo post trasudi ottimismo! :fisch.gif:

    Io sarò pessimista, ma tu sei esasperante :D
     
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  13. slightly_mad
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 8/5/2012, 22:07) 
    ahahah! Ma quale cammello non vorrebbe essere un pinguino? Sono così carini!! (Lo so, sto impazzendo... :D )

    Non dimenticare comunque che noi lottiamo su due fronti: quello delle necessità "alte" (tipiche intro) e quello delle necessità di base (umane). Quest'ultimo fronte non ci dà scelta: o ci adattiamo o muoriamo (meno drammaticamente, rimaniamo senza soldi ^_^ ). Ed è qui che ci si scontra spesso con l'ostacolo più grande. Sulle faccende più materiali, dobbiamo sviluppare il nostro lato più estroverso o non sopravviviamo. E questo purtroppo ha grandissime ripercussioni sull'altro fronte, perché non possiamo scinderli.

    Se fossi fedele al 100% alla mia introversione, personalmente non mi sognerei mai di andare a cercare un lavoro né risponderei mai al telefono per paura che sia l'ennesimo rompipalle della telecom (meno male che ormai si legge il numero di chi chiama). Ma non posso. E lo capisco. Soltanto che questo "limitato estrovertimento indispensabile" cerca di prendere potere anche su tutte le altre questioni più "alte" che potrei benissimo continuare a gestire da puro introverso, se solo fossi ancora un puro estroverso.

    Insomma siamo spacciati :lol:

    Questo lo so benissimo...Bisogna lavorare altrimenti non si campa in questo mondo.Ma secondo me per lavorare non bisogna trasformarsi in un estroverso, ma "rinforzare" il proprio rapporto col mondo esterno.Mi è capitato di leggere su internet di persone che non riescono neppure ad andare al supermercato per comprare il pane o che evitano molte situazioni, anche le più banali.Anch'io quando ero più ragazzino avevo parecchi limiti.Ma piano piano con tanti piccoli passi avanti sono riuscito a migliorarmi in questo senso.Meno di una decina di anni fa ho trovato un annuncio su un giornale in cui cercavano un musicista per una band.Ho salvato il numero ma ci ho messo un pò prima di decidermi a chiamare.Ero sul punto di lasciar perdere come facevo per tante cose, solo per il "timore" di fare quella telefonata.Alla fine non ho ceduto ed ho chiamato.Da li è cominciata la mia "avventura" come "musicista" .Ovviamente durante le prove ho avuto più volte la tentazione di lasciar perdere e ritornare a suonare in camera mia, ma per fortuna non l'ho fatto.E questo mi ha fatto fare un enorme passo avanti sia nei rapporti con gli altri,sia in termini di fiducia in me stesso.E fidatevi se vi dico che l' aver trovato il coraggio di fare quella telefonata mi ha cambiato la vita.Quindi a volte basta riuscire a fare un piccolo gesto per dare luogo ad un cambiamento.E questo vale anche per il lavoro.Anche se la tentazione di "scappare" è tanta , quando è possibile bisogna resistere e cercare di affrontare il problema.Io ovviamente non sono un estroverso ,ma riesco a rapportarmi con gli altri anche se risulto sempre uno che parla poco.Ma la gente che impara a conoscermi neanche ci fa caso.Non che il mio scopo sia nascondere la mia introversione,per carità, ma più che altro far conoscere la persona che sta dietro al ragazzo schivo e taciturno.
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 7/5/2012, 02:04) 
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    Che lavoro dovrei fare? A questa domanda mi rispondo da solo, immaginando ciò che vuoi rispondermi tu, ovvero che è una cosa questa da ricercare in se stessi, entro le proprie possibilità, risorse, entro tutto quello che riguarda se stessi e l'esterno. Il fatto è che ho ancora un sacco di lacune in testa e l'idea di lavorare è tanto lontana quanto sconosciuta.

    Non sei ancora pronto per rispondere a questa domanda. Cerca un lavoro che ti garantisca il meno stress possibile (stress "estroverso") ma non ti lasci da solo nella tua testa (perché se no ti sentiresti in dovere di sfruttare al meglio la situazione, e non ne sei in grado). Non cercare l'ambiente che ti aiuti a toglierti i dubbi su quello che sei: cerca un ambiente che ti tolga di dosso il giustificarti con gli altri sulle cose più materiali. Devi dare spazio al tuo Io.

    E che lavoro sarebbe questo?
    Guarda che oggi è difficile anche pulire i cessi o lavare i piatti.
     
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  15. Diogene W
     
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    E che lavoro sarebbe questo?
    Guarda che oggi è difficile anche pulire i cessi o lavare i piatti.

    Io non so come la pensi qualcosa91, ma da parte mia potrei fare qualsiasi lavoro (restando sempre nella sfera di quelli "introversi"), se non fosse che non riesco a non mettere in dubbio la mia identità. Non è tanto quello che uno fa, quanto la sicurezza di non perdere se stesso.

    Però, certo: la crisi peggiora le cose
     
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46 replies since 1/5/2012, 23:53   714 views
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