subire l'aggressività

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  1. Nicola.
     
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    oggi mi è capitata una cosa che mi ha turbato abbastanza.

    nel condominio dove abito abbiamo i parcheggi privati. un ragazzo che lavora per mio babbo è venuto a casa per portare un infisso ed aiutarmi a incardinarlo; per fare questo ha lasciato il furgoncino parcheggiato nel posto auto altrui. io non mi ero posto il problema di come avrebbe parcheggiato, francamente. mentre siamo li che si sistema la finestra suona il portiere al campanello e mi dice di spostare la macchina. vado giù insieme al ragazzo (è straniero) e quindi mi indirizzo subito verso il signore "danneggiato" dal parcheggio illecito con l'intento di scusarmi. il mio intento era scusarmi e spiegare l'eccezionalità e la provvisorietà della cosa (mi pare molto assurdo dare tutte queste spiegazioni per un parcheggio. non condivido l'idea del parcheggio privato, ma in quanto persona molto attenta a non nuocere gli altri, cerco sempre di far capire la situazione al meglio). l'uomo parte subito in quarta senza farmi finire la frase, con frasi come "lei è un maleducato", "la prossima volta le taglio le ruote" "chiamo la polizia" "è per colpa di gente come voi che questo paese va a puttane" e infine "le va bene che non le faccio causa". io alla prima affermazione abbozzo una reazione, ma la mia mancanza di aggressività fa si che venga sotterrato dalle sue frasi.

    in quel lasso di tempo realizzo che, pur avendo la colpa per una cosa non direttamente commessa, scusarmi è inutile, giustificarmi è inutile, ed anche tentare di calmare la persona è inutile. mi azzittisco e mi prendo tutte le ingiurie in silenzio, con indifferenza anche se talvolta mi scappano occhiate o parole provocatorie, ma in tono molto pacato. avrei potuto far notare l'eccessività della sua reazione (lui diceva che era la seconda volta in due giorni che succedeva), cercare di far capire che in quel cavolo di parcheggio non c'è posto per delle soste provvisorie, ma in quel momento sono andato in blocco totale.

    non sono fatto per alzare la voce ed appena la discussione si porta sui binari del non-dialogo (ognuno urla ma nessuna ascolta) io vado in blocco. e...cosa ancora più brutta, l'intera faccenda mi ha guastato il pomeriggio, e mi rimane un brutto ricordo.

    ed anche il fastidio di dover incontrare quella persona di nuovo, sapendo che lui pensa che io sia un emerito incivile quando io vorrei solo fargli capire che l'ho perdonato e chiedere scusa a mia volta. ma che un po' di gentilezza nell'affrontare la vita non guasterebbe

    al di là del fatto in particolare, esperienze similari?
     
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  2. alexey86
     
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    La mia reazione dipende tutto dalla situazione i cui i due estremi sono 1) stò zitto e vado via bastonato ed umiliato e 2) Lo carico di bestemmie e parolaccie varie finchè ho fiato... dipende... Nella tua situazione non avrei detto niente ma la cosa mi sarebbe scivolata di dosso visto che sicuramente era un povero scemo che si! aveva ragione ma la usa reazione era eccessiva e senza senso
     
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  3. Nicola.
     
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    io in genere non ho problemi in una discussione, anche se carica di foga. purchè rimanga nei toni della discussione. quando diventa litigio io vado assolutamente in blackout. non mi riesce di arrabbiarmi, di perdere la calma e anzi mi viene da concepire il tutto come una perdita di fiato. già immaginavo che una mia eventuale risposta, anche se pacata, l'avrebbe solo aizzato ancora di più, perchè nella sua testa lui aveva già deciso che io avevo solo torto qualsiasi cosa potessi dire. e temo saremmo potuti arrivare alle mani

    666 post da parte mia ;)
     
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  4. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    Ti capisco Nicola, anche io sono così.
    Spesso quando le persone hanno reazioni così violente e spropositate, io mi arrabbio tantissimo in risposta, ma mi blocco perchè rimango spiazzata dalla loro reazione.

    Io però poi quelle persone le inserisco nella mia lista nera e le ignoro completamente o le guardo male. Tanto sono dei burini e non cambiano idea su di me, perciò se vogliono pensare che sono maleducata, almeno questa volta avranno una valida ragione.

