Un posto migliore

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  1. orzouei
     
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    L'unico posto dove posso socializzare un pò è il bar del mio paese: uno dei luoghi peggiori per un introverso. A volte ritorno a casa ferito e la rabbia comincia a fare il suo lavoro lento e inesorabile. Comincio a pensare a quello che avrei potuto dire e non ho detto e cosa avrei potuto fare per evitare certi personaggi un pò rozzi. Spesso ritorno sul campo di battaglia per mettere i puntini sulle i, ma quando va bene riesco solo a non peggiorare la situazione. Le ferite hanno bisogno di tempo per rimarginare. C'è stato un periodo della mia vita in cui sapevo gestirmi meglio, frequentavo persone migliori di quelle che frequento adesso. Mi viene il dubbio se sono cambiato io o gli altri. Mi chiedo se cambiando posto potrei trovare persone migliori luoghi più adatti a me.
    Vedo qui nei post che scrivete che anche dove vivete voi le cose non sono migliori. Per scoprire se c'è un posto più adatto a noi bisognerebbe viaggiare. Mi viene in mente l'India. Penso alle persone sposate e vedo il matrimonio come una fortezza un luogo sicuro e riparato. Mi chiedo se torneranno i prati verdi ed i fiori gialli. Mi rivedo che sono ancora là con il mio cane Rocco che mi segue dovunque vado. Quel bambino è l'unica cosa bella che mi è rimasta. Poi la vita mi ha spezzato come un gessetto che non sibila più. Così ho abbassato la testa e sono diventato taciturno e il sorriso si è spento. Qualcuno avrà pensato: finalmente l'hanno domato. Invece hanno distrutto un sogno, hanno ingabbiato uno spirito libero e le illusioni sono andate via via scemando.
     
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  2. Koenig4
     
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    Possiamo fondare un nostro stato. Propongo come nome Vulcano, di chiamarci vulcaniani e di salutarci con il motto "lunga vita e prosperità". :alienff:
     
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  3. orzouei
     
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    Una soluzione ci dev'essere
     
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  4. valeria passamonti
     
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    orzouei ciao,intanto non hai solo il bar per sfogarti,ci siamo noi, che chi piu' o chi meno, siamo nella tua stessa situazione,capitava anche a me di ingoiare bocconi amari e poi rimuginare sul fatto che avrei potuto dire questo ........... e quando ci tornavo sopra, perche' avevo trovato il coraggio, il male era peggio della cura, inquanto la persona gia' lo aveva archiviato per suo comodo,o semplicemente non lo vedeva come io lo stavo descrivendo.Col tempo ho imparato a risolvere la cosa nell'immediato ,questo serve ad abbassarmi l'ansia e sopratutto a chiarirmi, senza logorio mentale dopo.Avolte capita che ,non mi va di far sapere gli affari miei a tutti e allora parlo con una persona che sento a me piu' vicina e devo dirti che e' sempre piacevole sentirsi accolti.I tuoi sogni sono anche i nostri per questo esiste la condivisione-un abbraccio vale
     
