Cronaca di una "normale" serata da Borderline

Tristezza Sovrana

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  1. frodolives
     
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    Cari amici introversi,
    forse non mi sono espresso nei modi che voi riconoscete, sono qui anche per dirvi che alla fine non vorrei, cioè mi dispiacerebbe, che il nostro condividere la nostra comune introversione fosse un alibi per divenire gruppo a sé, cioè "noi" introversi rispetto a tutti gli altri. Di fronte a tutte le divisione di cui il mondo è fatto, mi sforzo ancora oggi di considerare tutti gli uomini come appartenenti al genere umano, uno solo ed unico, pur con tutte le nevrosi e le individualità. Per quanto mi riguarda mi considero "Borderline", mi considero un elemento di rottura ovunque e sempre, mal digerito, sicuramente considerato diverso ed osteggiato, visto più come un intruso che un amico, che un fratello. "Stranger in a Strange Land".
    Comunque ieri sera sono uscito, ho cercato di camminare normalmente la sera tarda per le vie del centro, di immedesimarmi con gli altri, pur sentendomi diverso. Io cammino da solo, dove tutti si accompagnano. Ed ho voluto farmi del male, continuando a camminare, avvicinando un locale dove ragazzi omologati stavano flirtando e bevendo, aspettando il turno di dirigersi in un locale da ballo per finire la serata. Omologazione, mi sono sentito escluso da tutto, a guardare le persone vivere da fuori. Ed è una condizione che vivo da sempre, la maggior parte delle persono che incontro sono diverse da me e non perdono occasione per dimostrarmelo. La prima tecnica che loro usano per me è l'indifferenza. L'indifferenza è un bel modo di trattarmi, li espone per nulla, loro così bene accetti evitano anche di vedermi, in questo soprattutto le donne sono abilissime, penso che lo facciano anche perché io non possa interpretare un loro sguardo come un gesto di avvicinamento, io che sono l'escluso ed il reietto come potrei mai anche solo sognare di accompagnarmi ad una donna? Oltre all'indifferenza, la seconda delle tecniche che gli altri usano è... no, ieri solo e soltanto indifferenza. Sono uscito ed ho subito tutto il tempo. Ma poi sono andato anche in discoteca, per sentirmi ancora più solo tra la folla. Fino al momento che ho tentato un approccio, sì davvero un approccio autentico, dove per tutta risposta la ragazza non si è nemmeno degnata di rispondere, solo un sorriso da idiota nella sua faccia anonima e volgare. Gente che balla assiepata in uno spazio ristrettissimo, come se ci fosse qualcosa ed invece non c'è nulla, c'è soltanto il loro vuoto assordante e le stilettate di veleno che sento nella schiena e mi schiantano. Non ho soldi, non ho aspetto, non ho amici, non ho fratelli, non ho niente eppure continuo a vivere. L'unico mio conforto è una ragazza che ho conosciuto questa estate che quando parlo mi ascolta, che mi guarda come un essere umano, e per me ragazzi è quasi fantascienza, lei comunica con me. E' il paradiso per me, questo piccolo trofeo che è l'unico conforto in una vita altresì totalmente immeritevole di essere vissuta. Soffro come un cane per tutto il tempo restante, presente alle mie infinite sconfitte. Per questo ho pensato di usare una wing girl, ma il sistema funziona benissimo e probabilmente anche a quelle io non sono avvezzo, comunque adesso non ho soldi da spendere e si vedrà in futuro quando tornerà il caldo. Perché per un borderline figlio di operai non esiste il buon mercato. Se qualcuno di voi ancora si ricorda, sono Frodo e tuttora vivo, consapevole di essere un'avanguardia, una carne da macello mandata a perlustrare, a soffrire infinite solitudini, a sentirsi alieno ancora prima che alienato.
    Vi prego di considerare questa mia non come una richiesta di compassione, di qualsiasi tipo. Non la desidero.
    E' soltanto cronaca, se non riesco a tenerla del tutto ogettiva è perché una ferita che sanguina costantemente non mi permette di essere lucido più di così. Eppure la mia è sola e pura constatazione dei fatti. La maggior parte delle persone è soltanto "automa", programmata per fare ed agire in un certo modo e tu la guardi e capisci che questa società non è certo la migliore possibile, anzi è il frutto della banalità, della volgarità e della elevazione del popolare ad unico emblema di nobiltà. Rovesciamento totale dei valori, dove sono i valori più bassi a venire elevati e dove l'intelligenza, ovunque essa si siti, viene ostacolata, osteggiata, se non addirittura calpestata.
    Vorrei andare all'università, vedere se lì posso trovare spiriti affini al mio. Ho detto della ragazza che è mia amica. E' la sola amica che ho, immaginate il bene che le voglio perché è l'unica persona che mi guarda e mi trasmette solo due parole: "ti capisco". Capite cosa vuol dire sentire che è l'unica persona al mondo che mi capisce almeno un pò.
    E' lì il mio tesoro, il resto è solo una vita inutile, inutile di essere vissuta. Magari cercarsi qualche droga virtuale a buon mercato ed alla mia portata. E' chiaro che certe droghe sociali per me non sono valide, tipo quelle illegali perché occorre essere dentro un giro. Per me è droga anche un gioco su PS2 quindi, oppure le infinite ore passate su internet alla ricerca di immagini pornografiche.
    Bah, certi mostri non lo sono di partenza, ma si creano nell'isolamento sociale. Quello che posso dire, da "mostro", è che non ci sono nato ma quando ogni mia pulsione che considero anche normale viene distrutta al suo principio stesso, per mano di esseri che sembrano godere solo nel non farti sentire umano, per un borderline come me passare da alieno ad alienato è un percorso imposto.
    Sono ateo, ma ho principi etici per i quali rifuggo la violenza in ogni sua forma, quindi gli unici svaghi che mi concedo sono quelli di fantasie tipo che entro con la katana e sistemo un po' di gente. Ma sono pure espressioni di un desiderio, ed i desideri possono essere sconfinati. Almeno nella fantasia io sono libero. Perché nella vita di ogni giorno io mi sento e mi ritengo un prigioniero. Prigioniero di una maggioranza dittatoriale che per il suo bene impone ai diversi come me regole che non condivido, ma che sono obbligato a rispettare pur se mi uccidono di giorno in giorno. Ma nelle mie fantasie perverse io nutro il cadavere di vampiro eroe dentro di me, mi sento un eroe romantico e maledetto che un giorno farà vedere a tutti come si vive, qual è la qualità del mio cuore.
    La società come è formata non è equa, non è solidale, non è giusta. La società umana per me è la cosa più intollerante, ipocrita, indifferente ed ingiusta delle società. Dirò qualcosa alla Nietzsche, ma sono abbastanza vicino al suo pensiero e tant'é. Meglio la legge del più forte in natura, la spada che taglia, la spada che dirige e giudica, il pugno di ferro, la forza mostrata ed usata, perché alla fine è comunque una forma più chiara e lampante di dominio del potere. Perché il potere è l'unica vera estasi umana. Attraverso il potere si ottiene e si è rispettati. Solo un uomo di potere è un uomo felice. Checché se ne dica.
    Ok, se questo era uno sfogo perdonatelo. E' solo il mio pensiero, dove faccio una valutazione che parte da una sensazione molto reale. E da una serata vissuta come l'ho vissuta, solo l'ultima di tante altre, semplicemente perché probabilmente non accetto di rassegnarmi, di stare nel posto che la società degli uomini mi ha assegnato. Malgrado le mie lamentele.
    Grazie.
    Non so comunque se sono più coraggioso o più stolto nell'esprimermi così limpidamente, nel confessare così pubblicamente. So che la maggior parte delle persone sociali usa molto di più parlare di cose più socialmente accettabili, più conformi allo spirito del tempo in cui vivono. Ma sono borderline, sono nato così.

