Vulnerabilità

L'introversione può essere un meccanismo di difesa?

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  1. BadalukG
     
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    Ciao.
    Vedete la mia riflessione parte dal fatto che quando sono solo nel bagno della mia casa, l'introversione scompare. Nella mia intimità Solo con me stesso posso essere ciò che voglio e diventare estroverso. Rispondo a persone che mi hanno ferito, conquisto ragazze che non ho mai conosciuto,divento estroverso ecc... La verità è che non mi sento vulnerabile, protetto, mentre quando esco scatta il silenzio. Mi chiedo cosa pensate di ciò e come fare per voi a superarla se l'avete superata. Il controllo della vostra persona è un illusione? Sono anche curioso di sapere se capita anche a voi. Grazie.
     
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  2. senzanome70
     
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    ciao
    non so se ho capito bene.
    a me capita di frequente, prima molto molto più spesso.
    praticamente quando ero sola rivivevo situazioni che avevo vissuto e rimuginavo a non finire su tutto quello che avrei dovuto dire e immancabilmente non avevo detto.
    avrei pouto rispondere così, colà, muovermi in un certo modo, avere un atteggiamento diverso. rispondere alla battuta con un'altra battuta che mi veniva in mente ma non avevo il coraggio di dirla.
    insomma era un continuo rimuginare, pensare e riflettere su quello che avrei potuto dire e che non avevo detto, su quello che l'altro aveva potuto pensare, su come aveva interpretato il mio silenzio. una tortura.
    e alla fine il risultato era sempre che io ero stata inadeguata.
    per evitare tutto ciò mi muovo su due fronti. da una parte sto sperimentando quanto sia liberatorio poter esprimere la mia rabbia. faccio uno sforzo inizialmente ma cerco di rispondere subito, lo faccio perché è giusto rispettare me stessa, difendermi se qualcuno mi ferisce. è un dovere che ho verso me stessa. cerco di non preoccuparmi più dell'altro, del fatto che ci resterà male. ci resto male anche io per le cose che mi vengono dette e se non faccio io valere i miei diritti nessun altro lo farà al mio posto. a volte lo faccio anche a scoppio ritardatato. magari non ce la faccio a rispondere subito, torno a casa e rimugino ma, conoscendo il meccanismo, il giorno dopo cerco di parlare e di esprimermi, solo così starò meglio. la rabbia inespressa si rivolge contro di me e fa stare male, corrode da dentro.
    un'altra cosa che cerco di fare è pensare che io sono fatta così. ho i miei tempi di reazione. ho le mie reazioni. non sono sbagliate solo perché la maggioranza delle persone usa rispondere in un nanosecondo ad acidità con altre acidità. io ho bisogno di riflettere, di comprendere cosa sento, cosa l'altro mi ha inviato di sé, quanto c'è dell'altro e quanto c'è di mio. ho bisogno di tempo per sentire ed elaborare, per comprendere come interagire con l'altro. sono fatta così e non sono fatta male, sono io. se l'altro è interessato posso povare a spiegare chi sono, se non lo è non importa. non si può piacere a tutti, ma io vado bene così.
    ciao
     
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  3. BadalukG
     
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    CITAZIONE (senzanome70 @ 21/6/2009, 18:26)
    ciao
    non so se ho capito bene.
    a me capita di frequente, prima molto molto più spesso.
    praticamente quando ero sola rivivevo situazioni che avevo vissuto e rimuginavo a non finire su tutto quello che avrei dovuto dire e immancabilmente non avevo detto.
    avrei pouto rispondere così, colà, muovermi in un certo modo, avere un atteggiamento diverso. rispondere alla battuta con un'altra battuta che mi veniva in mente ma non avevo il coraggio di dirla.
    insomma era un continuo rimuginare, pensare e riflettere su quello che avrei potuto dire e che non avevo detto, su quello che l'altro aveva potuto pensare, su come aveva interpretato il mio silenzio. una tortura.
    e alla fine il risultato era sempre che io ero stata inadeguata.
    per evitare tutto ciò mi muovo su due fronti. da una parte sto sperimentando quanto sia liberatorio poter esprimere la mia rabbia. faccio uno sforzo inizialmente ma cerco di rispondere subito, lo faccio perché è giusto rispettare me stessa, difendermi se qualcuno mi ferisce. è un dovere che ho verso me stessa. cerco di non preoccuparmi più dell'altro, del fatto che ci resterà male. ci resto male anche io per le cose che mi vengono dette e se non faccio io valere i miei diritti nessun altro lo farà al mio posto. a volte lo faccio anche a scoppio ritardatato. magari non ce la faccio a rispondere subito, torno a casa e rimugino ma, conoscendo il meccanismo, il giorno dopo cerco di parlare e di esprimermi, solo così starò meglio. la rabbia inespressa si rivolge contro di me e fa stare male, corrode da dentro.
    un'altra cosa che cerco di fare è pensare che io sono fatta così. ho i miei tempi di reazione. ho le mie reazioni. non sono sbagliate solo perché la maggioranza delle persone usa rispondere in un nanosecondo ad acidità con altre acidità. io ho bisogno di riflettere, di comprendere cosa sento, cosa l'altro mi ha inviato di sé, quanto c'è dell'altro e quanto c'è di mio. ho bisogno di tempo per sentire ed elaborare, per comprendere come interagire con l'altro. sono fatta così e non sono fatta male, sono io. se l'altro è interessato posso povare a spiegare chi sono, se non lo è non importa. non si può piacere a tutti, ma io vado bene così.
    ciao

