Mentre cerco di uscire

dialogo e monologo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. frodolives
     
    .

    User deleted


    Cari amici introversi,
    sono consapevole di essere stato abbastanza assente. Ma ho tentato di assecondare una vita, una ricerca di essa, una speranza di uscire dal guscio, dalla protezione che per tanti anni mi ha permesso di resistere. Ho un lavoro, un lavoro abbastanza sicuro che dovrebbe essere fonte di gioia in questi tempi di crisi. Non percepisco tanto, ma quel poco che mi permette di andare avanti, mi è anche concesso fare ore di straordinario, il punto è che vorrei farne molte di più e che vorrei che all'ora fossi retribuito molto di più. Volere molto... da me stesso, dagli altri. Non credo di avere desideri così assurdi, da sempre avrei voluto amici che mi volessero bene e mi cercassero, una ragazza al fianco che anche lei mi tributasse rispetto e considerazione, dei genitori che non fossero soltanto buoni le volte che io rimango in casa e mi adeguo alla loro visione di me. Insomma, avrei voluto da tutta una vita essere libero, autentico, capace, accettato. Essere, voler essere me stesso mi ha dato solo enormi problemi. Ora, io sono l'introverso più incazzato che esista sulla faccia del pianeta, forse. Capisco, per esempio, che la mia timidezza non è che io voglio stare solo, mi piace essere chiuso, mi piace stare in silenzio e con gli occhi bassi, perché nei miei occhi ci sono braci ardenti, la mia voglia di riscatto è tale che se misurata la sua energia basterebbe ad illuminare grattacieli in centro a New York. Io sono adrenalina allo stato puro, una belva in gabbia. No, la mia timidezza è una sorta di maschera per evitare il peggio, per evitare che gli uomini mi assalino ancora, con i loro obblighi morali e materiali, con le loro regole scritte e non scritte, con la loro infinita ipocrisia.
    Dolore, al punto che tante volte mi verrebbe da preferire la non mente... nevermind, il Nirvana dei buddisti...
    C'è una sola persona che mi vuol bene per come sono, capisce che ho dei problemi e cerca nei modi che può di aiutarmi... probabilmente vorrebbe fare di più per me ma non può, e non posso chiedere di più ad un'amica.
    Ma è un mondo che non esiste, o che è completamente diverso da quello che io mi aspetto. Vogliamo parlare delle persone che ti sbattono la porta in faccia? Delle regole non scritte della ipocrisia che regna sovrana sul pianeta? E' davvero vero che la nostra vita è un bene indisponibile? Io sto pensando seriamente di iniziare uno sciopero della fame, per incominciare, a cui seguirà quello della sete, impendendo a chiunque di somministrarmi alimenti o cure. Se il mio cuore non è libero di battere vivo e libero perché vivere? Parafrasando la letteratura, io non cerco un motivo per morire, ne ho milioni, ma cerco un motivo per vivere. Per farmi passare le infinite solitudini del tempo che non mi è concesso di vivere come vorrei. Se posso dirlo il periodo migliore lo vivo in ufficio, dove posso fare e sono retribuito, dove ho una identità. Ma poi fuori che vita conduco? Non mi piace il silenzio, eppure esso è così pervicacemente presente, assordante.
    Sulle religioni esse hanno miseramente fallito. La scienza spiega soltanto il come. Il perché rimane un segreto insondabile. Forse siamo solo animali acculturati.