    Faccio un esempio pratico: quando abitavo a Roma sotto di me abitavano una coppia di vecchi uno più stronzo dell'altro, uno ex-militare e lei una signora inglese.
    In pratica tutto è cominciato quando si è rotta la lavatrice, la casa si è allagata e sono cadute delle gocce d'acqua sul suo balcone, lei è salita e ha sbroccato, ma ditemi voi cosa posso farci se mi si è rotta la lavatrice??? Da come parlava lei, sembrava l'avessi fatto apposta...
    Poi hanno rotto le palle una vita perchè dicevano che facevo rumore la notte, che abbassavo le tapparelle troppo tardi, ecc. parlandone come se facessi così ogni giorno quando sarà capitato 3 volte in 2 anni. Io poi quando mi faceva notare le cose, ci facevo attenzione e smettevo di farle. Siccome lei tornava sempre, per qualche insulsa ragione, alla fine ho cominciato a rispondere scocciata o ad andarmene quando lei mi stava parlando e me ne sono fregata delle tapparelle e dei rumori, perchè tanto lei continuava a rompermi le palle lo stesso.
     
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  5. Nicola.
     
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    ti capisco in pieno. siamo molto simile con l'eccezione che io, non so perchè, non riesco a portare rancore per un singolo evento. tendo a volerci passare sopra, a voler perdonare e a voler cercare di aggiustare le cose sempre. non mi riesce rassegnarmi al fatto che una cosa possa finire così per un parcheggio :P
     
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  6. Ember
     
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    Anche io sono così... di fronte all'aggressività (specie di sconosciuti o semisconosciuti) mi blocco.
    Tempo fa mi sono presa una grande sgridata da un negoziante perché il mio cane aveva fatto la pipì di fronte al suo negozio... a parte che io sto sempre attentissima a non fargliela fare in luoghi poco consoni (sebbene non ci sia una regola scritta), però stavo facendo altro e non l'ho notato per tempo, per di più in realtà il mio cane marca molto per cui ha fatto più che altro il gesto, sarà stata meno di una goccia! Quando è uscito dal negozio io avendo capito il dramma, ero già pronta con il sorriso a scusarmi e dire che sarei andata al bar a prendere dell'acqua per pulire (nuovamente, non sono tenuta a farlo) ma lui è stato così aggressivo chiamandomi maleducata e offendendomi che il sorriso mi si è gelato sul volto e io non sono riuscita a dire niente :(
    Di sicuro nel suo negozio non entrerò mai!
     
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    Alla fine, questi fatti fanno male soprattutto perché ci fanno pensare di essere poco virili, o di avere poca autorevolezza, carattere ecc ecc.
    E' proprio in questi casi che vorrei essere una donna, subire e allo stesso tempo essere femminile.

    Comunque, per mostrare carattere e accontentare il giudizio della società e anche nostro, visto che l'abbiamo acquisito, non c'è bisogno di urlare più forte dell'altro.
    Ho avuto due scuole di comportamento a riguardo.

    Una scuola è quella riferita alla scuola propriamente detta. Secondo la mia formazione e anche l'esperienza scolastica, una reazione adatta alla situazione di Ember, sarebbe quella di reagire con un tono della voce forte, non esagitato, non di chi ha perso la bussola. Infatti essendo la scuola la casa dell'ipocrisia, l'insegnante deve mostrare rabbia, ma non troppa, perché altrimenti denota difficoltà emotive e quindi mancanza di stabilità e come sempre, poca fiducia in sé stesso.
    La rabbia non deve essere espressa come può avvenire nelle persone scrupolose, che scoppiano e non ragionano più, ma deve essere espressa alla maniera dei chiacchieroni, che non hanno problemi a mandarla a dire, anche se non c'è stato nessun accumulo di rabbia.
    Ecco, è proprio l'accumulo di rabbia che viene visto negativamente dalla società e percepito (da tutti compresi noi) come mancanza di sicurezza di sé.
    Quindi la reazione deve essere tipica di chi non ha accumulato rabbia, di chi ha il controllo della situazione, senza insultare, ma anche senza limiti di presunzione. Ad esempio non sarebbe stato male se Ember fosse andata a suonare al campanello dell'esagitato per dire alla moglie di costui che suo marito si dando di matto, considerandolo come un bambino.
    Butto lì una reazione di tipo scolastico: si fa strillare per un po' l'esagitato, poi dire con tono abbastanza forte e viso vicino al suo: "OK, adesso basta, ADESSO BASTA, OK? Faccia un respiro... e mi dica con calma, MI DICA CON CALMA....OOOOHHHH!!! Mi dica con calma perché sta facendo questo casino...."

