L'Estrovertito

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  1. Koenig4
     
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    xxx

    Edited by Koenig4 - 23/2/2013, 04:17
     
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  2. ILRAMATO
     
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    Caspita come ti capisco... a scuola è sempre stata una continua gogna...

    Ah, anch'io mi sono stupìto quando un mio collega di servizio civile mi ha detto che sono estroverso... ma dove?
     
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  3. eu_daimon
     
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    Ti capisco benissimo...sembra di rivedermi in questa descrizione. ho abbandonato la facoltà di psicologia due anni fa, era ciò che avrei voluto fare nella vita. per un anno ho avuto risultati buoni ed ero contento di ciò che facevo; a un certo punto le difficoltà economiche, la lontananza da casa (io sono Calabrese e frequentavo a Roma) la solitudine e la paura mi hanno fatto mollare tutto. ..mi sono colpevolizzato tantissimo per non aver avuto il coraggio di resistere. forse per auto-punirmi o perchè ormai venuto meno ciò che avevo sempre immaginato per me, entrai in una confusione totale e feci la scelta sbagliata; complice una amica (cattiva consigliera a posteriori) scelsi scienze politiche a Cosenza dove vivo. ora sono al secondo anno, ma la materia non mi appassiona, semmai trovo interessante qualcosa, ma non c'è pathos. così mi trovo al secondo anno, con un bel pò di esami arretrati perchè come te cerco di raggiungere il massimo agli esami. il binomio perfezionismo/facoltà che mi piace poco è diventato fatale, perchè mi costringo a studiare come un matto per avere una media alta su materie che non mi appassionano molto, il che rallenta il tutto e se ci si aggiunge che una parte di me, va nel pallone, perchè non vuole stare cento anni al'università e ha bisogno di indipendenza (anche economica) il quadro è completo. sò che questa mania di perfezione è un espediente che mi sono imposto (più o meno incosciamente) per due motivi 1) lo studio e la conoscenza in generale mi sembrano l'unica cosa che sò fare nella vita. la logica sottesa a tale pensiero è: "se fallisci qui sei un fallito totale". 2) il secondo motivo è che penso attraverso lo studio di "redimere" tutti quelli che mi hanno sempre giudicato male. praticamente i 3/4 dei miei parenti, che mi giudicano nella migliore delle ipotesi strano. ancora una volta la logica del perfezionismo è: fallire anche nello studio, non solo nella vita sociale, significa dargli ragione. sono lucido,cosciente di ciò ma non riesco ad uscirne, ogni volta che penso di fregarmene, mi sembra di sentire i commenti degli altri etc.. maledico il giorno in cui, non sono stato abbastanza conciliante con me stesso. il giorno in cui non mi sono ascoltato e ho cercato una mediazione (una facoltà quantomeno simile a psicologia, per esempio,dato che qui psicologia non c'è). la mia mentalita da "o tutto o nulla" mi ha fatto preferire cambiare rotta piuttosto che scendere a compromessi con il mio ideale.
     