    E fra tanti ci sono quelli come me, cani senza padrone, lasciati per strada, a guaire. Non voglio condurre la vita di un cane che non ha nessun posto dove andare, non mi va. Tanto da dare, tutta la mia intelligenza è inutile di fronte ad un fato così funesto ed oppressivo, di fronte a forze che ogni giorno ed ogni momento mi annientano.
    Perché, per quale ragione continuano a volermi male? A dannarsi contro di me?
    Mi basterebbe poter lavorare di più, guadagnare di più, contare di più. Io credo che sia semplicemente questo, non mi sento sufficientemente apprezzato dal genere umano. Dalle persone in generale ed in specifico. Non capisco come per gli altri sia tanto facile vivere, quando per me è impossibile. Questo sabato e questa domenica, solo a casa, vorrei lavorare, ma non mi è consentito. Vorrei vivere, ma non mi è consentito. Allora vorrei morire, ma non mi è consentito nemmeno quello. Non mi è consentito nulla, vivo in una casa che sento come una trappola. Vivo come una belva in gabbia, mentre il mio unico sogno è un pochino di amore, un pochino di amore, ma dove, ma quando, ma CHI???
    Vorrei che le persone si accorgessero di quanto sono unico, speciale. Che sentissero le mie idee per un mondo migliore. La società è modellata sui più, sulla maggioranza, ma deve tener conto delle minoranze, deve tener conto di dare un posto a noi, una situazione, una soluzione, alla malattia della timidezza per esempio. Ed adesso che c'è internet perché dobbiamo avere mille password, mille storie, nessuna possibilità di ampliare il nostro giro di amicizie oppure una difficoltà opprimente nel poterlo fare, mentre tutto sembra cospirare contro di noi, ogni momento, ogni dannato momento che siamo destinati a non fare nulla. Vorrei visibilità, esprimere la mia unicità, ed essere considerato. E' una vita che ci provo, comincio ad essere stanco di tentare, tanto cosa cambia?
    Cerchi di dare alle persone e si chiudono tutte a riccio. Ma perché? Perché per me è impossibile? Perché sento le forze avverse schierate come un sol uomo contro di me? Perché mi sento sempre quel muro di gomma davanti e la mia impossibilità di scavalcarlo?
    Non cerco risposte, ormai che me ne faccio delle risposte. Vorrei che il mondo fosse più giusto, vorrei collaborare per renderlo più giusto, semplicemente, vorrei fare un secondo lavoro, idee ne ho, ambizione pure, energia pure, ma sembra che tutte le strade siano precluse oppure occupate da persone che soltanto per fortuna stanno davanti. Una fila lunghissima, e nessuna possibilità di passare davanti. Odio le file, odio la folla, odio non arrivare mai primo.
    Una volta, almeno una vorrei essere il primo. Ma questo sembra un desiderio irrealizzabile. Una volta, una sola.
    Mi dispiace se c'è veleno, disperazione, ansia, agitazione, umore nero, nel mio scritto. Mi dispiace, ma è quello che provo e sento. Lo sconforto perché per quanto io faccia non riesco a riscattare la mia nascita, la mia condizione esistenziale, la mia realtà di ogni giorno che mi è insopportabile. Voglio evadere e forse questa prigione è peggiore di Alcatraz.
    Forse dovrei ricordarmi del libro di Stephen King "Birdy, le ali della libertà" da cui hanno tratto quello splendido film. Dovrei comprarmi un martelletto per i metalli e cominciare ad avere tanta, tanta, ma tanta pazienza. Un giorno una breccia nel muro ed io avrò la mia libertà.
     