    Edited by frodolives - 25/1/2009, 12:28
     
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  2. pisana 1
     
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    Ciao, intervengo sui tanti temi che hai scritto. Ho 51 anni e sono sempre stata lontanissima dal mondo delle discoteche, anche io provo fastidio a sentire il mondo diviso in gruppi rigidi, però mi chiedo, riflettendo sulla tua esperienza (la ragazza col sorriso idiota) ma li, c'era posto realmente per qualcosa di altro?Mi capita di sentire resoconti di ragazze (sono psicologa) dopo la discoteca, l'ansia di prestazione (piaccio? sono carina\spiritosa, adeguata?) e la noia mortale e il gelo a tutti i livelli. La "normalità" è una maschera che sta stretta a quanta più gente si pensi, di solito. Pisana
     
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  3. frodolives
     
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    CITAZIONE (pisana 1 @ 25/1/2009, 12:32)
    Ciao, intervengo sui tanti temi che hai scritto. Ho 51 anni e sono sempre stata lontanissima dal mondo delle discoteche, anche io provo fastidio a sentire il mondo diviso in gruppi rigidi, però mi chiedo, riflettendo sulla tua esperienza (la ragazza col sorriso idiota) ma li, c'era posto realmente per qualcosa di altro?Mi capita di sentire resoconti di ragazze (sono psicologa) dopo la discoteca, l'ansia di prestazione (piaccio? sono carina\spiritosa, adeguata?) e la noia mortale e il gelo a tutti i livelli. La "normalità" è una maschera che sta stretta a quanta più gente si pensi, di solito. Pisana

    Cara pisana, grazie per avermi letto. Se allora la maschera sta stretta a così tante persone, perché ci ostiniamo comunque a portarla? Mi viene in mente il libro di Dumas Padre, la figura della maschera di ferro, quel racconto di feuilleton mi rimanda ad una visione più ampia, che secondo me è stupendamente scritta, perché parlando di una vicenda di un prigioniero, arriva a parlare di come mi sento io, dentro una maschera di ferro e fuori dal mondo, alla ricerca di una impossibile libertà dai vincoli e dalle catene dei "normali". Comunque, ecco, io ho trovato la mia amica nel mondo delle discoteche, anche se mi ci sono avvicinato per altre strade, vedi io trovo che non sia il luogo ma sia sempre la persona, e qualche volta si ha la fortuna di trovare il fiore di loto nel fango, e per strano che sia solo nel fango cresce. Grazie per la tua risposta, oggi mi sento molto infelice ma passa.
     
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  4. Koenig4
     
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    Ciao frodo. Ho letto una volta il racconto di Edgar Allan Poe dal titolo "Una discesa nel Maelstrom". Nel racconto una barca di pescatori si trova nei vortici di un gorgo gigantesco. Un pescatore si salva abbandonando la barca e buttandosi in acqua, l'altro continua a vedere nella barca la sicurezza e invece viene risucchiato negli abissi. Non sono mai andato in discoteca perchè sapevo che non faceva parte della mia natura. Invece ho visitato da solo il patrimonio artistico della mia città. Unisciti a qualche gruppo di volontariato della tua zona. Non ti porre come obiettivo di avere subito gli affetti. Comincia prima a spezzare il tuo senso di isolamento. Di tanto in tanto presidierò la chat di quì. Se mi vedi presente vienimi a trovare, ci facciamo due chiacchiere da buoni amici. Un abbraccio affettuoso.
     