    Esattamente quello che dici succede anche a me. mi ci vuole un pò per capire quello che sento e quindi non riesco a rispondere subito. Proverò a fare come fai tu e vedo se riesco a sfogare la rabbia. Grazie per il tuo contributo.
     
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  4. Koenig4
     
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    Sì succede anche a me la stessa identica cosa. Quando sò che dovrò affrontare una data persona per una data situazione fino ad un momento prima mi sento "adeguato" a quella situazione ( credo che tu intenda dire questo quando dici di sentirti Estroverso ) tant'è che, proprio come te, la vivo in anticipo mentalmente e me la cavo perfettamente. Alla prova dei fatti invece ecco che qualcosa si blocca e tutto và al contrario di come pensavo, ecco che mi sento "inadeguato" a quella situazione ( credo che sia in questo momento che tu ti senta Introverso ). Oltre la timidezza io penso che la causa sia dovuta al fatto che l'Introversione non è simmetrica nel rapporto emozionale tra sè stesso e gli altri. Cerco di spiegarmi meglio. Mentre un'Introverso è in contatto facilmente con il proprio mondo interiore non riesce ad essere altrettanto bene in contatto con le emozioni degli altri. L'inadeguatezza dell'introverso dipende, secondo me, anche da questa difficoltà a comunicare con gli altri. Con noi stessi comunichiamo bene con gli altri no. Ecco quindi che una cosa che riesce bene "tra noi" non riesce bene "con altri". Il senso di inadeguatezza però è solo una conseguenza dell'Introversione. Un'Introverso è Introverso anche quando dorme. Cos'è l'Introversione, e di conseguenza cos'è l'Estroversione? Secondo me Introversione ed Estroversione sono due modi diversi di funzionamento della mente in base ad un programma codificato nel codice genetico, ciascuno con dei vantaggi e degli svantaggi. Questo sempre "secondo me". Il saggio Timido Docile Ardente del Dott. Anepeta spiega in maniera scientifica, ma con un linguaggio davvero accessibile a tutti, i meccanismi dell'agire dell'Introverso. Un caro saluto ed a presto.
     
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  5. ldaniela
     
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    un saluto a tutti voi della discussione...
    anche a me succedeva spesso. dovevo affrontare una situazione e, prepararla nella mia mente, era la cosa più semplice. poi quando la vivevo in diretta nn usciva niente dalla mia bocca e tutto mi si aggrovigliava dentro, del tipo "perchè nn parlo, nn mi difendo, mi blocco, cos'è questa morsa allo stomaco ed in gola?" ci pensavo dopo a quello che avrei potuto dire o fare, ma anche nella fantasia le ragioni dell'Altro erano più forti delle mie e partiva un arrovellamento infinito di lotta interiore. così anch'io come senzanome ho imparato a dire più o meno qualcosa subito, ma ti assicuro che nn è stato facile. anche perchè, almeno per quanto mi riguarda, subito dopo ho una fifa blu di aver compromesso un rapporto a cui tengo, e corro ai ripari facendo un pasticcio cosmico. a chi mi conosce e mi vuol bene faccio tenerezza, chi nn è interessato, mi prende per scema...cosa dire?
     
