La nostra Infanzia

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  1. senzanome70
     
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    benvenuto ZeroDigit.
     
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  2. elisabet
     
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    benvenuto anche da me
     
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  3. Koenig4
     
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    Ciao Zerodigit e benvenuto. La tua infanzia è stata molto simile alla mia. Questa possibilità di potersi riconoscere in un'altra persona è davvero interessante.
     
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  4. ZeroDigit
     
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    Grazie senzanome70 ed elisabet
    Koenig , spero che la tua adolescenza non sia stata troppo simile alla mia :-)
    Potersi riconoscere in un altra persona o in un gruppo di persone è una grande consolazione,
    aiuta a pensare che la propria esperienza umana non sia stata inutile se più essere utile a qualcuno.
    Non posso che farti i complimenti (da estendere ai curatori e responsabili) per questo sito, mi aiuterà a "sopravvivere" nell'ambiente "ostile" che di solito circonda gli introversi, vi seguirò con attenzione e se potrò partecipare a qualche discussione... cercherò di scordarmi la mia timidezza.
     
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  5. maria rossi
     
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    si ti prego.

    qualsiasi cosa possa significare per ognuno di noi questo forum, qualsiasi tipo di costanza o di frequentazione si riesca a mantenervi, arricchiscono in maniera impareggiabile questo spazio della rete che raccoglie testimonianze, storie, "passaggi" di esseri umani che -spesso-in famiglia, a scuola, nel lavoro si tende a non vedere, poco considerare, misconoscere...alle volte penso all'importanza di lasciare una traccia di se proprio per noi che spesso non ci esponiamo o viviamo "sotto coperta" e ci camuffiamo un pò per andare avanti.

    un saluto e...

    a presto, spero!

     
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  6. ZeroDigit
     
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    Grazie maria rossi.
    Mi sono accorto del tesoro che rappresenta questo forum…

    A presto.
     
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  7. ldaniela
     
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    si, ben arrivato anche da parte mia...il tuo racconto mi ricorda i bambini milo e andrea di de amicis, sai "incompreso"? sono ritornata in quella storia che tanto mi aveva commossa da bambina attraverso le tue parole, poi mi hai ricordato lo sbarco sulla luna...e i ragazzi di padre tobia? ti ricordi?
    guarda la sigla
    te la regalo...
    https://www.youtube.com/watch?v=57iahRBqOos
    poi anch'io vivevo tra gli aeroplani di mio fratello, la casa era piena, ben arrivato ancora
    mi sembra di aver letto su introversi. it che sei di milano...
    alla prossima riunione sei dei nostri?
    un abbraccio
     
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  8. ZeroDigit
     
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    Grazie Idaniela
    Per l’attenzione, il benvenuto, il regalo e l’abbraccio..
    Quel libro l’ho ricevuto da bambino in regalo da una mia zia… e non l’ho mai letto. Mi sembrava un dono un po’ “sarcastico”, Percepivo dal titolo che fosse in qualche modo riferito a me, “autobiografico”.. e non volevo ritrovarmi da nessuna parte. Cercato e ritrovato, tutto ingiallito, copertina smangiata e con qualche scarabocchio sulle figure, l’autore è F. Montgomery, lo leggerò, la tua recensione è troppo coinvolgente :-)
    La sigla che mi hai “regalato” mi ha fatto ricordare il programma, che non era tuttavia nella stretta cerchia dei miei preferiti. Che bel regalo che ci ha fatto mamma e papà: un fratello! Tu sei stata più fortunata, crescere in una famiglia con fratelli e sorelle rende più equilibrati e facilita le relazioni con l’altro sesso, è un idea che mi sono fatto, sarà vera?
    Deve essere stato bello vivere in una casa-aeroporto.. di aeromodelli! Vivere vicino a un aeroporto di aerei veri qualche volta non lo è altrettanto, specie quando soffia il vento da sud e l’inversione delle piste li fa passare dopo il decollo con virata a sinistra, proprio sopra casa mia. Tornando al tema dell’infanzia mi ricordo quando mio padre mi portava sul sellino della bici a vedere il traffico dal terrazzo dell’aerostazione, si aspettavano mezzore prima di veder muoversi qualcosa, mica come oggi che nonostante passi per uno scalo abbandonato ci sono fino a 60 movimenti l’ora. I milanesi (anche i non) hanno capito il nome dello scalo.
    Non sono dei vostri già da ora?… so attendere :-) a proposito: -29 nel test di Eysenck che livello è ? Mi sento un introverso vero.
    Sai, un abbraccio è facile scambiarselo in pixels, nella realtà manifestare l’affetto mi è sempre un po’ complicato e paradossalmente sofferto.
    Un abbraccio non sofferto
    renzo
     
