Introversa

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  1. Koenig43
     
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    ( Ragazza alla finestra - Salvator Dalì )

    "Ciao Marcello,
    grazie per la segnalazione. Non avevo ancora sentito parlare della LIDI, ma farò sicuramente un giretto sul sito.
    Sono felice che il mio post ti sia piaciuto e che tu voglia condividerlo, l’unica cosa che ti chiedo è di citare il mio blog, ossia la fonte. Per il resto, invece, sentiti pure libero di pubblicarlo.
    Grazie per la visita!"

    Dal Blog Shiningarden :

    L’eterna lotta tra introversi ed estroversi

    Dato che mi piace leggere, ne leggo sempre di tutti i colori. Leggere mi rilassa e non potrei rinunciarvi per niente al mondo. Non sono così diplomatica come sembro: ci sono cose per le quali lotterei con le unghie e con i denti e quello che amo rientra tra queste cose.
    Dato che mi piace sia leggere che scrivere, spesso mi capita di citare qualcosa che ho letto e che mi ha ispirata, provo anche a mettere in pratica dei consigli carpiti qua e là e non mi do per vinta finché capisco che è davvero finita.
    Spesso visitiamo blog, leggiamo articoli, post, pensieri di persone a noi del tutto estranee e alle parole di qualcuno ci affezioniamo persino. È la misteriosa legge dell’attrazione a guidarci verso l’ignoto. E ogni tanto l’ignoto ci mostra un riflesso di noi stessi a dir poco sorprendente!
    Oggi, ad esempio, mi è capitato di leggere un articolo di Jonathan Rauch sul sito The Atlantic.com attirata dall’insolito titolo “Caring for your introvert” (prendersi cura del proprio introverso. Sottotitolo: le abitudini e i bisogni di un gruppo poco compreso).
    Il succo dell’articolo? L’autore si è definito un introverso e si è lanciato in una bella e interessante descrizione dei privilegi e dei drammi dell’essere una persona introversa.
    Badiamo bene, come sottolinea anche l’autore, non ho detto timida o asociale, ho semplicemente detto introversa.
    Qual è la differenza? Ad un introverso non ho certo bisogno di spiegarla, ad un estroverso invece consiglio di leggere l’articolo di Rauch e di farne tesoro!
    Anch’io come l’autore mi proclamo un’introversa e sottoscrivo il 99% del suo articolo.
    Leggerlo è stato liberatorio, scoprire nelle parole di un’altra persona un pezzo di te stessa che non eri mai riuscita a spiegare né tantomeno a far capire mi ha procurato una piacevole sensazione di sollievo.
    Ecco, mi sono detta, ecco tutto quello che avrei voluto inculcare nella testa di quei zucconi che per anni mi hanno etichettata ora timida, ora scontrosa, ora asociale.
    L’essere introversi non è una malattia!
    Per anni mi sono sentita stigmatizzata per un carattere che non mi ero di certo scelta, ma faceva parte di me. Per anni ho sentito le mie stesse lamentele da altri introversi e col tempo ho imparato ad ignorare le critiche e i consigli sul come essere e agire.
    Molti pensano che gli introversi siano persone deboli, incapaci di relazionarsi con gli altri, li vogliono “aiutare” e li spronano “a tirare fuori il carattere”, a “buttarsi nella mischia”. Non capiscono che il carattere è qualcosa di personale e ci sono modi e modi per farsi valere ed esprimere se stessi.
    È una verità che ogni bambino introverso impara ben presto: la società non vuole persone introverse, non sa cosa farsene e così le incita a rinnegare il proprio carattere, i propri bisogni per altri che reputa migliori e più desiderabili.
    E’ questo il messaggio che mi è stato trasmesso sia a scuola che nella vita di tutti i giorni: devi parlare, interagire, essere al centro dell’attenzione anche solo per pochi secondi. Non rimanere in silenzio, non parlare di cose interessanti, non li fare sentire in imbarazzo con la tua incapacità di rincorrere gli argomenti.
    Il mondo è nelle mani degli estroversi, è palese, sono loro ad avere successo, a far carriera, a cogliere le opportunità migliori… o perlomeno questo è quello che vogliono farci credere.
    Il peggior difetto di un introverso? Essere quello che “non è di moda”.
    Il peggior difetto di un estroverso? Il non riflettere veramente su quello che dice o fa. Se una persona è sempre in movimento pretenderà che il mondo si muova con lei e darà il tormento a tutto quello che a suo dire è statico, privo di vita.
    Eppure basterebbe così poco per andare d’accordo! Se si prestasse attenzione si scoprirebbe che un introverso non è una persona che non parla, ma una persona che misura le parole, ne spende di meno rispetto ad un estroverso ed è un formidabile ascoltatore.
    Se quest’ultimo, infatti, ascoltasse più attentamente i discorsi di un introverso capirebbe che la distanza che li separa non è un abisso e, forse, di fronte al silenzio smetterebbe di scappare inorridito.
    Per favore, sfatiamo il mito che gli introversi siano persone timide, asociali e incapaci di relazionarsi con gli altri!
    E smettiamola di invidiare chi la società vorrebbe farci emulare ad ogni costo!
    Introversi o estroversi, alla fine comunichiamo tutti. E se proprio vogliamo dirlo, odiamo il silenzio solo quando siamo incapaci di ascoltare.