    Secondo invece la formazione che ho avuto dalla mia attività di vendita, i modi devono essere altrettanto ipocriti, ma ancora più tranquilli. Occorre, per questo stile, evitare totalmente la disputa verbale, perché il venditore non è un educatore e quindi può permettersi di puntare unicamente sul giudizio dei passanti/presenti. Nella vendita si utilizza la forza dell'altro per far cadere l'altro. Si manterrà di più la calma, si ostenterà tranquillità e sicurezza di sé, compatibile con il sorriso, che nell'ambiente scolastico sarebbe fuori luogo visto che tutti gli alunni devono essere educati. Però ovviamente è bandita la passività assoluta, indice di bassa velocità di pensiero e di bassa partecipazione alla situazione, e quindi un atteggiamento altamente introverso, ancora inaccettabile in tutti i campi.
    Una reazione secondo questo tipo di scuola potrebbe essere quella di sorridere mentre l'esagitato ancora deve concludere il suo show, ma sempre guardandolo negli occhi e poi dire "Ehi ehi, non c'è bisogno che facesse questa scenata, non c'è problema, per farmi perdonare la invito un giorno a prendere un caffé" e poi si schiaffa in maniera forzatissima un sorriso a 45 denti, prima di tornare a dare attenzione al tecnico trascurando l'esagitato.

    Entrambe le reazioni sono abbastanza distanti dal mio modo di fare sempre scocciato e poco incline a dare suggerimenti educativi; io per pigrizia non ho una grande voglia di aprire bocca con uno che non è disposto a ragionare, anche se ultimamente queste due scuola mi hanno creato una maggiore sboba e un maggiore autocontrollo.
     
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  8. Ember
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 12/8/2012, 12:11) 
    Alla fine, questi fatti fanno male soprattutto perché ci fanno pensare di essere poco virili, o di avere poca autorevolezza, carattere ecc ecc.
    E' proprio in questi casi che vorrei essere una donna, subire e allo stesso tempo essere femminile.

    Per una donna è più facile ok, ma ugualmente umiliante! Per di più 1) sentirsi urlare addosso da un uomo può spaventare, specie coloro che hanno già subito atti di violenza e 2) molti uomini mi hanno detto che le "vere donne" sanno alzare la testa. In sostanza, almeno in questa società, io di fronte agli altri resto una mammoletta anche se sono femmina :rolleyes:

    Peccato che diversamente da molti di coloro che "sanno farsi rispettare", io ho dei principi molto più saldi e li difendo con tenacia senza bisogno di strepitare :shifty:

    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 12/8/2012, 12:11) 
    Quindi la reazione deve essere tipica di chi non ha accumulato rabbia, di chi ha il controllo della situazione, senza insultare, ma anche senza limiti di presunzione. Ad esempio non sarebbe stato male se Ember fosse andata a suonare al campanello dell'esagitato per dire alla moglie di costui che suo marito si dando di matto, considerandolo come un bambino.
    Butto lì una reazione di tipo scolastico: si fa strillare per un po' l'esagitato, poi dire con tono abbastanza forte e viso vicino al suo: "OK, adesso basta, ADESSO BASTA, OK? Faccia un respiro... e mi dica con calma, MI DICA CON CALMA....OOOOHHHH!!! Mi dica con calma perché sta facendo questo casino...."

