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  1. E.Schiela™
     
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    ...che non aprivo una discussione.

    Fra l'altro credo sia un tema già sviscerato sufficientemente, a ben cercare.
    Pace, lo apro comunque.


    Riflettevo sul giudizio maschile che le donne subiscono.
    Sono convinta che nessun uomo vorrebbe ricevere lo stesso trattamento e se vivesse una settimana da donna smetterebbe, poi, con quei comportamenti.

    Penso alla vecchiaia come un'età di libertà totale. La vedo come l'unico periodo, assieme all'infanzia, in cui si può essere apprezzati per ciò che si è realmente, per ciò che si prova e si pensa, senza dover subire quell'altro giogo di vergogna.

    È incredibile come certe battute feriscano.. anzi, come alcuni non riescano a capire quanto sono lesive certe uscite. Io cerco sempre di evitare anche solo lontanamente di dire qualcosa che possa turbare una persona. Non lo faccio per motivi ideologici o religiosi, ma semplicemente per delicatezza ed empatia. È un atto spontaneo e automatico.

    Spesso invece mi ritrovo a sentirmi come un elenco di inventario, una fila di quadratini da spuntare, ogni crocetta un errore che testimonia il mio non essere integra agli occhi di chi osserva. Sono come quelle macchiette che si fissano sui vestiti e non se ne vanno, diventano tutt'uno con la fibra, la compromettono.

    Per molti sono solo battute per ridere, ma c'è anche gente che si suicida, per certi scherzi.
    Dicono che sono troppo sensibili, ma io credo invece che siano troppo insensibili gli altri ed è stupefacente come molti si adeguino a questo modello di pensiero, come se l'ambiente umano fosse una terra arida e ostile dove la tua sopravvivenza può mettere a repentaglio la mia e quindi è necessario indurirsi per non morire.
    Dimenticano che l'ambiene umano non è un ambiente naturale, ma culturale, dunque un artificio creato dall'uomo stesso e in quanto tale sostanzialmente arbitrario e determinato dagli eventi.

    Danno per scontato che essere sensibili sia una debolezza, un fardello. Non si pongono nemmeno il dubbio che possa invece essere vero il contrario: che il danno sia l'eccessiva insensibilità.
    A volte essere molto sensibili è davvero una fatica, nessuno lo nega. La colpa non è della sensibilità, però, ma del trattamento che si deve subire nascendo molto sensibili. In quei momenti sul serio arrivo a pensare che "l'inferno sono gli altri".

    Invidio la concezione del corpo di molti popoli primitivi, penso siano le uniche civiltà a vivere il corpo naturale. Da noi, molto di ciò che è concepito come femminilità e mascolinità è solo un'incrostazione dannosa e distorta delle aspettative consumistiche che l'occidente ha creato, mischiate al tempo stesso a derive religiose e ascetiche, ugualmente determinate dalla nostra storia (pornostar o sante anoressiche - come si fa a non accorgersi di questa scissione profondissima?). In ultima analisi, niente di "naturale", sebbene si tenda a dare per scontato il contrario.


    Per non parlare di quanto la cultura influenzi la differenziazione di genere, sia dal punto di vista comportamentale che fisico. Basta osservare i popoli che citavo sopra.
    Una donna pigmea è meno donna di una donna occidentale? Un uomo pigmeo è meno uomo di un uomo occidentale? Sono i tacchi a rendere una donna tale, è la palestra a rendere un uomo tale? Chi l'ha deciso? Dove sta scritto?

    Quei popoli per me rappresentano la purezza, relativamente alla concezione del corpo e della sessualità. Una purezza intesa come "naturalità", spuria dall'artificio culturale.

    Sarà un'utopia immaginare un occidente che condivide quella stessa concezione?
     
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  2. 444
     
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    Mi auguro che l'evoluzione culturale delle prossime centinaia d'anni porti l'uomo a conoscere se stesso e di conseguenza gli altri. In un certo senso sono fiducioso ma non vorrei vivere nè ora nè mai un periodo o un'altra vita come donna / uomo / animale o qualsiasi altra cosa. Mi ritengo enormemente fortunato ma questa esperienza, che non è ancora finita e presumibilmente durerà ancora diverse decine d'anni, ho la sensazione che mi basti. Mi aspetto un futuro dove il passato ha un valore sociale forte, dove le esperienze sono realmente percepite collettivamente. Un esistenza meno superficiale, probabilmente.
     
