Progetto Itaca

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  1. Albert Schweitzer
     
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    Conosce il progetto itaca? Sembra una specie di lidi-nonlidi perchè si propongono di fare prevenzione e contrasto al pregiudizio e allo stigma ma ritengono il disagio una malattia biologica, almeno così si legge nel loro sito. Al di là di questo sembra che abbiano realizzato dei gruppi di auto-aiuto ben strutturati, e penso che tra le persone che provano ad aiutare ci debbano essere parecchi introversi visto i disturbi di cui provano ad occuparsi. Che ne pensa?
     
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  2. Luigi Anepeta
     
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    Il presupposto implicito della psichiatria organicistica è che, essendo il cervello un organo come gli altri (polmoni, fegato, reni, ecc.), i disturbi psichici sono omologabili a quelli prodotti dalle malattie mediche. Che il cervello possa ammalare è ovvio: si danno tumori cerebrali, encefaliti, angiomi, aneurismi, processi degenerativi, ecc. Che i disturbi psichiatrici corrispondano, invece, ad una malattia del cervello è un’ipotesi che, finora, non è supportata da prova alcuna5. Ciò nondimeno, nella pratica corrente gli psichiatri agiscono come se essa fosse stata dimostrata, comunicando regolarmente ai pazienti che nel loro cervello c’è qualche “sostanza” in eccesso o in difetto.
    La psichiatria è, dunque, un insieme di congetture, convalidate dal consenso di una corporazione professionale, alle quali è stato assegnato impropriamente un valore scientifico: si tratta, dunque di una pseudoscienza.
    Contrastare criticamente questo modello, i cui danni (iatrogenetici) sono di gran lunga superiori ai presunti vantaggi, riconducibili all’efficacia sintomatica (non terapeutica) degli psicofarmaci, non può prescindere dall’opporre ad esso un paradigma psico-somatico che tenga effettivamente conto dei fattori biologici, psicologici e socio-culturali. In quanto psico-somatico, tale paradigma, però, si basa sul principio, avvalorato dalla pratica psicoterapeutica, per cui il disagio psichico, in tutte le sue espressioni, riconosce una matrice primaria riconducibile a conflitti psicodinamici, inerenti la relazione tra il soggetto e il mondo sociale (micro- e macrosistemico), che possono essere sempre compresi e spiegati.
    In questa ottica, la comprensione mira a chiarire la genesi dei conflitti e la struttura che essi hanno assunto, mentre la spiegazione non solo deve chiarire il significato dei sintomi, dei vissuti e dei comportamenti psicopatologici, ma anche approfondire il problema della predisposizione al disagio psichico e, nella misura in cui oggi è possibile, i correlati neurobiologici dei sintomi.
    Il paradigma che qui si propone, definito struttural-dialettico per motivi che saranno ulteriormente illustrati, non è dunque psicogeno, ma multidimensionale, anche se esso esclude una causalità primaria neurobiologica.
    La psicopatologia, di fatto, è una patologia funzionale, non organica.
    Questa distinzione non ha alcunché di misterioso. La patologia organica implica l’alterazione anatomica di un organo, la patologia funzionale, viceversa, si realizza in presenza di un organo sano. La paralisi di un arto, per esempio, può dipendere da insulti vascolari o da tumori del cervello. Si danno, però, anche paralisi psicogene, che sopravvengono per motivazioni psicodinamiche le quali determinano un’inibizione funzionale del sistema motorio.
    Il modello struttural-dialettico assume i disturbi psichiatrici, quale che sia la loro gravità, come espressivi di una patologia funzionale, riconducibile a conflitti psicodinamici che si realizzano al di fuori della coscienza e si esprimono attraverso vissuti, sintomi e comportamenti i quali, come ha intuito Freud, sono formazioni di compromesso tra le esigenze espressive dell’inconscio, che mirano a comunicare alla coscienza problemi da risolvere, e le esigenze difensive dell’io conscio e inconscio.
    In questa ottica, i sintomi sono segni, vale a dire “messaggi” dotati di significato a livello di emittente - l’inconscio - i quali attestano l’esistenza di conflitti che vanno elaborati e risolti6.
    Questo aspetto differenzia in maniera radicale i sintomi psicopatologi da quelli legati a patologie organiche, che sono solo segnali. Applicare ai disturbi psichici un approccio semeiotico, che li equipara ai sintomi organici, e non semiotico, che li assume come indiziari di una conflittualità psicodinamica, è l’errore esiziale, per quanto non casuale, della Psichiatria.

    La sensibilizzazione fondata sul presupposto secondo il quale la malattia mentale è una malattia come le altre è stato il cavallo di battaglia del revival psichiatrico a partire dagli anni '80. Essa non può funzionare perché, a livello di opinione pubblica, non incide sulla convinzione dell'imprevedibilità dei comportamenti dei malati di mente e, dunque, sulla loro potenziale pericolosità.
     
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  3. Albert Schweitzer
     
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    Grazie.
     
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2 replies since 22/1/2019, 22:18   112 views
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