La cultura del piagnisteo

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  1. Odile83
     
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    Lo sto rileggendo ora, non ricordo quasi nulla ma complessivamente mi era piaciuto....ci sono molte riflessioni interessanti (e giuste, secondo me)...se qualcuno l'ha letto e ne vuol ragionare, prego. :)

    www.interruzioni.com/piagnisteo.htm

    http://www.ragionpolitica.it/testo.1666.cu...iticamente.html





    Edited by Odile83 - 25/7/2012, 23:53
     
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  2. Franz86
     
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    I link a me non funzionano, ma il libro l' ho letto tempo fa, se è quello di Robert Hughes edito da Adelphi.
     
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  3. Odile83
     
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    Esatto...come l'hai trovato?
    (Ora i link dovrebbero andare)
     
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  4. Franz86
     
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    Interessante per quanto riguarda la "cultura" americana, molto ironico ( e sicuramente ad alcuni può apparire sarcastico o apertamente offensivo).
    Ha rafforzato il mio pregiudizio sulla barbarie d' oltreoceano :D

    Però è solo un saggio ricreativo, certo non un libro che cambia la vita, ecco.
     
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  5. Odile83
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 26/7/2012, 00:45) 
    Interessante per quanto riguarda la "cultura" americana, molto ironico ( e sicuramente ad alcuni può apparire sarcastico o apertamente offensivo).
    Ha rafforzato il mio pregiudizio sulla barbarie d' oltreoceano :D

    Però è solo un saggio ricreativo, certo non un libro che cambia la vita, ecco.

    Certu, dubito che sia un libro che contiene in sè questo potere, al massimo ti può far cambiare opinione su qualcosa :)
    Comunque secondo me benchè parli dell'America per certe cose gli stessi discorsi possono valere, o varranno, anche qui da noi.
     
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  6. Franz86
     
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    Certo, oltreoceano sono sempre all' avanguardia per quanto riguarda il degrado umano in tutte le sue forme, ma prima o poi arriva tutto anche qui.

    Comunque ho letto anche questo, a proposito di USA:
    CITAZIONE
    Varie volte ho fatto presente che la civiltà estrovertita sarebbe giunta in un vicolo cieco per la sostanziale miseria umana, morale e culturale che essa implica. Adesso sembra che questa “diagnosi” cominci ad essere presa in seria considerazione da numerosi studiosi e, per alcuni aspetti, anche dall’opinione pubblica.
    Il modello estrovertito, che è andato incontro ad una crescita esponenziale negli ultimi trent’anni determinando l’accaparramento della ricchezza e del potere da parte di individui estremamente intraprendenti, ambiziosi, narcisisti, ma anche poco onesti e inclini a badare solo ai fatti propri, è ufficialmente in crisi perché ha portato il mondo sull’orlo di una catastrofe. L’allarme paradossalmente è partito dagli Stati Uniti, dove quel modello è nato e si è sviluppato.

    Sono stati scritti numerosi libri che sollecitano una ridistribuzione del potere che favorisca individui onesti, riflessivi, capaci di tenere conto, nel prendere decisioni, del bene comune, addestrati a prendere atto degli errori e a correggerli umilmente. In pratica si configura un elogio dell’introversione.

    Sinteticamente, questo viraggio è ricavabile anche da due articoli pubblicati sul Corriere della Sera negli ultimi mesi: La rivalutazione degli introversi e La rivincita degli introversi nel mondo sommerso dalle parole.

    Gli articoli danno la misura di un’inversione di tendenza che sta sopravvenendo. Ho ordinato il libro della Spielberg e sto convincendo l’Editore di Timido, docile, ardente… a prendere in considerazione la possibilità di tradurlo in inglese, francese e tedesco.

    In questo viraggio antropologico di 360°, gli Stati Uniti sono stati preceduti da Jacques Attali che, in Breve storia del futuro (Fazi 2007), aveva già fatto riferimento alla possibilità che la civiltà occidentale, avviata verso la catastrofe, possa salvarsi in virtù dell’avvento di una nuova tipologia umana che egli riconduce ai transumani e descrive così:

    Tutti i transumani saranno altruisti, cittadini del pianeta, nomadi e sedentari allo stesso tempo, uguali nei diritti e nei doveri verso i propri vicini, ospitali e rispettosi del mondo. Insieme, faranno nascere istituzioni planetarie e orienteranno le imprese industriali in una nuova direzione. Queste ultime svilupperanno, per il benessere di ciascun individuo, “beni essenziali” (il più importante sarà il “buon tempo”), e per il benessere di tutti un “bene comune” (la cui dimensione principale sarà l’”intelligenza collettiva”)
    p. 207

    Non so quanto la previsione di Attali sia attendibile. Se lo è, si apre uno spazio rilevante perché gli introversi escano dal cono d’ombra in cui la civiltà estrovertita li ha relegati.

    da http://www.legaintroversi.it/2012/03/25/li...do-di-essere/4/
     
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5 replies since 25/7/2012, 20:54   136 views
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