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  3. crox
     
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    Sai che anch'io volevo aprire una discussione simile? :emoticon-0100-smile.gif:
    Da qualche mese faccio volontariato in un centro antiviolenza e sto riflettendo molto sulle questioni legate all'appartenenza di genere, alla cultura, etc.

    Sono una persona tendenzialmente 'oppositiva' e non ho mai avuto un buon rapporto con i cliché, specialmente con il ruolo di 'donna'. Ora vivo meglio questa dimensione, ma in passato ho avuto dei momenti di 'squilibrio'.
    C'è stato un periodo in cui andavo in giro con i peli lunghi sulle gambe in bella vista come forma di ribellione e di espressione della mia individualità.
    Con il tempo il mio stile non è cambiato (odio perdere tempo in cose inutili come la depilazione e idiozie varie), ma cerco di darmi un 'contegno' (non mi scopro le gambe se ho i peli più lunghi di 2 cm). :emoticon-0102-bigsmile.gif:

    Sembrerà una cazzata, ma voglio avere la possibilità di esprimere la mia individualità e autenticità anche in queste 'piccole' cose. Perchè mai se vado in giro con i peli sulle gambe devo sentirmi giudicata dagli altri!?! Che cultura di merda.

    Il problema non è solo il giudizio maschile... ma anche quello femminile.

    Mi piace confrontarmi con altre donne, ma mi crea disagio un certo senso di appartenenza, della serie: 'noi donne siamo più sensibili, più forti..etc..etc'. Queste affermazioni sono dei luoghi comuni che non fanno altro che rinforzare i cliché e i modelli imposti.
    Mi piacerebbe condividere un altro senso di appartenenza, che derivi dal vissuto culturale comune, ma che cerchi anche di superarlo. Una rielaborazione critica della cultura che tenda al superamento della divisione tra i sessi. Ho sempre difeso fortemente il mio essere 'persona'.

    Sulla sensibilità sono d'accordo con te, E. schiela. Anch'io mi faccio un sacco di film per cercare di non ferire nessuno e alla fine gli altri non fanno lo stesso con me.

    Avevo scritto altre cose ma le ho cancellate. Devo prima mettere in ordine i pensieri (la mia mente è parecchio disordinata).

    Edited by crox - 29/6/2014, 16:37
     
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  4. E.Schiela™
     
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    sì, brava! ho sempre trovato irritantissimi i discorsi "noi donne", "voi uomini", categorie che non esistono.
    semmai esistono solo delle ombre di uomo e di donna sulla parete della caverna, distorte dal modo in cui noi stessi disponiamo le mani.

    non è affatto vero che le donne sono più sensibili, nè che siano più forti. direi che c'è una diffusa e paritaria percentuale di merditudine in entrambi i sessi.
    e se devo fare un'analisi basata sulla mia esperienza, dovrei dire che le cattiverie peggiori sono state causate da donne.

    è anche per questo che mi rifiuto di parteggiare in banalizzazioni del genere.
    l'unico ambito in cui mi sento di poter solidarizzare in modo universale sono le questioni di consumismo sentimentale legato all'immagine, gli atteggiamenti predatori che in genere le donne devono subire e che d'altro canto devono subire anche molti uomini, sebbene in misura minore.
    per questo non mi sono mai definita femminista, ma umanista.
    questo però è un altro discorso :D

    tornando alle generalizzazioni fra donne, trovo quel tipo di solidarietà davvero irritante perchè falsa, frutto di una generalizzazione che appiattisce.
    inoltre fra le donne ho riscontrato spesso molta competizione, che deriva suppongo dall'aver interiorizzato quello che si presuppone sia (e spesso è davvero, mortacci della nostra cultura) lo sguardo maschile.

    mi torna in mente la canzone dei cccp "guerra e pace" quando dice "e noi che siamo esseri liberi, un ciclo siamo macellati, un ciclo siamo macellai". è proprio così...
    è sconfortante pensare come le persone arrivino a giudicarsi a forza di essere giudicate e a giudicare gli altri alla stessa stregua. mi viene in mente la definizione di "cultura della vergogna" in voga fino a non so quanto tempo fa in antropologia, riferita ad alcune società. la trovo molto calzante, se applicata in questo ambito. siamo noi la vera cultura della vergogna.
    dovremmo imparare a guardarci con occhi diversi, con occhi più puri. a quel punto saremmo sì più liberi.
     
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  5. crox
     
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    CITAZIONE
    direi che c'è una diffusa e paritaria percentuale di merditudine in entrambi i sessi.

    Concordo.