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  4. l.daniela
     
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    ciao marcello, ribadisco che ti voglio bene, e ti capisco, nn sai quanto! ma davvero nn lo sai!
    ognuno di noi, ha i suoi limiti vitali, senza quelli nn sopravviveremmo, perchè nn ci fermeremmo davanti a nulla.
    ma tu quest'elaborazione l'hai già avviata e, credimi capisco quanto coraggio ci voglia anche soltanto per prenderla in considerazione, perchè la parte oppositiva so che nn la consideri nemmeno. e tra un po' ti spiego xchè ti dico questo.....sei nel posto giusto il doc è veramente un genio rispetto a questo aspetto della personalità (anche se è una persona mai paga, quindi nn si considera tale). dicevo i limiti, io rispetto quelli della tua mamma in quanto omologa; provo a guardare la cosa dal suo punto di vista: intorno a me nn c'è nessuno della generazione passata che stia prendendo in considerazione la possibilità di mettere in discussione le proprie idee antiche spesso fondate sulla posizione sociale, sull'efficienza, sul titolo di studio o il gudagno fine a sè stesso. nn sono in grado di vedere capacità nostre sommerse dagli impegni quotidiani, se nn le sbatti loro in faccia "dimostrandole". (bleah, ops! scusa!) io per esempio, nn conto nulla, per la mia famiglia d'origine. come lo spiego a loro quanti limiti vedo di loro che invece loro attribuiscono a me? conto tanto per quella attuale, per fortuna! dicono di essere fortunati ad avermi tra loro. per la mia famiglia d'origine sono invisibile nn faccio niente, sono una semplice casalinga. nn "ho messo in opera" le mie capacità. parlo, perchè parlo con loro, e sorrido perchè usiamo le stesse parole parlando una lingua divesa.
    ti capisco nn perchè io sia stata una bambina d'oro. pfui!..sono un'oppositiva nauseante!
    ti capisco perchè la cosa che più mi stringe il cuore, in quanto mamma che ha fatto della sua condizione motivo d'orgoglio, ho un figlio come te.
    nn è facile asciugare le sue lacrime quando si smarrisce, nn è bello vedere che le regole sono la sua fonte, piango quando il pensiero ossessivo vuole vincere sulle sue pulsioni oppositive, nn è semplice quando mi chiede "dovrò pure attaccarmi a qualcosa, avere una base sicura? o no!"
    le mie parole, le mie spiegazioni a me sembravano ovvie prima di leggere il manuale del doc. tuttavia proprio io, che mi consideravo la persona più informata e comprensiva del mondo, (per tutti i miei retaggi...) io che per prima stavo affrontando la mia evoluzione personale, in un contesto che solo io considero complicato perchè visto da una prospettiva introversa, ma semplicissimo per tutti. io... avevo frainteso tutto, nn conoscevo una delle persone che più amo al mondo!
    CITAZIONE
    In realtà io quando prendevo 30 pensavo che non me lo fossi meritato,

    mi hanno gelata queste tue parole! le ho setite pronunciare anche da lui. lo credevo felice ed orgoglioso di sè. 31! una volta gli hanno dato 31 all'uni l'eccellenza!
    in realtà, col senno di poi, avrei dovuto tirargli un pugno. soprattutto quando schifava chi nn ce la faceva.
    me ne sono accorta lì ed era ormai troppo tardi, lui già isolato. e soffriva.......

    sai cosa, pensavo? di iscrivermi all'uni per il prossimo anno accademico. psicologia a parma. si può sempre ricominciare, sacrificando magari qualcosina ma si può, lo dobbiamo a noi stessi! pensaci, magari, nn è mai troppo tardi, volersi bene è ben altro che "essere bravi".
    l' ambizione prende un po' tutti chi più chi meno soprattutto le persone con una marcia in più innamorate dell'infinito ;)secondo me ti è sufficiente procedere verso di te e lasciar perdere la lotta contro chi nn capirebbe mai. e tu puoi perdonarti, gli abbagli li prendiamo tutti, considera che però per me come per tutti quelli che hanno letto "il saggio" sei UN EROE chi affronta sè stesso per me lo è, nn credo di essere l'unica a pensarlo, per fortuna!
    ma torno a dire del mio progetto universitario: in seguito, leggendo cosa ne pensa il doc e davithered (le loro opinioni sulla facoltà di psicologia), cosa hanno consigliato a .... -scusa ma dovrei cercare il nome e nn ho molto tempo, ma è nel forum- ci ho ripensato. soltanto perchè inizierei dall'A B C mentre in NILALIENUM è tutto spiegato anche in senso critico. e siccome io lo farei unicamente per me stessa e per chi mi sta intorno. ho preferito scegliere di stamparmi tutti i seminari del doc e tutto quello che c'è che mi interessa sul suo sito, per studiarlo. proponendomi di discutere con lui su quanto appreso. non prenderò mai la laurea, sarò sempre la solita casalinga sfigata per tutti, ma quello che gli altri nn arrivano a vedere è solo un loro limite ed a me, siceramente, nn interessa.....
    ciao :)
    daniela

