Disturbo schizoide di personalità

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  1. nemesys32
     
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    Disturbo schizoide di personalità



    Il disturbo schizoide di personalità (così come definito secondo i criteri diagnostici DSM-IV–TR e, similmente, nel ICD-10) è un disturbo di personalità del Gruppo A, il cui tratto principale è la mancanza del desiderio di relazioni strette con altri esseri umani, e il “distacco” emotivo del soggetto rispetto alle persone e alla realtà circostante. La sua prevalenza è bassa rispetto ad altri disturbi della personalità ed è stata valutata inferiore all'1% nella popolazione.

    La personalità schizoide manifesta chiusura in sé stessa o senso di lontananza, elusività o freddezza. La persona tende all’isolamento oppure ha relazioni comunicative formali o superficiali, non appare interessata a un legame profondo con altre persone, evita il coinvolgimento in relazioni intime con altri individui, con l'eccezione eventuale dei parenti di primo grado come genitori e figli; essa consta quindi di una certa difficoltà ad instaurare un rapporto profondo con gli altri parenti come fratelli, zii, nonni, nipoti o cugini. La dualità di approccio sociale ed emotivo dell'introverso nei confronti dei genitori o figli da un lato, e nei confronti di tutti gli altri parenti ed estranei dall'altro, ha implicazioni nelle sue reazioni, che possono essere diverse o assenti/presenti se provocate da un gruppo piuttosto che dall'altro, ed implicazioni sul come egli appaia agli occhi altrui. Infatti il parente di primo grado non è nella posizione migliore per vedere pienamente tutti gli aspetti del disturbo, in quanto il soggetto mostra con loro una sfera emotiva diversa. Ad esempio, se lo schizoide è immune a critiche ed elogi altrui, così potrebbe non essere con i parenti di primo grado.

    Il soggetto schizoide, all'esame clinico mostra una tendenza pervasiva a vivere emotivamente in un “mondo proprio” rigidamente separato del mondo esterno delle relazioni sociali, spesso con un rifiuto o disprezzo per le personalità non affini a sé, ed anche la sua idea del sé è affetta da incertezze.

    Le situazioni che scatenano la risposta schizoide, cioè la manifestazione dei sintomi psicotici, sono in genere quelle di tipo intimo con altre persone, come ad esempio le manifestazioni di affetto o di scontro. La persona schizoide non è in grado di esprimere la sua partecipazione emotiva coerentemente e in un contesto di relazione; in contesti dove è richiesta spontaneità, simpatia o affabilità appare rigida o goffa, scambiando la sua reazione per semplice imbarazzo. Nelle relazioni superficiali e nelle situazioni sociali formali, come quelle lavorative e quelle a cui è abituato, invece l'introverso appare decisamente normale.

    Un tratto caratterizzante tipico della personalità schizoide è l'assente o ridotta capacità di provare vero piacere o interesse in una qualsiasi attività (anedonia), negli incoraggiamenti, negli elogi o nelle critiche, anche inerenti al risultato conseguito. Nell’esperienza individuale del paziente schizoide prevale il senso di vuoto o di mancanza di significato, riferito alla sua esistenza esteriore: il soggetto non riesce a trarre piacere dalla realtà esterna, né a percepirsi come pienamente esistente nel mondo.

    Il termine schizoide è usato come sinonimo di introverso, solitario, poco comunicativo o con uno stile di vita poco aperto alle realtà emozionali esterne, senza preoccuparsi di cosa vi si agiti al dì sotto. Tuttavia, secondo Guntrip, il soggetto introverso presenta spesso una immaginazione ricca ed articolata, e concentra molte delle proprie energie coltivando questo mondo interiore "fantastico", reinterpretando ed alterando i ricordi degli avvenimenti che riguardano la sua emotività a piacere, costruendo alterazioni della propria immagine e della propria persona, ed attraverso questi meccanismi egli cerca di appagare la propria insoddisfazione senza doversi rendere partecipe del mondo reale, vissuto come ostile e pericoloso, senza aver coscienza di questo. Si è discusso in passato della determinante della forza interiore o meno dello schizoide, poiché egli può apparire forte ed impassibile, distaccato e freddo, salvo i casi di stress emotivi particolari che fanno breccia generando reazioni opposte; ma l'idea oggi condivisa è appunto di una paura inconscia della realtà, ed una incapacità di accettarsi e proiettarsi nel mondo reale.