    Questa sarebbe la reazione corretta (o adatta a me), ed è quella che di solito ho con le persone che conosco un po'meglio... però oltre ad essere introversa sono pure timida per cui farlo con sconosciuti per me sarebbe un enorme sforzo. Non che non ce la possa fare (specie se mi monta la rabbia, cosa che capita di rado ma capita), ma dovrei trovarmici, e poi vi saprò ridire :)
     
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  9. qualcosa
     
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    La gente, semplicemente, non è fatta per stare troppo ammassata. E' la conseguenza di questo ammassamento forzato, che vede gene detestare profondamente altra gente. Si diventa aggressivi. Mi accorgo di questa cosa perchè è una cosa che vedo tutti i giorni. Nessuno sopporta l'altro. Reagiamo come i cani in gabbia con altri cani, come leoni inferociti dalla fame, esplodiamo come una pentola a pressione senza alcuno sfogo. E' la realtà cara gente, la realtà. Chissà perchè poi colpisce di più me, noi credo. Molto sembrano sorreggere tale stress, noi invece subiamo, ci pensiamo su, stiamo male. Ah cavolo, non vedo l'ora di filare via da questo postaccio chiamato paese civilizzato. Vadano tutti... dove gli pare!
     
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  10. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 12/8/2012, 12:11) 
    Alla fine, questi fatti fanno male soprattutto perché ci fanno pensare di essere poco virili, o di avere poca autorevolezza, carattere ecc ecc.
    E' proprio in questi casi che vorrei essere una donna, subire e allo stesso tempo essere femminile.

    ti rendi conto di qual è l'implicito di quello che hai scritto?

    il problema è credere che la virilità (sempre se esistono "femminilità" e "virilità") e la forza di carattere consistano nell'urlare, nel picchiare e altre analoghe pagliacciate.
     
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  11. Nicola.
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 14/8/2012, 00:35) 
    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 12/8/2012, 12:11) 
    Alla fine, questi fatti fanno male soprattutto perché ci fanno pensare di essere poco virili, o di avere poca autorevolezza, carattere ecc ecc.
    E' proprio in questi casi che vorrei essere una donna, subire e allo stesso tempo essere femminile.

    ti rendi conto di qual è l'implicito di quello che hai scritto?

    il problema è credere che la virilità (sempre se esistono "femminilità" e "virilità") e la forza di carattere consistano nell'urlare, nel picchiare e altre analoghe pagliacciate.

    warlord ha detto una cosa molto giusta, poichè nella mentalità dominante è proprio questa la linea di pensiero, e il "ci fanno pensare" allude al fatto che è un riflesso culturale che ci fa stare male, ma che chiaramente non è fondato. non è chi urla che dimostra carattere, siamo tutti d'accordo
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 14/8/2012, 00:35) 
    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 12/8/2012, 12:11) 
    Alla fine, questi fatti fanno male soprattutto perché ci fanno pensare di essere poco virili, o di avere poca autorevolezza, carattere ecc ecc.
    E' proprio in questi casi che vorrei essere una donna, subire e allo stesso tempo essere femminile.

    ti rendi conto di qual è l'implicito di quello che hai scritto?

    il problema è credere che la virilità (sempre se esistono "femminilità" e "virilità") e la forza di carattere consistano nell'urlare, nel picchiare e altre analoghe pagliacciate.

    Anche. In realtà la faccenda è un po' più complessa.
    Nella mia esperienza di insegnante trovavo continuamente collegamenti tra la situazione in cui mi trovavo e le dinamiche di seduzione nella sessualità; invece di conquistare una donna, dovevo conquistare gli alunni. Bisognava trattarli male, ma bisognava saperli trattare male. La cosa è nota, ma di solito la si spiega in maniera approssimativa, usando la solita irrinunciabile "sicurezza di sé".
    Io solitamente non parlo mai di sicurezza di sé, ma parlo di percezione di utilità, o nel caso dell'insegnante, sarebbe più giusto dire "percezione di importanza" (=utile a molti altri e per questo socialmente rispettato).

    Virilità e carattere, quindi, non coincidono esattamente con l'urlare e picchiare, ma con l'essere percepiti utili secondo le esigenze degli individui che pretendono questo tipo di servizi.
     
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  13. Miyamoto Musashi
     
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    Qualcuno un po' di tempo fa mi aveva detto che sorridere ad un interlocutore arrabbiato potesse farlo calmare. Forse dipende dal livello di rabbia, se uno ti sbraita addosso tutto rosso con gli occhi fuori dalle orbite sputacchiandoti in faccia, forse è meglio evitare. Diversamente, rispondere con un sorriso tipo "non pensavo che te la prendessi" invece di "stai facendo una figura di M.", anche se quest'ultima forse potrebbe funzionare per qualcuno.
     