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  5. l.anepeta
     
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    Mi sono interrogato per molti anni sul fenomeno del conformismo, e del paradosso per cui, agendo comportamenti stereotipati, i soggetti sentono di esprimere la loro libera individualità.
    Certo, la tendenza all’omologazione culturale può essere facilmente compresa in termini psicosociologici: omologarsi assicura di essere confermati come “normali” e di essere accolti dal gruppo.
    Il problema è chiarire perché l’appartenenza promuove un’omologazione che immiserisce e rende “robotici” gli esseri umani. Com’è possibile che essi non si rendano conto dello spreco di potenzialità che il conformismo postula?
    Anni fa elaborai una singolare ipotesi partendo da alcune situazioni sociali (per esempio il Natale, il sabato fuori casa, la gita del week-end, la corsa ai saldi) che sembrano avere il potere di automatizzare i comportamenti, fino al punto che le persone in genere si ritrovano ad agire quasi contro la loro volontà.
    L’ipotesi faceva riferimento alla scoperta che gli strumenti elettronici, se situati in posizioni limitrofe, tendono ad interferire tra loro (come può accadere tra computer, amplificatore, cellulare e cordless) o, viceversa, a sintonizzarsi dando luogo ad un aggiustamento di fase, vale a dire ad una riduzione delle differenze tra le oscillazioni ondulatorie.
    L’applicazione ai soggetti umani di tale fenomeno non mi sembrava assurda, tenendo conto che i cervelli funzionano sulla base di impulsi elettrici (anche se non hanno nulla a che vedere con i computer), i quali creano onde elettromagnetiche che si diffondono nello spazio.
    All’epoca le prove a sostegno di un’ipotesi del genere erano scarse. I ritmi cerebrali della madre e del feto tendono ad una certa consonanza. Le madri che, di notte, non sentono un forte rumore proveniente dalla strada, ma si svegliano repentinamente se il figlio emette un debole lamento, hanno il cervello sintonizzato su quello del figlio.
    La prova principale dell’esistenza di un aggiustamento di fase era, però, la circostanza, riscontrata inconfutabilmente in alcuni gemelli monozigoti, di una “percezione” dello stato reciproco che si manteneva a distanza, tal che l’uno, anche situato a notevole distanza dall’altro, riusciva a registrare eventuali eventi negativi (malattie o incidenti) occorrenti a quest’ultimo. In casi del genere, la sintonizzazione tra i cervelli, capaci di selezionare nel flusso infinito di onde elettromagnetiche che circolano sul pianeta, quelle provenienti dal cervello gemellare era l’unica ipotesi esplicativa.
    Ancora oggi penso che l’aggiustamento di fase abbia un certo peso per spiegare la tendenza dei comportamenti umani a convogliarsi entro canali sterotipici.
    Di recente, però, la teoria dei neuroni specchio ha offerto una nuova spiegazione, non incompatibile con l’aggiustamento di fase.
    Essa. infatti, ha posto in luce che la capacità di comprendere intuitivamente quello che passa nella mente degli altri comporta una sorta di “pulsione” imitativa difficile da controllare e, ovviamente, quasi del tutto inconscia.
    Tale pulsione è perennemente attiva anche negli adulti. Chiunque può rendersene conto con un minimo di attenzione. Un soggetto parla con un altro. Nel momento in cui questi si accomoda sulla poltrona, si sfiora il naso, sbadiglia, egli può ritrovarsi a fare inconsapevolmente gli stessi gesti per effetto del rispecchiamento.
    Il discorso sotto il profilo scientifico andrà ripreso e sviluppato.
    Esso appare, però, importante per due motivi.
    Il primo è che l’esistenza di un aggiustamento di fase e di una “pulsione” imitativa - fenomeni entrambi inconsapevoli - può renderci più tolleranti nei confronti del conformismo, che avrebbe anche una matrice neurobiologica. Gli esseri umani sono, spesso, “istupiditi” dalla cultura anche perché la natura, creando il cervello umano, lo ha predisposto in maniera tale da favorire l’omologazione dei comportamenti.
    Le tornate elettorali sono un esempio classico di omologazione, che risulterebbe incomprensibile se non si ammettesse un aggiustamento di fase e una “pulsione” imitativa, che incanalano (talora con una progressione epidemica) i comportamenti.
    Il successo persistente in Italia di Berlusconi, che all’estero è ritenuto poco più che una “macchietta”, non penso possa esser spiegato diversamente.
    Gli stessi meccanismi, eprò (e per fortuna) possono funzionare in positivo. Anche il successo di Obama, negli Stati Uniti, si può spiegare in base ad essi.
    I meccanismi in questione, in altri termini, possono comportare il perpetuarsi di un conformismo “istupidente” e un rapido, imprevedibile e repentino cambiamento di mentalità. Non è una speranza, però è una possibilità intrinseca ad ogni cultura.
    Il secondo motivo riguarda gli introversi. Dotati notoriamente di una grande capacità empatica, essi, quando si confrontano con comportamenti conformistici e mediocri, vanno spesso in dissonanza e, piuttosto che dalla “pulsione” imitativa, sembrano irretiti dal bisogno di mantenere la loro diversità finendo con la'gire comportamenti opposizionistici o negativistici (che implicano una spinta antitetica rispetto alla “pulsione”).
    Talvolta provano ad aggregarsi imitativamente, ma, in genere, non riesce loro affatto bene.
    Con la “peste” dell’aggiustamento di fase e della “pulsione” imitativa, la Natura ha prodotto anche un vaccino: un bisogno di individuazione che, negli introversi e in alcuni estroversi (iperdotati), impedisce l’omologazione culturale (che riguarda il pensare, il sentire e l’agire).
    Il vaccino ha talvolta effetti devastanti in termini di isolamento, risentimento, autosvalutazione, confronto perpetuo con gli altri, invidia, disprezzo, ecc. Di un vaccino, però, si tratta, che potenzialmente può promuovere un’esperienza di vita ricca di senso, sotto il profilo personale, affettivo, culturale e sociale, e - cosa non meno importante - rispettosa di una normalità “obbligatoria”.
    Luigi Anepeta
     
