Introversione e creatività

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  1. yukino76
     
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    Leggendo il libro del Prof. Anepeta, e non solo, emerge come sia stretto il legame tra introversione e creatività: molti introversi hanno una spiccata creatività, e immaginazione.
    Mi piacerebbe parlare di come ognuno si rapporta con la sua creatività (rimanendo sul generico, non c'è bisogno di mostrare le proprie "opere" ^_^ , a meno che uno non voglia).

    Pensando a me stessa, se penso ai momenti più "felici ed elettrizzanti" della mia vita, fin da piccola, mi vedo sfogliare un libro, o disegnare: uno dei ricordi più vividi è quello di me seduta alla scrivania, lampada accesa (sera invernale) e quaderno nuovo di pacca su cui pregustavo il piacere di disegnare le mie storie (una sensazione di piacere fortissima). Già, da piccola disegnavo, mentre crescendo mi sono più orientata alla scrittura :P .

    Negli ultimi tempi, leggendo il libro del Prof. Anepeta, mi sono domandata quanto conti la creatività nella mia vita. E' come se esistessero due mondi, il mondo esterno (quello in cui vivo il mio IO sociale) e quello interno (dove sfogo la mia fantasia): se mi chiudo troppo nel mio mondo interiore, questo ha ripercussioni negative sul mondo esterno, MA se non utilizzo il mio mondo interiore al meglio non riesco a godere del mondo esterno.
    Devo nutrire il mio mondo interiore (con libri, musica, e la mia immaginazione) in modo che da questo scaturiscano le mie "opere" (vabbè, chiamiamole così), e solo così mi sento positiva verso il mondo esterno. Il tutto però deve trovare un equilibrio, perchè il mondo interno deve lasciare spazio a quello esterno (e deve attingere dal mondo esterno), e allo stesso tempo il mondo esterno non deve prendere il sopravvento su quello interno. :shifty: OK, discorso un pò contorto.

    Sono curiosa di sapere cosa significhi per voi la creatività, come vi rapportate ad essa e che peso ha nella vostra vita sociale (vi aiuta? vi aliena?).

    Per quanto mi riguarda, se perdo quel mondo, il mio mondo "magico" (o se lo soffoco, non lasciandogli spazio), non sono più io, quindi devo proteggerlo e "nutrirlo".

    "E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori" Parafrasando Kundera, e c'è infine un'ultima categoria, ancora più rara: coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone immaginarie, sentendosi essi stessi immaginari. :fisch.gif: (anche se non so come chiamare questa categoria, ancora).

    PS: ho spulciato le precedenti discussioni della sezione, e non mi sembra di aver trovato un discorso simile: scusate se invece ho postato qualcosa di abbondantemente già trattato.
     
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  2. alexey86
     
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    Io, non avendo nessuna passione in particolare, la sfogo un pò in tutti i campi dello scibile umano e la mia patologica curiosità mi dà una mano ad alimentare la mia immaginazione. Mi ricordo il natale scorso avevo partecipato ad un evento di leganerd e bisogna portare un regalo da 5 euro in giù. Io avevo preso una crema anti-scottature ed avevo scritto su un foglio "dopo una dura giornata a base di flame (litigare via internet) curati con... " e c'era il foille. La tipa che l'ha ricevuta mi è venuta pure a ringraziare :D
     
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  3. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    bè la creatività la vivo in modo ambivalente... nel senso che sono decisamente perfezionista, quando devo fare qualcosa, anche se mi ci metto con tutte le mie forze non riesco a farlo male apposta, devo dare il meglio di me.

    purtroppo quando si tratta di lavoro per altre persone, il mio perfezionismo si rivela efficiente (anche se spesso non è nemmeno apprezzato), quando invece è qualcosa che faccio per me stessa, di solito diventa inefficiente. come se avessi bisogno necessariamente di un referente esterno per funzionare (dinamica che conosco ormai come le mie tasche e sto via via risolvendo).