    ciao ivan nn mi sono accorta che ti eri inserito mentre scrivevo! ;)
    daniela
     
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  5. imperia69
     
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    perfezionismo...scelta universitaria non confacente...contesti che non capiscono...credo che molti utenti del forum si potranno riconoscere in questi racconti...spesso il problema è che ci tocca prendere delle decisioni, scegliere quando ancora non siamo pronti per farlo e quindi seguiamo il "buon senso" e i "buoni consigli" di amici e parenti (buoni per loro, ma per noi?!)
     
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  6. l.daniela
     
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    per me i figli nn sono stati un motivo di vanto sociale verso il quale tendono tutti. sono stati una sfida CONTRO me stessa, una grande dolorosa sfida. mia mamma è morta a 33 anni tentando di mettere al mondo il terzo figlio. io ne avevo 3 e sono anche introversa, come se già nn bastasse il resto, un sacco di simboli da riconoscere e ritrovare sommersi dentro di me. ho vissuto con papà e fratello. maschilisti. ho dovuto cercare la mia femminilità, la mia maternità, la cofusione era totale, uomo donna carriera casa forza maschile forza femminile dov'ero io?........nn mi interessava nient'altro, qualunque cosa mi proponessi a livello sociale impallidiva davanti al mio bisogno.
    nella sfortuna sono stata veramente fortunata è stata dura, comunque, niente mi è stato regalato, ma un dolcissimo uomo che da bambino giocava con le bambole mi ha reso quello che mi era stato tolto. un lungo lento lavoro ho intrapreso su di me, con l'aiuto della sua pazienza, iniziato 31 anni fa, tuttora in corso.......

     
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  7. l.daniela
     
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    io ho dovuto ritrovare la mia femminilità dopo essere cresciuta con due omaccioni, che la delicatezza nn so dove l'avessero smarrita. due adorabili persone, ma completamente insensibili. beati loro! dal mio punto di vista veramente beati loro! ho giocato coi trenini da bambina. perchè mio fratello doveva scoprire come funzionassero le mie bambole parlanti. nn ne è sopravvissuta una! con le mie amiche mi sentivo di cedere loro il passo. al lavoro ero un'arrivista sfegatata. mio fratello, genio estroverso, oggi imprenditore, mi aveva trasmesso il valore secondo cui se nn hai successo nella vita come persona inserita negli affari, nn vali niente! delicato com'era imponeva prepotentemente il suo pensiero che mio padre, naturalmente, nn contrastava. il fatto che io avessi, per istinto, l'esigenza di truccarmi e depilarmi e di uscire con le amiche a fare shopping, da loro era penalizzato perchè faceva perdere tempo. mi hanno, in poche parole, mascolinizzata. durante l'adolescenza qualcosa di più forte mi ha fatto difendere la mia natura. nn è stato facile farla riemergere. ho dovuto giocare d'istinto e fantasia. stimolando tutto quello che potesse risvegliarla.
    per fortuna la mia sensibilità unita al mio opposizionismo mi ha condotta a nn accettare accattivanti ruoli sociali. per me fin troppo facili da seguire. nn contenta ho scelto per me la strada più tortuosa con la presunzione che ce l'avrei fatta, oggi devo dire che sono soddisfatta.
    ho conosciuto mio marito a quindici anni, mi ha attirata la sua dolcezza, delicatezza. è introverso, nn è proprio magia tra noi, ma quasi. da bambino gli piaceva giocare con sua cugina e le sue bambole. l'arroganza e la forza mascolina nn le conosce. è un nobile cavaliere delicato e sensibile. lui, di anni, ne aveva 19, eravamo a casa di una mia compagna di scuola. lui capitato x caso, amico di amici. in mezzo alla confusione spaccona di giovani adolescenti, in concorrenza a fare colpo su di noi, ragazze carine, lui era silenzioso, invisibile. chiuso nel suo mondo, scrutava l'ambiente con fare interessato ma ostentando quell'indifferenza che fa meno male perchè apparentemente rende più forti. come abituato ad essere scartato o nn visto. in quello stesso istante mi sono detta "è lui!". oltre la confusione di mille messaggi in superficie, c'era quello che col suo silenzio mi stava comunicando lui. stava parlando la mia lingua. finalmente un altro alieno.....
    io, una spaccaquindici, lui dolcissimo, alieni? scherzi della natura? per me la confusione di ruoli è stata forzata dall'insensibilità estroversa maschile. per mio marito è stata la nascita di un essere fuori dal comune come tutti gli introversi. nn è gay è un uomo dolcissimo, ma se avessi dovuto scegliere per me tra bianco e nero tra gay e macho distinti dalla natura in modo netto, mi sarei orientata sicuramente verso il gay. adoro la loro sensibilità il loro intuito la loro amicizia e comprensione. ogni tanto la lotta dentro di me mi porta a combatterli come se mi sentissi guidata dai miei antichi macho-man (residui di valori famigliari si insiuano nell'inconscio ed ogni tanto fanno capolino) allora prendo energicamente le distanze da qualsiasi manifestazione di dolcezza maschile, passato il momento, tuttavia, sento che nn c'è creazione umana migliore al mondo per me! vai Ivan!
    baci daniela