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  6. pisana 1
     
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    E' bello, Frodo, che hai trovato la tua amica in discoteca, vuol dire che, anche in quella situazione (per me schiacciante e super omologante)tenevi vivi i tuoi bisogni, il tuo desiderio di un incontro reale. Il discorso di Luigi Anepeta sulla pulsione imitativa, l'empatia e il rispetto per la normalità obbligatoria, temo che possa lasciare fuori una riflessione, che, personalmente, mi angoscia: perchè tante forme di consenso, tante "armonie terribili", tanti gruppi conformistici, hanno così spesso bisogno dei capri espiatori?
     
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  7. frodolives
     
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    Grazie, sono sinceramente commosso. Con la ricca valutazione del Dott. Anepeta c'è davvero tanto da riflettere. Mi spiace se nel mio dolore esprimo talvolta rabbia, senso di frustrazione. E' qualcosa che sento da quando ero piccolo, una sorta di programmazione inconscia a cui quasi tutti gli esseri umani rispondono meccanicamente, ed allo stesso tempo escludono coloro che non si adeguano.
    E' come se ci fosse una sorta di codice che potremmo anche chiamare Matrice, per i fans del film "Matrix". Alcuni però sentono che le cose cominciano a cambiare, anche se per me fin troppo lentamente. Abbiamo una cultura ed una tradizioni dominanti, ed abbiamo anche un qualcosa che sta avvenendo, che sta cambiando progressivamente il modo di percepire. Il problema, secondo me, è nel fatto che ci sono poteri restaurativi molto forti che non si vogliono rassegnare a lasciare l'osso, direi. Comunque, davvero molto da riflettere e la cosa giusta da fare credo sarà riflettere. Io comunque non chiedo altro che fare quello che mi sento meglio di fare, programmare :-) Nel senso che credo che se io percepisco una nota dissonante, ed ad essa voglio credere con tutto me stesso, posso soltanto seguire il mio istinto e fare del mio meglio. La cosa difficile per me è rispettare la normalità "obbligatoria", in quanto la sento difficile, è difficile rispettare coloro che mi tengono prigioniero. Però grazie di cuore. Mi sembra quasi di essere in presenza di un Maestro Jedi o Maestro Zen, davvero. Bello.
    Ho paura di esprimermi talvolta, nel senso liberamente, ma ancora una volta rimango sbalordito nel vedere che qui, in questo forum, mi si capisce molto bene.
    Ne sono commosso. Veramente.

    CITAZIONE (pisana 1 @ 25/1/2009, 18:14)
    E' bello, Frodo, che hai trovato la tua amica in discoteca, vuol dire che, anche in quella situazione (per me schiacciante e super omologante)tenevi vivi i tuoi bisogni, il tuo desiderio di un incontro reale. Il discorso di Luigi Anepeta sulla pulsione imitativa, l'empatia e il rispetto per la normalità obbligatoria, temo che possa lasciare fuori una riflessione, che, personalmente, mi angoscia: perchè tante forme di consenso, tante "armonie terribili", tanti gruppi conformistici, hanno così spesso bisogno dei capri espiatori?

    La cosa bella è trovare una persona che malgrado la diversità, vive un'altra diversità e grazie ad essa ti avvicina, l'incontro non è avvenuto in discoteca, per fortuna. E' avvenuto in una mia fortunata combinazione di eventi dove ho incontrato questa ragazza, e tra noi è nato un feeling, un sentire, come qui con voi un sentirsi accomunati da una affinità elettiva speciale ed unica.
    Riguardo il capro espiatorio mi vengono in mente tutte quelle povere donne, soprattutto donne, ma tutte le persone che ebbero a che fare ad esempio con la Santa Inquisizione, una delle pagine più buie della chiesa. Solo un riferimento storico, il mio. Credo che la matrice razzista possa nascere anche da questo, credo che sia una paura atavica di un nuovo che avanza, ma con cui alla fine dovranno fare i conti. Vorrei tanto che tutto questo non fosse traumatico, ma temo che lo sarà come nella storia lo è stato in passato. Il potere ha sempre una connotazione restauratrice molto forte, purtroppo.
     
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  8. pisana 1
     
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    Anche io faccio fatica a rispettare la normalità "obbligatoria", anzi a volte non la rispetto per nulla, ed esprimo la mia rabbia o mi ritiro. A volte però noto che, arrabbiandomi, dopo sono più disponibile a venire a patti con le persone, a volere più bene al prossimo, perlomeno a cercare di capirlo. Mi spaventa di più il consenso a tutti i costi, senza opposizione, perchè trovo che poi i gruppi iper coesi si sfogano sui diversi. E' il tema di T. Adorno, sulla personalità autoritaria, che esalta le gerarchie e odia le minoranze, purtroppo ancora (sempre di più) attuale.
     
