Foucault e Chomsky

Due grandi introversi

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  1. davidedavidedavide.
     
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    Concordo con Chomsky sul fatto che ci siano caratteristiche umane che si possono individuare anche in una cultura alienata come la nostra e con Foucault sulla necessità di criticare il potere dove esso è più subdolamente presente.

    L'argomento che Chomsky usa per sottolineare la necessità di affiancare alla critica la proposizione di un futuro mondo possibile è illuminante: Se si distrugge senza proporre il rischio è che si ricreino forme aberranti di vita, come il fascismo.
    Foucault propone invece di sospendere il giudizio su cosa fare nel futuro, propone un'epoché.
    Questo mi ricorda cosa successe dopo la rivoluzione anti-manicomiale in Italia, gli psichiatri negli anni '70 dissero che si doveva sospendere il giudizio sulla natura dell """malattia""" mentale e nel frattempo limitarsi a smantellare l'istituzione. Una sospensione del giudizio nella quale, secondo l'analisi di Anepeta, si è inserita a piene mani la lobby farmaceutica, restaurando il concetto di malattia con l'eufemismo di disturbo e giustificando altre forme di reclusione e controllo più subdole ma ugualmente para-manicomiali.
    Aggiungo che Anepeta era in disaccordo con la linea maggioritaria basagliana della sospensione del giudizio... fu ignorato dai più... ed ora che la psichiatria domina incontrastata di nuovo nel bel paese, ringraziamo chi l'ha ignorato <_<

    Al di là della mia giovine/acerba opinione,

    ecco due video che mostrano il confronto tra due grandi e coraggiosi pensatori introversi, testimonianza che le talpe riflessive possono bucare la terra, uscire ed urlare introversamente il loro NO a questo mondo e un SI ad un mondo da venire, che non è solo meramente sogno.



     
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0 replies since 22/7/2012, 14:19   66 views
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