La mente che mente!

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  1. marinoni
     
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    LA MENTE che mente



    Molti esseri umani non sono consapevoli delle immense potenzialità della loro mente e della loro interiorità.
    Cosa s'intende per potenzialità?
    S'intende qualcosa che trascende notevolmente ciò che è considerato "normale" nella nostra sfera d'esistenza.
    Queste potenzialità interiori rimangono spesso inaccessibili, a volte possono essere anche pericolose, se l'essere umano non ha raggiunto un certo grado di maturazione e se la sua consapevolezza non è ancora pervenuta ad uno stato di coscienza. Tutto ciò dipende dal fatto che ancora esistono in lui delle attitudini distruttive, quali l'ostinazione, l'orgoglio, la paura, l'avidità, l'invidia, la crudeltà, ecc. Nella maggior parte dei casi, gli esseri umani sono addormentati al novanta per cento e solo al dieci per cento svegli. Il processo del risveglio richiede forza, impegno, lavoro e la volontà di rinunciare alle attitudini distruttive e alle effimere soddisfazioni che da esse si possono trarre. Solo in questo caso la consapevolezza può gradualmente crescere, le percezioni diventare più acute e la saggezza interiore manifestarsi.
    All'inizio questa nuova consapevolezza illumina soprattutto la propria realtà interiore, poi si estende anche a quella degli altri ed infine include la realtà tutta. In questo stato, che potrebbe essere chiamato di "coscienza infinita", si percepisce in maniera incontrovertibile che la vita ed il sentire sono infiniti. Non vi è più alcun dubbio su questo! Il risveglio delle potenzialità interiori ci permette anche di accedere a quelle potenzialità che sono allo stato latente, ma che sempre esistono dentro di noi. Queste potenzialità possono essere utilizzate per guarire e per aiutare se stessi e gli altri, per espandere la nostra conoscenza e per rendere più felice la nostra vita e quella altrui. Va senza dire che se il piccolo io ancora predomina sul vero sé, un uso improprio di queste potenzialità è inevitabile. Solo quando il vero sé è governato dall'equità e dalla clemenza, non c'è rischio di abusarne. Il campo energetico di un essere umano che, a causa del basso livello di sviluppo della sua consapevolezza, vibra ad una frequenza troppo bassa, è incompatibile con le frequenze più elevate delle forze interiori a lui sconosciute. Questo è il motivo per cui è così importante che lo sviluppo proceda secondo certi ritmi. Il metodo più sicuro è quello di enfatizzare, al di sopra di tutto, il processo di trasformazione.
    Quando questo processo è in atto, la paura che abbiamo della vita diminuisce, nuove possibilità emergono in noi, e diventiamo più felici e soddisfatti. Anche la nostra attitudine verso i problemi cambia: invece di evitarli, come di solito facciamo, impariamo ad affrontarli, e questo ci permette di trovare soluzioni fino a prima inimmaginabili. In questo modo possiamo guarire i mali che affliggono il nostro corpo, la nostra mente e la nostra interiorità. La mente è lo strumento con cui la nostra realtà è stata costituita, nulla di ciò che esiste al mondo potrebbe esistere se prima non fosse stato pensato. Perciò pensiamo al potere di questo strumento che ha la capacità di creare cose come l'arte, la musica, l'ingegneria, l'architettura, ecc. Insomma, un grande potenziale al servizio dell'uomo. Ma purtroppo per noi anche un potenziale per costruire catastrofi, fallimenti e nevrosi di ogni tipo.
    Pensate a quanti pensieri produciamo in un giorno..... Molti, vero? Ma di quanti pensieri noi siamo consapevoli? La mente non si riposa mai, nemmeno durante il sonno, lei continua a produrre pensieri, e a volte nonostante la nostra buona volontà nel voler cambiare pensiero, non ci riusciamo. E più ci proviamo, più la mente ci porta verso un pensiero circolare e nevrotico.
    Ogni mente di questo pianeta è stata plasmata dalla cultura del posto dove vive, dalle convenzioni politiche o religiose di chi l'ha educata. Il condizionamento subìto viene impresso con profondità e trasformato in forme-pensiero che ci accompagneranno per tutta la nostra vita. Queste forme-pensiero impresse al di là della nostra consapevole ragione portano in dote tutte le paure e le ansie ad esse legate, un piccolo, semplice esempio di un condizionamento: "se non fai il bravo, mamma non ti vuole più bene..."