    Edited by l.daniela - 5/2/2009, 10:00
     
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  8. l.daniela
     
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    rileggendo quello che ho scritto ho notato che nn c'entra con l'avvio di marcello, ma mi andava di raccontarlo comunque :)
    per rimediare posso aggiungere che, a parte che ognuno di noi oltre alla propria natura introversa è inserito nella propria storia, cultura e natura, comunque condivido il pensiero per cui, secondo quello che è stato detto, siamo un po' "in ritardo" rispetto alla "norma".
    io ho dovuto correre veloce perchè le esigenze familiari me lo imponevano. tuttavia il mio sforzo per nn interferire con i bisogni di due uomini che preferivano avventurarsi ognuno verso una propria nuova vita (mio padre si è risposato poco dopo che io ho conosciuto mio marito) contrastavano con il mio bisogno di calma e lentezza.
    in poche parole tutto girava vorticosamente intorno a me ma io rispondevo "senza esserci" perchè, come dice il doc. stavo lentamente sistemando i pezzi del mio puzzle.
    il mio "senza esserci" corrispondeva alla mia caratteristica introversa. praticamente nn volevo ferire i loro sentimenti ma contemporanemente mi opponevo alle loro richieste per me assurde. per dirla alla gandhi "resistenza nn violenta".
    ho imprato tanto da qs esperienza "alternativa" di crescere in una famiglia in cui più che i ruoli consueti si osservavano principi amicali. un po' fondata sull'anarchia: tutti liberi, ognuno per sè. mio fratello un kamikaze, io un'introversa, mio padre complice di mio fratello, che ridere.....
    così sto uscendo ancora dal tema.......
    per tornarci posso testimoniare che anche per mio marito la prima eserienza, come già detto sopra, è stata abbastanza tardiva. per mio figlio, anche......
    quindi sì, posso portare a testimonianza di quanto tempo noi abbiamo bisogno per trovare il nostro giusto assetto prima di muoverci....
    baci
    daniela
     
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  9. l.daniela
     
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    che bello poter dare per scontato che possiamo interagire nella nostra vita con gli eventi! che bello poter utilizzare l'unica difesa che abbiamo per darci il tempo di elaborare, riflettere ed infine, in qualche modo più o meno, accettare; per difenderci prendendo le distanze da quello che nn vogliamo, ma, nonostante tutto, capita.
    che bello poter amare la nostra fragilità!
    baci a tutti
    daniela
     