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  9. BadalukG
     
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    Ciao a tutti. La mia infanzia è stata un pò complessa. Mia madre a 8 anni ci mise in collegio per via del fatto che non riusciva a gestire il lavoro con noi bambini mentre mio padre se ne era andato da un pezzo. Nel colleggio gli amici e i giochi non mancavano se ti mettevi in riga e adeguavi alle regole degli istitutori, ma non c'era quel respiro di solidarietà e di accettazione della diversità che si può trovare se sei fortunato fuori. Dentro il colleggio prevale l'omologazione. Quindi gli amici erano amici un pò forzati come la convivenza. Quando giocavo con i bambini cercavo sempre di arrivare primo, ma vincere secondo me ti allontana dagli altri. Ricordo che quando giocavo a nascondino mi nascondevo ma gli altri si dimenticavano che stavo giocando anch'io e raramente accetavano che potessi annulare la loro partita "illegale" che incominciavano in mia assenza. Quei rari momenti che vedevo mio Padre al mare ero solo a scavar buche in mezzo al niente mentre lui leggeva il giornale. Mi ricordo che correvo molto. Ho dei ricordi positivi degli amici di mia madre. Un viaggio in barca a vela in sardegna, eccco si, il contatto con la natura. Sono rimasto in colleggio fino a 14 anni. Quando sono uscito da li, mi si apri il mondo, mi sentivo diverso dagli altri e forse prima di poco tempo fa non l'ho nemmeno mai accettato e faccio fatica a non sentirmi inadeguato a un Padre che mi ha ignorato e ad un mondo che è cresciuto amato.ho avuto cmq il bene di mia madre.

    I giochi erano calcio (Avevamo un campo e con alcuni amici giocavamo 2 contro due a tutto campo). Ping Pong. Calcio ballilla. nascondino. calcetto nei corridoio. giocavamo con il gameboy. Dama. Insomma per i giochi ero proprio un classico. Ad eccezione fatta per le missioni nei sotterranei della scuola che facevano paura a tutti.

    Edited by BadalukG - 21/6/2009, 13:50
     
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  10. Koenig4
     
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    Ciao Badaluk e benvenuto su forumlidi. Beh credo che la tua infanzia non è proprio la migliore infanzia che si possa immaginare, però credo che in un cosa i bambini sono uguali : quando giocano, in quei momenti, pensano solo a divertirsi! :)
    Ricordare i momenti di gioco deve essere bello per tutti. Un caro saluto! :)
     
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  11. Koenig4
     
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    Da bambino c'erano già i segnali, a saperli leggere, della mia Introversione. Invece di collezionare le figurine dei calciatori come facevano la quasi totalità dei miei coetanei io collezionavo le figurine di tutte le città d'Italia. Ricordo che a me quella collezione piaceva molto. Qualcuno da bambino faceva qualcosa in controtendenza rispetto ai propri coetanei? Un saluto a tutti!
     
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  12. senzanome70
     
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    non mi pare, non che io sappia e non che io ricordi.

    andavo un anno avanti a scuola. in 4 elementare andavo a scuola da sola, prendevo l'autobus.
    una volta misi da parte la mia paghetta e poi al ritorno da scuola scesi ad un'altra fermata e comprai una rosa per mia madre.
    stupii tutti. la rosa servì per qualche giorno, poi tutto tornò come prima.

    a scuola ero brava ma mi scocciavo presto. io e la mia compagna di banco ci dividevamo i compiti e poi li copiavamo, così studiavamo a metà. in genere lo facevamo con le operazioni di matematica, naturalmente senza farci scoprire.

    una volta scrissi un tema sull'autunno che fu portato in giro per tutta la scuola perché avevo scritto di foglie che lottavano disperatamente per non morire quando il vento le staccava dall'albero.
    stupii tutti. c'era poco da stupirsi se qualcuno avesse avuto il coraggio di conoscere meglio la mia famiglia (lo sport preferito erano le minaccie e i tentativi di suicidio).

