Esiste la LIDI!

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  1. Koenig43
     
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    Cari amici Introversi come avete scoperto l'esistenza della LIDI? Io l'ho scoperto per caso. Stavo facendo delle ricerche in Internet sul razzismo in generale. Non ricordo come ho trovato la LIDI ma forse devo avere usato la parola diritti come chiave di ricerca. Se fossi stato adolescente invece, quando ho scoperto di essere Introverso, avrei trovato in Internet la LIDI scrivendo la parola Introversi. Di sicuro avrei fatto questa ricerca per trovare delle risposte ai tanti interrogativi che avevo allora. Saluti.
     
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  2. imperia69
     
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    Ho scoperto l'esistenza della LIDI circa un anno fa, in un periodo di forte rabbia ed "orgoglio introverso".
    Il nuovo dirigente che dovrebbe "gestirmi" (lui?! un cretino patentato che non sarebbe in grado di occuparsi neanche di un pesce rosso), forse fomentato a sua volta dal suo superiore, o forse in fase di esaltazione, senza perdere un secondo di tempo a capire la persona che aveva davanti (se l'avesse fatto, forse si sarebbe accorto che a me far carriera non interessava, che il "vivi nascosto" di Epicuro è sempre stato il mio motto e tante altre cose ancora) ha cominciato a darmi il tormento che dovevo intervenire di più, parlare di più, farmi vedere di più, fino all'aggressione finale quando, di fronte alla mia ammissione che effettivamente ero un orso (ma che mi stava benissimo la mia orsaggine) ha ben pensato di psicanalizzarmi: "e perché sei così?" - "è la mia natura, son fatta così" - "non può essere tutta genetica!". La chicca finale è stata "anche perché una persona che non sente l'esigenza di esprimersi (cioè intervenire nelle inutili riunioni aziendali) chissà che maltrattamenti ha subito in vita sua!"
    Tutto questo, ovviamente, non mi ha reso più "aperta", ha solo fatto in modo di scatenare il mio opposizionismo nei suoi confronti (e che andassi a cercare su internet qualcosa che mi dicesse che gli introversi sono una specie superiore).
    La cosa positiva per l'umanità è che questo imbecille avrebbe voluto fare psichiatria! Per quanto a me venga il voltastomaco a doverlo vedere tutti i giorni, per fortuna è finito a fare il passacarte in un'azienda e non ha rovinato dei poveri pazienti.
     
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  3. Koenig43
     
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    Ciao Imperia. Hai portato l'esempio dei pregiudizi, della sottovalutazione e dell'ignoranza sui noi Introversi anche nel posto di lavoro. L'atteggiamento poco partecipativo, anche nella socialità non lavorativa con i colleghi, viene equivocato come scarso impegno nel lavoro o come scarse capacità. Ed è ancora più triste sapere che al contrario abbiamo tante capacità incomprese. E' una cosa che sò bene per viverla io stesso nel mio ufficio e chissà quanti dei lettori si riconoscono in parte in quello che hai scritto. Senza questo episodio però magari sarebbe passato ancora molto tempo prima che tu scoprissi la LIDI. In effetti avere scoperto la LIDI è servito per trovare non solo tranquillizzazione ma anche soddisfazione ed orgoglio per la mia natura Introversa. Ciao cara Imperia ed a presto.
     