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  6. ZeroDigit
     
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    Interessante discussione..alla domanda, risponderei:
    meccanismo difensivo, sicuramente... Considero l'introversione come una gabbia che da una parte mi protegge dagli squali che mi girano intorno, ma che allo stesso tempo mi condanna all'ergastolo..

    BadaluckG: personalmente tutto vorrei, meno diventare un estroverso, :-)
    vorrei e tanto diventare più equilibrato, senza perdere quelle che mi sembrano i pregi dell'introversione. Il rimugginare è cronico anche per mè.. e tanto per dire ora stò pensando che effetto farà questo commento, riuscirò a dire in modo efficace quello che penso? il mio sarà un contributo non banale?, peso e ripeso le parole, finisce che presterò più attenzione alla forma che al contenuto... e per un introverso è proprio paradossale.

    Senzanome70: pure a me capita di ritardare la risposta, evito di sbottare.. accumulo tensione e rabbia che mi dilania e che spesso si scarica con ironico e acido sarcasmo nel momento meno opportuno, sconcertando l'interlocutore, che da "carnefice" coglie al volo l'occasione che gli offro per diventare vittima :-(

    Koening4: è vero:
    "Mentre un'Introverso è in contatto facilmente con il proprio mondo interiore non riesce ad essere altrettanto bene in contatto con le emozioni degli altri. L'inadeguatezza dell'introverso dipende, secondo me, anche da questa difficoltà a comunicare con gli altri. Con noi stessi comunichiamo bene con gli altri no"
    Quante volte mi accorgo di non essere riuscito a dire quello che volevo nel modo che volevo..sia con le parole, ma soprattuto con gli atteggiamenti, sono sempre molto formale e "ingessato" pur senza avere nessun osso rotto :-). Riguardo "le emozioni degli altri" .. alle gioie degli altri non riesco a partecipare pur provandone piacere, alle sofferenze invece si.. emotivamente, anche fosse il peggior nemico, soffro delle sue sofferenze e magari mi sento in colpa di avergliele inconsciamente "malaugurate".

    Idaniela: Prepararsi in anticipo alle situazioni implica un carico psichico immane, come prevedere le reazioni dell'altro? troppe le variabili.. lo schema prefissato salta ben presto e ci si trova in panne, a improvvisare.. ci ho rinunciato. "le ragioni dell'altro ci sembrano più valide delle nostre"..certamente gli estroversi le loro ragioni le sanno difendere molto meglio di noi :-)

    grazie dell'attenzione
    un caro saluto a tutti voi
     
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  7. senzanome70
     
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    come è vero zerodigit tutto quel che hai scritto...
    altro che forma, questo è contenuto!!!!

    "personalmente tutto vorrei, meno diventare un estroverso, :-)"
    meno male, così sarà sempre un piacere leggerti...
     
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  8. eu_daimon
     
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    noto con piacere che ci sono molte new entry..vi do con ritardo il benvenuto. senzanome noto da questa ennesima discussione che siamo ad un livello di evoluzione simile. anche io sto cercando di imparare a far rispettare me stesso da un pò,solo che gli esiti non sono proprio come vorrei. noi introversi siamo così esagerati da un punto di vista emotivo che non riusciamo ad essere immediati nelle nostre reazioni, siamo sempre sopraffatti dall'ansia. dobbiamo prima lasciare acquietare un pò il nostro animo prima di poter reagire. siamo in poche parle lenti. da un certo punto di vista è vero forse, l'introversione è anche una difesa per la nostra vulnrabilità. non possiamo essere diretti,veloci,spigliati perchè la nostra emotività esige i suoi tempi.
     
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  9. ldaniela
     
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    ciao ivan, sono d'accordo con te. a zerodigit, invece, volevo precisare che nn mi preparo in anticio le situazioni, ma volevo dire che, come badalukG quando sono sola è tutto più semplice...poi di fronte alle situazioni tutto prende un'altra dinamica. come se "sentissi" le emozioni i sentimenti le reazioni in contemporanea mie e dell'ambiente circostante e quindi tutto mi si confonde ed ho bisogno di tempo per esprimermi concentrata e riferire chiaramente le mie idee, se agisco d'impulso dico soltanto stupidate e spesso nn me lo si perdona...pazienza!
     