    Il paziente schizoide si distingue nettamente dallo schizofrenico per il fatto che il disturbo schizoide non intacca le capacità cognitive e logico matematiche: il soggetto è pienamente consapevole della realtà benché non vi partecipi emotivamente. La psicosi, stato mentale la cui persistenza è un sintomo della schizofrenia, nello schizoide è circoscritta a brevi episodi e dall'intensità variabile. Si potrà allora parlare di attacchi psicotici, o comunemente detti schizofrenici, come reazioni dello schizoide a stress emotivi.

    L'introverso, indipendentemente dalla sua capacità cognitiva, in seguito allo stress emotivo, potrà avere una perdità delle capacità logico matematiche, innescando una reazione di forte imbarazzo, o di aggressività o, nei casi più gravi, di violenza. Tuttavia esistono diverse sfumature e casualità, ma l'impianto dell'attacco psicotico è che il soggetto sottoposto a stress emotivo, nel momento in cui senta l'altrui tentativo di far breccia nell'emotività parlando del suo sé, potrà subire la perdità delle funzioni logico matematiche ed apparire poco lucido. Come per la schizofrenia, questi attacchi possono essere caratterizzati da lievi disturbi di amnesia selettiva, o di reinterpretazione personale dei ricordi.

    Si è discusso parecchio in passato sui meccanismi che generassero queste reazioni e sulle cause del disturbo schizoide. Vi è chi ha suggerito, nei casi più gravi, anomalie congenite neurologiche nei collegamenti fra i centri del giudizio ed i centri dell'emotività, ma è evidente che il presentarsi dell'attacco solo in circostanze di stress emotivo, debba suggerire di più una causa meccanica di interruzione delle informazioni del giudizio, che non riescono più a controllare l'emotività. Effettivamente l'individuo vive perennemente in una lotta fra il controllo dell'una o dell'altra sfera. In ogni caso si è dibattuto anche delle cause; v'è chi ritiene l'esistenza di cause genetiche, vista l'ereditarietà del disturbo pur essendo raro, e visto anche l'evolversi della patologia durante l'età dello sviluppo, pur avendo vissuto esperienze differenti; mentre altri hanno individuato come causa una probabile sensazione di non essere stati accettati dalla propria famiglia nella primissima infanzia: spesso si tratta di casi di ultimi geniti nati in famiglia, o gravidanze indesiderate, bambini rifiutati o poco seguiti da genitori e parenti, a favore magari di una maggiore attenzione verso gli altri fratelli o un animale domestico.

    Le persone affette da disturbo schizoide hanno una vita sessuale scarsa o assente, percepita come non appagante in senso affettivo ma solo sessuale, e tale caratteristica può apparire erroneamente come semplice pudicizia. L'individuo schizoide è spesso riluttante ad entrare in relazioni affettive profonde, proprio per la sua insofferenza verso l'intimità inter-personale, o riluttante a parlare del suo sé o sapere del sé di altri individui. L'incapacità (o grande difficoltà) di "partecipare alla vita” da parte della persona introversa può valere in vari ambiti, ma solitamente si limita alla vita emotiva e di relazione. Talvolta può non manifestarsi visibilmente in altri ambiti, specialmente in quello lavorativo e tutti gli ambienti formali.