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    Ciao Imperia, intervengo per commentare una tua affermazione con la quale non sono d'accordo. Lo faccio esclusivamente a titolo personale, anche se penso di poter esprimere quello che dovrebbero essere lo spirito di fondo che anima la LIDI. Se così non fosse, ovviamente, vi sarà chi potrà correggermi in questa mia valutazione. Gli introversi non sono una specie geneticamente superiore agli estroversi. Credo di poter affermare che in nessuno degli scritti del dott. Luigi Anepeta si afferma qualcosa del genere. Più volte devo dire che in diversi messaggi postati nel forum sembra aleggiare questa intima convinzione, gli introversi sono migliori degli estroversi. Io personalmente non lo penso, e ho aderito alla LIDI, contribuendo a fondarla (non per un qualche mio merito personale particolare, sia chiaro !) non per questo motivo, ma perché mi riconosco in quanto è scritto nel suo Statuto; esso sintetizza la posizione teorica, culturale, in senso lato “politica” che ha ispirato e ispira la più che trentennale attività intellettuale di Luigi Anepeta. La LIDI, originariamente, a questa attività intellettuale si è richiamata. Chi si avvicina alla LIDI, come simpatizzante o anche come Socio penso che non debba aspettarsi, da questa Associazione, il sostegno a posizioni che finiscono, anche se in buona fede, per alimentare un pregiudizio speculare a quello cui sono soggetti gli introversi. Il sentirsi gratificato da una appartenenza "elitaria", alla fine porta a giustificare anche appartenenze "settarie", vissute senza alcun discernimento critico, ma in modo fideistico. Il fenomeno è assai più frequente di quel che non si pensi.
    Dal mio punto di vista, onestamente, non avertene a male se lo rilevo Imperia, affermare che gli introversi sono una specie superiore non è molto diverso dal dire che gli ariani sono superiori agli ebrei, ai negri, agli omosessuali o agli zingari.
    Nè la natura si è presa gioco di noi, facendoci nascere introversi, e neppure ci ha fornito di qualcosa di qualitativamente superiore rispetto a ciò che ha fornito agli altri. Non bisogna vergognarsi di essere introversi, non è una malattia da cui guarire, ma rivendicare una superiorità sugli estroversi significa, secondo me, tradire lo spirito e la lettera non solo della produzione culturale di Anepeta, ma anche lo spirito che dovrebbe ispirare l’attività della LIDI.
    Mi piace aggiungere, infine, i versi leopardiani che chiudono la Ginestra : come l’umile ginestra affrontiamo con consapevole coraggio la nostre sorte, senza “forsennato orgoglio”, ma neppure “codardamente supplicando”. Alla fine, Imperia, il messaggio che dovrebbe passare, dal mio punto di vista, è che tutti, ma proprio tutti, apparteniamo alla specie umana, per parafrasare la nota affermazione di Einstein. Fra diecimila anni che sia stato lui piuttosto che un oscuro fornaio di Orune a scoprire la relatività non farà nessuna differenza. Invece di rivendicare inutili superiorità, se si potesse, in modo davvero autentico, costruire la “social catena” cui sempre Leopardi fa cenno nei suoi versi, questo sì, davvero, sarebbe l’unico antidoto alle nostre comuni umane miserie.
    Ciao

    E tu, lenta ginestra,
    Che di selve odorate
    Queste campagne dispogliate adorni,
    Anche tu presto alla crudel possanza
    Soccomberai del sotterraneo foco,
    Che ritornando al loco
    Già noto, stenderà l'avaro lembo
    Su tue molli foreste. E piegherai
    Sotto il fascio mortal non renitente
    Il tuo capo innocente:
    Ma non piegato insino allora indarno
    Codardamente supplicando innanzi
    Al futuro oppressor; ma non eretto
    Con forsennato orgoglio inver le stelle,
    Nè sul deserto, dove
    E la sede e i natali
    Non per voler ma per fortuna avesti;
    Ma più saggia, ma tanto
    Meno inferma dell'uom, quanto le frali
    Tue stirpi non credesti
    O dal fato o da te fatte immortali.


     
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  5. Koenig43
     
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    Beh capisco la reazione di Imperia. A volte anch'io per rabbia, reagisco pensando che sono superiore perchè Introverso. Poi quando mi calmo penso le parole di Anepeta ovvero che la natura ama la simmetria e c'è un 5-7% di Estroversi di grande valore. Poi davvero essere superiore a qualcuno non mi interessa. Proprio perchè sono Introverso e possiedo senso etico. Questo senso di superiorità è solo una forma di aggressività difensiva. E transitoria. Mantenere sempre l'autocontrollo non è facile.
     
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  6. imperia69
     
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    Cara Rossana, probabilmente mi sono spiegata male.
    Non intendevo dire che noi introversi siamo migliori, ma solo che in quel momento di rabbia avrei voluto sentirmelo dire.
    Forse ho sbagliato a non aggiungere che so che la LIDI non afferma la superiorità degli introversi, né io lo penso. Volevo solo rievocare una mia temporanea reazione di stizza per essere stata considerata "malata", per la mia scelta solitaria e silenziosa; in quei momenti mi è facile cadere in una reazione eccessiva, che nulla ha a che fare con il mio reale pensiero.

    Spero di essere riuscita a chiarire il senso di quella affermazione.
     
