non voglio essere introverso!

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    è questo il mio problema, da sempre.
    in tenera età mi sono accorto di avere qualcosa di diverso dagli altri. l'ho sempre saputo, ed il mio impatto con la socialità, con la scolarizzazione, è decisamente affine alla descrizione fatta dal dottor anepeta nei suoi scritti.

    poi ci si è messa pure la timidezza, cronica, un aspetto del carattere che odio quanto e più dell'introversione. introversione che, mi rendo conto, presenta numerosi ed importanti pregi, ma che non riesco proprio ad accettare. mi limita. io sono un tipo orgoglioso, vagamente narcisista, mi faceva notare il mio vecchio terapeuta, e in effetti ho sempre avuto il desiderio recondito di primeggiare, di essere meglio degli altri, o almeno pari, e di godermi la vita. il desiderio di successo, che in fondo non credo sia una cosa così innaturale.

    ma l'introversione, per l'appunto, mi limita. per essere introversi ci vogliono le palle. ci vogliono il coraggio e la volontà di essere sé stessi e di non paragonarsi agli altri, di avere stima di sé. io queste cose non ce l'ho.

    ho un cattivo rapporto con me stesso. ho paura degli altri, ho paura del loro giudizio, di espormi, di essere al centro dell'attenzione. queste cose non sono necessariamente legate all'introversione, ma dalla percezione di diversità e dalle conseguenti interazioni negative con gli altri, sono nati in me questi sentimenti, e si sono cronicizzati.

    non sopporto di aver sprecato tutti e 25 gli anni della mia esistenza. di non aver mai fatto determinate cose. di essere sempre quello che parla di meno o non parla proprio, quando è in gruppo. di essere costretto ad evitare cose perché mi procurano troppo stress e so già che ciò che sarebbe semplicissimo per chiunque altro, per me è come scalare l'everest.

    non si può cambiare, ci si può solo accettare. ci provo da anni. non ci riesco.
     
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  2. E.Schiela™
     
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    Quello che scrivi mi ha fatto tornare a mente tante cose...

    ne scriverò una soltanto, però :) sperando ti faccia lo stesso effetto che fece a me quando mi ci sono imbattuta la prima volta:

    "Chi chiami cattivo? Chi mira soltanto a creare vergogna. Che cos'è per te la cosa più umana? Risparmiare vergogna a qualcuno. Che cos'è il sigillo della raggiunta libertà? Non provare più vergogna davanti a sè stessi"
     
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    era di nietzsche o ricordo male? comunque conosco questa citazione, molto bella e mi ci ritrovo molto.

    l'ultima parte è sicuramente un passaggio importantissimo per ognuno, specie per quelli come me.

    mi auguro di arrivarci un giorno, anzi spero presto perché non voglio più bruciare il mio tempo su questa terra.
     
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  4. E.Schiela™
     
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    essì, era proprio lui :)

    capisco bene quello che dici, comunque.
    purtroppo è un lavoraccio, dal momento che tutta la società o quasi non fa che remare contro. che vita da salmoni.
     
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    sicuramente,
    ma credo che le avversità "definitive" siano quelle affrontate in giovane età;
    mi viene da pensare che esistono introversi - mi si corregga se sbaglio - felici, qualcuno orgoglioso della propria condizione o in generale felice di sé.

    e in effetti la soluzione sarebbe tutta lì, nell'accettarsi. ho paura di essere segnato a vita, di non poter ottenere quello che cerco, ma forse quello che cerco è sbagliato.

    forse è il narcisismo, il vero problema. l'ego smisurato. una cosa di cui voglio liberarmi, ma della quale in realtà non voglio liberarmi.

    (...)
     
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4 replies since 26/6/2014, 15:10   256 views
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