    Come segue, la diagnosi può essere posta solo nell'età adulta, poiché l'evoluzione della sintomatologia è compiuta al passaggio dall'adolescenza alla maturità. Infatti il bambino appare pressoché normale, o con caratteristiche difficilmente determinanti, come il fatto di parlare poco o iniziare a parlare tardi, come i momenti di iperattività, euforia ed entusiasmo, e sbalzi improvvisi di umore, con reazioni di timidezza o aggressività. Si tratta di caratteristiche che con gli anni si potrebbero rivelare essere i primi segni degli attacchi psicotici dello schizoide solo nel momento in cui non se ne verifichi una attenuazione durante la maturazione del carattere dell'individuo sul finire della pubertà, ma al contrario se ne manifesti una esacerbazione. Solo durante l'adolescenza può iniziare la graduale chiusura, prima verso determinate categorie di individui, sino ad essere estesa al mondo esterno durante l'età adulta. Permane il problema per i parenti entro il primo grado di non essere in grado di notare questi mutamenti comportamentali, in quanto questi tendono a manifestarsi con altri individui.

    Gli attacchi che si manifestano in questo disturbo, in alcuni casi, dovrebbero essere monitorati nella loro evoluzione, poiché possono peggiorare anche dopo aver raggiunto l'età adulta; infatti il paziente può risultare violento e pericoloso per sé e per gli altri durante l'attacco. Come nel caso della schizofrenia, anche nel disturbo schizoide è spesso difficile convincere l'individuo dell'esistenza del disturbo e della necessità di intervento, in quanto se nello schizofrenico sono intaccati i processi logico matematici, e dunque non è in grado di capire che vi è un problema, nello schizoide invece, pur essendo un soggetto lucido, avendo egli una certa riluttanza all'apertura del suo sé di fronte ad altri, il tentativo di avvicinamento all'argomento può generare una forte chiusura o una reazione anche psicotica. Ciò è aggravato dall'immagine distorta del suo sé che il soggetto può aver costruito negli anni.

    Nella seconda metà del Novecento il disturbo schizoide è stato banalizzato e sottovalutato, tanto da normalizzarlo in una sorta di introversia fascinosa che ha caratterizzato anche diversi personaggi di fantasia di fama indiscussa. La cultura del supereroe, quando in certi ambiti ha perso i connotati moralistici, ha spesso preso in prestito tale caratteristica dell'animo umano per fonderla in personaggi fantastici come nei film western: uomini solitari e dal passato misterioso, dal sorriso difficile, dal disinteresse per le ingiustizie altrui, ma dal'intervento potente e giustizialista se provocati, dimenticando in realtà trattarsi di un disturbo patologico.

    Nella realtà invece, oltre alla nozione di disturbo schizoide di personalità (introdotta dalla società psichiatrica americana (APA) negli anni ’50), il termine schizoide ha anche un uso comune, estensivo. Era stato coniato precedentemente, alla fine dell’800, per indicare uno stato mentale che presentava qualche somiglianza con la schizofrenia. Per questo i termini hanno la stessa radice, il greco skizo, “scissione”, e in passato questo disturbo è stato anche definito, impropriamente, “pre-schizofrenia”. In realtà le somiglianze sono solo esteriori: il termine schizoide indica una condizione molto diversa dove la schizofrenia può essere circoscritta a brevi attacchi, da non confondere invece con la schizofrenia vera e propria, né con i molti disturbi che includono anche sintomi simili. Il disturbo schizoide si potrebbe definire più come un tratto patologico e strutturale della personalità o condizione esistenziale ed emotiva del soggetto, ma in senso medico è un disturbo di personalità, non una malattia mentale in senso stretto.

    I manuali diagnostici storici "DSM" hanno creato la nozione "disturbo schizoide di personalità" (a partire dalla versione "DSM III") per descrivere il quadro dove questa condizione è la manifestazione problematica più evidente.

    In precedenza però, il termine "schizoide" era descritto non come un quadro a sé, ma come condizione diffusa, cioè un sintomo che può essere o meno presente in aggiunta a varie patologie e situazioni. Il termine è usato tuttora in questo senso. Indica, oltre al quadro sintomatico, un sintomo generale o situazione psicologica della persona che si può accompagnare o meno a diversi quadri. Per cui sono d’uso espressioni quali: “condizione” o “stato” schizoide, “assetto" schizoide (o stile “distaccato”). Tali espressioni potrebbero indicare in generale tutte le personalità affette da disagi emotivi e affettivi tali che nel loro funzionamento mostrano la chiusura in sé stesse e la tipica, profonda, separazione di ambiti, così come la distanza emozionale (anche nella comunicazione e vissuto corporei).