    riguardo al rapporto con gli altri, direi che la creatività non influisce sul mondo sociale... tranne quando qualcuno mi fa dei complimenti per qualcosa che ho fatto :D

    è vero anche che non produco molto, a causa del perfezionismo inefficiente che dicevo sopra e a causa del fatto che le occasioni lavorative o pseudolavorative sono mooooooolto scarse nel campo che mi interessa.
    ma sono convinta che se potessi fare il lavoro che vorrei, il mondo sociale ne risentirebbe appena... io per come sono fatta, non esco moltissimo... le persone che frequento le vedo una volta a settimana, in media, perciò ho molto tempo a disposizione per dedicarmi alla lettura, allo studio, alla musica, insomma, le cose che fanno in genere gli introversi :D senza che debba sacrificare le amicizie che ho.
    inoltre non vedo il contatto con gli altri come qualcosa che deturpa ciò che faccio, o gli ruba tempo. anzi, penso che per tutte le arti sia fondamentale osservare i vari tipi umani.

    insomma, riassumendo, nel mio caso la creatività non esclude la socialità, ma anzi, la socialità è una delle cose che nutre la creatività.



    poi oh... anche picasso che faceva due quadri al giorno, o tezuka, che disegnava perfino in punto di morte, trovavano il tempo di conciliare le due cose :D noi in confronto che siamo??
     
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  4. Yorick75
     
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    I prodotti culturali di mio gradimento sono un po' come una benzina, senza la quale non mi muovo.

    Io scribacchio un po', ma non la vedo come un' attività creativa. Non mi sento un creativo, né tanto meno un' artista. E' una pratica, come camminare, nuotare, correre. A volte deliziosa, ma non sempre associata al piacere. E' una cosa che faccio, perché non riesco a mettere un punto. Quindi vado avanti. Finché ce n'è.
     
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  5. yukino76
     
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    CITAZIONE (Yorick75 @ 7/2/2013, 01:51) 
    I prodotti culturali di mio gradimento sono un po' come una benzina, senza la quale non mi muovo.

    Io scribacchio un po', ma non la vedo come un' attività creativa. Non mi sento un creativo, né tanto meno un' artista. E' una pratica, come camminare, nuotare, correre. A volte deliziosa, ma non sempre associata al piacere. E' una cosa che faccio, perché non riesco a mettere un punto. Quindi vado avanti. Finché ce n'è.

    Nessuno, IO per prima, si considera un artista (ce ne vuole ^_^ ).
    Per attività creativa intendo qualcosa che fai attingendo dalla tua fantasia, qualcosa che "crei", qualcosa che "plasmi", appunto (che sia scrittura, disegno, pittura, musica, modellismo, moda, poco importa: trasporti un qualcosa che hai "dentro", un'idea, un concetto, una fantasia, in un qualcosa di reale e concreto).
    Anche io "scribacchio", e come ho già avuto modo di dire non mi considero affatto una "scrittrice" (ce ne vuole!!!), però, come hai ben detto, è una cosa che faccio perchè non riesco a mettere il punto.
    Perchè? Perchè non si riesce a mettere il punto, nonostante non sempre sia associata al piacere?
    Perchè sentiamo questo bisogno? No, non è una pratica come camminare, nuotare, correre, secondo me. E' altro, e mi piacerebbe capire il senso di quest'altro: Murakami ha scritto "Io sono uno di quelli che per capire le cose ha bisogno di scriverle" (e qualcun'altro magari ha bisogno di dipingere, o cantare/suonare). E' un modo per "tirare il filo" dei propri pensieri e sentimenti?
    Io ho provato a smettere, sai? Ma è IMPOSSIBILE, perchè se smetto non sono più io, mi sento vuota e anche la mia vita sociale, per quanto limitata, ne risente: se la mia creatività va in crisi (cioè se non trovo nessuno stimolo, nessuna idea, nessu piacere in quello che faccio) divento come anestetizzata verso la vita "reale". Devo guardare e godere della realtà attraverso la lente della creatività.
    Non riesco a spiegarmi meglio, mi dispiace. :unsure:

    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 6/2/2013, 00:20) 
    bè la creatività la vivo in modo ambivalente... nel senso che sono decisamente perfezionista, quando devo fare qualcosa, anche se mi ci metto con tutte le mie forze non riesco a farlo male apposta, devo dare il meglio di me.

