Da sola non ce la faccio...

... ma sono l'unica che può aiutarmi

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  1. sunshine86
     
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    Eccomi qui...

    seduta davanti il computer. Dovrei studiare Automazione Industriale (frequento Ing.Informatica e a breve avrò l'esame) e invece mi ritrovo a pensare, pensare, pensare...
    Credo che nella mia vita la maggior parte del tempo io l'abbia passata a pensare. Fino a qualche anno fa quando qualcuno mi ha fatto capire che quello che facevo io non era pensare, ma chiudermi in un mondo tutto mio, che a volte mi portava ad affrontare il mondo reale non molto bene. Questa persona è stato il mio primo ragazzo.. L'ho conosciuto il primo anno di Università. I Precedenti cinque anni di superiori sono stati schifosi, un calvario.. Questo perchè nella mia classe c'erano solo ragazze che pensavano a scarpe e vestiti e ragazzi che pensavano solo al sesso. Passavano intere giornate a parlare solo di queste tre cose e a volte mi stupisco nel pensare come trovavano talmente tanti argomenti su un paio di decolltè nere per riempire un'intera mattinata..Tutte le mattine!!! Mah...
    In quel periodo ero vuota, un automa, non facevo altro che alzarmi, andare a scuola, sopportare, e il pomeriggio stare a casa. In più credevo di essere "sbagliata"; perchè quando gli altri parlavano non riuscivo a provare interesse per i loro discorsi, perchè non trovavo niente da dire?
    Poi ho riflettuto: mi sarebbe piaciuto essere come loro? Vuote.. Persone che avevano come unico interesse parlare male delle altre persone alle spalle... Bhè no!!! Tanto meglio rimanere sola, ma protetta nel mio guscio..

    Comunque dal fatidico discorso con il mio primo ragazzo ho provato a cambiare qualcosa; non volevo rinunciare a pensare, ma magari avrei potuto vedere il mio mondo un pò più simile a quello reale.

    Poi quel ragazzo mi ha lasciato, ma fortunatamente ho trovato una persona che mi fa stare bene e che sta insieme a me e mi sopporta nei miei alti e bassi da 1 anno e 10 mesi. Ma ora lo sto trattando veramente male... :(

    Sto passando un periodo PER ME molto brutto... Inanzitutto l'università va male. O meglio:
    prima dell'università ho frequentato un istituto professionale commerciale che non mi ha insegnato niente di matematica, nè tantomeno mi ha dato un metodo di studio...
    Questo per me è stato decisivo..Ho fatto la scelta di buttarmi in una facoltà veramente difficile e impegnativa. Sapevo a cosa andavo incontro: tantissima matematica. Ma mi sono detta: "Ce la puoi fare"

    Non ce la sto facendo...
    La matematica è veramente tanta e io non ho le basi, in più, ripeto, non ho un metodo di studio, fondamentale per affrontare l'università.
    Il primo anno ho passato pochi esami, nel secondo ancora di meno, comunque non tanti da poter passare al terzo anno.
    Ed eccomi a ripetere il secondo anno.. Devo ammettere che sono partita bene, ho cercato di metterci tanto impegno, anche perchè l'università costa..
    Ma l'mpegno non mi ha portato molti risultati positivi... Fino adesso sono riuscita a passare solo un esame :(
    E ora penso: è giusto continuare? Mi sento una fallita, un incapace. Ora passo tutti i giorni a studiare, ma i risultati sono scarsi, se non inesistenti.. Penso che forse farei meglio a lasciarla, ma penso anche: e poi cosa faccio? Tutti questi tre anni li avrò solo sprecati...
    Se provo a parlarne con i miei genitori mi dicono che per loro non ha importanza la mia scelta, l'accetteranno qualunque essa sia. Se voglio continuare aspetteranno, e se voglio smettere non ci saranno problemi.
    Ma dicendomi così non mi aiutano molto. Io avrei bisogno di qualcuno che mi consigli che fare, non che mi dica fai come vuoi.
    Allora ne parlo con il mio ragazzo. Lui mi dice all'incirca le stesse cose ma aggiunge che non è vero che sono una nullità, che anche la facoltà è difficile, che mi sto impegnando e che piano piano ce la farò...
    Ma anche questo discorso mi da fastidio..
    Un pò perchè mentre mi parla è calmo, e mi sembra come se stesse sottovalutando la crisi interiore che sto attraversando.