    Il DSM-IV-TR indica il riconoscimento del disturbo schizoide in base ai seguenti parametri:

    A. Un pattern pervasivo di tendenza al distacco dalle relazioni sociali e una gamma ristretta di espressioni o modalità emotive nelle situazioni interpersonali. Questa caratteristica compare nella prima età adulta, e si manifesta in diverse modalità e contesti (talvolta anche solo in alcuni ambiti della vita del paziente) dove compaiono, in modo prolungato e stabile, almeno quattro dei seguenti sintomi:
    1.Il soggetto non prova desiderio o piacere ad avere relazioni strette con altre persone, inclusa la famiglia
    2.Predilige quasi sempre attività solitarie o che implicano relazioni del tutto superficiali.
    3.Ha poco o nessun interesse in relazioni ed esperienze sessuali reali.
    4.Non prova vero piacere in nessuna o quasi attività.
    5.Manca di amicizie strette o confidenti oltre ai parenti di primo grado.
    6.Appare emotivamente indifferente a critiche o elogi.
    7.Dimostra “freddezza” emozionale, distacco oppure appiattimento emotivo.
    B. Quando tali sintomi non sono dovuti: a cause neurologiche; non sono associati a schizofrenia, né un disturbo psicotico dell'umore (v. anche Disturbi dell'umore); essi devono riguardare un paziente adulto dovendo escludere un disturbo dell'età evolutiva. Inoltre, deve essere esclusa la diagnosi di autismo e la sindrome di Asperger. Le forme meno gravi di autismo possono essere facilmente confuse con il disturbo schizoide in mancanza di informazioni sulla storia clinica del paziente.
    Nel DSM-IV (che è la versione precedente al DSM-IV-TR) i criteri elencati avevano una leggera variante: al punto A.1. si notava che il paziente schizoide può provare solitudine e desiderio di relazionarsi ad altri, tuttavia non agisce o non è in grado di agire in pratica per modificare la condizione di solitudine. Inoltre secondo il DSM-IV il soggetto potrebbe mostrarsi sensibile a critiche altrui.

    L’ICD-10 è la versione più recente del criterio diagnostico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; esso riguarda la classificazione di tutte le patologie mediche, non solo quelle psichiatriche. In questa classificazione la voce "disturbo schizoide di personalità" è definito come il quadro sintomatico caratterizzato dalla presenza continuativa di almeno tre dei seguenti sintomi:

    1.Freddezza emozionale, distacco o ridotta affettività.
    2.Limitata capacità di esprimere sentimenti sia positivi sia negativi verso gli altri.
    3.Significativa preferenza per le attività solitarie o di scarso impegno partecipativo.
    4.Mancanza (o numero ridottissimo) di amicizie o relazioni strette, e assenza del desiderio di averne.
    5.Marcata indifferenza a elogi o critiche.
    6.Il soggetto non ricava piacere da nessuna o quasi nessuna attività.
    7.Indifferenza a norme comportamentali e convenzioni sociali.
    8.Eccessive preoccupazioni verso fantasie o pensieri introspettivi.
    9.Scarso desiderio di esperienze sessuali che coinvolgano un'altra persona.
    Come si vede, nell ICD-10 i parametri sono nove anziché sette (come al punto A del DSM-IV-TR). L'ICD-10 include due criteri comportamentali: l'indifferenza a norme e convenzioni sociali, e la indifferenza a elogi o critiche; la "difficoltà pratica ad esprimere emozioni intense riguardo ad altri" si può considerare equivalente a "ristretta gamma di espressioni o modalità emotive". Si ritiene generalmente che i due criteri diagnostici descrivano lo stesso quadro clinico.