    Top
    .
  2. maria rossi
     
    .

    User deleted


    ...libertà: quella interiore ti porterà (o avvicinerà) a quella sociale.
     
    Top
    .
  3. star***
     
    .

    User deleted


    Capisco la tua sofferenza perchè penso che sia non solo la tua sofferenza, ma la nostra sofferenz. Il cammino può essere anche infinito, ma concordo con Maria. Chiudiamo il nostro cuore in prigioni, dobbiamo avere il coraggio di liberarci e non è facile...
     
    Top
    .
  4. d0b
     
    .

    User deleted


    Non sai quanto ti capisco. Non so bene come vivevano gli introversi nelle generazioni immediatamente precedenti la nostra, ma ho il sospetto che oggi la nostra condizione si stia esacerbando, perchè tutto sta andando in crisi. Si arriverà al collasso, presto o tardi. A volte immagino che noi introversi siamo come i mammiferi nell'era dei dinosauri: dobbiamo aspettare condizioni ambientali favorevoli e l'assenza di bestioni ingombranti, per uscire dall'ombra e poterci sviluppare in tutta ricchezza. Per adesso dobbiamo starcene nelle nostre prigioni, con qualche ora d'aria di tanto in tanto. Quanto alle prigioni interiori, non credo che siano la vera condizione che ci limita. Non si può ringraziare la mano che ti bastona, anche se quella mano è meccanica e non si rende conto del suo atto. Ovviamente non si può neanche dare libero sfogo alle frustrazioni accumulate poichè, oltre che essere deleterio per sè stessi, andrebbero a sbattere contro la dura roccia dello status quo, risultando ineffettive. Questa forse, più che le dinamiche interiori, è la vera impasse dell'introverso, secondo la mia opinione
    Non so se ci siano vere soluzioni per i nostri problemi. So solo che bisogna essere forti, senza perdere niente della propria essenza, neanche della propria debolezza; in essa ci vedo la forza primaria dell'essere umano, ciò che ha scatenato la nostra vicenda collettiva. Ma l'uomo è sempre bestia e come ogni bestia, ha insito l'istinto di sopraffazzione. Adesso più che mai, adesso che viviamo non più nella Civiltà, ma nel Mercato umano. Le merci poco appariscenti, finiscono nei bazar dei sobborghi. Ma è lì che si trovano gli oggetti più straordinari, le cose che sono cariche di storia, cose che hanno una vera vita propria, anche senza le patinature superficiali che nascondono abissi di incoscienza che si sommano agli abissi di incoscienza che tutti ci portiamo dentro.
    La cosa più triste è vedere introversi che si snaturano per poter essere vendibili. Ne vedo molti nel posto in cui vivo. Non so se sono pienamente coscienti della loro disperazione. Mi sembra di leggergliela negli occhi, assieme alla paura, al sospetto e alla ferocia di una cane che difende l'osso consumato che ha acquisito a caro prezzo. Preferisco il mio angolino d'ombra, da qui si può vedere il mondo e di tanto in tanto arriva anche qualche onda...e la mia solitudine, so ormai che non si spegnerà mai, fossi anche l'uomo più famoso del mondo. TROPPO SPESSO, sin da piccolo, l'ho avvertita in me e in tutti gli altri. Forse è questa la caratteristica più tremenda dell'introversione: la coscienza della solitudine esistenziale...
     
    Top
    .
  5. frodolives
     
    .