    In più ultimamente mi sento "schifosa"..
    Fino a poco tempo fa non davo per niente importanza all'aspetto esteriore. Ora mi accorgo che in un mondo come quello di oggi è solo quello che conta. E ora che ho un ragazzo mi sento brutta vedendo le altre ragazze sempre perfette, mi sento incapace sentendo le altre ragazze che non fanno altro che vantarsi di saper fare tutto. Mi accorgo che non ha veramente importanza se poi sanno fare qualcosa, ma solo che riescano a convincere gli altri di saperla fare.
    Io mi rendo conto che sono sciocchezze e che preferisco essere come sono, piuttosto che come le altre, ma mi manda in bestia sapere che gli altri, il mio ragazzo, non hanno occhi che per loro.
    E anche questo, il sentirsi schifosa, gli altri non lo vedono come un problema, lo sottovalutano, ma io intanto sto male..

    Sono sempre nervosa(non faccio altro che mangiare e sto cominciando ad ingrassare), ansiosa e in realtà, anche se qui ho scritto un sacco di righe, non è tutto e se qualcuno mi chiedesse cosa ho non gli saprei rispondere...
    in più rispondo sempre male alle persone che più amo, e questo mi fa solo sentire più male..

    Ora che rileggo mi rendo conto che alcune cose potreste non capirle o potrebbero essere fraintese, ma vi giuro che non ho la minima capacità di far capire a nessuno come mi sento... male...
    E nessuno è capace ad aiutarmi, nessuno capisce come mi sento, o prende sul serio i miei problemi, o mi dà qualche consiglio concreto su cosa potrei fare per rendere la mia vita un pò più serena..

    Ho scansato tutti da me, sentirli vicini ma che non mi capiscono mi infastidisce, e sto provando a cambiare... A non vedere tutto buio, a darmi forza, a credere in me stessa..
    Ma non ci riesco.. Perchè?
    Penso che abbia sprecato tutto le mie energie in tutti i miei problemi tutti questi anni, ora non ne ho più...
     
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  2. maria rossi
     
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    ciao, sunshine.
    la crisi che stai passando non è affatto incomprensibile, anzi. non mi sento di dirti nulla di particolarmente utile o significativo. volevo però esprimerti vicinanza e solidarietà e dirti che alle volte il fastidio che proviamo verso le persone importanti a cui siamo legate sta a significare che in qualche maniera sono "implicate" nella questione. molte volte facciamo cose e prendiamo delle scelte per assecondare delle aspettative altrui mai dette, dei condizionamenti esterni mai esplicitati ma che ci sono e ci guidano interiormente. anche se sappiamo che i nostri genitori ci vogliono bene, che il nostro ragazzo ci apprezza se noi per prime ci trattiamo come delle macchine che devono lavorare in maniera efficiente e produrre solo risultati, poco ci può servire l'affetto e la comprensione degli altri. se noi non ci concediamo rispetto e non diamo ascolto anche ad altre parti di noi, di certo non lo potranno fare gli altri al posto nostro.

    anche io ho attraversato una brutta crisi con lo studio e il rendimento all'università. capisco come stai. quel che mi sento di dirti è che inutile affannarsi sui libri: lo studio non è un atto più di tanto volontario. quando non si riesce a studiare di solito è in atto una ribellione. ora io non so se a te piace studiare oppure se le materie di cui ti occupi ti danno ben poco interesse e soddisfazione, comuqnue sappi che una parte di te sta boicottando questo modo di vivere e di andar avanti. rivendica anche altri bisogni che tu stai tradendo e frustrando in qualche maniera. devi essere onesta con te stessa e ascoltare e riconoscere cosa non va.
    se vuoi puoi provare a farlo anche con l'aiuto di noi del forum o con qualche persona in gamba, che stimi e di cui ti fidi. comunque devi farlo...

    uns aluto

    maria
     
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  3. titan03
     
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    Forse non sarà di grande aiuto, ma io sono un "sopravvissuto" di Ingegneria Informatica (a Roma Tre), laureato in 11 anni, di cui me ne ricordo solo alcuni, mentre altri mi sembra di averli vissuti in un brutto sogno, schiacciato da mille pensieri e da un senso di inadeguatezza da far accapponare la pelle.
    image

    Adesso per me le cose sono migliorate notevolmente, anzi, direi rivoluzionate, come mai avrei immaginato solo poco tempo fa (sul perché e sul percome ci potrei scrivere libri). Non disperare, cara sunshine: ingegneria non uccide, è una creazione dell'uomo, e quindi sei perfettamente in grado di venirne a capo anche tu, magari anche meglio di altri, perché no? E se sei in grado di capire quella, perché non dovresti essere in grado di capire tante altre cose? Perché non dovresti arrivare a capire chi sei e cosa puoi fare veramente, se lasciata a briglia sciolta? Chissà che questo sole che per ora splende solo nel tuo nickname, più avanti non torni a sorgere dentro di te. "Ha da passa' 'a nuttata!", diceva il saggio... ;)

    Purtroppo non sono in grado di dirti di più qui ed ora, ma hai la mia massima comprensione e solidarietà.