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  10. BadalukG
     
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    CITAZIONE (ldaniela @ 23/6/2009, 09:21)
    ciao ivan, sono d'accordo con te. a zerodigit, invece, volevo precisare che nn mi preparo in anticio le situazioni, ma volevo dire che, come badalukG quando sono sola è tutto più semplice...poi di fronte alle situazioni tutto prende un'altra dinamica. come se "sentissi" le emozioni i sentimenti le reazioni in contemporanea mie e dell'ambiente circostante e quindi tutto mi si confonde ed ho bisogno di tempo per esprimermi concentrata e riferire chiaramente le mie idee, se agisco d'impulso dico soltanto stupidate e spesso nn me lo si perdona...pazienza!

    Succede pure a me che dico solo stupidate quando parlo, però penso che pure gli altri ne dicano tante solo che alle loro non ci pensano e io non sono proprio il tipo che le fa notare ;) .

    Sai cosa sopratutto le frasi ipotetiche. Certe volte le persone costruiscono discorsi sviluppati intorno ad ipotesi il cui interesse è dubbio. Che ne so si sta in mezzo al mare e si vede una nave mercantile e qualcuno traccia un ipotesi di come sono le rotte e le politche aziendali di quella nave solo perchè ne ha vista una. Ecco è pieno di discorsi cosi il mondo. Non so se vi è capitato di notarle cose così. Però penso che lanciarsi in ipotesi non sia un elemento tutto negativo perchè è una creazione della fantasia solo che per certe cose lo penso poco importante mentre magari se serve per la teoria della relatività è un pò più importante.

    Inoltre mi chiedevo se a qualcuno di voi capita di avere difficoltà ad inserirsi nei gruppi. Con la confusione che si genera trovo difficile seguire i discorsi di tutti passando da una persona all'altra! Vi capita? Cioè nel rapporto uno ad uno un po parlo anzi parlo dopo un pò ma nel rapporto 1 a molti sono una frana sempre in silenzio.
     
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  11. ZeroDigit
     
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    Senzanome70: grazie del complimento commovente ..
    Preparerò per te una mia foto con dedica.. non illuderti, sai che gli introversi il meglio lo nascondono dentro.. scherzo :-)
    Non sempre sarà un piacere leggermi.. e ti e vi ringrazio per la vostra pazienza e comprensione.
    eu_daimon: Un saluto a da new-entry, grazie, purtroppo di new ho solo l'entry, il resto è old :-(
    Idaniela: grazie della precisazione, sorry :-)
    BadaluckG: capita anche a me di passare da un gruppo di persone all'alto, ascoltare le conversazioni per un pò, e far fatica a trovare il modo di inserimi,"tu cosa ne pensi"? tante volte aspetto che con questa parola magica qualcuno mi coinvolga.
     
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  12. senzanome70
     
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    la lentezza nel rispondere, il fatto che non siamo pronti da cosa dipende?
    a me c'è una cosa che fa rabbia e faccio fatica a far comprendere di me.
    secondo la logica dominante, se una persona non reagisce subito o è uno stupido, cioè non comprende quel che gli è stato detto, o non gli interessa niente dell'interlocutore e/o dell'argomento.

    per come la vivo io, è esattamente il contrario. più comprendo, cioè cum-prendo con tutti i miei sensi, più mi immobilizzo, e tanto più mi interessa l'interlocutore e/o l'argomento più cum-prendo e più mi immobilizzo.
    in parole povere mi arrivano tante cose e tutte insieme che vanno a toccare tante cose dentro di me, a risvegliare parti di me, sensazioni antiche sepolte, sensazioni nuove. è come se ci fosse un caos e l'unico modo che ho per sopravvivere al caos è immobilizzarmi.
    mi è capitato qualche volta negli ultimi anni di interagire con qualcuno, di non reagire e subito dopo sentirmi malissimo senza riuscire a capire perché. solo dopo qualche giono sono riuscita a decifrare tutto l'accaduto e ad avere una reazione congruente.
    non è facile perché si sta male tanto. in questi casi, l'immobilismo è una difesa, ci si difende da tutto quel sentire intenso che ci fa male. non si reagisce per difenderci dal troppo dolore che si sente o dall'intensità del sentire stesso.
    è come se ci si parasse e solo dopo la razionalizzazione graduale si possa agire qualcosa.
    a me così forte è successo un paio di volte negli ultimi anni. mi ha fatto molta impressione, mi sono stupita di me stessa perché non mi comprendevo. però credo siano anche state due occasioni di crescita, due occasioni in cui poter comprendere qualcosa di se stessi di profondo. forse, ancora dell'altro su questo dovrei capire, vedremo con il tempo.
    credo che il meccanismo sia uguale per tutti gli introversi ma poi sull'intensità gioca un ruolo molto forte la nostra esperienza di vita passata, la nostra storia personale.