    User deleted


    Ho riaperto un libro, uno dei tanti sulla mia scrivania. Essi stanno lì, tutto il tempo che voglio, ad aspettare che io abbia voglia di leggerli ancora. Ce ne sono di bellissimi, di noiosi anche, di interessanti, di rivelatori, come di saccenti e di retorici.
    Ce n'è uno sui sette pilastri per il successo. Parla di etica del carattere, contrapposta all'etica della personalità. E' un compendio sulla letteratura dell'auto-aiuto, del modo di raggiungere il successo personale e sociale.
    E' bella, dopotutto, la citazione ancora nelle prime pagine: "Non esiste vero modo di eccellere che sia separato da un retto vivere". Spero di avere fatto la citazione esatta. E' a memoria.
    La realtà è che la mia mente non è educata. La realtà è che ho fallito in molti miei proponimenti, rasentando spesso il ridicolo, ma comunque sempre scontrandomi con forze e realtà (torna questa maledetta parola) più forti di me. Credo mi manchi qualche upgrade del mio software mentale, sull'imparare dai propri errori. Nel cercare di non ripetere gli stessi sbagli. Eppure, mi fanno tanto male e vorrei fare di tutto per evitarli. Ma guardo il mondo e vedo gente che non ha rispetto per nessuno e niente, finge in maniera vile e volgare, e gli va tutto bene. E provo odio.
    Venerdì ho preso quattro ore di ferie. Ho fatto delle fotocopie del mio curriculum vitae. Ero tutto pronto per battere tutti gli uffici di agenzie interinali per propormi per un secondo lavoro, e per mettermi sul mercato. Ma appena mi presento nel primo posto mi sbattono in faccia che io lavoro già e che non posso cercare un secondo lavoro, almeno non in regola. Giuro che questa legge non la conoscevo, ma le leggi non dovrebbe essere fatte per elevare l'uomo? Per permettergli di competere al massimo grado nel mondo del lavoro e del sociale?
    Io lavoro già, che cosa vo cercando? Non so dire come mi sono sentito, mi sono sentito ridicolizzato, un'altra volta, da una legge assurda che non conoscevo, certo non si sa mai abbastanza però è ingiusto. Ho chiesto consiglio: mi è stato detto che posso propormi direttamente, anche non in regola volendo, per fare delle ore in più, anche se però è più difficile. Ma per come mi sono sentito mi ci vuole un pò per ritrovare le energie per provare di nuovo, e tentare di uscire, mentre le leggi sembrano fatte apposta per mantenere lo status quo, di cui parla l'amico dOb.
    Le leggi questo sono: il tentativo di mantenere lo status quo. Di non permettere al nuovo di apparire, di contrastarlo in tutti i modi possibili. Credo che la legge sia nemica acerrima dell'arte, della poesia, della letteratura, della pittura, della musica, di tutto quello che è nuovo.
    Quindi, sapete cosa vi dico? Viva l'illegalità, possa l'uomo insorgere ed abbattere ogni legge iniqua che lo svilisce e lo limita.
    Vorrei avere vicino il gatto con gli stivali. Quel grande truffatore d'un gatto truffaldino eheh
    Quando nasci in una realtà ti ritrovi subito con due manette ai polsi ed una palla al piede, sono le regole sociali scritte e non scritte che ti vorrebbero mantenere a vita in una dimensione sola, volgare e limitante, castrandoti per sicurezza al primo accenno di ribellione... Allora io vi dico che ribellarsi è un diritto, che insorgere è l'unica via per non morire dentro, per vincere contro la crisi innalzando con il nostro fare il vessillo araldico della voglia di cambiare, tutte le volte che vediamo che sono i raccomandati a passarci davanti, che sono le persone che la fortuna ci ha messo davanti e che non ci darebbero un penny bucato nemmeno morte, ma noi dobbiamo insorgere, il nostro retto vivere sia la rivoluzione di un mondo che è morto....
    vi regalo un'altra citazione, da una canzone di Bruce Springsteen: "Nato in una città di morti"!
    Grazie.
     
    Top
    .
  6. orzouei
     
    .

    User deleted


    Una rabbia simile l'ho provata anch'io e per diversi anni ma ora ne sono uscito anche se ogni tanto mi capita di indignarmi. adesso del giudizio degli altri non me ne può fregà de meno come dicono a roma. Si tenessero i loro primi io preferisco stare un passo dietro. Come dob preferisco un posto riparato da cui allo stesso tempo si può vedere tutto. In quest'arena non avremo scampo, ma ognuno deve tentare la propria strada a suo modo. Io non devo dimostrare niente a nessuno, le loro medaglie se le tenessero. Le mie soddisfazioni ora sono aiutare i colleghi a risolvere piccoli problemi di lavoro. E pensare che mi iscrissi all'università perche vedevo che gli altri facevano carriera e mi passavano avanti senza merito e io invece volevo farlo legalmente.
    Adesso preferisco fare bene il mio lavoro e curare le mie passioni personali che non hanno nulla a che fare con il lavoro i diplomi, le lauree, e tutte le altre patenti. Nel mio mondo non ci sono esami da fare. Una volta un maestro si rifiutò di compilare le pagelle degli alunni perchè non le considerava una cosa buona e sul giudizio da dare scrisse " fa quello che può quello che non può non fa"
     
    Top
    .
  7. imperia69
     
    .