    CITAZIONE
    se devo fare un'analisi basata sulla mia esperienza, dovrei dire che le cattiverie peggiori sono state causate da donne.

    …...idem.....
    ho ricevuto cattiverie ma anch'io credo di aver fatto del male ad altre donne. Però non l'ho mai fatto con intenzionalità e questo secondo me è importante, perché se non c'è la volontà di fare del male non è una cattiveria.

    CITAZIONE
    inoltre fra le donne ho riscontrato spesso molta competizione, che deriva suppongo dall'aver interiorizzato quello che si presuppone sia (e spesso è davvero, mortacci della nostra cultura) lo sguardo maschile.

    Eh sì. Non ho mai avuto grandi amicizie femminili proprio per questo motivo...o meglio, l'unico rapporto che consideravo di amicizia si è intrerrotto per questioni ridicole di questo tipo. No comment.

    CITAZIONE
    mi torna in mente la canzone dei cccp "guerra e pace" quando dice "e noi che siamo esseri liberi, un ciclo siamo macellati, un ciclo siamo macellai". è proprio così...
    è sconfortante pensare come le persone arrivino a giudicarsi a forza di essere giudicate e a giudicare gli altri alla stessa stregua. mi viene in mente la definizione di "cultura della vergogna" in voga fino a non so quanto tempo fa in antropologia, riferita ad alcune società. la trovo molto calzante, se applicata in questo ambito. siamo noi la vera cultura della vergogna.

    E' bello quello che dici e sono d'accordo con te.
    La cultura dovrebbe essere qualcosa che aiuti gli uomini a vivere meglio e invece molte volte è una gabbia soffocante che fa da innesco a questi circoli viziosi.

    CITAZIONE
    dovremmo imparare a guardarci con occhi diversi, con occhi più puri. a quel punto saremmo sì più liberi.

    Il punto è che finché queste rimarranno solo parole non cambierà mai nulla. Le persone non possono/riescono a cambiare, sono troppo incasinate per arrivare a pensare che possa esistere un modo di vivere diverso.

    Nel mio piccolo ho sempre cercato di fare qualcosa per liberarmi dalla gabbia soffocante della cultura, delle norme sociali, etc. Ho fatto errori, ho fatto cazzate ma almeno ci ho provato e dopo tante prove e tentativi (a volte inconsci, altre consapevoli) credo anche di avere imboccato la via giusta. Il problema è che o ci si libera tutti o si rimane tutti ingabbiati. Da sola posso liberarmi ma solo in parte, perché per farlo del tutto ho bisogno che lo facciano anche gli altri. E' un dramma questa cosa, perché se da un lato so di poter aspirare a una maggiore autenticità e libertà, dall'altra so che per farlo ho bisogno degli altri...e che questi generalmente non sono pronti a fare questo passo. Che palle. questa cosa mi butta giù. :(
     
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  6. E.Schiela™
     
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    Dal diario di Sylvia Plath:

    CITAZIONE
    [...] Ho eretto nella mia mente un'immagine di me, idealistica e bella. Non è forse questa immagine, libera da pecche, il vero io, la vera perfezione? Sbaglio quando questa immagine si insinua fra me e l'implacabile specchio? [...] Mai, mai, mai raggiungerò la perfezione che desidero con tutta l'anima: i miei dipinti, le mie poesie, i miei racconti... tutti miseri, miseri riflessi [...] perchè sono stata completamente condizionata dalle convenzioni di questa comunità
     
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  7. Yorick75
     
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    l'attacco "Perchè Voi Uomini/Donne" non l'ho mai sopportato. Sostanzialmente è fatto da persone che non riescono a vedere oltre lo schemino che gli è stato inculcato.
     
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  8. E.Schiela™
     
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    Io mi domando come alcuni davvero riescano a credere al fatto che queste fantomatiche "invarianze" che accomunano il modo di sentire/pensare di un genere abbiano una base biologica.

    Io ammetto che tali invarianze possano sussistere, ma esclusivamente per distorsione culturale. Quindi in fin dei conti nulla che una certa sensibilità e una certa profondità culturale non possano oltrepassare.

    Questo è l'assunto base della mia teoria della mente unisex.
     
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  9. crox
     
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    Anche io me lo domando....