    Edited by Koenig4 - 31/12/2008, 09:22
     
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  2. francescoburich
     
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    in genere le problematiche femminili sono soppesate con più attenzione rispetto a quelle femminili. Eppure, analizzando la società attuale, i suoi costumi che la caratterizzano, all'interno della solitudine angosciosa che in particolar modo travolge gli introversi, credo, che alcune problematiche andrebbero affrontate e tirate fuori dal cono d'ombra che le mette a riparo. I codici, le condizioni psico-sociali ed economiche che influenzano di gran lunga la possibilità che un individuo realizzi il bisogno più importante ed esplicito di cui la natura ci ha dotati: "il Bisogno d'accutimento e di essere accudito". Se per qualche aspetto la Donna loasplicita con maggior familiarità interiore, gli uomini di contrario manifestano una difficoltà maggiore, vivono dietro una maschera che di per se rende il problema ancora più drammatico. L'Amore è strutturato nel bisogno di compensare l'immancabile persita della famiglia d'origine così la pensano alcuni psicologi-e, ma a mio dire, è uno scambio improponibile, in quanto la famiglia d'origine fa riferimento ad una forma d'amore infantile che il bambino subisce ed agisce inconsapevolmente. L'Amore, è una scelta, è un setire libero e snodato. Si può pensare che il maschio, dal momento che viene concepito nel grembo di una donna, realizza nel proprio cervello un fondamento "archetipo" che lo rende in maggior misura dipendente rispetto ad una donna, che nasce all'interno sempre di una donna. Altrettanto si può ipotizzare che la donna manifesta l'angoscia della solitudine amorosa "in genere dopo i quarant'anni" con maggior drammaticità, ma nella realtà dei fatti è in grado di sapersi accudire con maggior naturalezza.
    Perchè non formare un gruppo sulle problematiche maschili?
    Cordialmente,
    Francesco Burich
     
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  3. Koenig43
     
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    Ciao Francesco. La possibilità di un'asimmetria tra uomo introverso e donna introversa la trovo piuttosto interessante. Sarebbe piacevole un'intervento del Dott. Anepeta. Beh credo che il bisogno più importante di cui la natura ci ha dotati sia l'istinto di conservazione. Non solo istinto di conservazione dell'individuo, ma anche del suo genet, e della sua specie. Questo istinto di conservazione credo possa anche giustificare impulsi a conservazioni culturali. La mancanza della riproduzione quindi la mancanza della conservazione del genet è una forma di morte, il suo contrario una forma di sopravvivenza. Però Francesco guarda che io sono un ignorante, sono idee mie queste, magari tutte sbagliate. L'idea di un gruppo di problematiche maschili la trovo un'ottima idea. A presto e grazie.
     