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  10. l.daniela
     
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    CITAZIONE
    Il vago smarrimento che sopravviene è, per l’appunto, l’intuizione che dentro di noi c’è, non meno che nel mondo esterno, una realtà caotica ed eraclitea, dovuta ad un flusso continuo di contenuti psichici (pensieri, emozioni, memorie, fantasie, ecc.) che, in grandissima parte non arrivano alla coscienza. Intuiamo, in breve, l’indefinita complessità del nostro mondo interiore in rapporto alla quale la coscienza è null’altro che un caleidoscopio che fissa un’immagine alla volta e tende a mantenerla stabile.
    Il test ci pone di fronte al fatto che l’unità e la continuità nel tempo del nostro Io, da cui non possiamo prescindere, sono in gran parte dimensioni "artificiali" del nostro essere, prodotte dalle incoercibile esigenza di coesione della coscienza. Rappresentano, in breve, uno degli indefiniti modi in cui il nostro patrimonio interiore si potrebbe organizzare, uno degli indefiniti stati di coscienza intrinseci ad esso.
    La tolleranza nei confronti di questa “scoperta”, confusa e intuitiva, è diversa da soggetto a soggetto, e pone in gioco il bisogno di controllo sul mondo interno.
    Chi accetta che la propria coscienza e la propria identità sono l’effetto di un bricolage, non ha molti problemi nell’eseguire il test. Chi viceversa ha bisogno di sentire la propria identità come stabile e certa, può sviluppare una certa ansia.
    La soggettività cosciente è un assemblaggio di parti, componenti o addirittura soggettività diverse tra loro, tra le quali si può dare un rapporto di maggiore o minore integrazione, che determina l’effetto rispettivamente ansiolitico o ansiogeno del test.
    Chi ne ricava un senso di intimo benessere e di quiete naviga sul mare del proprio essere (l’inconscio) sentendo che, se esso è imperscrutabile, non impedisce di mantenere una rotta e, se capita, di affrontare qualche tempesta. Chi ne ricava ansia presume, spesso a torto, che sotto la superficie ci siano mostri marini, vortici e correnti ingovernabili.
    Nessuno ci educa (questa è la verità) ad amare il caos e la complessità del nostro mondo interiore, e a vedere in essi la matrice di un’Io in divenire che non può, peraltro, raggiungere mai un ordine e ad una forma definitivi.
    Luigi Anepeta
    Non sono tanto ingenuo da non capire che la discussione potrebbe fermarsi qui per eccesso di stimoli ansiogeni. A parole, tutto sembra semplice. Nei fatti, raggiungere un minimo di integrazione della personalità tra il livello cosciente e quello inconscio è una gran fatica. E non è detto, tra l’altro, che non sia semplicemente un’illusione...

    grazie ancora doc. che tutti i giorni mi inviti ad un nuovo passo verso di me!

    siamo sicuri che "i mostri notturni" sono nostri nemici?
    siamo sicuri che i "nostri mostri emotivi" sono nostri nemici?
    nn dobbiamo noi solo essere perfetti e felici?
    nn è ingiusto il turbamento? "perchè proprio a me"?

    i moti ondosi del ns essere si agitano insieme alla vita. sono reali e vivi. rispondono con estrema sincerità. ci parlano di noi. cosa vogliono? cosa dicono? perchè sono così ribelli? perchè contrastano in modo così deciso rispetto al building che io voglio ottenere di me?

    le prime risposte sono ancora della coscienza. lei vuole saperne sempre tanto. è insaziabile. e trae le sue conclusioni (?). ne apprezzo lo sforzo bambino e ci rido sù! è un po' come leggere un gaugain col teorema di pitagora.
    i tentativi della mia coscienza mi commuovono, di solito, è tenera perchè si arrabatta come può, come fosse una bambina inesperta, e fa tenerissimi pasticci.
    io, come una mamma con la sua piccola, dopo che ha finito di giocare, ammiro la sua creatività, la sua voglia di difendersi, la sua ansia, la sua paura, tutte le sue reazioni, legittime fragili, tanto, tanto fragili.
    dispiaciuta di questa distanza che si intestardisce a tenere con me.
    spesso mi vede come nemica ed invece la guardo e sorrido con amore per tutti gli sforzi che fa per cercare di tenere saldo un lego senza incastro.