    Questa forma di condizionamento ci sta dicendo che dobbiamo agire in modo che gli altri siano soddisfatti di noi, altrimenti non ci vorranno bene. Da quel momento in poi diverremo falsi per necessità, senza rendercene conto, e la falsità che viene registrata dentro di noi, in quanto portiamo all'esterno delle affermazioni che non corrispondono al nostro reale sentire, inizia a produrre sensi di colpa. Ci sentiamo cattivi perché, nonostante cerchiamo di soddisfare le richieste che da fuori giungono, non lo facciamo per libera scelta ma solo per paura di essere giudicati e disapprovati. Il senso di colpa, a sua volta, produce ribellione e rabbia verso se stessi e il mondo, che sarà distillata in dosi più o meno forti di ansie e paure indefinite. Una mente che non sa sottrarsi al pensiero nevrotico rischia la somatizzazione ammalando il corpo più o meno gravemente. E' risaputo che la maggior parte delle malattie allo stomaco e all'apparato digerente sono frutto di somatizzazione. Ovviamente va tenuto presente che più grande è il patrimonio della sensibilità e più il rischio è forte, in quanto sensibile significa capacità di identificarsi con ciò che si vede o si sente. L'aiuto che viene dalla nostra società ci spinge a ricorrere alle medicine per curarci senza nessuno stimolo nel ricercare le cause dei nostri dolori. Ma purtroppo le medicine, specie gli ansiolitici, non debellano il disturbo alla radice rimuovendo la causa e cioè la motivazione del perché una malattia si è determinata.
    Molte persone si sono ammalate per la sola ragione di avverse e dannose suggestioni radicate nella mente e trasmesse poi alla mente istintiva. Allo stesso modo molti ammalati hanno recuperato la salute per le suggestioni di forza e di salute accolte e trasmesse nella stessa maniera. In ambo i casi, bisogna ricordarlo, le condizioni di malattia e quelle di salute erano state stabilite da un processo perfettamente naturale della mente istintiva la quale aveva trasmesso gli ordini ricevuti ai suoi subordinati (cellule, organi, ecc.). Crediamo che non valga la pena di entrare in discussioni circa le varie teorie per dimostrare l'esistenza ed il modo di agire della mente istintiva. Questo percorso è proposto allo scopo di dirvi "come" uscire da un pensiero circolare nevrotico che condiziona l'intero processo psichico modificando la realtà di tutti i giorni.
    Ad esempio, uno dei disturbi più frequenti delle persone sensibili sono gli attacchi di panico, una vera e propria tragedia per chi ne è preda. Inizia con piccoli giramenti di testa, un peso all'altezza del plesso solare, il respiro comincia ad aumentare sino a diventare spasmodico, una graduale rigidità nei movimenti delle mani e delle braccia e, a questo punto, tutto può accadere, siamo completamente in balia del pensiero fuori controllo, la paura di morire darà il colpo di grazia. Chiunque abbia provato questo disturbo sa che dopo essere andato in ospedale ed aver fatto tutti i controlli non si troverà traccia di malattia fisica. Spesso si sente dire che dipende solo da lui, come se uno volesse ridursi in quello stato. Questo è solo uno dei molteplici disturbi che la mente può provocare se lasciata a se stessa senza controllo da parte nostra. Stabilire una relazione con la propria mente è di vitale importanza per iniziare un cammino di consapevolezza e per poter creare presupposti per mettere in armonia le tre vie "mente-emozioni-corpo". Una presa di coscienza può avvenire solo rallentando il flusso dei pensieri, per fare questo è necessario educarsi al rilassamento di tutte le funzioni corporee. Solo così anche i pensieri diventano più nitidi permettendoci finalmente di essere presenti dentro i nostri pensieri stessi. Essere consapevoli di una parte della nostra attività mentale ci porterà a scoprire che la maggior parte dei pensieri che vengono prodotti dalla nostra mente sono nocivi e quasi mai servono nel presente, ma sono legati a paure inconsce che si mettono in moto attraverso un automatismo in virtù del condizionamento subìto.
    La mente non è uno strumento misterioso, sfugge alla nostra analisi solo per mancanza di abitudine nell'interazione con il contenuto psichico. Uno degli esercizi per iniziare a divenire consapevole dei propri pensieri è quello di fermarsi più volte al giorno e chiedersi "cosa sto pensando in questo momento?". Andremo a scoprire che questo esercizio, se ripetuto nel tempo, ci darà la capacità analitica che è tipica di un intelletto che è in grado di maturare a qualsiasi età, basta che alla base ci sia un desiderio sano di conoscenza e di trasformazione. I pensieri più nocivi sono quelli circolari, quelli che partono sempre da un punto e si ritrovano sempre al punto di partenza. Non so se vi è mai capitato di dire basta, non voglio più avere questo pensiero e mentre fate questa affermazione la mente riparte con lo stesso pensiero. Se accade di sera, prima di addormentarsi, è un bel guaio perché nel silenzio che precede il sonno la mente si amplifica e alza il suo volume. Educarsi al rilassamento e alla pace sarà un esercizio molto importante per noi anche se siamo stati condizionati a credere che ciò non sia necessario. Ciò che ci hanno insegnato è che se sei triste o depresso la ricetta è sempre la stessa, prendi una pasticca, una qualche sostanza che non faccia pensare, fatti una nuova donna o un nuovo uomo, compra qualche oggetto oppure mangia tutto ciò che è in frigo fino a sentirti male. Questa ricetta usata da molti, pur non portando nessun miglioramento, è comunque la più usata.


