Ascoltare le proprie emozioni

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  1. Allonsanfan
     
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    Sembra una banalità, ma riflettevo su una cosa:
    un problema di molte persone che non sono conformi alla massa (gli introversi sono compresi ma non sono gli unici) è che non riescono ad ascoltare le loro emozioni, il loro vero sentire. Poiché hanno come riferimento un mondo diverso da loro, interpretano quello che provano con una chiave sbagliata e quindi nascono contraddizioni e problemi vari.

    Recentemente alla radio ho sentito un commentatore dire che noi non impariamo dai nostri errori, ma possiamo al massimo sperare di capire i meccanismi che ci guidano e cercare di prevenirne le conseguenze più negative. Sono abbastanza d'accordo. Personalmente ritengo che la strada per la maturazione sia fatta anche dall'imparare "ad ascoltarsi", ad ascoltare la parte istintiva, emotiva, che non la si può comandare, e che spesso viene sottovalutata e ignorata: mi viene da pensare che tra gli introversi l'azione prevalente non sia l'osservare il nostro lato emotivo, ma il concentrarsi sul "come dovrebbe essere". Ovvero non si accetta quello che si prova, ma si concentra le proprie energie sul fatto che quello che si prova è "sbagliato", è diverso da quello degli altri, e quindi deve essere modificato (con scarsi risultati, di solito).

    Io ho imparato "ad ascoltarmi" molto tardi, anzi devo dire che prima ignoravo quasi totalmente ciò che provavo, concentrandomi principalmente sul mondo dei pensieri e pochissimo sull'osservazione del mio "mondo delle sensazioni" (tranne quando avevo un'impostazione normativa, ovvero quando volevo direzionarlo verso la conformità alla massa). Ora sto rimediando e devo dire che i risultati sono soddisfacenti.

    Che ne pensate di queste riflessioni? Anche a voi sono capitate cose simili? qual'è la vostra esperienza in proposito?
     
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    Sei sicuro che la stessa cosa non valga anche per conformisti e estroversi? Immagina ad esempio a quante persone si accorgono di essere gay molto in avanti negli anni...
     
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  3. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (Warlordmaniac @ 22/3/2010, 16:19)
    Sei sicuro che la stessa cosa non valga anche per conformisti e estroversi? Immagina ad esempio a quante persone si accorgono di essere gay molto in avanti negli anni...

    All'inizio del post ho specificato che è comune a molte le persone non conformi alla massa, e dicendolo pensavo proprio ai gay. Ci sono tanti estroversi o persone comuni che hanno un lato "non ascoltato" per colpa dell'abitudine a imitare gli altri. Penso cmq che per gli introversi sia un fenomeno importante da considerare...

    Noto che questo topic ha avuto molto successo! :D
    Un po' me lo aspettavo: la mia riflessione, per quanto partorita con fatica, è la scoperta dell'acqua calda.

    Edited by Allonsanfan - 22/3/2010, 22:40
     
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  4. alehouse
     
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    CITAZIONE
    itengo che la strada per la maturazione sia fatta anche dall'imparare "ad ascoltarsi", ad ascoltare la parte istintiva, emotiva, che non la si può comandare, e che spesso viene sottovalutata e ignorata

    concordo solo su questo
     
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  5. BadalukG
     
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    QUOTE (Allonsanfan @ 14/3/2010, 22:24)
    Sembra una banalità, ma riflettevo su una cosa:
    un problema di molte persone che non sono conformi alla massa (gli introversi sono compresi ma non sono gli unici) è che non riescono ad ascoltare le loro emozioni, il loro vero sentire. Poiché hanno come riferimento un mondo diverso da loro, interpretano quello che provano con una chiave sbagliata e quindi nascono contraddizioni e problemi vari.

    Recentemente alla radio ho sentito un commentatore dire che noi non impariamo dai nostri errori, ma possiamo al massimo sperare di capire i meccanismi che ci guidano e cercare di prevenirne le conseguenze più negative. Sono abbastanza d'accordo. Personalmente ritengo che la strada per la maturazione sia fatta anche dall'imparare "ad ascoltarsi", ad ascoltare la parte istintiva, emotiva, che non la si può comandare, e che spesso viene sottovalutata e ignorata: mi viene da pensare che tra gli introversi l'azione prevalente non sia l'osservare il nostro lato emotivo, ma il concentrarsi sul "come dovrebbe essere". Ovvero non si accetta quello che si prova, ma si concentra le proprie energie sul fatto che quello che si prova è "sbagliato", è diverso da quello degli altri, e quindi deve essere modificato (con scarsi risultati, di solito).