    User deleted


    Una piccola curiosità, Frodo, ma sei proprio sicuro che vorresti far parte di quel mondo e di quei gruppi che ti respingono?
    Che cosa ce ne importa di essere apprezzati da persone che non stimiamo? Orgoglio ferito?
    Orzouei, sapessi quanto mi riconosco nelle tue parole quando dici "Io non devo dimostrare niente a nessuno, le loro medaglie se le tenessero"

    Mi sono bruciata in una competizione estenuante negli anni dello studio, quando quel voto rappresentava una specie di giudizio universale che di volta in volta sanciva il mio esser degna di stare al mondo oppure no. Solo molto più tardi ho capito che le cose si potevano fare in altro modo, per interesse personale e non per un'approvazione sociale...
     
    Top
    .
  8. senzanome70
     
    .

    User deleted


    La solitudine esistenziale riguarda tutti, estroversi e introversi.
    Noi siamo animali sociali ma siamo anche soli.
    Gli introversi hanno una marcia in più per accettare la propria solitudine esistenziale, si ha un amarcia in più solo per il fatto di sapere della solitudine esistenziale, di vivere pienamente la solitudine esistenziale.
    Se vivo, non posso non guardare alla condizione della mia esistenza, la solitudine.
    Gli introversi non hanno bisogno di scappare, per la paura della solitudine, non hanno bisogno di falsi idoli. Sono in grado di accettare l'esistenza umana per quello che è, nella sofferenza e nella gioia.
    Si vive solo se si riesce a fare questo. tutto il resto, per me, è far finta di vivere.

    ho visto un film bellissimo di recente Revolutionary Road.
    Una battuta del film, detta da un malato di mente a una coppia di giovani sposi:
    "il vuoto disperato... molti sono in grado di vedere, di sentire il vuoto, ma pochissimi sono in grado di guardare la disperazione".
    E' bellissima la frase secondo me.
    La disperazione fa parte di noi come la speranza.
    Gli introversi lo sanno e vivono di conseguenza.
    Molti sentono il vuoto ma cercano di riempirlo con cazzate. Alcuni non sentono neanche il vuoto, sono beotamente e ipocritamente felici.
    non invidiamo chi non ha niente in più di noi.
    Sapere, sentire, guardare in faccia alla nostra condizione umana è libertà. Tutto il resto non conta.
    Tutto il resto va bene a chi non riesce, non è in grado, non vuole guardare a se stesso come un essere umano. Si sbranassero tra di loro. Se qualcuno di loro volesse una mano noi siamo qui.
     
    Top
    .
  9. frodolives
     
    .

    User deleted


    Non è che io voglia far parte di un gruppo preciso di persone. Voglio far parte del mondo, essere parte attiva, che significa confrontarsi con tutte le persone, anche quelle che apparentemente sono crudeli, prive di pietà, insulse e volgari. Non significa certo diventare come loro....
    Credo che mi è venuta una illuminazione improvvisa, adesso, della paura reale della diversità che le persone hanno...
    Sapete, credo che la divisione nasce dal fatto che si ha paura di diventare una certa cosa, una certa persona che magari ci fa orrore...
    Ecco, io credo che si possa prendere qualcosa anche dal Vangelo, per quanto sia stato assurdamente usato, ma se guardiamo a Gesù e soltanto a lui amare i nemici, soprattutto i nemici, è bellissimo. Che è anche il messaggio buddista, di amare soprattutto chi ci fa del male, avere enorme compassione di loro, considerarli le persone più vicine e ringraziare perché attraverso loro che ci umiliano e ci fanno del male noi raggiungiamo una condizione esistenziale superiore...
    ma non certo per sentirci superiori, no affatto... per fare la nostra parte.
    Io credo che esista qualcosa sapete, esista qualcosa di grande e di bellissimo, ma non per questo antropomorfo, anzi spero del tutto che non sia antropomorfo, alla fine, e non sia maschio, penso ad una dea capace di cose inconcepibili, penso che nel mistero più grande, insondabile... vi sia pace..
    Frodo mistico, che vi tocca sentire!