    Eppure la maggior parte delle persone crede che tra la mente maschile e femminile ci siano delle differenze 'naturali'.
    Personalmente è da anni che intuisco che tali differenze (perlopiù presunte) sono artificiali e (non naturali come vogliono farci credere) e sono stupita dal fatto che la generalità delle persone non la pensi come me.
    Non credo di essere un genio della lampada, è una questione di sensibilità che molti non hanno, oppure non l'hanno sviluppata come la mia. Non si tratta nemmeno di cultura, poiché molte persone 'acculturate' sono stupide e prive di senso critico (questo è uno dei miei leitmotiv :emoticon-0100-smile.gif: ); basta pensare a quelli che credono che la mente femminile sia multi-tasking e più portata per le discipline umanistiche rispetto a quella maschile... di fronte a chi sostiene certe idiozie non si può che stendere un velo pietoso. :-/ (scienziati o meno si trattasi sempre di mentecatti).

    La cosa che più mi fa incazzare è che queste persone bloccano l'evoluzione collettiva.
     
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  10. E.Schiela™
     
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    Guarda io man mano che invecchio sono sempre più scettica riguardo l'evoluzione collettiva che - per carità - continuo ad agognare.

    La cosa più soprendente è che occupandosi di questioni di genere le persone (mi riferisco ai teorici del multi-tasking & similari :P ) si basino esclusivamente sul mondo occidentale/occidentalizzato/preda-del-sogno-occidentale, tralasciando completamente tutte le altre culture, o perchè ritenute inferiori, meno progredite, ecc. (generalmente non lo ammettono ma si capisce lo pensano, da come s'esprimono nei confronti di tali popoli) o proprio per ignoranza.

    Ma io mi chiedo: una donna pigmea è meno donna di una italiana? Un uomo innuit è meno uomo di un italiano? Dove sta scritto? Chi lo dice? Perchè mai? E inoltre, le donne e gli uomini occidentali un tempo erano come sono oggi?


    Infatti adesso ho messo in lista Storia della sessualità di Foucault. Basta, questi falsi miti devono essere sfatati! ( :D )
     
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  11. crox
     
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    Ho appena finito di leggere un libro molto bello:"Dalla parte delle bambine" di Belotti.

    ho sempre snobbato questo libro a causa del titolo che mi suscita perplessità...invece mi sono dovuta ricredere! E' un libro originale e per certi versi ancora attuale nonostante sia degli anni '70. I temi trattati sono quelli del condizionamento culturale nei primi anni dell'infanzia e della differenza nell'educazione dei maschi e nelle femmine. Infatti la tesi dell'autrice è che le differenze di comportamento tra i sessi siano 'culturali' e causate da un'educazione conservatrice e non 'innate' come molti autorevoli cialtroni sostengono. :)

    Continuando su questa scia, un altro libro che voglio leggere è:"Sesso e temperamento" di Margaret Mead!! M'ispira!

    p.s: sono dentro a un gruppo di lavoro che si occupa di questi temi.... quindi ne stiamo vedendo di tutti i colori :wacko: Girovagando su youtube abbiamo trovato questo video a dir poco agghiacciante:



    Video
     
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  12. 444
     
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    Mh, questo genere di pubblicità persiste da almeno 20 anni. E, in effetti, la mia percezione delle bambine era che si divertissero a quel modo. Voglio dire coi bambolotti, in generale ad immaginare di essere grandi. Mettiamo vicino un ambiente che non stimolava il mio senso critico e... vivevo in buona fede. Poi guardavo devilman e ken il guerriero ed ero uno dei più tranquilli delle scuole. E parenti di altri bimbi che si lamentavano dele scene di violenza. Non capivo, dopotutto erano cartoni.
    Mi fa tristezza pensare a come vedevo il mondo degli adulti travisato dalla tv. Sarà anche per quel disinteresse che son rimasto a lungo infantile. I miei genitori, poveri, han fatto il possibile per insegnarmi la buona strada.
     
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  13. crox
     
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    Secondo me il problema non è tanto la pubblicità in sé (il cui unico scopo è quello del profitto), ma il fatto che riproduca gli stereotipi più beceri e si serva di queste miserie per fare profitto (tra l'altro sulla pelle dei minori... è un'aggravante). Il fatto è che siamo continuamente bombardati da immagini di questo tipo e quindi non ci impressioniamo più di tanto perché lo consideriamo 'normale', ma in realtà è un condizionamento.

    per quanto mi riguarda, trovo mortificanti per la persona umana entrambi i modelli proposti (maschile e femminile)! e non mi identifico in nessuno dei due... per fortuna :)
    Anche da piccola era diversa... sia dai maschi che dalle femmine e mi piace questa cosa, perché significa che non sono mai stata una scimmietta ammaestrata.
     
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12 replies since 28/6/2014, 14:46   313 views
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