Uno di voi. Richiesta info e consigli

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  1. Diego Amelio
     
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    Buonasera,

    Ho 33 anni, ho letto 'Timido, docile, ardente' e mi sono scoperto, descritto nei minimi dettagli, introverso patologico, nel senso che ho anche sviluppato disturbi tipici dei casi estremi di introversione.
    Da anni soffro di disturbo ossessivo compulsivo di personalità e depressione che le medicine non riescono a curare. La mia vita non è normale. Nonostante la vicinanza della mia famiglia mi sento terribilmente solo.
    Da mesi non riesco ad andare al lavoro e attualmente sono in aspettativa, aspettando con terrore la fine della stessa quando dovrò decidere se tornare al lavoro o licenziarmi.
    Il libro, che mi descrive perfettamente (in particolare sono un "figlio d' oro") mi ha dato la speranza di essere capito da qualcuno.
    Al momento non sto facendo psicoterapia (ho tentato in passato ma ho perso fiducia) e sono in attesa di fare delle elettrostimolazioni al cervello per pazienti resistenti ai farmaci.

    La LIDI è in contatto con una rete di psicoterapeuti da suggerire? Se gli psicoterapeuti fossero segnalati dalla LIDI e conoscessero il libro mi sentirei più fiducioso.

    Avete altri consigli?
    Quali sono le attività della LIDI?
    È possibile iscriversi alla Lidi?

    Grazie mille
    Saluti
     
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  2. Luigi Anepeta
     
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    Purtroppo la LIDI non funziona più da quando, nel 2012, mi sono dimesso dal ruolo di Presidente per limiti di età. Nonostante la buona volontà, i nuovi dirigenti non sono riusciti a riorganizzarla, anche e soprattutto per una scarsa partecipazione degli introversi.
    Esiste un gruppo di psicoterapeuti della LIDI che però operano tutti a Roma. Tra essi uno o due sono disponibili a portare avanti una psicoterapia tramite skype. Se la cosa può interessare, posso comunicare i nominativi e i contatti.
     
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  3. pisanacollodi
     
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    Sono Pisana Collodi, sono psicologa e coordino dal 2011 il Gruppo dei Terapeuti della Lega Introversi.
    Siamo persone di diversa formazione, unite dall’interesse verso il tema introversione che inoltre condividono, approfondendoli nel lavoro quotidiano, le basi teoriche (Teoria struttural dialettica, Teoria dei Bisogni) formulate negli anni da Luigi Anepeta e da cui deriva la messa a fuoco del concetto introversione.
    Rispetto al proseguimento e alla diffusione del modello dialettico, che potenzialmente è uno scopo del nostro gruppo, scopro in questi giorni che Nicola Ghezzani, ha creato un sito con questo nome (SIPSID Società italiana di psicoterapia dialettica) con vari articoli . In una sotto sezione del sito ( Psicologia della salute : Sensibilità, introversione e disagio psichico) Ghezzani riconduce il tema dello stare male al maltrattamento della sensibilità infantile, distinguendo tra maltrattamento volontario (abusi, carenze) e involontario (genitori e contesti inadeguati alla sensibilità elevata di un bambino iperdotato.
    Nell'analizzare gli aspetti di contesto sociale che aumentano il disagio, Ghezzani non trova di meglio che dare la colpa ai migranti, agli extracomunitari . Copio incollo un pezzo: "3) Infine, immense masse migratorie di popoli privi di attitudini culturali alla riflessione e all’empatia e vieppiù disumanizzate dallo stato di criminalità endemico nei loro paesi, dall’espatrio e dal miraggio consumistico, sono penetrate nel mondo occidentale. Il loro massiccio ingresso, perlopiù oscuro e incontrollato, ha violato antichi equilibri, rendendo così la psiche occidentale – soprattutto quella europea, già fiaccata dal declino economico – più inquieta, sospettosa e a sua volta anaffettiva, aggressiva e violenta." (Nicola Ghezzani SIPSID. Sezione: Psicologia della salute, articolo “Sensibilità, introversione e disagio psichico”).
    Nel dissociarmi fermamente da tali affermazioni razziste ed antistoriche, che omettono qualunque riferimento anche a recenti studi etnopsichiatrici ( si veda Piero Coppo: “Le ragioni del dolore” sulla cura, in Africa, della depressione) e cancellano qualunque riflessione sul colonialismo, desidero sottolineare quanto segue:
    Nessun disagio può essere curato, nessuna sensibilità può essere difesa , attaccando la sensibilità di qualcun altro, svilendone le radici e le appartenenze.
    Nella specie umana non è previsto, se non a prezzo di perdita dell’umanità e di pericolo per i viventi, combattere l’emarginazione attaccando la debolezza : condizione ontologica comune , né, soprattutto, creando nuova emarginazione. Un modo efficace per uscire dall’emarginazione è la solidarietà con chi soffre. Un altro modo, che affianca e deriva dal precedente è la messa in discussione critica dei modelli di normalità, ricostruendone la genesi storica ed economica, e mettendo in luce l’astrattezza dei modelli. La storia della Lega Introversi è anche questa.
    Tra i modelli di normalità, uno dei più pericolosi, più portatori di stragi, più efficaci nel restringere le menti e i cuori delle persone, dotandole di falsa coscienza , è l’etnocentrismo.
     
