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Koenig4.
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Distratto e poco attivo? Forse...
Da Internet ( fonte ) :
Il mondo dentro la testa. Oggi, per noi, è un problema. Preferire il nostro mondo, rispetto alla realtà.
Io credo che originariamente il dentro ed il fuori fossero un'unica cosa. Si poteva vivere la propria interiorità, e farla perfettamente combaciare con il resto, con la realtà. Con l'altrà mezza verità.
Le cose sono andate a scatafascio, e, ripeto, vivere la nostra interiorità è diventato un problema.
Questa sera sono triste, lo ammetto. Non ho granché voglia di fare nulla.
Per tirarmi su ho messo a posto la stanza, sbrigato due faccende, pulito la scrivania. Ma non ne avevo voglia.
I miei pensieri corrono un po' qui, un po' lì, soprattutto a certi temi.
Uh, la solitudine.
Ma ci si abitua, alla solitudine. È arrivata come una zecca, si è posata; da brava parassita ha cominciato a succhiare, diventando più grande di me. Ora sono io il suo parassita. Ho paura le prenda voglia di indipendenza, e mi lasci allo sbaraglio. E praticamente esangue, poi.
Ci ho fatto l'abitudine e conviviamo. A volte mi regala bei momenti. Mi lascia intimorito rispetto al resto però. Non credo ci sia modo di trarne del vantaggio, o non più di così: è una condizione imposta, con proprio pochi punti a favore.
Insomma, è come l'eroina.
Mi tiene in pugno, ma non voglio disfarmene.
È come le sigarette.
Costa e fa male.
Fa male dopo un po', quando ormai è tardi.
Ma cielo, se davvero è così, ho motivo di preoccuparmi.
Non c'è modo, oggi, di essere introversi. Troppo meditativi, troppo chiusi, ed alla lunga diffidenti.
Voglio bene a chiunque mi capisca.
A volte scoccia.
Mi scoccia dover invocare la pace continuamente senza vederla; eppure noto in lei la soluzione, lo sblocco, la freccia che buca la roccia, ed apre la strada all'acqua che ne sgorga.
Quindi?
Mi piace chi sono.
Non mi piace chi è a vivere la mia vita.
Pazienza.
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Ho delle idee, io, sul come ed il quando, ma non riesco a tirarle fuori.
Sono idee sulla mia vita, sul mio modo di essere, sono la fase embrionale delle risposte a quelle domande che mi pongo da molto, forse troppo. Non sta a me, del resto, giudicare.
Sono una di quelle persone che vive le proprie esperienze razionandole. Semplicemente non ce la faccio a vivere troppo. Ho bisogno di stare calmo, non amo strapazzare i miei sentimenti; è qualcosa che mi fa sentire male, inadeguato al mondo, come se il mio spirito stesse vomitando.
Sono pensieri difficili.
Scorbutici, quasi.
Entrano di forza nel mio piccolo cervello sferico, senza vergognarsi della loro imponente mole quadrata, e ciò che ritengo è che debba muovermi verso un equilibrio. E', del resto, una questione quasi geometrica.
Mi rendo conto che molto spesso per vivere ho bisogno d'essere solo. E' difficile anche per me accettarlo.
Non so bene quando sia accaduto, ma sono diventato così. Boh.
La gioia, il dolore, le esperienze, mi hanno plasmato fino a farmi assumere questa strana forma, inaspettata per me, spesso inassociabile al resto, incomprensibile. Non ho quasi mai voluto accettarla, non potendomi spiegare le ragioni e le modalità del tutto, ho sempre scartato l'idea d'essere chi sono e desiderato essere qualcun altro.
Ma a fermarmi, cercando di farmi un'idea di quanto intenso sia per me ogni secondo, ogni attimo, mi rendo conto di adorare la mia vita. La mia vita è semplicemente adorabile. E' piena di scazzi, piena di piccoli sorrisi, piena di secondi dilatati in secoli, piena di imprevedibili viaggi, piena di fresche piogge sugli impazienti semi dei miei pensieri. Che fortuna ho avuto: devo solo aspettare che sboccino.
C'era chi mi definiva sensibile.
Per molto me ne sono vergognato, pensando che questo mi togliesse il sorriso.
Porcoddio, io dentro ho un sorriso perenne. Com'è che l'avevo perso di vista?
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Pr0gMa.
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Contento che tu mi abbia citato. . -
Koenig4.
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Ciao ProgMa. Sono contento che tu ci abbia raggiunto. Un grande benvenuto. .
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