    Io ho imparato "ad ascoltarmi" molto tardi, anzi devo dire che prima ignoravo quasi totalmente ciò che provavo, concentrandomi principalmente sul mondo dei pensieri e pochissimo sull'osservazione del mio "mondo delle sensazioni" (tranne quando avevo un'impostazione normativa, ovvero quando volevo direzionarlo verso la conformità alla massa). Ora sto rimediando e devo dire che i risultati sono soddisfacenti.

    Che ne pensate di queste riflessioni? Anche a voi sono capitate cose simili? qual'è la vostra esperienza in proposito?

    Non riuscivo ad ascolare le mie emozioni. Non riuscivo a parlare con gli altri e ancora fatico. Secondo me la cosa importante è trovare almeno una persona di cui fidarsi e tuffarsi. Provare a sentire. Abbandonarsi nella Paura. Ci sono domande che non hanno risposta nel mondo razionale.
     
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  6. redmonika
     
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    Mi sembra di leggere di me stesso.

    Io sono arrivato alla terapia dopo un periodo nero sfociato in una notte in cui credevo di non farcela piu', ed ora, pur se è davvero poco che ho iniziato, e pur se ho paura di non farcela, so che sono stanco del "vecchio" me, e voglio reincontrare il vero me. Questa è la mia motivazione.

    Recentemente ho letto un sufi (si chiamano così? non sono molto nel mio territorio) su un maestro il cui discepolo diceva di volere conoscere la verità ma non si impegnava per seguire i consigli del maestro. Il maestro con l'inganno lo butta in acqua e tenta di annegarlo.
    Dopo quella che sembra l'eternità lo lascia uscire e gli dice:<<quando vorrai la verità come ora vuoi respirare l'aria, allora sarai pronto per conoscere la verità>>.

    Io quella famosa notte sono arrivato a quel punto, e quando sento di non potercela fare o penso di mollare, ci ripenso. Non voglio piu' essere il me che conosco.

    La mia terapeuta ieri mi ha detto di fare attenzione, perchè molte volte si entra in terapia quando non si è pronti o motivati, per boicottare se stessi, dimostrandosi di non essere capaci nemmeno di questo.

    Cerca di capire perchè vuoi cambiare e se realmente lo vuoi.
    Andrà tutto bene, fidati.

    Mi sento pero' di dirti una cosa, andrà tutto bene non significa che andrà tutto come ora pensi. Questo è un viaggio che non sai dove ti porterà e nemmeno quando ci arriverai, ma visto da dove parti forse vale la pena viaggiare, noh? Io sto camminando ed ho ancora una paura matta di fare ogni singolo nuovo passo, ma so che non voglio tornare indietro, anche se è un luogo che conosco ed in cui sto comodo.

    Buona Giornata.
     
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  7. JanQuarius
     
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    Sicuramente saper ascoltare le proprie emozioni è una cosa positiva!
    Ma non è detto che tutti quelli che le sanno ascoltare siano introversi o meno ...
    Uno può essere introverso, sapendo comunque ascoltarle, solo che preferisce starsene da solo.
    L'altro invece si comporta in maniera completamente contraria, ma non saprebbe ascoltare se stesso e nemmeno gli altri.
     
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  8. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Sembra una banalità, ma riflettevo su una cosa:
    un problema di molte persone che non sono conformi alla massa (gli introversi sono compresi ma non sono gli unici) è che non riescono ad ascoltare le loro emozioni, il loro vero sentire. Poiché hanno come riferimento un mondo diverso da loro, interpretano quello che provano con una chiave sbagliata e quindi nascono contraddizioni e problemi vari.

    Recentemente alla radio ho sentito un commentatore dire che noi non impariamo dai nostri errori, ma possiamo al massimo sperare di capire i meccanismi che ci guidano e cercare di prevenirne le conseguenze più negative. Sono abbastanza d'accordo. Personalmente ritengo che la strada per la maturazione sia fatta anche dall'imparare "ad ascoltarsi", ad ascoltare la parte istintiva, emotiva, che non la si può comandare, e che spesso viene sottovalutata e ignorata: mi viene da pensare che tra gli introversi l'azione prevalente non sia l'osservare il nostro lato emotivo, ma il concentrarsi sul "come dovrebbe essere". Ovvero non si accetta quello che si prova, ma si concentra le proprie energie sul fatto che quello che si prova è "sbagliato", è diverso da quello degli altri, e quindi deve essere modificato (con scarsi risultati, di solito).

    Io ho imparato "ad ascoltarmi" molto tardi, anzi devo dire che prima ignoravo quasi totalmente ciò che provavo, concentrandomi principalmente sul mondo dei pensieri e pochissimo sull'osservazione del mio "mondo delle sensazioni" (tranne quando avevo un'impostazione normativa, ovvero quando volevo direzionarlo verso la conformità alla massa). Ora sto rimediando e devo dire che i risultati sono soddisfacenti.