    io sono una poesia, lei è un dogma e stiamo insieme. la mia coscienza ed il mio inconscio stanno insieme.
    come due amici dei quali parla uno solo, l'altro manifesta solo emozioni, sentimenti, sensazioni.
    se il primo lo ama, oltre ad essere riamato, scopre la meraviglia di un nuovo modo di esprimersi. e nasce un'intima amicizia.
    se invece ha fretta, è sfuggente ed impaziente sta solo ascoltando tutto l'amore e la richiesta d'ascolto dell'altro.
    l'essere umano, che magnifico, fragile mistero!

    CITAZIONE
    Misurarvi dalla vostra azione più meschina è come calcolare la potenza dell'oceano dalla fragilità della sua schiuma

    K. Gibran

    ancora baci a tutti
    daniela
     
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  11. l.daniela
     
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    riflessioni molto belle ed intime....
    le ho fatte spesso anch'io...inciampando e riprendendomi.....

    CITAZIONE
    No è stato un bene che tutte le risorse che ho e che avevo per crearmi una famiglia
    adesso non mi servano più a nulla...

    ho sostituito molto spesso famiglia con..... mi verrebbe da dire carriera ma nn era quello il punto è che mi sono chiesta spesso cosa sarebbe stato di me se invece di passare tra scilla e cariddi fossi rimasta nel mio mare....

    CITAZIONE
    Sono cose che non dirò mai a nessuno. Me le porterò via con me quando andrò via.

    questo fa di me una persona che, arrabbattandosi, ha fatto delle scelte....sulla terra siamo tutti in prova....e tutti ciechi....

    CITAZIONE
    La conosco io la tecnica con cui mamma gatta insegna ai suoi piccoli la caccia.

    .......
    CITAZIONE
    Morirà ucciso dal gioco crudele dei cuccioli, che non si rendono nemmeno conto di uccidere il topo.

    è quella che preferisco....

    poi vado davanti quello specchio da te tanto odiato, mi dico "se....."
    e mi rispondo "nn sarei io...."

    ehi! però su con la vita! che a milano oggi splende un bellissimo sole primaverile.....speriamo duri! <_<
    un abbraccio
    daniela

     
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  12. l.daniela
     
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    io a questo punto sarei una furia. e soffocare la rabbia coi sensi di colpa mi farebbe piangere. e nn vorrei che si vedesse il mio pianto perchè io sono forte, ma mi rendo conto che nn lo sono, allora mi arrabbio di più per le ingiustizie e perchè vorrei essere come loro, ma nello stesso tempo nn lo vorrei perchè vorrei piacere e difendermi al tempo stesso e succede un casino dentro e sto male e nessuno vede niente e nessuno capisce perchè e allora urlerei e li manderei in quel posto ma io nn faccio così perchè mi fa male anche per loro nn è giusto ma sono arrbbiata e mi brucia dentro e voglio sfogare da qualche parte e me la prendo con me e tra un secondo con loro e cacchio...
    che male che fa...
    è tutto a posto...
    ci siamo noi! :)
     