    Hasta Luego.
     
    Top
    .
  10. l.daniela
     
    .

    User deleted


    a proposito di questo, avete mai letto "gesù e buddha" gli insegnamenti e le parole dei due maestri a confronto"? a cura di marcus borg ed. armenia. meditativo.
    ho meditato spesso il vangelo dissociandolo dalla chiesa. leggo attraverso la croce il superamento di tutte le nostre mistificazioni, che solitamente nn è un passaggio indolore, (questo per me è il "sacrificio") che nascono con l'uomo, e nn un obiettivo di procurarsi del male per amore come spesso viene intezionalemente frainteso pena la punizione. comunque questo per me è un argomento ormai superato. dopo tanti studi sulle religioni e filosofie, sono passata alle scienze. ho posto i miei bei piedoni sulla terra e devo dire che idealizzando meno, agisco molto di più. è mi servito molto meditare. intorno a me sono cambiate molte cose. nn ho più paura di stringere "mani sporche" così come nn mi sento obbligata a farlo con tutti. ho imprato: "una cosa alla volta, fatta con qualità, tutto nn si può fare, perchè si rischia di fare niente".
    un abbraccio
    daniela

    Edited by l.daniela - 3/3/2009, 09:08
     
    Top
    .
  11. frodolives
     
    .

    User deleted


    Gesù era il primo che andava con le prostitute, i pagani, le persone di dubbia moralità in genere... già questo potrebbe far molto riflettere, vedendo come agisce la massima autorità spirituale che "affermerebbe" di essere il suo più alto rappresentante... parlo del Papa.
    Ma io volevo mettere l'accento sulla paura del diverso: la verità, secondo me, è un pò come per l'omofobia, vale a dire la paura dell'omosessuale. Andando con una persona che ha una virilità dubbia, certi uomini sembrano aver paura di smarrire la propria... credo sia molto animalesco e bestiale tutto ciò, sintomo di ignoranza... da combattere secondo me.
    Ti abbraccio Daniela, sei una gran bella persona e sai che lo penso col cuore.
     
    Top
    .
  12. d0b
     
    .

    User deleted


    Il Papa è tendenzialmente una figura comica (e non me ne vogliano i cattolici credenti e ferventi). Con quale faccia viene a parlarmi della fame nel mondo seduto su uno scranno dorato in quel potentato tardomedievale che è il Vaticano? Il papa è colui che insabbiò molti casi di preti pedofili degli Usa. E' colui che ha capito che l'establishment ebraico (non gli ebrei, non pensate che sono antisemita) è il possessore di un grossa fetta dei capitali mondiali e che per questo, nonostante le persecuzioni antisemite fomentate nei secoli scorsi e l'aver chiuso gli occhi sulle leggi razziali fasciste, adesso li difende a spada tratta mentre sterminano i palestinesi con uno degli eserciti più potenti e sofisticati del mondo. E' colui che predica il dialogo tra le fedi (trattando i musulmani come cugini stupidi) pur difendendo il dogma dell'ortodossia. Colui...si potrebbe continuare all'infinito...
    Nonostante io sia fortemente anticlericale, stimavo il papa precedente. Questo, in tutta la sua ambiguità, mi sembra un Nosferatu!
    Come scrisse Nietzche: "L'unico vero cristiano è morto sulla croce".
     
    Top
    .
  13. Koenig4
     
    .

    User deleted


    Io invece dico : che Dio mi protegga dai suoi fedeli! :)
     
    Top
    .
  14. frodolives
     
    .