    Trovato su wikipedia
     
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  2. Franz86
     
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    E' interessante notare come i termini "schizoide" ed "introverso" vengano usati come sinonimi.
    Ora, dato che il disturbo schizoide è considerato corrispondente all' introversione, questa affermazione può essere applicata all' introversione stessa
    CITAZIONE
    Il disturbo schizoide si potrebbe definire più come un tratto patologico e strutturale della personalità o condizione esistenziale ed emotiva del soggetto, ma in senso medico è un disturbo di personalità, non una malattia mentale in senso stretto.

    da http://it.wikipedia.org/wiki/Disturbo_schi...ersonalit%C3%A0
    Buono a sapersi. Ma almeno posso far richiesta per una pensione di invalidità?
    CITAZIONE
    Nella seconda metà del Novecento il disturbo schizoide è stato banalizzato e sottovalutato, tanto da normalizzarlo in una sorta di introversia fascinosa che ha caratterizzato anche diversi personaggi di fantasia di fama indiscussa. La cultura del supereroe, quando in certi ambiti ha perso i connotati moralistici, ha spesso preso in prestito tale caratteristica dell'animo umano per fonderla in personaggi fantastici come nei film western: uomini solitari e dal passato misterioso, dal sorriso difficile, dal disinteresse per le ingiustizie altrui, ma dal'intervento potente e giustizialista se provocati, dimenticando in realtà trattarsi di un disturbo patologico.


    :lol:
     
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  3. tandream
     
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    Andate a consultare allora i tratti caratteristici dell'alessitimico. Corrispondono tutti ad un introverso in fase oppositiva.
     
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  4. Franz86
     
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    CITAZIONE (tandream @ 27/9/2012, 12:33) 
    Andate a consultare allora i tratti caratteristici dell'alessitimico. Corrispondono tutti ad un introverso in fase oppositiva.

    In che senso, scusa?
    da http://it.wikipedia.org/wiki/Alessitimia
    CITAZIONE
    L'alessitimia si manifesta nella difficoltà di identificare e descrivere i propri sentimenti, ed a distinguere gli stati emotivi dalle percezioni fisiologiche. I soggetti alessitimici hanno grandi difficoltà ad individuare quali siano i motivi che li spingono a provare od esprimere le proprie emozioni, ed al contempo non sono in grado di interpretare le emozioni altrui. La loro capacità immaginativa ed onirica è ridotta, talvolta inesistente; mancano di capacità d'introspezione, e tendono ad assumere comportamenti conformanti alla media. I soggetti alessitimici tendono anche a stabilire relazioni di forte dipendenza o, in mancanza di essa, preferiscono l'isolamento.

     
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  5. Velaour
     
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    Quindi adesso noi siamo Asociali , Disadattati , Sprezzanti , Schizotipici , Fobici Sociali e anche Schizoidi . . .

    Perfetto!! :lol:
     
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  6. Franz86
     
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    CITAZIONE (Velaour @ 27/9/2012, 16:49) 
    Quindi adesso noi siamo Asociali , Disadattati , Sprezzanti , Schizotipici , Fobici Sociali e anche Schizoidi . . .

    Perfetto!! :lol:

    Mi piace di più quest' altra :
    CITAZIONE (nemesys32 @ 27/9/2012, 10:54) 
    (...) personaggi fantastici come nei film western: uomini solitari e dal passato misterioso, dal sorriso difficile, dal disinteresse per le ingiustizie altrui, ma dal'intervento potente e giustizialista se provocati (...)

    Con le definizioni si fa così, si sceglie quella che più ci aggrada. Poi, a voler esagerare, ci si può attaccare pure un bel "disturbo borderline" che ci sta sempre e che con il suo tocco di psicopatologia fa anche cool.
     
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  7. Velaour
     
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    Mi hai preso per matto ?!

    Ero sarcastico
     
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  8. Franz86
     
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    CITAZIONE (Velaour @ 27/9/2012, 20:12) 
    Mi hai preso per matto ?!
    ...