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  14. Ember
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 14/8/2012, 02:18) 
    non è chi urla che dimostra carattere, siamo tutti d'accordo

    Tutti noi qui si, ma fuori mica tanto... un mio amico (perché comunque lo considero amico, accettandolo per come è) spesso mi provoca perché vuole vedere in me una "reazione"... e quando gli ho detto "anche rimanere calma è una reazione, ed è quella che mi viene più naturale" lui non ci ha creduto, secondo lui una persona arrabbiata deve scoppiare o altrimenti non ha carattere <_<
     
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  15. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    CITAZIONE (Miyamoto Musashi @ 14/8/2012, 10:11) 
    Qualcuno un po' di tempo fa mi aveva detto che sorridere ad un interlocutore arrabbiato potesse farlo calmare. Forse dipende dal livello di rabbia, se uno ti sbraita addosso tutto rosso con gli occhi fuori dalle orbite sputacchiandoti in faccia, forse è meglio evitare. Diversamente, rispondere con un sorriso tipo "non pensavo che te la prendessi" invece di "stai facendo una figura di M.", anche se quest'ultima forse potrebbe funzionare per qualcuno.

    anche a me così a pelle verrebbe da pensarlo, però certo dipende dal livello di rabbia.
    ci sono pure le persone che escono la mattina con l'unico obiettivo di trovare qualcuno da picchiare con un pretesto qualsiasi...


    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 14/8/2012, 03:06) 
    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 14/8/2012, 00:35) 
    ti rendi conto di qual è l'implicito di quello che hai scritto?

    il problema è credere che la virilità (sempre se esistono "femminilità" e "virilità") e la forza di carattere consistano nell'urlare, nel picchiare e altre analoghe pagliacciate.

    Anche. In realtà la faccenda è un po' più complessa.
    Nella mia esperienza di insegnante trovavo continuamente collegamenti tra la situazione in cui mi trovavo e le dinamiche di seduzione nella sessualità; invece di conquistare una donna, dovevo conquistare gli alunni. Bisognava trattarli male, ma bisognava saperli trattare male. La cosa è nota, ma di solito la si spiega in maniera approssimativa, usando la solita irrinunciabile "sicurezza di sé".
    Io solitamente non parlo mai di sicurezza di sé, ma parlo di percezione di utilità, o nel caso dell'insegnante, sarebbe più giusto dire "percezione di importanza" (=utile a molti altri e per questo socialmente rispettato).

    Virilità e carattere, quindi, non coincidono esattamente con l'urlare e picchiare, ma con l'essere percepiti utili secondo le esigenze degli individui che pretendono questo tipo di servizi.

    quello che volevo dire è che se uno ci rimane male perchè in un litigio non ha picchiato o fatto il coattone e a causa di ciò si sente meno "virile", significa che anche lui in fondo crede che la virilità sia questa, altrimenti si farebbe una risata e se ne andrebbe.
    perciò il problema si risoverebbe pensando, in quei momenti di sconforto, che la "virilità" o la forza d'animo non sono affatto queste cose.
    e non lo dico con disprezzo, perchè capisco che se a uno da quando è nato ripetono lo stesso disco ovunque vada e lui con quel disco non c'entra un tubo, è ovvio che finirà col sentirsi sbagliato, anche se non è vero.
    io stessa ci ho impiegato un sacco di tempo per interiorizzare questa cosa e non sentirmi in inferiorità se non corrispondo per niente alla "ragazza del 2000".

    perciò, o ragazzi e uomini introversi di tutto il mondo, un messaggio per voi: non sentitevi in inferiorità se non sapete fare i coatti, perchè è solo una cosa buona.


    quindi lasciando da parte questo discorso, vorrei soffermarmi su questa frase:
    invece di conquistare una donna, dovevo conquistare gli alunni. Bisognava trattarli male, ma bisognava saperli trattare male.
    mi piacerebbe che me la spiegassi, proprio nei dettagli.
     
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43 replies since 11/8/2012, 01:27   771 views
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