    Ah, su questo potremmo aprire un LUUUUNGO capitolo. :rolleyes:
     
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  6. Yorick75
     
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    No, ti sei spiegata benissimo: sei stata chiara. Io volevo solo aggiungere un punto di vista, che non mette in dubbio la validità del tuo.

    Alle tue domande rispondo con una domanda : perché respiriamo ?
     
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  7. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 6/2/2013, 00:20) 
    purtroppo quando si tratta di lavoro per altre persone, il mio perfezionismo si rivela efficiente (anche se spesso non è nemmeno apprezzato), quando invece è qualcosa che faccio per me stessa, di solito diventa inefficiente. come se avessi bisogno necessariamente di un referente esterno per funzionare (dinamica che conosco ormai come le mie tasche e sto via via risolvendo).

    capita anche a me. si sa da dove nasce questo fenomeno?

    Edited by Allonsanfan - 7/2/2013, 18:41
     
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  8. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    bè sì... prova a cercare su nilalienum "perfezionismo inefficiente".

    anche "claustrofobia".
     
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  9. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    MA se non utilizzo il mio mondo interiore al meglio non riesco a godere del mondo esterno.

    CITAZIONE
    se smetto non sono più io, mi sento vuota e anche la mia vita sociale, per quanto limitata, ne risente: se la mia creatività va in crisi (cioè se non trovo nessuno stimolo, nessuna idea, nessu piacere in quello che faccio) divento come anestetizzata verso la vita "reale". Devo guardare e godere della realtà attraverso la lente della creatività.

    Quoto in toto :yes.gif:

    Se non vado errato, Marx parlava della necessità di "produrre" o "riprodurre" se stessi tramite il lavoro. Il lavoro permette di crearci, di costruirci, di delimitare la nostra identità e il nostro mondo. Credo che chiunque sia in qualche modo attivo a livello artistico abbia tradotto questa idea nella produzione di qualche tipo di arte.

    Io mi azzarderei a dire- cosa che ho scoperto non da molto- che scrivere dà un senso alla mia vita. Che è forse l'affermazione più stupida e allo stesso tempo la più onesta che posso dare. Azioni, sensazioni, pensieri, persone: tutto trova un perché (a livello puramente emotivo, per nulla razionale) se io riesco anche solo per qualche minuto a riflettere su una scena, ad immedesimarmi in un personaggio, ad accarezzare l'opportunità di materializzare in parole un sogno o una fantasia.

    CITAZIONE
    Sono curiosa di sapere cosa significhi per voi la creatività, come vi rapportate ad essa e che peso ha nella vostra vita sociale (vi aiuta? vi aliena?).

    Mi aiuta e mi aliena ;) Mi aliena perché è chiaro che il tempo e l'attenzione dedicati agli altri ne risentono, ma mi aiuta perché volente o nolente ho una visione della vita "creativa", nel senso che non riesco a concepire il mio tempo senza la possibilità di creare qualcosa. Pensandoci, non è mica tanto normale :lol: Per quanto mi sforzi non riesco a farmi bastare il provare passivamente emozioni, qualsiasi sia l'evento in cui mi trovo ad essere coinvolta o la persona con cui mi trovo a parlare. Ciò che mi emoziona davvero (e ciò che poi ricordo) è quando rielaboro ogni cosa, quando provo a riproporla in altra forma. Pensare che il più delle volte accetto di uscire con la gente solo perché guidata dalla speranza di ritrovarmi folgorata con un'idea geniale! :lol:

    Si vive in funzione dell'arte, tutto qui :wub:
     
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  10. pacciotto
     
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    A me piace prima di tutto fruire della creatività. Sono cinefilo, leggo, qualche volta vado a mostre-esposizioni. Posso apprezzare una pellicola originale, a patto che la creatività non sia ostentata o sparata a 100 all'ora.
    La mia creatività credo si esprima soprattutto nell'umorismo verbale. Mi piace far ridere e immaginare cose comiche.
    Al di là di cavolate e note che correntemente posso scrivere su Facebook, nel corso del tempo ho anche scritto cose più ampie o ambiziose, ma sono molto incostante a riguardo. Durante le scuole medie ho avviato una produzione di storie-immaginari film con protagonisti i professori, le loro manie e frasi cult, con tanti di generi e saghe; roba stesa spesso improvvisando, ma qua e là qualche invenzione gradevole ce la mettevo e di certe storielle non penso male tuttora. Le conservo ancora. Avevo scritto a 16 anni una sceneggiatura di un road movie con due personaggi, probabilmente andata perduta, ripensandoci credo fosse un po' adolescenziale ma forse non pessima.
    L'estate scorsa, per un concorso in cui si richiedeva "creatività", ho scritto delle microsceneggiature di immaginari cortometraggi con tematiche civili-sociali trattate con humour, credo di aver fatto un lavoro dignitoso ma mi è stato segato.
    Nella mia immaginazione introversa qualche volta mi immagino pure regista, mi capita spesso quando leggo un romanzo, soprattutto con gialli e noir, ma è chiaro che non ci si improvvisa.
     
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  11. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    CITAZIONE (pacciotto @ 12/2/2013, 15:41) 
    La mia creatività credo si esprima soprattutto nell'umorismo verbale. Mi piace far ridere e immaginare cose comiche.
    Al di là di cavolate e note che correntemente posso scrivere su Facebook, nel corso del tempo ho anche scritto cose più ampie o ambiziose, ma sono molto incostante a riguardo. Durante le scuole medie ho avviato una produzione di storie-immaginari film con protagonisti i professori, le loro manie e frasi cult, con tanti di generi e saghe; roba stesa spesso improvvisando, ma qua e là qualche invenzione gradevole ce la mettevo e di certe storielle non penso male tuttora. Le conservo ancora. Avevo scritto a 16 anni una sceneggiatura di un road movie con due personaggi, probabilmente andata perduta, ripensandoci credo fosse un po' adolescenziale ma forse non pessima.

    che tajo, io idem
    (a dir la verità lo faccio tutt'ora)
     
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  12. pacciotto
     
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    CITAZIONE (houccisoilariadusieleièrisorta @ 12/2/2013, 19:16) 
    che tajo, io idem
    (a dir la verità lo faccio tutt'ora)

    Vuoi dire che a distanza di tanti anni dall'esperienza scolastica ancora....? Io a più riprese ci avevo provato, memore del divertimento provato e facendo un po' un'operazione nostalgia (tipo i sequel dei film che arrivano decenni dopo il primo). Ma in parte ho perso quegli scritti, e poi ho smesso perché mi pareva una cosa troppo di cazzeggio ormai, più difficile senza avere più la materia prima da osservare e sentire, e persino irrispettosa (che fine avran fatto quei prof.? Per quanto ne so, qualcuno può essere pure morto).
     
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  13. houccisoilariadusieleièrisorta
     
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    no, ora non le scrivo più, le invento e basta. sono racconti che si tramandano a voce. nei secoli e nei secoli.
     
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  14. Nicola.
     
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    a ilaria gli fa una pippa omero

    comunque mi associo, alle superiori girai dei corti comic-horror che avevano come protagonisti/nemici i professori (il nome era professors evil)
    in più raccolsi tutte le cavolate dette in classe in 4 anni di superiori in un libro, con campionati e classifiche
     
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13 replies since 5/2/2013, 15:13   286 views
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