Poesie che parlano di introversione

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  1. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    Mi è ritornata in mente tutto ad un tratto una poesia di Bukowski che secondo me testimonia in modo evidente la sua introversione (chi, come me, ha letto quasi tutto di lui, saprà già che era introverso). Così ho voluto cominciare questa discussione sulla falsariga di quella nella sezione "Musica":



    Un uccello azzurro


    nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma con lui sono inflessibile,
    gli dico: rimani dentro, non voglio
    che nessuno ti
    veda.

    nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma io gli verso addosso whisky e aspiro
    il fumo delle sigarette
    e le puttane e i baristi
    e i commessi del droghiere
    non sanno che
    lì dentro
    c'è lui

    nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma io con lui sono inflessibile,
    gli dico:
    rimani giù, mi vuoi fare andar fuori
    di testa?
    vuoi mandare all'aria tutto il mio
    lavoro?
    vuoi far saltare le vendite dei miei libri in
    Europa?

    nel mio cuore c'è un uccello azzurro che
    vuole uscire
    ma io sono troppo furbo, lo lascio uscire
    solo di notte qualche volta
    quando dormono tutti.
    gli dico: lo so che ci sei,
    non essere
    triste

    poi lo rimetto a posto,
    ma lui lì dentro un pochino
    canta, mica l'ho fatto davvero
    morire,
    dormiamo insieme
    così col nostro
    patto segreto
    ed è così grazioso da
    far piangere
    un uomo, ma io non
    piango, e
    voi?

    Edited by houccisoilariadusieleièrisorta - 15/9/2012, 16:17
     
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  2. Heronblue
     
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    conoscevo questa poesia, mi dispiace però non poter contribuire per questa discussione, non mi intendo di poesia :unsure:
     
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  3. vivatruffaut
     
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    Bukowski è la dimostrazione di quanto la sessualità, anche nei suoi aspetti eccessivi, possa essere importante per un introverso...
     
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  4. Franz86
     
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    CITAZIONE (vivatruffaut @ 15/9/2012, 21:37) 
    Bukowski è la dimostrazione di quanto la sessualità, anche nei suoi aspetti eccessivi, possa essere importante per un introverso...

    Però ci marcia eh, forse pure per via del periodo in cui ha cominciato a dedicarsi integralmente alla scrittura (anni '70).
    Oltretutto nell' opera di Bukowski c'è una cosa che supera la sessualità per importanza, e cioè l' alcol. Vogliamo assolutizzare il "principio" per tutti gli introversi?:D
    drinks_wine drunk
     
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  5. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    adesso devo lavare i pantaloni, quando torno rispondo bene
     
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  6. tandream
     
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    CITAZIONE (vivatruffaut @ 15/9/2012, 21:37) 
    Bukowski è la dimostrazione di quanto la sessualità, anche nei suoi aspetti eccessivi, possa essere importante per un introverso...

    Non è propriamente così. Bukowsky se andava a prostitute è perché non aveva altra scelta. Proprio perché era un introverso e non era abile nell'arte del sedurre. Paradossalmente è proprio questo che poi lo porta (assieme all'alcool che magari lo aiutava a non sentirsi in colpa) ad avere una vita sessualmente (e apparentemente) molto trasgressiva.
     
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  7. Franz86
     
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    CITAZIONE (tandream @ 16/9/2012, 11:14) 
    Non è propriamente così. Bukowsky se andava a prostitute è perché non aveva altra scelta. Proprio perché era un introverso e non era abile nell'arte del sedurre. Paradossalmente è proprio questo che poi lo porta (assieme all'alcool che magari lo aiutava a non sentirsi in colpa) ad avere una vita sessualmente (e apparentemente) molto trasgressiva.

    Il personaggio rappresentato nei libri se proprio non è "abile nell' arte del sedurre" non è comunque uno che va solo a prostitute perchè non ha altra scelta. E l'alcol è un rimedio alla solitudine, alla frustrazione esistenziale, all' inadeguatezza, ma leggendo Bukowski non mi è mai sembrato opportuno interpretato come un antidoto ai sensi di colpa per la sua condotta sessuale. Bukowski beveva a prescindere, perchè il personaggio che si era costruito (e in cui si era intrappolato?) era un ubriacone.
     
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  8. PedroLight
     
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    Se posso esprimere la mia opinione, per me parlare di una "poesia introversa" è un po' "ridondante". Nella definizione stessa di poesia è annoverata l'introversione, in quanto è indispensabile imparare a guardarsi dentro e tradurre le proprie sensazioni in parole e metafore per arrivare a qualcosa che vada al di là della banalità.
    Quel che potrebbe essere interessante, invece, è cercare di risalire ai vari tipi psicologici dalle poesie. Per esempio, chi ha scritto è un INTF? Come tendono ad esprimersi queste persone? Certo, nei limiti di validità del modello ...
    Per esempio, a mio avviso le caratteristiche "Feeling" e "Perceptive" sono le più auspicabili in un poeta. La "Judging" porterebbe a trarre conclusioni troppo affrettate, ad avere difficoltà ad immedesimarsi in chi scrive, ma la "Intuition" paradossalmente potrebbe aiutare a compensare questa carenza e a "intuire" le loro sensazioni, superando dunque il naturale distacco dai sentimenti della categoria precedente.
    Da bravo INTJ, pecco parecchio di creatività ...e di conseguenza non sono mai stato bravo ad ascoltare i miei sentimenti, e tantomeno a tradurli in versi. La poesia non è mai stata il mio settore, per me è sempre stata un qualcosa da interpretare e comprendere da un libro di testo per prendere un buon voto in letteratura, avendo in mano le dovute "chiavi di lettura" (la vita di chi ha scritto, il periodo storico e la corrente letteraria a cui appartiene).
     