    LE EMOZIONI

    Non è possibile conoscere se stessi, senza permettere alle emozioni di emergere e di maturare. Molti di noi hanno una forte resistenza a fare questo, e ciò rappresenta un grosso ostacolo sulla strada della crescita e della maturità personale. Perciò è importante discutere il meccanismo di queste resistenze.
    Sia ben chiaro, innanzitutto, che la nostra personalità costituisce un'unità inscindibile. Per raggiungere la maturità, il lato fisico, il lato emotivo e quello mentale devono svilupparsi in egual misura. Queste tre sfere devono funzionare armoniosamente, non contrapporsi, come purtroppo di solito avviene. Se una funzione è meno sviluppata delle altre, l'intera personalità diventa disarmonica e noi non possiamo raggiungere il nostro equilibrio interiore.

    Cerchiamo di capire perché tralasciamo di coltivare, ed anzi, ostacoliamo la crescita della nostra natura emotiva. Questa tendenza è universale, ma nelle persone sensibili viene esagerata per il patrimonio emotivo che ci portiamo in dote. In genere tutti noi ci prendiamo cura del nostro corpo fisico. Facciamo tutto ciò che è necessario per farlo crescere e per mantenerlo sano. Una buona parte di noi coltiva anche quello mentale: impariamo ad utilizzare la mente, teniamo in allenamento il cervello, esercitiamo la memoria; insomma facciamo tutto ciò che è necessario per crescere mentalmente.
    Perché, allora, la crescita emotiva viene trascurata? Ci sono dei buoni motivi per questo cari amici miei. Per maggiore chiarezza, cerchiamo di capire quale funzione ha la natura emotiva nell'essere umano. Un suo importante aspetto è la capacità di sentire emozioni e sensazioni: senza di queste è impossibile dare e ricevere felicità. Nella misura in cui ci allontaniamo dalle emozioni, chiudiamo la porta alla felicità. Un altro importante aspetto della natura emotiva è la creatività. Nella misura in cui reprimiamo il nostro lato emotivo, non permettiamo alla nostra creatività di esprimersi. Contrariamente a quello che molti credono, la creatività non è solo un processo mentale. Di fatto l'intelletto vi gioca un ruolo molto meno importante di quanto comunemente si ritenga. Anche se è vero che esso serve ad apprendere le tecniche necessarie all'espressione della creatività, questa, però, è e rimane un processo fondamentalmente intuitivo. Naturalmente, la capacità intuitiva può essere attiva solo se le emozioni sono mature, sane e forti.

