DISTURBO EVITANTE DI PERSONALITA'

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    Ciao a tutti ,come già avevo scritto nella presentazione soffro di questo disturbo,mi ritrovo in pieno nella descrizione che si trova su internet.sono stata in terapia qualche anno fa ma ho risolto solo i sintomi legati al disturbo ovvero l'ansia sociale,che si è attenuata per fortuna,e la depressione,fatto sta però che io mi sento invisibile,non so se riuscite a capirlo non è facile da spiegare,è una sensazione che ho sempre sia in casa che fuori casa e mi fa soffrire ,mi fa sentire vulnerabile.non sentirsi visti equivale a non avere difese nei confronti del mondo esterno.quello che non ho mai capito è cosa abbia scatenato questo problema,a volte penso che siano stati alcuni episodi di derisione in famiglia,quando avevo 13 14 anni mio padre e mio zio mi prendevano in giro perché ero silenziosa, erano mortificanti e probabilmente questo ha accentuato la mia timidezza.eppure ricordo che è una sensazione che ho dall'infanzia,mi mbarazzavo addirittura a farmi fotografare, mi succede anche oggi,non riesco nemmeno a guardare le foto in cui sono presente,voi che dite sono messa male? :yes.gif: una psicologa mi ha detto che è un fenomeno di depersonalizzazione.volevo condividere con voi certe percezioni,qualsiasi opinione,consiglio sono ben accetti. :yes.gif:
     
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  2. Riccardo Levi
     
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    Non è depersonalizzazione. In realtà è solo difficoltà ad adattarsi ad un sistema ce non si considera umano. Nel mondo che l'uomo si è costruito, vengono considerati fattori positivi cose come l'indifferenza verso il prossimo, l'arrivismo, la sicurezza in sé stessi (quella data dall'indifferenza verso gli altri), etc. Il bello di tutto ciò è che chi non corrisponde al "modello sociale imposto",viene considerato (e convinto di essere) "difettoso". Se la maggioranza pensa che togliere il pane a chi ne ha bisogno per averne di più per sé sia normale, ciò non significa che sia giusto. Il fatto è che color che comandano, sono interessati solo al proprio tornaconto ed hanno occupato tutte le posizioni che contano: politica, medicina, psicologia, scuola, etc. imponendo il loro modello come unico giusto e convincendo tutto il mondo che chiunque non è come loro, non è normale. Ho impiegato anni a capire che è sbagliato. Ora nessuno può più convincermi. Lo stesso deve valere per chi, come te, pensa di essere messo male.
     
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  3. Francesco35
     
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    Carissimo! al di fuori della diagnosi....quello che puoi tentare di fare, è il cercare di non razionalizzare il tuo sentirti "invisibile" e ne tantomeno cercare di spiegarlo agli altri ( credo che la LIDI) è uno dei pochi canali di comunicazione-condivisione di un certo spessore).
    Nella nostra società malata, "estrovertita", un po' tutti tendiamo a razionalizzare i nostri stati d'animo credendo ad un Io-cosciente ed unitario. Questo che ho appena detto è uno dei più grandi drammi epocali. La percezione che abbiamo di noi stessi la possiamo solo e solamente confrontare con gli altri che non siamo noi.....ma dal momento che gli altri...non sono che la rappresentazione del mondo esterno che ha come "cornice" la Cultura dominante, inconsapevolmente, ma la nostra personale esistenza si complica ancora di più.
    Come uscirne? Qualche piccolo consiglio....:
    1) A quello che pensiamo di noi stessi...ed a quello che gli altri pensano di noi stessi, diamogli un significato leggero.
    2) Proviamo a stare al mondo senza cercare troppo di tranquillizzarci ricopiando i pensieri e-o i comportamenti altrui. Mi sembra che in generale in questo ultimo ventennio, stiamo uno peggio dell'altro! con la differenza, che il 95% delle persone, i giovani in primis, non sanno neanche che cosa voglia dire "riflettere".
    3) Tutti gli studiosi sono concordi del fatto che siamo governati dall'inconscio. Perciò, gli svariati tentativi di garantirsi uno standard di benessere (religione, yoga, palestra, credenze varie...) ALLa LUNGA ci fanno stare ancora peggio, perché gli attribuiamo un significato salvifico. Pregare...per esempio....è una pratica anche positiva se non postula significati Divini. Altro conto è pregare riconoscendo la natura fragile di noi esseri umani senza aspettarci di innalzarci chi sa dove.
    4) Viverci la nostra vita, portandoci dietro sempre e comunque tutta la nostra valigia interiore, compresa l'invisibilità che ci è stata attribuita dagli altri attraverso comportamenti e prese in giro che ci hanno fatto soffrire e provare rabbia.
    Un Abbraccio Francesco
     
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    vi ringrazio dei consigli comunque ho deciso di contattare uno psicologo della lidi perché non ce la faccio più ,esistere dovrebbe essere un diritto..non riesco più ad andare a dare gli esami all'università,studio veterinaria ma sono rimasta indietro,poi con il problema che ho come farò a fare la professione?bisogna relazionarsi con i padroni fare la visita dell'animale di fronte a loro ecc..io mi blocco vado in ansia,mi sembra tutto insormontabile,ricambio gli abbracci :)
     
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3 replies since 9/10/2015, 21:17   423 views
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