Eccessiva empatia? Eccessiva fantasia? Patologia?

Quando "sentire" fa male

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  1. yukino76
     
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    CITAZIONE (Nicola. @ 1/11/2012, 21:03) 
    Non ho solide basi per dirtelo, sono solo deduzioni superficiali su cui magari hai già riflettuto, però la frase di kundera può essere interpretata in varie maniere. Può esprimere sia il sognatore che non ha bisogno di conferme altrui perchè vive bene con sé stesso, ma può anche definire l'individuo fragile che, incapace di accettare la realtà che gli si prospetta, si chiude in un suo mondo ideale e addomesticato trova pace

    La seconda che hai detto, forse.
    Ne "L'insostenibile leggerezza dell'essere", il sognatore in questione, Franz, è un uomo che continua ad amare la donna che lo ha lasciato. E anche quando è lontano da lei, pensa a lei... che pensa a lui. Parte per una missione pacifista (se non ricordo male) all'estero, decisione che prende perchè a LEI interessa quella missione, e si immagina che lei lo stia guardando attraverso lo schermo di qualche televisione, fiera di lui: vive sotto gli occhi di lei quando lei non c'è più (immaginandosi gli occhi di lei su di lui e vivendo per essi). In quella missione ci morirà :cry: .

    Lessi il libro tanti anni fa (quindi spero di non ricordare male), prima o poi lo rileggerò, ne vale VERAMENTE la pena.

    CITAZIONE (Nicola. @ 1/11/2012, 21:03) 
    Io credo che la risposta alla domanda "come cacchio si fa ad innamorarsi di un personaggio di fantasia, tanto da soffrire per lui e fantasticarci sopra così da scriverne e scriverne e scriverne???" sia che tu hai un fortissimo ideale di giustizia, che probabilmente ha trovato sfogo e comprensione in questo determinato soggetto, tanto da soffrirne per chi vi si accosta senza comprenderlo e mutilarlo dei suoi valori.

    Questo è sicuramente vero. Se leggo storie incentrate su questo stesso personaggio ma non vi trovo le caratteristiche che vi ho riconosciuto io, la cosa mi fa soffrire e arrabbiare.
    Ma... ti assicuro, sono riuscita a soffrire e spaventarmi nel vederlo (leggerlo) in situazioni di sofferenza/pericolo, come se lui fosse reale e la sofferenza fosse reale: insomma, immaginavo la sua sofferenza in maniera molto vivida.

    Sai, parlando di questa mia attitudine a "soffrire" per sofferenze immaginarie inferte a personaggi di fantasia che amo (Santo Cielo che frase contorta), sto meglio perchè mi permette di analizzare la cosa portandola dalla sfera emotiva alla sfera razionale. Grazie. :)

    Edited by yukino76 - 1/11/2012, 21:37
     
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83 replies since 1/11/2012, 14:48   6492 views
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