    a ricreazione, sempre alle elementari, una volta io e la mia amichetta, mentre tutti i compagni erano fuori a giocare, ci divertimmo a scombinare le cose: mettemmo l'astuccio di caio sotto il banco di tizio, il quaderno di sempronio nella cartella di caio e via dicendo. al ritorno successe il caos e nessuno sospettò mai che eravamo state noi, eravamo le più brave della classe.

    si narra che quando facevo l'asilo, mia madre insisteva per farmi disegnare ma io non ero capace mentre mia madre era molto brava. un giorno allora feci uno scarabocchio su un foglio e chiesi a mia madre di cosa si trattava secondo lei.
    Annunciai con solennità che avevo disegnato un laccio per le scarpe!

    in generale ricordo la scuola come una cosa positiva. mi trovavo bene con i miei compagni di classe. mi sentivo forte a scuola. ero brava e mi erano concesse molte cose. in più mi divertivo a combinare marachelle con la mia compagna di banco senza che gli altri sapessero che eravamo state noi. studiare a scuola non mi pesava più di tanto e mi divertivo.

    a casa invece non mi piaceva starci. non mi piaceva studiare a casa. avevo la sensazione costante di una catastrofe imminente e della falsità in cui si viveva. a casa usavo la fantasia per divertirmi. immaginavo di tutto.
    appena mi era consentito andavo da mia zia a giocare con le mie cugine.

    si narra sempre che quando avevo più o meno 3 anni la mia famiglia andò in vacanza al mare per un mese. qui, pare, iniziai uno sciopero della fame, che perdurò così tanto da costringere i miei a rientrare a roma in fretta e furia per andare in ospedale. si narra, sempre, che fu fatta prima una sosta da mia zia, tra le cui braccia io ripresi tranquillamente a mangiare.

    in generale quando ripenso alla mia infanzia sento molta solitudine, ricordo che intuivo e capivo molto ma molto di più di quel che loro, i grandi, sospettassero. per questo mi sentivo sola. quando richiamo alla mente ricordi mi pervade un senso di paura e di ansia ancora oggi. me lo porto ancora dietro oggi quando vado in posti sconosciuti.
    avevo da piccola trovato un mio modo di essere: ero forte, non piangevo davanti ad estranei, non facevo capricci, mi lasciavano sola anche perché io volevo restare sola, non facevo domande e non rompevo le scatole.
    bastava che andassi bene a scuola, il resto non contava.
    avevo però anche la sensazione di mentire a tutti. alla maestra, che credeva me bravissima e la mia famiglia una buona famiglia, a mia zia, che mi credeva pia e buona, ai miei genitori con i quali facevo finta di niente.
    non so se questi ricordi sono reali, cioè vissuti davvero così o sono ricordati da me in questo modo.

    mia madre sosteneva che ero un terremoto, era difficile farmi stare ferma, secondo lei.

    così, io non so se sono nata nata introversa o lo sia diventata per forza di cose. mah...
     
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  13. Koenig4
     
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    Ciao. Introversi o Estroversi e bambini d'oro o bambini oppositivi si nasce, è nel codice genetico. Dopodichè c'è l'influenza dell'ambiente. Il dottor Anepeta aveva precisato in che percentuale, all'incirca, pesa il fattore genetico e quanto altri fattori ambientali. Proverò a ritrovare quella risposta. Un saluto.
     
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  14. kryceklover
     
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    Ritorno nel forum dopo un po' di tempo di assenza, durante il quale ho quasi ultimato un corso da bibliotecario (lavoro per antonomasia di noi introversi).
    La mia infanzia era ricca di mondo interiore, leggevo molto, guardavo telefilm e cartoni animati, giocavo con le bambole.
    Mia madre cercava di farmi interagire con gli altri, invitando le mie compagne di scuola a casa mia: peccato che finivano per contarsela tra di loro...
    In fondo non sono molto cambiata rispetto a quando ero bambina, ringrazio di non avere più imposizioni per fare vita sociale.
     
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  15. Koenig4
     
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    Bentornata. Spero ti sia piaciuta l'immagine dei gatti. Beh sì anche io da bambino ero così come ti descrivi. Evviva l'asocialità! :)
     
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41 replies since 22/8/2008, 21:20   1382 views
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