    Le emozioni ci spaventano, è una parte dell'uomo che viene vista con sufficienza sia dalla psicologia che dalla psichiatria, poco conosciamo del mondo emozionale, ma la nostra natura non potrebbe funzionare senza le emozioni. La parte emozionale, se accettata e, soprattutto, conosciuta può essere maturata, condivisa e relazionata, senza paura di essere giudicati.
    Ho scoperto che un elemento importante per la maturità delle emozioni è la tenerezza. Pensate a quanto intenerisce un bambino o un cagnolino nato da poco, tenero, indifeso è disarmante sotto ogni aspetto, e anche davanti a una tristezza atavica si apre uno spiraglio. Ora proviamo a togliere l'emozione: ciò che i nostri occhi vedrebbero sarebbe una sequenza di immagini senza vita.
    La percezione della realtà che nasce su un livello solo psichico, senza emozionalità, è come mangiare senza sale, ogni relazione necessita di una parte emozionale, soprattutto la relazione che cerchiamo di stabilire con noi stessi. Nulla sapremo delle relazioni finché non saremo in relazione con noi stessi; ci accorgeremo di essere in relazione con noi stessi quando sentiremo che ci stiamo facendo compagnia e il senso di solitudine avrà lasciato il posto al calore del nostro stare insieme. Molte persone credono che basti frequentarsi per essere in relazione, o magari vivere insieme per avere una relazione, ma così non è, e sapete perché? Perché la maggior parte degli uomini non sono in relazione con se stessi e di conseguenza non possono esserlo con gli altri, credono di sapere tutto riguardo se stessi dal momento che vivono in quel corpo, in quella mente. Credono erroneamente di pensare liberamente e che le emozioni che provano siano le loro, ma in realtà sono indotte dal condizionamento e da bisogni biologici quali la riproduzione, il bisogno di cibo e altri bisogni primari, tra questi anche la paura di rimanere soli.
    Ora torniamo alla tenerezza come strumento di conoscenza di noi stessi e vediamo come ci può aiutare ad aprire la porta al nostro universo interiore. Quando la tenerezza viene indotta dall'esterno, devono esserci le condizioni, cosa non sempre possibile nonostante la natura, per chi sa guardare, dia un notevole contributo; ma noi per utilizzare questo strumento abbiamo bisogno che la tenerezza nasca da dentro, sia una produzione nostra e non più indotta dal mondo esterno.
    A che cosa ci serve una tenerezza che nasca da noi? Serve per smascherare il giudice che sta in noi, per vedere noi stessi con occhi diversi e meno condizionati, per sentirci meno soli e spaventati, per tracciare nuovi solchi nella mente, nuove vie, che possano ospitare forme pensiero più idonee alla nostra vera natura. Sarà lei la nostra insegnante, basterà produrla e lei ci aiuterà nel cambiamento e nella conoscenza di noi stessi. Gli strumenti per il cambiamento non possiamo trovarli al di fuori di noi, ma solo attraverso la pratica e la conoscenza continuata, giorno dopo giorno, creando un'abitudine che a sua volta potrà generare un carattere nuovo più consono alla nostra vera natura. Dopo la tenerezza dobbiamo adottare anche l'attenzione, indispensabile per poter divenire consapevoli di noi stessi, perciò teniamo presente: "tenerezza per aprire la porta, attenzione per produrre consapevolezza" .
    Il corpo in questo nostro viaggio all'interno di noi stessi è indispensabile che trovi una sua postura possibilmente comoda, tenendo presente che sia i pensieri che le emozioni passano dalle nostre cellule corporee, pertanto anche il corpo ha le sue esigenze, che noi cercheremo di soddisfare con amore.

    Renzo Marinoni



     
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