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Ho letto con sgomento la notizia della scomparsa del Dottore. Chi ha provato stima per lui potrebbe ancora fare qualcosa per onorarlo, ovvero fare vivere il suo desiderio di perpetuare il suo ideale "Lidiano". Bisognerebbe però, ma è una mia opinione, superare dei vincoli intrinseci. Il primo è che gli introversi non sono facilmente definibili agli occhi della società. Il tratto, sbagliato, che porta ad identificare gli introversi è la solitudine, gli introversi, al più, sono identificati come coloro che stanno da soli perché ripiegati sul proprio mondo interiore. Provare a spiegare, e sperare di essere compresi, che gli introversi sono coloro che possiedono un corredo introverso genotipico è impossibile. Il secondo è che le carriere di vita degli introversi, come scritto nel saggio, vanno dal disadattamento all'iperadattamento. Purtroppo temo che gli introversi iperadattati non sentiranno mai il bisogno di far qualcosa per riscattare l'introversione dal pregiudizio. Infine l'invocazione di una tutela dei diritti per gli introversi può creare confusione. Non c'è dubbio che fin'anche il rispetto sia un diritto di ogni persona, ma solo sul piano morale, per l'uomo comune quando si parla di diritti vengono intesi quelli civili. La rifondazione della Lidi, ma è solo un mio suggerimento, dovrebbe partire innanzitutto dal cambio del nome e sostituire ad una Lega per i diritti degli introversi una Associazione per lo studio e la valorizzazione dell'introversione.
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Forum LIDI (Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi) 
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