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  9. l.daniela
     
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    ciao frodo,
    mi sento di aggiungermi ai numerosi commenti, una goccia nell'oceano. da quello che hai scritto nell'ultimo paragrafo credo di intuire che qs ragazza sia extracomunitaria, quindi più disponibile e senza pregiudizi. sono pronta ad ammettere l'errore :) sono persone molto forti, particolari.
    CITAZIONE
    Con la “peste” dell’aggiustamento di fase e della “pulsione” imitativa, la Natura ha prodotto anche un vaccino: un bisogno di individuazione che, negli introversi e in alcuni estroversi (iperdotati), impedisce l’omologazione culturale (che riguarda il pensare, il sentire e l’agire).
    Il vaccino ha talvolta effetti devastanti in termini di isolamento, risentimento, autosvalutazione, confronto perpetuo con gli altri, invidia, disprezzo, ecc. Di un vaccino, però, si tratta, che potenzialmente può promuovere un’esperienza di vita ricca di senso, sotto il profilo personale, affettivo, culturale e sociale, e - cosa non meno importante - rispettosa di una normalità “obbligatoria”.
    Luigi Anepeta

    nn ho mai sentito parole più belle, e tu hai già quel vaccino, sei in piena fase di odio. se avrai la forza di guardare in prospettiva ogni tuo accadimento interiore e rileggere qs scritto spesso, (nn il mio, ma quello del doc.) e magari parlare con noi, koenig (marcello) si è offerto anche in chat, sei fra amici! nn mollare, frodo, la parte più poetica dello scritto del doc., secondo me, è l'ultimo paragrafo. dove dice che oltre le tenebre c'è tutto ciò che potenzialmente sei e, cosa nn meno importante, ti sentirai "normale". fidati del doc. è davvero un gran maestro!
    anch'io ti starò vicina! per quanto mi sarà possibile! sono solo una vecchia babbiona, ma con un po' di vita su queste spalle! ;)
    ehi! nn so se ho utilizzato correttamente la citazione! nn so usare bene qs aggeggio! :D che figuraccia che sto x fare adesso schiaccio invio e vedo cosa accade! se x caso ho fatto un pasticcio, mi puoi spiegare tu come si fa? grazie!
    un abbraccio daniela
     
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  10. Koenig4
     
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    Ciao frodo. E' stato veramente piacevole chattare con te stasera. Ed è stato piacevole perchè stavo comunicando con una persona Introversa come me. Spero tanto come progetto per il 2009 di far popolare la chat così da poter creare una rete di amicizia virtuale fra Introversi sia come forma di gruppo virtuale di auto-aiuto sia per il semplice piacere di stare insieme. Quando potrò presidierò la chat. Per cui quando mi vedi in chat se tornerai a trovarmi mi farà molto piacere. Un caro saluto.
     
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  11. frodolives
     
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    CITAZIONE (l.daniela @ 25/1/2009, 21:18)
    ciao frodo,
    mi sento di aggiungermi ai numerosi commenti, una goccia nell'oceano. da quello che hai scritto nell'ultimo paragrafo credo di intuire che qs ragazza sia extracomunitaria, quindi più disponibile e senza pregiudizi. sono pronta ad ammettere l'errore :) sono persone molto forti, particolari.


    ehi! nn so se ho utilizzato correttamente la citazione! nn so usare bene qs aggeggio! :D che figuraccia che sto x fare adesso schiaccio invio e vedo cosa accade! se x caso ho fatto un pasticcio, mi puoi spiegare tu come si fa? grazie!
    un abbraccio daniela

    Cara Daniela, ottimo direi, non credo tu abbia bisogno di aiuto ci sai fare.
    Considero cibo per la mia mente quello che mi avete dato qui oggi. Che voglia di andare all'università, malgrado gli anni ed il lavoro e gli impegni, soprattutto però sarebbe perché temo di non farcela con i tempi, la strada, anche se alla fine le paure dovrebbe essere vinte per tentare comunque di aprirsi nelle relazioni. Nel confronto, direi. Sono felice per quello che mi è stato dato oggi, che considero davvero tanto. Rileggerò queste parole molte volte, infatti. Sperando così che una certa sofferenza possa venir meno. Forse oggi mi vorrei definire un cercatore di fiori di loto nel fango.
    La ragazza non è extracomunitaria, bensì extraterrestre :alienff: :P
    Ed essendo io per primo extraterrestre non può che farmi piacere. In realtà penso sia Borderline come lo sono io, anche se lei è una Borderline estroversa, ma come ci capiamo!! E' molto più giovane di me, ma ciò non toglie che abbiamo subito raggiunto una intesa davvero speciale e rara. Ed adesso mi manca, lei è una estroversa di prima categoria, lei ha delle doti datele dalla natura, tra cui una grande avvenenza fisica, ma credo che la sua profondità d'animo la riservi solo per me, come se avesse capito di potermi dare quello che nasconde a tutti gli altri amici che ha ed al suo ragazzo credo, anche in parte. O forse pensarlo è solo una mia vanità.