    No, per schizoide. :P
     
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  9. tandream
     
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    Beh, sarà un'ideazione mia (o come si vuol chiamare) ma ho l'impressione di aver sviluppato i tratti dell'alessitimia per via della sfiducia nel "mondo". Ma probabilmente è solo una chiusura che sta durando da un po'... (claustrofobia delle emozioni come le chiama Anepeta).

    CITAZIONE (Velaour @ 27/9/2012, 16:49) 
    Quindi adesso noi siamo Asociali , Disadattati , Sprezzanti , Schizotipici , Fobici Sociali e anche Schizoidi . . .

    Perfetto!! :lol:

    Ma guarda, se analizzi il comportamento di qualsiasi persona (ma anche estroversa) tutti questi tratti li puoi trovare tranquillamente... se leggete bene la definizione di schizoide e vi guardate attorno ne troverete quanti ne volete...
     
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  10. tandream
     
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    La verità è che queste tabelle e descrizioni dei "disturbi" fanno parte ormai del medioevo della "psicologia". Andrebbero bruciate per ricominciare a scrivere una visione dell'uomo e del suo essere completamente diversa.

    Si è fatto di ciò che era sano malattia e di ciò che malattia dovrebbe essere se n'è fatto sanità.
     
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  11. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    Eh, purtroppo invece deve uscire il DSM V e tutti lo attendono come fosse la Bibbia.

    Cmq, se volete ridere veramente, leggetevi il disturbo di personalità schizotipica, lì la pischiatria ha raggiunto il top in fatto di stupidità e rozzezza.

    da wiki:

    Il criterio diagnostico DSM-IV TR

    Il disturbo schizotipico è stato codificato nel manuale DSM-IV TR secondo questi criteri:

    A - Un pattern pervasivo di deficit sociali e di comunicazione interpersonale, che implica uno stato di disagio del soggetto nelle relazioni interpersonali strette, e una ridotta capacità in esse. La difficoltà del soggetto riguarda inoltre anche distorsioni cognitive (o percettive) ed eccentricità di comportamenti. Questo quadro comincia a presentarsi nella prima età adulta (diversamente si tratta di altra patologia). Si presenta in più contesti ed è caratterizzato da almeno cinque dei seguenti sintomi:

    Idee di riferimento (idee ricorrenti che però non siano idee fisse)
    Credenze insolite o stile di pensiero "magico", tale da influenzare il comportamento e non attinente alle norme e credenze del sostrato culturale (es: superstizione, chiaroveggenza, telepatia, sesto senso, negli adolescenti fantasie bizzarre).
    Esperienze percettive insolite o stile espressivo con contenuto verbale oscuro (vago, circostanziale o "tangenziale", metaforico, troppo elaborato o stereotipato)
    Sospettosità o ideazione paranoide
    Affettività ridotta, rigida e trattenuta o inappropriata ai contesti
    Comportamento o apparenza strani, eccentrici
    Assenza di amici stretti o confidenti all'infuori di parenti di primo grado
    Ansia sociale eccessiva, che non diminuisce familiarizzando con la persona e, diversamente dal disturbo evitante, tende a essere associata a paure di struttura paranoide e non a giudizi negativi su sé stesso

    B - I sintomi non compaiono in concomitanza con la schizofrenia, né con un disturbo dell'umore di tipo psicotico, né con altri disturbi psicotici o disturbi dell'età evolutiva.

    Nota: Se i criteri si manifestano prima dell'insorgenza della schizofrenia, al disturbo si aggiunge la dicitura "Pre-morboso"



    In psichiatria il disturbo schizotipico di personalità è un disturbo di personalità caratterizzato, oltre che da tendenza all'isolamento sociale, da uno stile comunicativo e di pensiero eccentrico, tipicamente vago o metaforico, da stranezze del comportamento, e da idee di riferimento o credenze insolite.
    Descrizione

    È un disturbo appartenente al gruppo “A” della classificazione dei manuali DSM dei disturbi di personalità, cioè è una di quelle personalità che a prima vista appaiono strane, chiuse in sé o eccentriche. Le idee di riferimento degli schizotipici non sono propriamente idee fisse, non sono infatti connotate dalla sospettosità e ostilità tipica delle idee dei paranoici.