    Se può servire qualche aiuto per i tuoi studi (nei limiti del possibile), puoi contattarmi in privato, sempre qui dal forum.

    A presto
    Francesco

    PS: Io ho fatto il liceo scientifico, ma la matematica non me l'ha insegnata nessuno nemmeno lì :( . L'ho imparata tutta all'università, a caro prezzo: ho alle spalle circa una ventina di tentativi ad Analisi I (passata dopo quattro anni), una decina buona a Fisica I, Geometria passata alla seconda botta per il rotto della cuffia. Eh, l'è düra, l'è düra... :)
     
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  4. star***
     
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    Ciao, mi spiace per la sofferenza che stai passando, e come gli altri capisco perfettamente quello che ti succede. I consigli e gli aiuti sono molto difficili da dare...ma la nota positiva che posso trovare in te è che mi sembra di capire che sei molto giovane e quindi anche se hai fatto delle scelte di studio, non sono irreversibili. Io l'unico consiglio che mi sento di darti è quello di intraprendere un cammino che ti aiuti a capire chi sei che cosa vuoi. Ciao Ciao
     
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  5. imperia69
     
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    Ciao, non so se questa testimonianza potrà esserti utile, ma in un certo senso è proprio per "colpa" della matematica che, verso la fine del mio percorso universitario, sono caduta in uno stato di depressione maggiore.
    Era un esame del primo anno, che non sono riuscita a fare al momento giusto (fino ad un certo giorno capivo tutto, il giorno dopo non ho capito più nulla) e ho rinviato fino al quarto. Nel frattempo tutto il mio percorso universitario era diventato una corsa al voto, in un'ansia da prestazione che non si placava mai: attacchi di colite tutte le mattine, indipendentemente dalla vicinanza o meno del giorno dell'esame, esami vissuti come banco di prova, non della mia preparazione su una certa materia, ma del mio valore come essere umano nel complesso... finché non mi sono messa d'impegno a riseguire il corso e... sorpresa! il mio scritto è risultato il migliore del mio corso e l'esame superato con il massimo dei voti! A quel punto, però, avevo raggiunto il massimo e oltre non aveva più senso andare avanti (inutile dire che la scelta universitaria non è stata dettata da autentica passione, ma dal fatto che, per una cultura borghese come quella dalla quale provengo, l'unica formazione pensabile è il liceo - possibilmente classico- + università). Avevo scalato la montagna e non mi ero accorta che oltre c'era solo il baratro...
    Credo che a contribuire alla crisi sia intervenuto anche il fatto che in quello stesso periodo mia sorella (estroversa) con la quale sono sempre stata in competizione fosse andata all'estero con l'Erasmus: di fatto, andandosene, non dovevo più confrontarmi quotidianamente con lei; tuttavia, era lei che "vinceva", andando a fare un'esperienza all'estero, mentre io rimanevo a fare la solita vita, per lo più poco soddisfacente. E, non dimentichiamo che matematica era proprio la facoltà che lei aveva scelto, superando brillantemente tutti gli esami.
    La crisi si manifestò inizialmente come un rifiuto per lo studio: sapevo che avrei dovuto prendere i libri in mano e studiare per il prossimo esame, ma quell'impulso proprio non voleva saperne di passare da quell'area del cervello che dice che devi fare una cosa alle altre parti del corpo che le portano a compimento. Avevo ancora una vitalità: stavo leggendo un libro che mi interessava molto e avrei passato le ore in sua compagnia. Poi l'ondata devastatrice ha travolto anche questo e ho trascorso come un vegetale i successivi due anni...
    Questa, ovviamente, è la mia storia e riesco, almeno in parte, ad interpretarla solo dopo anni.
    L'unico consiglio che posso darti è di sfruttare le possibilità che oggi ti sono offerte (questo forum, l'esistenza della LIDI, ad esempio, o un bravo terapeuta) per trovare una risposta al tuo disagio che ti consenta di uscire da questo tunnel...
    Tante persone sono intervenute a tuo sostegno: non sei sola! Ciao
     
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  6. sunshine86
     
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    Mi sorride davvero il cuore leggendo tutte le vostre risposte, mi fa un piacere immenso sapere che persone, anche se a me "estranee", mi aiutano in questa fase particolare della mia vita.. Ogni risposta mi ha dato una marcia in più per svegliarmi dal torpore dentro il quale sono caduta..
    Ma purtroppo :( non so davvero come muovermi... Ovvero, le buone intenzioni ci sono tutte, rileggo i vostri consigli e so che è proprio quello che devo fare, ma come?