    Oggi vi ho dato un pezzo di me stesso, una esperienza. Tante volte vorrei esprimermi con meno impeto ed impulsività, ma ne perderebbe nel trasmettervi le emozioni che provo, sia positive che negative. Quello che vorrei è tentare di raggiungere quella che io chiamo "effetto a catena".. vale a dire un mutamento all'inizio piccolo ma poi che continuasse a ripetersi fino ad invadere il sistema, come un nuovo tipo di virus per cambiare il sistema dominante oggi, quello che ci fa male, soprattutto parlo del silenzio tra le persone, del non dirsi nulla parlando tutto il giorno, degli impegni inutili, voglio dire quanto facciamo di vero e reale, quanto diamo importanza alle cose più vere e notevoli? Lo dico anzitutto a me stesso.

    Rimaniamo in contatto. E che la Forza sia con voi. Un saluto jedi, per sdrammatizzare ed inviare un pò di energia positiva. Creare la reazione a catena comunque, un'esplosione di emozioni nuove, di dialoghi tra persone e non tra automi, di risveglio delle coscienze addormentate, non è forse questa la Scoperchiatura di cui sognavo già più di dieci anni fa? Insinuare il dubbio nelle persone più dotate, farle sentire che c'è qualcosa d'altro dietro la prima facciata, creare un circolo di iniziati ma non per dividere ma per unire, per avvicinare anziché allontanare, perché confini, divisioni ed indifferenze ce ne sono già abbastanza.
    La conoscete la ferita dell'indifferenza? Essi non sentono o fanno finta di non sentire. Guardano ma non vedono.
    Ok, buonanotte.
     
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  12. maria rossi
     
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    http://www.radio.rai.it/radio3/view.cfm?Q_EV_ID=274578

    pagina di radiotre scienza, cliccate su "ascolta" in basso a sinistra.


    a proposito di conformismo....

    "Effetto Pecora


    Essere conformisti è fisiologico, e il nostro cervello sembra strutturato per seguire la corrente, dicono i neuroscienziati. Che cos'è allora che ci fa cantare fuori dal coro? Tra cultura, società e sinapsi cosa ci dice il nostro cervello sui nostri comportamenti sociali.
    Martedì 27 Gennaio, dalle 10.50 alle 11.30, Marco Motta ne parla con Alberto Oliverio, psicobiologo dell'Università La Sapienza di Roma."
     
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  13. LaMaduninaEintroversa
     
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    CITAZIONE (pisana 1 @ 25/1/2009, 13:32)
    Ciao, intervengo sui tanti temi che hai scritto. Ho 51 anni e sono sempre stata lontanissima dal mondo delle discoteche, anche io provo fastidio a sentire il mondo diviso in gruppi rigidi, però mi chiedo, riflettendo sulla tua esperienza (la ragazza col sorriso idiota) ma li, c'era posto realmente per qualcosa di altro?Mi capita di sentire resoconti di ragazze (sono psicologa) dopo la discoteca, l'ansia di prestazione (piaccio? sono carina\spiritosa, adeguata?) e la noia mortale e il gelo a tutti i livelli. La "normalità" è una maschera che sta stretta a quanta più gente si pensi, di solito. Pisana

    Lo sapevo lo sapevo lo sapevo! Lo sapevo che non sbagliavo neanke questa volta...PURTROPPO! Nato strano, sensitivo, introverso e ora pure oppositivo...amplein. Vedere la realtà anni prima degli altri, carpire senza volere i loro veri pensieri e unica salvezza la bugia verso se stessi... Io pure penso che non ci dovrebbero o quasi essere contatti tra gli intro e gli extro, non esistono proprio. ma + ke altro il danno è "l'andazzo" che ti si programma nel cervello e non va più via. Cosa si dice e cosa no, cosa è offesa e cosa no, cosa è onore e cosa no. Provate a estrovertirvi e poi introvertirvi (cioè tornare voi stessi)...è la sensazione più brutta in assoluto della mia vita, prolungata e denigrante, quando metti in discussione tutto e una cosa vale l'altra, semplicemente stai "smontando" quello ke ti capita a tiro e se sei pure stanco magari ti capitano giorni e giorni di tentativi a vuoto, ritorni all'extro, abbandono all'andazzo ke è tanto ma tanto ma tanto caldo quando smonti tutto e così via...ha ragionissimo pisana. 2 razze 2 fazze, c'è poco da dire...del resto io con un estroverso non condividerei neanke l'aria. ma tant'è...si sa, i + intelligenti si sforzano, i meschini (poverini non sono neanke meschini, semplicemente penso che non capiscano un emerito ca***) invece usano quello che la formica crea e le danno pure dell'imbecille. è destino. Ma meno male che esistono: per anni li ho presi per il c**o prima immergendomi tra loro e li dirai "va beh...sai ke presa per il c***". poi sono passato al perculeggio e...quello funziona. Siccome l'unica arma che abbiamo è la sensibilità ci mettiamo (almeno io) un attimo a trovare il punto debole di una persona e li si ke sono cazzi...li lo giri e lo volti come vuoi, si sente trafitto da dentro e neanke sa xke né come fai, se si impegna a capire. Peccato che poi si incarognisce...e li si ke è grama xke è passato dalla parte della ragione o ci passa. aaaah si...lui ci riesce a passare dalla parte della ragione, crea la realtà. Dai almeno sono fantasiosi, considerando ke poi nel quotidiano sono banali come le letterine. (e kkekké se ne dica fortunate le introverse ke per lo meno sono donne...dentro con i sentimenti, dentro con la sessualità e non si pone neanke il problema dell'estrovertimento con gli uomini...invece io dico male delle letterine ben sapendo ke c'è ki, sul mio corpo, non condivide l'idea!! :D ). Meno male che esistono xke danno la possibilità (se non ti avvelenano troppo) di guardarti e vederti veramente onorevole e profondo (Avete mai fatto il gioco "kissa come pensa un estroverso" controllando quello ke dice per 10 minuti di fila e gli eventuali collegamenti mentali ke fa?). Beh avrete notato ke sono in odio da estrovertimento.
    Ad ogni modo, mi aggancio a un discorso di Frodo sulle discoteche: secondo voi statisticamente dove stanno maggiormente gli introversi? Biblioteche? Università? Informatica? Teatro? forum su internet? Andiamone a pescare un po' e al limite, come ci è destinato, iniziamo una lunga ma preziosa e duratura amicizia, che tarderà a venire ma darà i suoi frutti