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  4. francescoburich
     
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    Si è un progetto che fu proposto da Angela Pardo, ed io l'ho approfondito...
    Credo che sia importante sentire l'opinione del Dr. Anepeta, ma per ora è sufficiente che lo possano leggere anche altre persone, per poter contribuire al progetto embrionale e discuterne tutti insieme le possibili varianti, pensieri, possibilità.
    Grazie per avermi risposto, Un abbraccio, Francesco

    Se riesci a rendere visibile quel mio pensiero (io nn ho alcuna maestria con le funzioni del Sito), magari dandogli un titolo, ti sono Grato veramente. Ciao Francesco
     
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  5. francescoburich
     
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    Caro Davide, hai una base di esperienza vissuta, giusta e sbagliata che sia, che ti veicola nei semigrandi per motivi anagrafici, e di riflesso perchè ancora non hai, il tempo è indispensabile, la capacità di coaugulare i tanti aspetti della tua personalità. Ed anche di alcuni aspetti più profondi che per ora nn comprendi in pieno. Il tempo è il tuo miglior amico.
    Ps: si è vero l'edea del gruppo è partita da Angela e immediatamente avallata da te, intanto elaboriamo meglio questa possibilità, poi decideremo insieme chi puo agire da coordinatore. Un abraccio
     
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  6. felicsol
     
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    Ciao. Ho trovato l'articolo citato "Caring for your introvert" in italiano. Ve lo riporto, a chi può interessare.




    Come trattare un introverso



    Jonathan Rauch

    Conoscete qualcuno che ogni giorno ha bisogno di passare alcune ore da solo ? Che adora le conversazioni tranquille in cui si parla di sentimenti o di idee, e magari è brillantissimo quando parla di fronte a un grande pubblico, ma nelle occasioni sociali e nelle conversazioni più banali sembra imbarazzato e a disagio ? Uno che va a una festa solo se ce lo trascinate, e poi gli ci vuole mezza giornata per riprendersi ? E voi, se conoscete una persona così le dite che “è troppo seria” ? Le chiedete se si sente bene ? La considerate scostante, arrogante, maleducata ? Raddoppiate gli sforzi per tirarla fuori dal suo guscio ? Se avete risposto sì a queste domande probabilmente avete per le mani un introverso e non gli riservate le cure opportune.
    Negli ultimi anni la scienza ha scoperto molte cose sulle abitudini e le esigenze degli introversi. Ha inoltre scoperto, grazie a indagini sul cervello, che gli introversi elaborano le informazioni in modo diverso dalle altre persone (non me lo sono inventato io). Se su questo importante argomento siete rimasti un po’ indietro, tranquillizzatevi: non siete i soli. Gli introversi sono tanti, ma sono anche una delle categorie più incomprese e maltrattate.

    Io ne so qualcosa. Mi chiamo Jonathan e sono un introverso.
    Naturalmente l’ho negato per anni. In fin dei conti, in società me la cavo bene. Non sono un musone né un misantropo. Di solito. Sono tutt’altro che timido. Adoro le lunghe conversazioni in cui si discute a cuore aperto di pensieri intimi o interessi appassionati.

    Ma un giorno ho finalmente capito chi sono davvero e sono uscito allo scoperto con amici e colleghi. Così facendo mi sono reso conto di essermi scrollato di dosso una quantità di stereotipi negativi e sbagliati. E adesso sono qui per dirvi quello che dovete sapere per trattare i vostri parenti, amici e colleghi introversi con la necessaria sensibilità e comprensione. Ricordate, fra le persone che conoscete, rispettate e con cui interagite ogni giorno c’è un introverso, e probabilmente lo state facendo soffrire. E’ utile saperlo riconoscere.

    Che cos’è l’introversione ? Nella sua accezione moderna, il termine risale agli anni venti e fu i introdotto dallo psicologo Carl Jung. Attualmente quello di introversione è fra i concetti chiave su cui si basano i test sulla personalità, tra cui il diffuso Myers-Briggs Type Indicator. Gli introversi non sono necessariamente timidi. In situazioni sociali, le persone timide sono ansiose o spaventate o autodenigratorie; gli introversi generalmente no. Inoltre noi introversi non siamo misantropi, anche se talvolta siamo d’accordo con la definizione di Sartre: “L’inferno sono gli latri a colazione”. Piuttosto, gli introversi sono persone che trovano gli altri stancanti.