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  13. l.daniela
     
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    e fino a ieri perchè nn ci hai detto niente? lanciavi messaggi a spot! porca miseria, marcello mi commuovi! per la prima volta da quando sono nel forum, mi emozioni, e chi l'avrebbe mai detto! :lol:
    lascia che pensino quello che vogliono, pensa di loro quello che vuoi, te lo puoi concedere!
    ho imparato a pensare le peggio cose e lasciare andare. hai letto la mia poesia un senso comune? parlava dei sensi di colpa. da quel giorno mi sono detta "STOP! scendo dalla giostra", stò male mi si è incasinato tutto e poi mi si è sciolto come d'incanto. tutto tendeva a farmi pentire e rimediare ai miei terribili (?) pensieri poi ho scoperto che era un atto liberatorio che potevo concedermi. per me. soltanto per me. così mi sono fatta uno dei più bei regali, mi sono concessa di stare meglio. testimoniando un'ingiustizia subita mi sono concessa di stare meglio con le mie emozioni legittime.
    sicuramente, per me che voglio vedere tutti felici e controllare la loro vita mi farebbe stare meglio saperti a quel corso!
    che dire...dimmelo tu!
    io mi toglierei la cuffia help desk mi metterei l'mp3 nelle orecchie con la mia musica preferita andrei sulle scale di servizio e farei un respiro profondo, beandomi di tutto quello che di bello la sicilia ha da offrirmi!
    un forte forte abbraccio!


    CITAZIONE
    capisco benissimo che c'è stato sicuramente un errore, posso aspettare fino al prossimo corso... Secondo me i miei colleghi penseranno : "a questo il cervello non gli funziona"...

    sai quante volte qualcuno si è trattenuto dal dirmi "ma allora sei scema!" una mia amica una volta lo stava dicendo ma poi si è bloccata.

    io nn me la sono menata più di tanto, mi sono detta che tanto nn avrebbe mai potuto capire quanto fossi diversa da lei. quanto le mie emozioni mi giochino tiri incomprensibili per tutti!
    quanto possa sembrare che io stia cedendo, oppure che insegua uno scopo, un fine mortificandomi. invece no, noi siamo diversi, noi vogliamo davvero bene alla gente. noi quando diciamo che ci dispiace, che possiamo capire la fallibilità, che siamo capaci di aspettare perchè siamo convinti di valere, siamo sinceri, perchè sappiamo di valere e che nessuno se ne accorge subito, ci siamo abituati e diamo tutto il tempo per riflettere. ma il mondo gir come vuole lui. con la sua velocità, con la sua disattenzione e noi giriamo con lui cercando di spiegarci qualcosa che solo il doc. è stato in grado di fare. sai, marcello, davide sta andando da lui, il sabato. mi sono commossa quando descrivendomelo, mi ha parlatodi lui come di una persona timidissima, imbarazzata e timida, riservata e protetta, che meraviglia di delicatezza!
     
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  14. l.daniela
     
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    nn so cosa voglia dire di preciso subirlo a palermo, se resteresti nella tua città o no. esternalizzare di solito l'azienda lo fa a settori, no? nn è che lo fanno solo a te! quindi spostare un ramo d'azienda comporta una precedente fuga d'informazioni. sulle quali puoi documentarti. nn è sempre così brutto come si sente in tv a milano è un'abitudine ormai e c'è chi ha fatto anche carriera all'accenture piuttosto che altrove. ho detto quel ostoperchè è un raccoglitore vasto di rami esternalizzati. posto opinabile ok, ma nn è poi un orrore come si sente in giro, ecco! comunque ti consiglio di tenere gli occhi aperti. e decidere sempre e solo quel che è meglio per te.
     
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  15. imperia69
     
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    anche qui vedo come le mie due colleghe sono trattate diversamente da me...io sono quella che sa, che ha esperienza decennale, ma loro tre (il capo e le altre due) pensano sempre di poter fare senza di me, io sono messa all'angolo (tra l'altro dichiarando che non volevo fare carriera ho dato loro un motivo per mettermi ancora più in disparte)...mi ci sono arrabbiata tanto, oggi vedo solo il lato ridicolo della situazione. prendersela? farsi valere? non ne vale la pena...se l'azienda ha scelto di mandare avanti degli incompetenti, evidentemente vogliono chiudere...spero solo di riuscire a prendere l'incentivo all'esodo finché lo danno...
    se ritieni il capo una persona ragionevole, puoi provare a parlarci, ma non sentirti in colpa...un capo che non ha neanche il coraggio di dirti che sei escluso dal corso non merita di occupare quel posto...

     
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21 replies since 31/1/2009, 14:20   1101 views
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