    Spesso i pazienti schizotipici hanno sistemi di credenze individualizzati o non convenzionali, per esempio credono a “poteri” o percezioni o fenomeni soprannaturali. Il pensiero tipico di questi soggetti viene definito “tangenziale”, cioè allusivo e dispersivo. Capita che talvolta sembrino assorti a “rimuginare” su sé stessi.

    I pazienti affetti da questo disturbo hanno un’alta co-morbilità con altri disturbi di personalità. Ciò può essere dovuto in parte al fatto che il criterio descritto dal DSM-IV TR include parametri che sono in comune anche con altri disturbi, creando zone di sovrapposizione. Gli altri disturbi di personalità che condividono parzialmente, a prima vista, certi tratti con il disturbo schizotipico sono: il disturbo schizoide, per quanto riguarda la tendenza del soggetto a isolarsi dagli altri; il disturbo di personalità evitante presenta anch'esso sintomi di ansia e preoccupazioni - di cui il soggetto non ha il controllo - legate alle interazioni con gli altri; infine le idee fisse sono la caratteristica principale del disturbo paranoide: ovviamente non c’è un confine netto e preciso tra idee semplicemente “strane” e idee fisse paranoidi, benché si tratti di due stili diversi e riconoscibili.

    Il disturbo schizotipico descrive cioè un modello, che si incontra frequentemente, che presenta tra l’altro alcuni sintomi “intermedi” fra quelli dei disturbi schizoide e quelli paranoide oppure ansioso/evitante: c’è la tendenza del soggetto a perdersi in sé stesso rimuginando con il pensiero, ad isolarsi mostrando chiusura e moderata ansietà, e d’altro canto le idee fisse hanno una forma più blanda rispetto a quelle paranoidi non essendo proiezioni di ostilità verso l’esterno. La percezione della realtà del paziente schizotipico non è alterata, e il pensiero, anche se appare divagante o strano nello stile, non è disorganizzato.

    Le persone affette da disturbo schizotipico possono soffrire di episodi psicotici, brevi e con frequenza relativamente bassa. È stata dimostrata una correlazione familiare e statistica tra disturbo schizotipico e la schizofrenia. Una percentuale di questi pazienti - intorno al 12% - sviluppano la schizofrenia, di solito in una forma meno grave da cui spesso guariscono.
     
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  12. tandream
     
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    Il fatto più umoristico è che tutte queste caratteristiche si possono ritrovare in una persona QUALUNQUE.
     
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  13. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    sì... e quando l'america psychiatric association se ne accorge, al posto che dire "mh... forse c'è qualcosa in questa società che è un po' storto..." rimuovono il disturbo dal DSM, come hanno fatto con il disturbo narcisistico di personalità XD


    QUANTA SERIETA' !!! QUANTA AFFIDABILITA' !!!


    so che in realtà tu volevi dire, probabilmente, che le etichette psichiatriche non hanno nessun fondamento (e hai ragione), però ho voluto cogliere la palla al balzo per delegittimare la psichiatria (sempre evento gaio) - non volevo affatto dire che le loro diagnosi abbiano un qualche valore.
    ci tenevo a precisarlo :D
     
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  14. alexey86
     
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    ...praticamente siamo una società di scoppiati: figo! :D
     
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  15. tandream
     
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    CITAZIONE (alexey86 @ 2/12/2012, 12:00) 
    ...praticamente siamo una società di scoppiati: figo! :D

    Ma forse è proprio così! E magari l'introverso che in realtà sarebbe il più normale di tutti per adattarsi finisce per impazzire davvero! :lol:
     
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15 replies since 27/9/2012, 09:54   5043 views
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