    Gli estroversi traggono la loro energia dal prossimo e quando sono da soli sbiadiscono, appassiscono. Spesso si annoiano da sé e di sé. Lasciate da solo un estroverso per due minuti e vi accorgerete che comincia a frugarsi addosso alla ricerca del telefonino. Noi introversi invece, quando siamo socialmente “accesi” da un paio d’ore, abbiamo bisogno di spegnerci e di ricaricarci; per esmpio con me vale la formula: “Due ore da solo per ogni ora di socializzazione”. Ma questo non significa essere asociali, non è sintomo di depressione e non richiede trattamenti farmacologici. Per gli introversi starsene soli con i propri pensieri è un ristoro come il sonno e un nutrimento come il cibo. Il nostro motto è: “Sono tutti simpatici. Ma a piccole dosi”.

    Quanti sono gli introversi ? Ho svolto una vasta ricerca, interrogando rapidamente Google. La risposta è: circa il 25%. Oppure: poco meno della metà. O ancora (è la mia preferita): la minoranza della popolazione normale, ma la maggioranza dell apopolazione dotata.

    Gli introversi sono incompresi ? Tremendamente. A quanto pare, è il nostro destino. Per un estroverso è difficilissimo capire un introverso. Per gli introversi invece è facile capire gli estroversi, perché quasti dedicano molto del loro tempo a cercare di capire chi sono, e lo fanno con lunghe, e spesso inevitabili, interazioni con il prossimo. In altri termini gli estroversi hanno scarsa o nulla comprensione di cosa è l’introversione. Loro partono dal presupposto che la compagnia – specie la loro – sia sempre gradita. Non riescono a immaginare perché mai qualcuno possa avere bisogno di starsene per i fatti suoi, anzi spesso se qualcuno glielo suggerisce se la prendono. Ho tentato molte volte di spiegare questo punto agli estroversi, ma non ho mai avuto l’impressione che lo capissero davvero. Mi ascoltano un istante e poi tornano a parlare a raffica come al solito.

    Gli introversi sono oppressi ? Direi proprio di sì. Tanto per cominciare, gli estroversi sono sovrarappresentati nella professione politica, in cui soltanto i loquaci sono veramente a loro agio. Prendiamo George W. Bush, oppure Bill Clinton: sembrano veramente vivi solo quando sono in compagnia di altre persone.

    Di conseguenza la vita pubblica è dominata dagli estroversi, ed è un peccato. Se il mondo fosse comandato da noi introversi, sarebbe certamente molto più equilibrato, tranquillo e pacifico. Come disse il presidente Coolidge (uno dei pochissimi introversi che hanno raggiunto le sfere dell’alta politica): “quattro quinti di tutti i nostri guai sparirebbero se ci limitassimo a stare fermi e seduti”. Sembra che abbia detto anche: “Se non dici nulla, nessuno ti chiederà di ripeterlo”. Ripetersi è l’unica cosa che il vero introverso detesta più che parlare di sé.

    Con il loro appetito insaziabile di conversazione e attenzione, gli estroversi dominano anche la vita sociale, e quindi tendono a decidere per gli altri. Nella nostra società “estroversocentrica” essere espansivi è considerato normale e quindi desiderabile: vi si scorge un segno di felicità, fiducia in sé, capacità di esercitare la leadership. Gli estroversi sono visti come persone generose, vivaci, calorose, piene di comunicativa. E’ un complimento dire di qualcuno che è fatto per stare con gli altri. Invece gli introversi sono definiti con termini come “chiuso”, “solitario”, “riservato”, “taciturno”, “ripiegato su se stesso”, “poco espansivo”, termini ingenerosi, che suggeriscono parsimonia affettiva e piccineria di carattere. Sospetto che ne soffrano specialmente le donne introverse. In alcuni ambienti, a volte un uomo può ancora impunemente presentarsi come quello che un tempo si definiva “un tipo forte e silenzioso”. Ma le donne introverse, non disponendo di questa alternativa, tendono ancora più degli uomini a essere considerate timide, chiuse e scostanti.