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    Imperia ha ora con grande efficacia spiegato il senso di una affermazione che la mia lettura, questa volta frettolosa, mi aveva fatto interpretare in modo scorretto. Con Imperia ci siamo già spiegate e chiarite.
    Vorrei aggiungere una piccola testimonianza di ordine personale, cui non facilmente indulgo. Mi è stato trasmesso come esempio positivo, intrinsecamente etico, un atteggiamento per il quale l’altruismo sacrificale è sempre preferibile alla strumentalizzazione dell’altro o alla prevaricazione nei suoi confronti. Io non ho mai sperimentato, perciò, il senso di superiorità, non me ne faccio un vanto, è che proprio mi è sempre stato precluso anche solo lontanamente il pensare che io potessi essere superiore ad un altro, valere di più. Così certamente ho moltissimi limiti, ma non quello di essere presuntuosa. Mi era, mi è vietato, ancora oggi, essere o anche solo sentirmi presuntuosa. L’argomento “superiorità”, quindi, quasi automaticamente, nel mio vissuto, evoca una specie di immediata reazione allergica. E si attiva il mio giacobino, e a volte certamente astratto, egualitarismo.
    La mia non corretta interpretazione dell’affermazione di Imperia ha questo retroterra.


     
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  8. Koenig43
     
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    Cara Rossana nel mio caso talvolta accade questo. Quando in ufficio, come è accaduto proprio di recente, vieni trattato come un verme da persone rozze ignoranti e volgari per reazione ti viene da pensare : non sono io inferiore a voi per la mia Introversione ma piuttosto siete voi inferiori a me per le mie qualità intellettuali ed etiche! E' naturalmente un atteggiamento difensivo, che se non ti avessero infastidito non saresti mai andato a scomodare. Pur tuttavia c'è un grande pericolo, e tu davvero hai fatto bene a sottolinearlo. C'è il pericolo del radicarsi in noi di questo senso di superiorità che oltre ad essere in contraddizione con il nostro naturale senso etico davvero ci ostacolerebbe nella nostra ricerca di serenità interiore. Perchè si rischierebbe di passare da una tensione negativa di inferiorità ad una altrettanto negativa di superiorità. Davvero le parole di Anepeta vanno sempre ricordate : ci sono vantaggi e svantaggi negli Introversi e negli Estroversi, quindi nessuna superiorità dell'una o dell'altra tipologia. E ci sono numerosissime persone Estroverse di grande valore, che non guarderebbero mai ad un Introverso come ad una persona inferiore da maltrattare. Con mio vivo piacere ho visto che la discussione ha preso una direzione molto istruttiva se consideriamo la mia domanda iniziale molto semplice. Grazie davvero!
     
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    Aggiungo una piccola nota alla mia precedente testimonianza personale sul tema “superiorità” per spiegare meglio alcune riflessioni lì contenute.
    Per il solo timore di pensare che io posso valere di più di qualcun altro, non dal punto di vista dell’umanità - in questo ambito secondo me non ci sono scale oggettive di valori - ma in alcuni specifici campi, per timore che quindi che mi si possa accusare di essere presuntuosa e sprezzante, poco rispettosa degli altri, io, spesso in modo astratto, metto tutti sullo stesso piano. Se tutti mi sono pari, io non rischio di sentirmi superiore a loro e quindi, trattandoli da pari, non li disprezzo, e quindi non sono cattiva. Non potendo sopportare su di me l’atteggiamento paternalistico, sono cresciuta anche nel mito dell’indipendenza accanto a quello dell’altruismo sacrificale, corro il rischio esattamente opposto al paternalismo, comportamento per il quale non so se esista un termine in italiano, al momento non mi sovviene, comportamento mistificante anch’esso, seppure appaia più “politicamente corretto”. L’altruismo sacrificale che mi ha impedito di esperire la superiorità nei confronti degli altri, non è certamente, però, un modello intrinsecamente positivo, etico, come io per anni ho pensato. Per cercare di liberarmene fatico non poco. La difficoltà maggiore sta nel trovare un equilibrio fra il bisogno di indipendenza, piuttosto marcato, e il bisogno di essere sempre disponibile verso gli altri. Se sulla mia strada incontro qualcuno che, inconsapevole di questo mio vissuto, mi colpevolizza per le uniche capacità che posseggo e di cui sono consapevole, e che invece di aiutarmi a valorizzarle adeguatamente, mi sollecita a demonizzarle, negandone il valore, poiché magari mi percepisce, a torto, come un pericoloso nemico (spiegare i motivi per cui accade questo esigerebbe di entrare nelle dinamiche interiori di costui, e ci condurrebbe troppo lontano), nascono delle commedie degli equivoci da cui si potrebbe uscire solo con un coraggioso atto di trasparenza da parte di tutti.
    Non sempre ho trovato persone disponibili a fare ciò.
     
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8 replies since 26/8/2008, 10:41   235 views
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