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  4. Diego Amelio
     
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    Buonasera, grazie a tutti per le risposte. Mi scuso per il ritardo della mia.
    Sarei interessato a un percorso di psicoterapia, anche via skype (io al momento sono in Calabria, tra Catanzaro e Cosenza).
    Attendo info e contatti. Buone Feste a tutti.
     
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    CITAZIONE (Vanitas @ 17/12/2018, 13:48) 
    CITAZIONE (Diego Amelio @ 15/12/2018, 19:31) 
    sono in attesa di fare delle elettrostimolazioni al cervello per pazienti resistenti ai farmaci.

    Gente come noi è fottuta nel DNA. Se fai l'elettroshock, dopo un po' torni come prima. C'è gente che di elettroshock ne fa continuamente. Così come c'è gente imbottita di farmaci a vita.
    Io ho optato per smettere con tutte queste stronzate e accettare il fatto che non posso avere una vita normale. Adesso sto molto meglio, essendomi tolto dei pesi (come appunto il lavoro, che è un magnete per la depressione).

    e come vivi senza lavorare?

    anch'io vivo il lavoro come un peso, per gli introversi l'unica via è il lavoro autonomo, ogni volta che ci si rapporta a una realtà che nemmeno contempla l'esistenza di persone "diverse" si sente la pressione all'adattamento e a sviluppare una falsa personalità. possiamo essere noi stessi solo con altri introversi, perché i normali non capiranno mai, semplicemente non hanno interesse a capire, perché loro sono sempre andanti bene così come sono. non li si può manco odiare, solo guardarli "da fuori", senza poter partecipare.

    ho iniziato un percorso di psicoterapia con una terapeuta LIDI circa un anno fa, mi ha aiutato tantissimo a sentirmi meno "pazza", ma le difficoltà oggettive di un modo che funziona su un altro piano rimangono. l'Italia poi non è un paese che favorisce l'individuazione, non è un paese dove si può sperare di essere autonomi economicamente e soddisfatti almeno del proprio lavoro, questa è una cosa che almeno a me farebbe sentire molto meglio, perché mi sentirei meno una fallita e perché ho un estremo bisogno di autonomia. ma per una donna di 30 anni è semplicemente un'utopia: ti devi sposare e/o andare a convivere, sennò resti a casa coi genitori (a meno che non hai una casa di proprietà).

    l'italia è un paese di analfabeti funzionali e ignoranti. sinceramente spero in un tracollo economico come quello della grecia, perché è quello che ci meritiamo. un popolo di inetti e gente brutta dentro. fortunatamente col nuovo governo pare che stiamo andando proprio in quella direzione.
     
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4 replies since 15/12/2018, 19:31   364 views
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