    dicevo all'inizio che a tutto ciò bisogna aggiungere la rabbia che ti provoca il fatto che l'altro mal interpreta la tua reazione o non reazione. io posso provare a spiegare ma se poi ancora l'altro non comprende non resta che arrendermi all'evidenza: io e quest'altro essere umano siamo diversi, così diversi che lui non può comprendere e chi avrà la peggio tra me e lui sarò io, perché io sarò ferita senza che neanche l'altro se ne accorga perché siamo troppo diversi. non posso far altro quindi, se mi è possibile, che interrompere la relazione.

    Edited by senzanome70 - 25/6/2009, 00:20
     
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  13. ldaniela
     
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    ...può succedere che per miracolo chi è diverso da noi tenti almeno di lasciare aperta la porta alla propria capacità di sorprendersi al nostro modo di esprimerci, ma è molto raro. se mi sento inadeguata è perchè mi forzo il mio modello normativo, quindi mi spavento irrigidendomi e poi mi arrabbio per nn essere riuscita a essere come il mio narciso avrebbe voluto e quindi assecondando le altrui aspettative. in realtà, con tutte le mie sensazioni interiori unite a quelle che ricevo dall'esterno, ho bisogno di un po' per raccogliere e, a modo mio, riordinare le informazioni ricevute. tutto questo detto qui nel forum sembrerebbe la cosa più normale da fare perchè si viene compresi. certo che nella vita di tutti i giorni si viene presi per ritardati. quindi è da qui che nascono paura e rabbia, perchè se di fronte alle aspettative dei tanti riuscissimo a fregarcene e a prenderci tutto il nostro tempo nn avremmo quelle reazioni emotive di difesa e ci concentreremmo sull'importanza del lavoro di riordino che stiamo agendo amandolo e rispettandolo come arricchimento personale e, soprattutto, come un modo alternativo di partecipare... certo è che, anch'io che parlo tanto, in realtà vivo le situazioni esattamente come quelle raccontate da voi.....
     
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  14. gabriele369
     
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    Ciao a tutti.
    Mi sono rispecchiato in molti degli atteggiamenti da voi descritti. La lentezza di reazione; il bisogno irrinunciabile di pianificare le cose e i frequenti fallimenti nel metterle in atto; l'irritazione verso me stesso per ogni indecisione.
    Vorrei contribuire alla discussione con qualcosa che io sento vero per me, ma non è detto debba esserlo per tutti. E' vero che l'introversione sia una difesa; direi anche che si tratta di una difesa preventiva, il più delle volte. Ma essa non è soltanto una difesa dalle cose e dalle persone; è anche una difesa da noi stessi. Mi succede spesso di venire a contatto col mio inconscio, attraverso i sogni, attraverso i pensieri. Ed esso è passionale, violento, narcisista, del tutto sfrenato; esattamente il contrario di come sono io quando vivo nel mondo. E' naturale che una tale potenza mi spaventi, e che io abbia da sempre dovuto porgli dei freni. Gli aspetti negativi della mia introversione possono essere rappresentati da una gabbia in cui il carceriere s'è chiuso insieme al carcerato. Farò richiesta per avere un giorno gli arresti domiciliari...
     
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  15. BadalukG
     
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    Se il bullo di turno ci mette al muro, il problema è il suo che è antisociale.
    Se l'estroverso ti fa una battuta sulla pancia, è lui che ha il complesso di essere grasso.
    Se il mondo vuole adeguarci al suo volere è il mondo che ha dei problemi.
    Il silenzio secondo me significa che noi abbiamo avvertito che l'altro ha un problema e mi sembra normale non sapere come risolverglielo. Noi rimuginiamo su come avremmo dovuto dire o fare per far capire all'altro che lui si sta vivendo un problema che non è in grado di percepire perchè non è in contatto con se stesso. Parlano per due ore dei loro problemi e poi ti senti dire che sei tu ad avere dei problemi perchè sei in silenzio. Uffa!!! Per me il silenzio non è stato mai un problema,lo è per loro. Vorrei cambiare punto di vista per capire il mio punto di vista.
     
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16 replies since 21/6/2009, 16:44   314 views
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