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  9. tandream
     
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    CITAZIONE (Franz86 @ 16/9/2012, 11:37) 
    CITAZIONE (tandream @ 16/9/2012, 11:14) 
    Non è propriamente così. Bukowsky se andava a prostitute è perché non aveva altra scelta. Proprio perché era un introverso e non era abile nell'arte del sedurre. Paradossalmente è proprio questo che poi lo porta (assieme all'alcool che magari lo aiutava a non sentirsi in colpa) ad avere una vita sessualmente (e apparentemente) molto trasgressiva.

    Il personaggio rappresentato nei libri se proprio non è "abile nell' arte del sedurre" non è comunque uno che va solo a prostitute perchè non ha altra scelta. E l'alcol è un rimedio alla solitudine, alla frustrazione esistenziale, all' inadeguatezza, ma leggendo Bukowski non mi è mai sembrato opportuno interpretato come un antidoto ai sensi di colpa per la sua condotta sessuale. Bukowski beveva a prescindere, perchè il personaggio che si era costruito (e in cui si era intrappolato?) era un ubriacone.

    Era solo una delle tante interpretazioni che si possono dare. Generalmente un introverso non andrebbe mai con una prostituta ma l'alcool lo potrebbe "aiutare". Ovviamente se beveva non beveva solo per quello.

    Comunque per capire che Buko era un introverso basta leggere QUALUNQUE cosa abbia scritto.
     
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  10. Nicola.
     
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    ho idee un po' confuse su bukowski ma in generale non credo mi piaccia, o forse non credo che mi piaccia l'influenza sulla cultura e l'interpretazione che ne hanno dato taluni
     
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  11. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    bukowski secondo me era uno scrittore mediocre, che sapeva di esserlo.

    era anche una persona frustratissima, che aveva avuto un'infanzia orrenda e dei genitori da denuncia.
    escluse tre o quattro relazioni serie, tutto il resto l'ha passato in solitudine totale.

    nonostante non fosse un grande scrittore, la gente lo adorava per il suo personaggio, che era diversissimo da ciò che lui era in realtà, cosa che secondo me lui esprime in questa poesia (e che si intuisce dalla sua biografia e dal suoi scritti).

    riguardo alle puttane, lui stesso diceva che prima scriveva i racconti e poi ci metteva il sesso per vendere. probabilmente ci andava davvero, ma non penso che avesse così tanta vita sociale - se così si può chiamare - in fatto di sesso, alcool, risse, ecc.
    la gente voleva quello, alla gente piaceva per quello, lui era solo e frustrato da una vita e li accontentava.

    questa è l'idea che mi sono fatta di lui.

    però ci sono molto affezionata come persona, mi ci immedesimavo molto da piccola... anche se al tempo non capivo ancora bene bene delle cose sulla sua vita che magari ora, a ripensarci, riesco a comprendere. Ma ho sempre sentito una grande affinità, ho sempre percipito la sua sensibilità e la sua sofferenza sotto la corazza cinica che si sforzava di mantenere.
     
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  12. Nicola.
     
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    si grosso modo la penso come te, posso avere empatia per la persona. ma non c'entra con la poesia

    infatti non lo credo tanto un beat, tantomeno credo che questa idolizzazione che ne fanno sia intelligente
     
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  13. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    io non ho un'idea ben chiara di cosa significhe "beat", lui però non si considerava parte del movimento.

    tanti lo considerano un idolo secondo me perchè si fermano al personaggio... pensano "ah che figo s'embriacava e scopava", "ah che figo faceva rissa con tutti", "che figo non gliene fregava niente di niente"... apprezzano questa pseudo-trasgressività (che poi erano quasi tutte balle che raccontava lui stesso... ma non sarebbe apparso così "figo" agli occhi della massa se si fosse mostrato per quel che realmente era, non avrebbe venduto così tanto e credo che lui avesse un bisogno angosciante della conferma degli altri).

    bè, quei "fan" sono più o meno come i regazzini che si fanno due cannoni e scrivono una poesia, pensando di essere Rimbaud.
     
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  14. Nicola.
     
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    si è per questo che dico che posso provare compassione per la persona. lo scrittore in sé non mi fa impazzire; questa poesia per quanto possa essere dolce, e lo è, è ad un livello che molti non poeti potrebbero raggiungere. sempre secondo me.
     
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  15. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    sì anche secondo me, non è una gran poesia.

    non mi ricordo il testo inglese, ma dubito che abbia chissà quale musicalità o ricercatezza.

    però appunto non è per quello che l'ho postata, è per l'argomento trattato.
     
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18 replies since 15/9/2012, 11:53   1274 views
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