    User deleted


    Riprendo da "Mentre cerco di uscire"?
    Timidamente, ho voglia di rimettere il naso sul forum. Quando ti illudi di essere libero e poi scopri che il controllo mentale è davvero molto ma molto sottile. La tecnica del controllo sociale è subdola ma collaudata. La vera libertà: penso esisterebbe solo se fossi solo sulla Terra, l'ultimo uomo sul pianeta retaggio di una epoca perduta. Destinato all'oblio. In questa situazione chimerica e paradossale io penso che sperimenterei la vera libertà, autentica, perchè incondizionata. Vuol forse dire che sono un eremita, o forse vuol dire che esistono dei codici non scritti che ci limitano, e nel mentre viviamo in una società noi dobbiamo rispondere a delle esigenze. Esigenze nostre? No, esigenze degli altri. E qui comincia il gioco, se non rispondiamo siamo degli egoisti, dei vili. Se rispondiamo siamo degli ipocriti. Non esiste una mezza misura. Ma attraverso il confronto con chi amiamo arriviamo a stabilire una struttura di noi stessi, noi forse riusciamo a scorgere un "noi" che non conoscevamo prima.
    Però c'è la sensazione: per esempio se fossi l'ospite atteso, l'invitato della festa, e ti verrebbe voglia di scappare perché ti assale un'ansia indicibile. Sono le aspettative, che gli altri possono avere su di te, che diventano un peso insopportabile. E poi hai il tuo vissuto, pieno di sconfitte, silenzi e solitudini, magari, e quindi non ne sai niente di come reagirai. Al punto che non riesci più a parlare, che le regole sociali del comportamento strutturato, vale a dire il galateo, diventano uno scoglio come anche rivolgersi ad una persona con il "lei" al posto del "tu" oppure altro... per alcuni è facile, per altri quasi impossibile. Non so perché, ma penso che questa diversità sia bella. Una diversità autentica.
    Perché se pensi troppo avviene questo, si chiamano paranoie mentali. Noi introversi ne siamo maestri indiscussi, non è forse vero? Ci facciamo una proiezione continuata prima, durante e dopo mentre c'è chi non si fa nessuna proiezione. Comunque sia, un lavoro che dovremmo considerare è di fare il regista, perché noi anche di proiezioni siamo maestri.
    Rimando quindi al bellissimo romanzo "Io sono leggenda" di Matheson, che parla appunto di un ultimo uomo in un mondo dove esistono solo vampiri. Ma la si potrebbe facilmente girare, dove un unico vampiro in un mondo di uomini.
    Da tutto questo magma io andrei in cerca anche del discorso religioso. La preghiera, la meditazione ed il silenzio come condizioni indispensabili per ritrovare un attimo la strada smarrita.
    Ma quando parlo di preghiera, meditazione e silenzio non lo vivo da un punto di vista istituzionalizzato, anche se fa comodo, se farebbe comodo, non travisatemi io non parlo di struttura ma di essenza, che sono due cose diverse.
    E' il discorso forse che si avvicina se sia meglio avere o essere. Il punto è che ciò che hai si vede, ciò che sei invece attiene ad una sottile percezione che non tutti possiedono.
    Ora il mondo mi sembra anche avere diverse opportunità: il problema è che quando fai una scelta poi sembra che tu debba continuare all'eterno. Il diritto di cambiare sembra poco compreso nella nostra società. Eppure cambiamo ogni giorno.
    Ed ora sto anche pensando ad esercitarmi ancora di più nel distacco. Come dice il maestro Yoda, impara ad esercitare il distacco dalle cose che temi di perdere. Penso che la vera libertà sia non avere niente di niente, perché se non hai nulla viene a cadere anche la paura di perdere quello che pensi di avere. Ma è sottile.

     
    Top
    .
  15. francescoburich
     
    .

    User deleted


    Che bello sentirti nuovamente Federico. Con tanta e sincera stima, ti invio un caro e affettuoso saluto. Ciao, francesco
     
    Top
    .
15 replies since 28/2/2009, 18:46   475 views
  Share  
.
Top