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  5. LaMaduninaEintroversa
     
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    orzouei ciao anche da me. Mi dichiaro completamente idiota e stronzo nei miei confronti e con questo presupposto ti racconto la mia storia: storia di un ragazzo che mai abbassa la testa per mollare (peculiarità d'orgoglio) che non accetta limiti suoi e altrui (pur trattando tutti alla stessa stregua di quasi sé stesso), in competizione perpetua, iperitelligente (immagino...gli altri spesso me lo dicono e poi rompo le palle a mezzo mondo perché arrivo alle cose prima), penso molto sensibile (capisco gli stati d'animo). Ho bisogno di un gruppo simile a me per vivere, soprattutto sul piano affettivo che quando esiste sintonia per me tutto si placa: si spegne il perfezionismo (che nel mio caso oltre che naturale -per me la massima espressione di attenzione quindi rispetto sta nel capire l'altro e quindi capire cosa vuole, saper fare i regali, saperlo imitare, saper anticipare i suoi gusti, ma è sano- è diventato un terribile aguzzino per me, sempre alla ricerca di consensi perfetti da parte mia e degli altri istante dopo istante, situazione dopo situazione, azione dopo azione e tanto è peggio quanto più sono sottopressione -e ci vuole davvero un attimo a farmi traballare per mettermi in discussione: amo troppo!-) da quando le cose si sono fatte più difficili.
    Posso dire che nel periodo crisi economica e pazzia totale per i soldi e per il potere i primi a sbroccare siamo proprio noi, i più sensibili e profondi sempre in preda alla discussione. Cosa non bella perché già lo facciamo da soli, poi in compagnia o gruppo o con l'amico del cuore, essendo i primi a sbroccare, sarà il primo a sbroccare anche il nostro amico/amici del cuore quindi la situazione immediatamente e tempo zero è lanciata come con un bob in discesa, mentre gli altri ancora banchettano al tavolo dell'ingordigia e non si accorgono di niente (finché ce n'è....). Posso dire che si, il mondo è peggiorato. un po' è peggiorato il mondo, dall'altro posso dire che anche le responsabilità la fanno da padrone perché volente o nolente per quanto il tuo intimo lo aborra, sei costretto a sporcarti le mani di sangue altrui o comunque vivere in ambienti fatiscenti se vuoi i tuoi 1000 euro al mese e sentirti comunque indignitosamente usato. Tutto questo a me ha portato ad un rapido esaurimento di fiducia, sogni, speranze sulle persone quindi mentale e nervoso, ora sono scarico praticamente da spia rossa tanto da non riuscire quasi a uscire di casa. La mia esperienza mi ha fatto vedere il lato brutto delle cose (genitori, amici etc) prima bellamente e volontariamente ignorati, cosa che altro non ha fatto che alimentare il sogno di un mondo bello e pulito (era come se si, vedessi il marcio, ma la mia mente pronta spazzolava la cosa e metteva la polvere sotto il tappeto). Ma la polvere poi quando si scopre scoppia e ti invade, ti avvelena. Ora ho due scelte orzouei: o continuo a dire "è importante la casa, il lavoro, il tempo indeterminato e divertirmi poi con gli amici" come ho fatto fino ad adesso da bravo diligente ed estrovertito bambino d'oro oppure guardo in faccia la mia sofferenza che ormai si è gia fatta sentire e ha pure urlato mentre le pisciavo sopra e mi dico. Bella li..che bella montagnucola di m***a da tre palazzi che mi sono creato: tiriamoci su le maniche che le braccia hanno da lavorare! Per farlo ovviamente esclusione totale dal mondo dei pazzi, quelli veri, cioè i normali che sono fuori come delle mine, dal primo all'ultimo. 5 minuti ci parli e capisci che si sono fermati in 3a media, per quanto magari mai neanke bocciati e se la menano per questo. hanno le loro belle COSE le loro amatissime e sperate COSE, le loro frasi di convenienza, i loro protocolli di comunicazione automatici e via: chiamano amore questo e ti fanno pesare di non partecipare né tanto meno di amare come loro fanno, che è giusto. L'ascolto e la pietà (quella vera, che può essere anche quella della chiesa ma santo dio non puoi protrarla a tutta la vita! 100 anni di martirio!) non sanno neanche cosa sia.

    Ha ragione valeria a dire "Col tempo ho imparato a risolvere la cosa nell'immediato ,questo serve ad abbassarmi l'ansia e sopratutto a chiarirmi" giocoforza lo fanno tutti, ma ovviamente anche questo è un po' come dire: non c'è acqua potabile nel raggio di 100km...non bevo. insomma...
    Beh io dichiaro apertamente che sto resettando le mie conoscenze e soprattutto la visione del mondo: standomi accanto verra fuori per me e per gli altri solo del bene quindi...chi mi vuole conoscere io sono qui! Post o privato che sia! Coglete al volo l'occasione, succede una volta ogni 100 anni ;) :)

    Bella li

    Davide

    Edited by LaMaduninaEintroversa - 29/5/2009, 14:44
     
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  6. francescoburich
     
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    di lavoro ce ne da fare fin che si campa, ma l'aver cominciato ad avere una visione più distaccata del mondo per come è fatto, è un processo che è destinato a promuovere una coscienza più autentica. Sei molto in gamba Caro Davide
     
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  7. star***
     
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    Mi rivengono in mente le parole di sabato scorso sulla mistificazione e trucchi della mente. Anche per me alle volte è dura a causa del mio perfezionismo, gli scritti, e il lavoro su di me, piano piano mi stanno aiutando. Ho rifletuto molto sulla pietas di cui parlava il dottore. Ma alle volte è difficile provare questo sentimento e la rabbia prevale. Riesce facile provare pietas nei confronti di persone che amiamo o che comunque capiamo sofferenti. Ma nei confronti del mondo e della società risulta difficile provare questo sentimento, perchè alle volte le conseguenze che vediamo pagare ai più deboli sono troppo forti. E non ce la faccio a non pensare che la vita sia ingiusta e che ci sono persone che non hanno scelta e che per vivere sono costretti a lavorare in situazione di schiavitù e non parlo di me, ma specie di persone emarginate che lavorano 24 ore su 24 per prendere 4 soldi che gli permetteno di sopravvivere ai limiti della decenza....come faccio a non essere arrabiata quando vedo queste situazioni? Il dolore altrui mi entra nelle ossa, come se fosse il mio..non so se dipende dal fatto che sono introversa, sensibile BOOO ancora questa risposta non la so, so solo che mi sento investita e coperta come da un cappotto freddo. E vorrei contribuire a rendere il mondo un posto migliore, ma l'impotenza alimenta soltanto la rabbia. Non so, ma alle volte è dura..
     