    Che ne pensate di queste riflessioni? Anche a voi sono capitate cose simili? qual'è la vostra esperienza in proposito?

    Mi sento davvero toccata sul vivo.

    Tutto giusto, ma nel cercare di risolvere questo problema ho incontrato una grande difficoltà: ignorando istintivamente la mia parte emozionale, io non ho sviluppato un suo linguaggio. La cosa è assurda, ma questo mi rende impossibile 1) comunicare le mie sensazioni agli altri (se mi sento ferita non ho effettivamente delle parole per dirlo, ma andrò subito a capire la causa della mia sofferenza e a proporre alla persona un piano, spesso sentito come critica, per evitare che la cosa si ripeta) 2) rielaborare le sensazioni come faccio con tutto il resto, coltivando una "memoria", imparando dagli errori ecc ecc. Per farla breve, è la parte razionale a risolvere i problemi (e la sofferenza). E se è così, quella emotiva rimarrà sempre in secondo piano, perché semplicemente è "inutile". Io posso anche "ascoltarmi", ma nel momento della difficoltà è chi mi tira fuori dai guai (parte razionale) che si è guadagnato la mia fiducia. Che cacchio fa per me la parte destra del cervello???

    Magari sto blaterando :hmm.gif:
     
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  9. alexey86
     
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    Per me le emozioni sono fondamentali perchè mi danno molte informazioni prima della parte razionale (penso perchè l'istinto è più veloce della ragione) però per adesso non riesco ancora a sfruttarle appieno
     
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  10. vivatruffaut
     
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    Quello che cerco di fare io è non reprimere le emozioni, ma allo stesso tempo non comportarmi impulsivamente o in maniera irrazionale
     
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  11. alexey86
     
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    A me per quello mi dà una mano il senso della dignità difatti sembro imperturbabile anche se dentro soffro come una bestia :(
     
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    CITAZIONE (Allonsanfan @ 14/3/2010, 22:24) 
    Che ne pensate di queste riflessioni? Anche a voi sono capitate cose simili? qual'è la vostra esperienza in proposito?

    La prima volta che ho risposto a questo thread non ero ancora pronto e ho provato del fastidio.
    La mia attività di vendita mi ha portato a riflettere su alcune cose facendomi uno step.
    Ho capito e sono riuscito ad ammetterlo a me stesso di avere grosse difficoltà a sentire me stesso e soprattutto a darmi retta.
    Il mio orgoglio è fortissimo così come il mio idealismo, tant'è che faccio fatica a convincere me stesso di alcuni lati del mio carattere che voglio nascondere. E spesso voglio nascondere le mie debolezze (i sentimenti considerati femminili) e non tengo conto di queste, evitandole e non affrontandole, perdendo in questo modo il quadro completo della situazione.
    Mi stupisce ogni volta come la via migliore personale per fare una certa cosa, sia così semplice e come ci arrivi in ritardo.
    Il mio bisogno di individuazione è tremendamente frustrato e non saprei come farlo convivere in maniera pacifica con tutti i miei fallimenti e le mie relazioni, perché sinceramente non ho voglia di dover ogni volta spiegarmi e convincere gli altri.
     
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  13. Allonsanfan
     
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    WLM, all'inizio rimasi un po' deluso perché pensavo fosse una riflessione importante ma veniva considerata poco, ora mi fa piacere scoprire che con questo topic avevo centrato un punto fondamentale. Molto bello quando dici "Mi stupisce ogni volta come la via migliore personale per fare una certa cosa, sia così semplice e come ci arrivi in ritardo", e molto interessante quando dici che la tua attività di vendita ti ha portato a riflettere su alcune cose. Anch'io penso che mettendosi in contesti critici, dove diventa impossibile nascondere e nascondersi se stessi, sono talvolta risolutivi per scoprire qualcosa di nuovo.
     
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  14. Diogene W
     
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    Quindi?? Qualcuno sa come ascoltare le proprie emozioni e allo stesso tempo non essere tanto emotivi da farsi schiacciare dal resto del mondo?
     
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  15. Nicola.
     
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    anche io penso di fare fatica ad ascoltare ed assecondare le mie emozioni. o meglio, non posso fare a meno di filtrarle con i miei pensieri. anche nei rapporti sociali è lo stesso, rimango più o meno come un legno, eccetto riguardo a cose stupide o quando sono con persone con cui mi sento a mio agio
     
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31 replies since 14/3/2010, 21:24   1655 views
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