Gerald M. Edelman

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  1. maria rossi
     
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    dal blog Materialismo oggi:

    G.M.Edelman: Sulla materia della mente

    Dov'è finita, oggi, la filosofia? Posto che non sta certamente nei libri di Cacciari, Vattimo o Severino (i nostri filosofi ufficiali, secondo i media più accreditati); posto che gli stuoli di storici della filosofia, per quanto siano bravi, non parlano della filosofia d'oggi, e che lo sparuto manipolo di logici tratta un argomento un po' troppo ristretto per identificarlo tout court con la filosofia, dove dobbiamo cercarla? (di Maria Turchetto)

    E' sparita, lasciando sul campo una disseminazione di specialismi, o ci sono ancora delle belle menti che, a partire da uno specialismo solido e magari d'avanguardia, si sforzano di trarne delle indicazioni generali in termini di teoria della conoscenza e di concezione del mondo?

    Se ne trovano, dalla parte delle scienze e soprattutto - questa è almeno la mia impressione - dalla parte delle neuroscienze. I pochi libri di filosofia degni di questo nome che mi è capitato di leggere di recente provengono tutti da questo settore disciplinare. Vorrei qui segnalare, in particolare, il libro di Gerald M. Edelman, Sulla materia della mente: molto vicino, quanto a presupposti (la dice lunga il titolo) allo spinozismo di Damaso (cfr. L'errore di Cartesio e Alla ricerca di Spinoza, sempre editi da Adelphi); molto utile per l'esposizione dei recenti risultati delle neuroscienze che contiene; soprattutto molto interessante per il progetto di "completamento del programma di Darwin" che propone (cfr. p. 71 e ss.) e per le conseguenze in termini di "possibilità di una teoria della conoscenza [...] dai fondamenti biologici" (p. 247) che ne vengono tratte.

    La posizione di Edelman è nota come "selezionismo (o darwinismo) neuronale", e si contrappone al cosiddetto "istruzionismo", cioè all'idea che la vertiginosamente complessa attività del cervello (che implica miliardi di cellule nervose, miliardi di connessioni tra neuroni, neurotrasmettitori, recettori, interazioni con le regolazioni chimiche, ecc. ecc.) sia codificata geneticamente secondo una logica fondamentalmente deterministica. La tesi selezionista propone, invece, una logica probabilista: i geni non forniscono un pool predeterminato di istruzioni, ma piuttosto una "popolazione" di istruzioni possibili che viene successivamente selezionata dall'ambiente; il quale a sua volta non è predeterminato e identificabile senza ambiguità, ma è un sistema mutevole di configurazioni possibili. L'incontro tra cervello e mondo, in altre parole, è un incontro tra due sistemi probabilistici.

    Il "programma di Darwin", in questo modo, viene ripreso su due fronti: in primo luogo, sul fronte della restituzione dell'uomo e dei suoi più alti attributi - il pensiero, il linguaggio, la pretesa "anima" - al regno animale e alle sue leggi, prima tra tutte quella della selezione naturale; in secondo luogo, sul fronte più strettamente metodologico del "pensare in termini di popolazioni", contrapposto al "modo di pensare tipologico o essenzialistico [...], formulato con la massima chiarezza da Platone e da allora rispecchiato dalla maggior parte delle filosofie idealistiche" (p. 370).

    Gerald M. Edelman, Sulla materia della mente, Adelphi, Milano 1999


     
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