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  8. maria rossi
     
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    c'è una cosa che ha scritto davide che mi ha colpito perchè ultimamente ci faccio parecchio caso e mi da un pò i brividi: è vero spesso le persone si cristallizzano ai tempi della scuola (delle medie o delle superiori). mi fa impressione sempre più spesso constatare che una volta usciti dalla classe e dalle dinamiche di gruppo di quelle 4 mura rimangano ugualmente ancorati ad un immagine di se, degli altri e della realtà immutata e intatta. gente anche più grande di me rimane con un modo di essere e di fare che riconosci subito nel personaggio che ha ricoperto nei suoi trascorsi scolastici (il secchione, il fico, il bravo, lo scemo, il nerd e così per le ragazze). come se il tempo non passasse, come se quel che sono stati o gli è stato restituito durante gli anni della scuola si sia impresso nel loro modo di porsi e di ragionare e non fosse stato mai più messo in discussione, guardato da un'altra prospettiva, stravolto abbandonato, rielaborato diversamente. non si sono spostati da quando avevano 12-16-18 anni! sono rimasti lì e le molte certezze che si sono formati se le tengono strette e inviolbili senza battere ciglio. la realtà, il confronto con essa e con loro stessi non continua non avanza e tutto viene deformato e filtrato da quella visione del mondo e di se che hanno costruito negli anni adolescenziali, nel ruolo che si sono ritrovati a vivere e icnarnare. mi fa impressione, da morire e mi mette un pò di desolazione. mi fa sentire sola. io che sono stata 10 persone diverse tra i 12 e 30 ani, che non mi sono mai collocata, che non sono mai appartenuta a niente, che ho sempre messo in dubbio tutto e tutti mi ritrovo con un'elasticità ed un rapporto con la vita che quese persone nemmeno percepiscono ne tanto meno riconoscono. alle volte sento proprio fisicamente come la loro vita rimasta quasi tutta in ad un tempo lontano e monolitico entro schemi per me vecchi stantii desueti e superati non possa minimamente concepire e immaginare cosa c'è nel mio percorso. chissà che pensano, chissà che idee hanno della gente come me? chissà che etichetta usano per designarmi... non che mi interessi saperlo. per fortuna non mi interessa più e ne sono contenta. ma. davvero, mi mette una desolazione addosso che non so spiegare. mi verrebbe da chiedere: "ancora che ragioni così? ancora che pensi che quello è dovuto a questo e che quella persona sia fatta così perchè...ma che davvero!? ma non ti si è minimamente complessivizzata la visione? non sei andato e tornato da qualche meandro lontano fuori o dentro di te? non ti sei mai perso? non ti sei mai allontanato? non hai mai abdicato? come è possibile?! sei rimasto seduto sul banco, con la maestra, i voti, il compito in classe, la ricreazione...ma che davero!???" aiuto!!!
     
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  9. orzouei
     
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    Ciao Davide, quello che dice Valeria, cioè risolvere le cose nell'immediato è una cosa utilissima perchè ti risparmia di portarti a casa, ad esempio, una battuta poco felice di qualche collega di lavoro che ti ha offeso e che rimuginandoci ti fa crescere la rabbia fino al delirio. Però non sempre ci riesco perchè ho bisogno di riflettere su quello che mi è stato detto, sul perchè e quale sia il modo migliore per rispondere. Intanto l'attimo è fuggito e il colpo è stato accusato senza possibilità di ribattere. Certe volte intuisco di essere stato offeso ma solo dopo riesco a formarmi l'idea di ciò che mi è stato detto. E' come aver ricevuto un montante sul mento che ti ha scosso e che non ti aspettavi perchè non stavi facendo un incontro e perché non ti trovavi sul ring. Molte persone invece si sentono continuamente in guerra con le altre e sono pronte a sferrare colpi anche proibiti nei luoghi e nei momenti meno probabili: fuori dal campo di battaglia insomma (e questo denota la loro bassezza d'animo). Allora ho pensato di costruirmi una frase fatta (anche se non è da me) da replicare quando mi sento offeso. C'è un tipo al mio paese, forse introverso e forse un po' fuori di testa, che quando gli dici qualcosa ti guarda, ride, e poi con un gesto caratteristico dice: - Ma che cosa stai dicendo!
    Ecco penso che dovrò inventarmi qualcosa di simile.
    Comunque da quando ho scritto questa discussione, cioè circa due mesi fa non sono andato più al bar se non un paio di volte per salutare la barista con cui stavo in buoni rapporti e questo non so se è accaduto perchè è cambiato qualcosa in me o per merito del forum; forse per entrambe.
     
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8 replies since 6/3/2009, 22:54   229 views
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