    Davide

    comunque c'è stato un tempo, da bambino, quando essere "intelligente", cioè sostanzialmente alla lunga una sorta di fenomeno da baraccone per le menti + lente (dopo un primo periodo invece di stima da parte di tutti), era anke considerato particolare ed al limite a tratti apprezzabile. Poi arrivate medie e superiori, l'analisi, le capacità, la passione per le cose, l'affezionamento a ragionamenti anziché a Gigi D'Ag è diventato un handicap...ma come...sarei capace di calcolare le moli di aria per la pressione delle tue gomme con un calcolo preso dall'ultima lezione di matematica, adattato, studiando magari cose ke si sarebbero fatte 2 anni dopo (e ki ha detto ke sono "+ difficili" solo perché sono di quinta? -etichetta-) e che realmente ti aiuterebbero a consumarle meno, ad ottimizzare la tenuta e farti consumare meno carburante e sto burinozzo mi viene a dire "Cioffy sei troppo scemo". Ma io ti sprango i denti. Sai quanti joule sono una spranga da 300g lanciati a 12m/s?! No non lo sai e se anche lo sai fai il calcolo + complicato

    CITAZIONE (l.anepeta @ 25/1/2009, 17:31)
    Mi sono interrogato per molti anni sul fenomeno del conformismo, e del paradosso per cui, agendo comportamenti stereotipati, i soggetti sentono di esprimere la loro libera individualità.
    Certo, la tendenza all’omologazione culturale può essere facilmente compresa in termini psicosociologici: omologarsi assicura di essere confermati come “normali” e di essere accolti dal gruppo.
    Il problema è chiarire perché l’appartenenza promuove un’omologazione che immiserisce e rende “robotici” gli esseri umani. Com’è possibile che essi non si rendano conto dello spreco di potenzialità che il conformismo postula?
    Anni fa elaborai una singolare ipotesi partendo da alcune situazioni sociali (per esempio il Natale, il sabato fuori casa, la gita del week-end, la corsa ai saldi) che sembrano avere il potere di automatizzare i comportamenti, fino al punto che le persone in genere si ritrovano ad agire quasi contro la loro volontà.
    L’ipotesi faceva riferimento alla scoperta che gli strumenti elettronici, se situati in posizioni limitrofe, tendono ad interferire tra loro (come può accadere tra computer, amplificatore, cellulare e cordless) o, viceversa, a sintonizzarsi dando luogo ad un aggiustamento di fase, vale a dire ad una riduzione delle differenze tra le oscillazioni ondulatorie.
    L’applicazione ai soggetti umani di tale fenomeno non mi sembrava assurda, tenendo conto che i cervelli funzionano sulla base di impulsi elettrici (anche se non hanno nulla a che vedere con i computer), i quali creano onde elettromagnetiche che si diffondono nello spazio.
    All’epoca le prove a sostegno di un’ipotesi del genere erano scarse. I ritmi cerebrali della madre e del feto tendono ad una certa consonanza. Le madri che, di notte, non sentono un forte rumore proveniente dalla strada, ma si svegliano repentinamente se il figlio emette un debole lamento, hanno il cervello sintonizzato su quello del figlio.
    La prova principale dell’esistenza di un aggiustamento di fase era, però, la circostanza, riscontrata inconfutabilmente in alcuni gemelli monozigoti, di una “percezione” dello stato reciproco che si manteneva a distanza, tal che l’uno, anche situato a notevole distanza dall’altro, riusciva a registrare eventuali eventi negativi (malattie o incidenti) occorrenti a quest’ultimo. In casi del genere, la sintonizzazione tra i cervelli, capaci di selezionare nel flusso infinito di onde elettromagnetiche che circolano sul pianeta, quelle provenienti dal cervello gemellare era l’unica ipotesi esplicativa.
    Ancora oggi penso che l’aggiustamento di fase abbia un certo peso per spiegare la tendenza dei comportamenti umani a convogliarsi entro canali sterotipici.
    Di recente, però, la teoria dei neuroni specchio ha offerto una nuova spiegazione, non incompatibile con l’aggiustamento di fase.
    Essa. infatti, ha posto in luce che la capacità di comprendere intuitivamente quello che passa nella mente degli altri comporta una sorta di “pulsione” imitativa difficile da controllare e, ovviamente, quasi del tutto inconscia.
    Tale pulsione è perennemente attiva anche negli adulti. Chiunque può rendersene conto con un minimo di attenzione. Un soggetto parla con un altro. Nel momento in cui questi si accomoda sulla poltrona, si sfiora il naso, sbadiglia, egli può ritrovarsi a fare inconsapevolmente gli stessi gesti per effetto del rispecchiamento.
    Il discorso sotto il profilo scientifico andrà ripreso e sviluppato.
    Esso appare, però, importante per due motivi.
    Il primo è che l’esistenza di un aggiustamento di fase e di una “pulsione” imitativa - fenomeni entrambi inconsapevoli - può renderci più tolleranti nei confronti del conformismo, che avrebbe anche una matrice neurobiologica. Gli esseri umani sono, spesso, “istupiditi” dalla cultura anche perché la natura, creando il cervello umano, lo ha predisposto in maniera tale da favorire l’omologazione dei comportamenti.
    Le tornate elettorali sono un esempio classico di omologazione, che risulterebbe incomprensibile se non si ammettesse un aggiustamento di fase e una “pulsione” imitativa, che incanalano (talora con una progressione epidemica) i comportamenti.
    Il successo persistente in Italia di Berlusconi, che all’estero è ritenuto poco più che una “macchietta”, non penso possa esser spiegato diversamente.
    Gli stessi meccanismi, eprò (e per fortuna) possono funzionare in positivo. Anche il successo di Obama, negli Stati Uniti, si può spiegare in base ad essi.
    I meccanismi in questione, in altri termini, possono comportare il perpetuarsi di un conformismo “istupidente” e un rapido, imprevedibile e repentino cambiamento di mentalità. Non è una speranza, però è una possibilità intrinseca ad ogni cultura.
    Il secondo motivo riguarda gli introversi. Dotati notoriamente di una grande capacità empatica, essi, quando si confrontano con comportamenti conformistici e mediocri, vanno spesso in dissonanza e, piuttosto che dalla “pulsione” imitativa, sembrano irretiti dal bisogno di mantenere la loro diversità finendo con la'gire comportamenti opposizionistici o negativistici (che implicano una spinta antitetica rispetto alla “pulsione”).
    Talvolta provano ad aggregarsi imitativamente, ma, in genere, non riesce loro affatto bene.
    Con la “peste” dell’aggiustamento di fase e della “pulsione” imitativa, la Natura ha prodotto anche un vaccino: un bisogno di individuazione che, negli introversi e in alcuni estroversi (iperdotati), impedisce l’omologazione culturale (che riguarda il pensare, il sentire e l’agire).
    Il vaccino ha talvolta effetti devastanti in termini di isolamento, risentimento, autosvalutazione, confronto perpetuo con gli altri, invidia, disprezzo, ecc. Di un vaccino, però, si tratta, che potenzialmente può promuovere un’esperienza di vita ricca di senso, sotto il profilo personale, affettivo, culturale e sociale, e - cosa non meno importante - rispettosa di una normalità “obbligatoria”.
    Luigi Anepeta