    Gli introversi sono arroganti? Neanche per sogno. Questo diffuso pregiudizio è legato, credo, al fatto che siamo più intelligenti, più riflessivi, più indipendenti, più equilibrati, più raffinati e più sensibili degli estroversi. Inoltre è dovuto probabilmente alla nostra avversione per le conversazioni spicciole, un’avversione che gli estroversi scambiano spesso per sdegnosità. Noi tendiamo a pensare prima di parlare.

    Il peggio è che gli estroversi non hanno la minima idea dei tormenti che ci infliggono. A volte, mentre annaspiamo nella nebbia della loro conversazione al 98 per cento priva di contenuto, ci domandiamo se gli estroversi si diano mai la pena di ascoltarsi. Eppure li sopportiamo stoicamente, perché i trattati di buone maniere- scritti sicuramente da estroversi – considerano maleducato chi rifiuta di parlare a vanvera e goffo chi lascia dei vuoti nella conversazione. Possiamo solo sognare che un giorno, quando il notro modo di essere sarà studiato e compreso meglio, quando forse sarà nato e darà frutti un movimento per i diritti degli introversi, non sarà più assurdo dichiarare: “Guardi, io sono un introverso. Lei è una persona fantastica e molto simpatica. Ma adesso per favore, stia zitto.”


    The Atlantic Monthly, Stati Uniti
    Tradotto da Internazionale, 6 Giugno 2003


     
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  7. Koenig43
     
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    L'articolo è di estremo interesse e gradimento. Grazie davvero felicsol!
     
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  8. francescoburich
     
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    Credo che per gli introversi l'impegno maggiore è quello di riuscire a riconoscere se stessi. In se e per sè, sembra meno complesso di quanto lo è realmente è nella realtà dei fatti è ciò che avviene. Ricordo, nn più di due mesi passati, la cronaca ci presentò le macabre storie di quell'individuo in Austria che ha fatto quello che ha fatto....
    La reazione emotiva che ebbi fu di vero e proprio disgusto, al punto che dopo alcuni giorni ancora dentro di me sentivo una certa inquietudine. Ne parlai tramite un e-mail con il Dr. Anepeta, dicendogli che più del fatto di per sè, mi aveva colpito che i telegiornali ci avevano aggiornati che circa 300 persone hanno scritto lettere d'amore, di comprensione, di conforto, rivolte al "Mostro", è ciò a mio dire era per me non sopportabile. IL Dottore, dopo alcuni giorni mi rispose che quelle, circa, 300 persone che avevanop scritto le lettere di ammirazione e via dicendo, sono individui che posseggono il "dono" dell'introversione. Che cosa vuol dire il ciò? A mio dire che nella roulette genetica di cui tutti deriviamo, l'introverso è colui che vuole oppure non, è costretto per natura a farsi carico di un lavoro d'approfondimento con se stesso, dovrebbe, dall'adolescenza fi che vita natural durante. Attualmente stiamo messi tutti (parlo di noi introversi) peggio di quanto crediamo. La Psicoanalisi, la scenza che parla dell'uomo, ci fornisce degli strumenti, degl'indizi, su come individualmente veniamo al mondo e di riflesso quale tracciato di vita dovremmo, più o meno, svolgere individualmente, attraverso un'energia inconscia che pregna le Nostre Anime e le rende visibili tra noi Introversi. Ricordi il Ghost (acchiappafantasmi), bhee....quando vedo tutt'oggi l'immagine dove Lei vede Lui attraverso quella luce speciale , che nessuno al di fuori di loro poteva no vedere, oltre al fatto che mi commuovo come fossi un bambino, mi viene anche da pensare che cio che è fantascenza, un giorno potrebbe divenire reale per alcuni individui della specie Umana: GL'INTROVERSI.
    Cordialmente,
    Francesco Burich
     