    I buoni propositi hanno la durata di qualche minuto dentro di me, perchè poi mi guardo intorno nella mia vita e non so come muovermi.. :( :cry: Vedo tutto buio..

    comunque volevo ringraziare ognuno di voi veramente di cuore!! :wub:
    Grazie!!!

    Forse ho solo bisogno di una persona che mi capisca, stia a sentirmi, con cui sfogarmi, e che mi dia forza...

    Ma sarà difficile trovarla..
     
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  7. maria rossi
     
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    non so dove vivi e studi, però, la lidi è nata anche per questo: per aiutare tutti gli introversi ad individuarsi e a non vivere i loro drammi in isolamento assoluto perchè "incompresi" dalla maggioranza della popolazione!
    ci sono molte persone nell'associazione con varie competenze e formazioni che potrebbero darti una mano anche concretamente... su molti fronti. intanto leggi un pò di cose sul sito legaintroversi.it e su nilalienum.it ( se reggi i testi per gli esami di ingegneria, reggerai anche questi!).

    la tua "crisi",con tutto il suo portato di dolore e sofferenza, può essere una grande occasione di risveglio e di (ri)impossessamento della tua individuazione!
    non ti spaventare.
     
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  8. Tequila1970
     
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    CITAZIONE (sunshine86 @ 12/4/2008, 21:18)
    Se provo a parlarne con i miei genitori mi dicono che per loro non ha importanza la mia scelta, l'accetteranno qualunque essa sia. Se voglio continuare aspetteranno, e se voglio smettere non ci saranno problemi.
    Ma dicendomi così non mi aiutano molto. Io avrei bisogno di qualcuno che mi consigli che fare, non che mi dica fai come vuoi.
    Allora ne parlo con il mio ragazzo. Lui mi dice all'incirca le stesse cose ma aggiunge che non è vero che sono una nullità, che anche la facoltà è difficile, che mi sto impegnando e che piano piano ce la farò...

    Io ti consiglio di impegnarti in qualcosa che veramente ti piace per se' stessa. Ti piace l'erboristeria ? Fai quello. Se soppesi le opportunita' dal punto di vista economico o di possibilita' di carriera parti col piede sbagliato. Tutti i lavori hanno le stesse opportunita' di darti da mangiare. Ciao. Andrea
     
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  9. flaneur62
     
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    Ciao Sunshine e innanzitutto coraggio....Anch'io ho avuto problemi con l'univerrsità: mi sono laureato a prezzo di enermi sacrifici ma sono arrivato al traguardo davvero spompato tanto che ho lavorato e lavoro in ambiti totalmente diversi dalla laurea che ho preso...Morale della favola oggi penso: perchè non ho cambiato facoltà e non mi sono ascoltato davvero?

    Anch'io da bravo introverso ho molte tue caratteristiche: allontanare chi vuole avvicinarsi, spaventare e scoraggiare che tiene davvero a me. Tu però hai un ragazzo, io sono sono solo soletto, ho qualcosa in meno di te...

    Lo so che è facile a dirsi ma se fossi nei tuoi panni cercherei di capire cosa davvero cerco, cosa davvero mi piacerebbe fare, in che vesti mi vedo... e poi cercherei di razionalizzare la crisi e magari di smitizzarla un po'...
    Ma un consiglio che ti do, se posso, è: non allontanare chi si avvicina a te, hai bisogno di un punto di vista esterno anche se è talvolta fastidioso, retorico, consolante... Seleziona chi ti aiuta e chi ti cerca ma non chiuderti a doppia mandata....

    In bocca al lupo...
     
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  10. bellafra
     
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    ciao sunshine...ho più o meno la tua età e mi ci sono ritrovata molto bene nei tuoi discorsi...per quanto riguarda l'università e le varie scelte che ne conseguono ti capisco perfettamente...a me è successo nel lavoro e ancora sono un po sballottata...tanti dicono che il rilassamento aiuti...certo è temporaneo, ma almeno penso che tu possa placare l'ansia che deriva dallo spiazzamento...l'ansia la combattevo scrivendo quello che avrei voluto essere, scrivendo le mie aspirazioni, i miei desideri, e ti assicuro che passavo degli istanti di pace che però erano preziosi...descrivi quello che ti succede e circoscrivi le sensazioni e poi puoi andare mirata, o almeno capire quello che ti fa stare male....un bacio francesca
     
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9 replies since 12/4/2008, 20:18   653 views
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