Steven Rose - Linee di vita

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. maria rossi
     
    .

    User deleted


    ho cominciato a leggere questo libro da ieri. quindi in realtà non so esattamente dove vada a parare nella sua parte propositiva con la sua prospettiva omeodinamica ma per ora la critica al pensiero scientifico dominante e alle due anime apparentemente antagoniste delle scienze naturali quella -del riduzionismo genetico e ultradarwinista e quella new age, dell'esotico relativismo olistico esistenzial-psicologista- mi sembra lucida, valida e obbiettiva. non so se qualcuno abbia letto altri testi o proprio questo dello stesso autore e se sappia dire qualcosa di più. temo non porti alle dovute conseguenze il suo ragionamento...tra poco lo scoprirò!
    comunque lo consiglio a chiunque sia interessato a coltivare una prospettiva critica e aperta nei confronti della ricerca scientifica spesso falsata da postulati ideologici la cui storia e provenienza raramente viene denunciata o spiegata non solo a noi comuni mortali ma anche agli stessi futuri scienziati. le cose si fanno così punto. se poi vai a grattare scopri che si fanno così per motivi precisi,abitudini pericolose,condizionamenti teorici gravi,dalle radici lontane ma facilmente rintracciabili e tutt'altro che impeccabili.

    appongo i risvolti di copertina del libro per dare un'idea:


    «Il mio compito è offrire una visione alternativa dei sistemi biologici, che riconosca il potere e il ruolo dei geni senza avallare il determinismo genetico, e che riporti al centro della biologia gli organismi viventi e le loro traiettorie di sviluppo attraverso il tempo e lo spazio. A queste traiettorie ho dato il nome di linee di vita.»
    Steven Rose

    A leggere i giornali pare che esista un gene per qualunque cosa, addirittura per entità difficilmente definibili: così sarebbero stati individuati i geni per l’aggressività, per l’omosessualità, per l’intelligenza, per l’alcolismo… Questi annunci, più che autentiche scoperte, sono spesso solo la caricatura di quello che dovrebbe essere la scienza. Purtroppo sono anche il frutto di una visione ultradarwinista e ultrariduzionista della biologia e dell'essere umano che gode di grande seguito.
    Partendo dalla propria esperienza di biologo sperimentale, Steven Rose demolisce pezzo per pezzo questa concezione, i suoi presupposti logici e storici e le sue false promesse. I processi vitali, argomenta, sono una faccenda assai più ricca e complessa: dunque non può e non deve essere ridotta all’egoismo di una stringa di bit (il DNA), ma deve essere studiata nella complessa interazione di vari sistemi dinamici, dalla cellula all’individuo, alla specie, all’ambiente. La stessa nascita e l’evoluzione della materia vivente sul nostro pianeta sono comprensibili solo in questa prospettiva, come dimostra Rose in una affascinate ricostruzione.
    E' evidente l'importanza sociale delle sue conclusioni. Soprattutto considerando che la tendenza oggi prevalente è quella di addossare i disagi all’individuo (e ai suoi geni), sollevandolo così da ogni responsabilità morale per affidarsi alla mistica del farmaco – e tra poco delle varie terapie geniche.

    Con questo libro ho tentato di raggiungere diversi obiettivi: primo, far comprendere che cosa significhi «pensare da biologo» sulla natura dei processi vitali; secondo, analizzare punti forti e limiti della tradizione riduzionistica che domina gran parte della biologia; terzo, offrire una prospettiva sulla biologia che trascenda il riduzionismo genetico ponendo l’organismo, e non il gene, al centro della vita: ed è la prospettiva che definisco omeodinamica. Per raggiungere questi scopi ho dovuto cercare di capire le radici storiche del pensiero biologico attuale e appoggiarmi a quelle autorevoli tradizioni alternative della biologia che non si sono lasciate travolgere dalla marea ultradarwinistica, secondo cui i processi vitali possono essere ridotti a meri raggruppamenti di molecole governati dalla pulsione egoistica dei geni a produrre copie di sé. Queste tradizioni, invece, parlano a favore di una biologia che comprenda la complessità e se ne avvantaggi, e riconosca la necessità della diversità epistemologica delle nostre esplorazioni della natura e del significato della vita.
    Steven Rose
     
    Top
    .
0 replies since 31/3/2008, 13:55   166 views
  Share  
.
Top