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  9. Koenig43
     
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    Ciao Francesco. Non lo sò se siamo messi male. Proprio oggi ho scritto ad un mio collega gay per dirgli che voglio andare con lui al Gay Pride nazionale del 2009 che si terrà a Roma. Gli ho spiegato che se da eterosessuale faccio questo è perchè essendo Introverso appartengo ad una minoranza in difficoltà come lui... Quando ho letto l'articolo che ha inserito felicsol ho sentito di essere orgoglioso di essere Introverso. Ciao e a presto.
     
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  10. francescoburich
     
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    Non ci conosciamo, ma sento che hai una grande qualità: la comprensione del libero arbitrio.
    Vado qualche giorno in ferie ci sentiamo più avanti,
    a presto! Francesco
     
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  11. Koenig43
     
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    Grazie. Ciao Francesco e a presto!
     
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  12. Koenig43
     
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    Ho inserito in ritardo la fonte come richiesto dall'autrice. Vedere 3 commento all'articolo nel suo blog che riporto di seguito :

    Dal Blog Shiningarden :

    "Ciao Marcello,
    grazie per la segnalazione. Non avevo ancora sentito parlare della LIDI, ma farò sicuramente un giretto sul sito.
    Sono felice che il mio post ti sia piaciuto e che tu voglia condividerlo, l’unica cosa che ti chiedo è di citare il mio blog, ossia la fonte. Per il resto, invece, sentiti pure libero di pubblicarlo.
    Grazie per la visita!"

    Edited by Koenig4 - 1/1/2009, 09:44
     
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  13. star***
     
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    Grazie, ho fatto un giretto sul Blog, interessante.
     
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  14. Koenig43
     
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    Ciao Star. Shiningarden è sicuramente molto in gamba. Speriamo di averla presto tra di noi. Ciao!!
     
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  15. ldaniela
     
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    ti ringrazio marcello,
    per questo

    CITAZIONE
    Noi introversi invece, quando siamo socialmente “accesi” da un paio d’ore, abbiamo bisogno di spegnerci e di ricaricarci; per esmpio con me vale la formula: “Due ore da solo per ogni ora di socializzazione”.

    questo

    CITAZIONE
    Possiamo solo sognare che un giorno, quando il notro modo di essere sarà studiato e compreso meglio, quando forse sarà nato e darà frutti un movimento per i diritti degli introversi, non sarà più assurdo dichiarare: “Guardi, io sono un introverso. Lei è una persona fantastica e molto simpatica. Ma adesso per favore, stia zitto.”

    anche se sono fermamente convinta che nn ci sia bisogno di enunciarlo. basta stare con me due minuti e ci si accorge che NN SONO NORMALE dove norma è una estroversa mistificazione dell'essere umano

    per questo

    CITAZIONE
    È una verità che ogni bambino introverso impara ben presto: la società non vuole persone introverse, non sa cosa farsene e così le incita a rinnegare il proprio carattere, i propri bisogni per altri che reputa migliori e più desiderabili.

    per questo sono una contestatrice accanita

    per questo di davithered (nn so usare bene le citazioni):

    CITAZIONE
    mentre gonfia il bicipite e lo guarda compiaciuto sente a me e ride e si smonta e diventa rosso, poi si complessa e si butta giù e si gonfia di più, non ha un amico e non ha la ragazza nonostante gliela mettano in faccia di continuo, vuole l'amore vero.

    per questo di francesco:

    CITAZIONE
    quando vedo tutt'oggi l'immagine dove Lei vede Lui attraverso quella luce speciale , che nessuno al di fuori di loro poteva no vedere, oltre al fatto che mi commuovo come fossi un bambino, mi viene anche da pensare che cio che è fantascenza, un giorno potrebbe divenire reale per alcuni individui della specie Umana: GL'INTROVERSI.

    grazie di cuore
    mi sento a casa :D




     
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15 replies since 27/7/2008, 06:46   848 views
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