    Riesce sempre a esprimere dignità, trasmettercela e fare si che diventi nostra.

    Comunque una nota che può essere penso interessante: effettivamente facendo attenzione molte volte si notano le "spinte pulsionali" o come le si vogliono chiamare (io le chiamo motivazioni): molte sono razionali (mi hanno detto di controllare se entra qualcuno dal cancello e dopo 30 volte che controllo la 31 esima mi viene automatica), altre sono proprio viscerali (ho di fronte una topolona ke è pero ragazza del mio amico, intuisco a pelle e non so perché che prova una attrazione di intesa con me e allora mi viene una morsa allo stomaco data da due emozioni contrastanti dopo una forte euforia). A parte queste chiare ce ne sono altre che davvero ti sbombano. mi capita a me nei confronti per esempio di alcuni ragazzi particolarmente sicuri di loro soprattutto se pure amichevoli. Mi pervade una sorta di sicurezza/invidia/voglia di insegnamento da parte loro. Invece l'omologazione mi è indigesta e pure pesantemente, da quasi sempre ed è sempre stata conscia da parte mia e forzata. Diciamo che più faccio cose da solo meglio sto...e se devo omologarmi lo faccio solo per motivi molto elevati e comunque dopo tempo e tempo e comunque sempre nel campo affettivo, non di certo di "omologazione" (ke può anke essere ke per loro sia affettivo quel campo altrimenti non si spiega come mai se la prenderebbero tanto quando fai "l'asociale"...che poi che ne sanno loro!).
     
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  14. senzanome70
     
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    mi piace il tuo intervento la maduninaeccecc...
    è ricco e pieno di passione.

    volevo aggiungere che credo che da un certo punto di vista l'essere esclusi perché non si è conformi al gruppo sia un problema molto più forte quando si ha 20 anni che quando se ne hanno 40 (come me, vabbè, preciso, ne ho 39, 40 ancora no e c'è una bella differenza, no?????????).
    credo che un gruppo di 40enni possa escludere altri ma in fome meno aggressive e dirette di un gruppo di 20enni.
    insomma, in parole povere penso che a 20 anni sia tutto più difficile per un introverso.
    a 40 puoi anche andare alle gite sociali dell'associazione ciclistica senza indossare la maglietta, tutti te lo fanno notare, tu ci ridi sopra, loro ci ridono sopra e poi si va e chi se ne frega.

    sul conformismo sociale a me ha sempre interessato l'effetto asch (http://www.metaforum.it/archivio/2006/inde...html?t8800.html), forse ne ho pure già scritto qualcosa al riguardo.
     
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  15. LaMaduninaEintroversa
     
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    CITAZIONE
    [...] quando si ha 20 anni che quando se ne hanno 40 (come me, vabbè, preciso, ne ho 39, 40 ancora no e c'è una bella differenza, no?????????) [...]

    si.....AAAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAH!!!
    siiii siiii tranquillaaahah....aaahah...ehm...
     
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14 replies since 25/1/2009, 12:00   847 views
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