Ascoltare le proprie emozioni

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  1. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 22/4/2012, 12:54) 
    Quindi?? Qualcuno sa come ascoltare le proprie emozioni e allo stesso tempo non essere tanto emotivi da farsi schiacciare dal resto del mondo?

    Le emozioni ti influenzano comunque, come dicevi tu nel topic sull'impegno politico. Sono come il vento che guida una barca a vela in alto mare. Solo che se uno non sa ascoltare le proprie emozioni, non saprà mai da che parte tira il vento, e si farà sbattere qua e là senza mai raggiungere una meta, sarà confuso e sconclusionato. Quindi siamo in ogni caso emotivi, anzi paradossalmente siamo tanto più emotivi (nel senso di "influenzati in modo bizzarro e imprevedibile dalle emozioni") tanto più ci fissiamo sul lato razionale e ignoriamo quello che "sentiamo".
    Uno che impara a conoscere il vento, può sfruttarlo dispiegando le vele al meglio: è il concetto base che sta alla creazione della lidi, imparare a conoscersi e gestirsi.

    WLM ha detto una cosa molto interessante proprio perché ha detto che all'inizio provava fastidio a rispondere a questo topic, e adesso invece si è reso conto che è una persona orgogliosa che vuole nascondere le sue debolezze, in pratica prima trovava fastidioso rispondere alla domanda perché appunto era uno che non ascoltava abbastanza le proprie emozioni.
     
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  2. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Le emozioni ti influenzano comunque, come dicevi tu nel topic sull'impegno politico. Sono come il vento che guida una barca a vela in alto mare. Solo che se uno non sa ascoltare le proprie emozioni, non saprà mai da che parte tira il vento, e si farà sbattere qua e là senza mai raggiungere una meta, sarà confuso e sconclusionato. Quindi siamo in ogni caso emotivi, anzi paradossalmente siamo tanto più emotivi (nel senso di "influenzati in modo bizzarro e imprevedibile dalle emozioni") tanto più ci fissiamo sul lato razionale e ignoriamo quello che "sentiamo".
    Uno che impara a conoscere il vento, può sfruttarlo dispiegando le vele al meglio: è il concetto base che sta alla creazione della lidi, imparare a conoscersi e gestirsi.

    WLM ha detto una cosa molto interessante proprio perché ha detto che all'inizio provava fastidio a rispondere a questo topic, e adesso invece si è reso conto che è una persona orgogliosa che vuole nascondere le sue debolezze, in pratica prima trovava fastidioso rispondere alla domanda perché appunto era uno che non ascoltava abbastanza le proprie emozioni.

    Sono d'accordo, ma continui a dimenticare che in questo mondo le emozioni sono molto meno UTILI che la razionalità. C'è una ragione precisa per cui io non ascolto le mie emozioni: è che, se lo facessi, in qualsiasi tipo di scontro col mondo finirei molto male.

    è anche vero che la cosa buffa, che ho sempre detestato, è che persone che esibiscono più facilmente la propria emotività hanno relativamente la vita più facile (sono sempre tutti lì a consolarle, ad aiutarle, supportarle e idiozie del genere). Sembra che più che essere emotivi, serva essere capaci di vendere la propria emotività :hmm.gif:
     
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  3. vivatruffaut
     
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    Io da INFJ ho spesso dovuto fare affidamento sulla mia parte razionale, di sicuro non dominante nel mio profilo psicologico, ma attiva e sufficientemente funzionante, proprio per evitare come dici tu di finire sconfitto in ogni "scontro con il mondo" a causa di emozioni e sentimenti, o di fare cazzate impulsive che mi avrebbero rovinato la vita.

    Forse le donne che esibiscono la propria emotività hanno vita più facile rispetto alle "pensatrici" come te, che probabilmente non corrispondono allo stereotipo sociale. Ma di sicuro a un uomo invece non conviene esibire la propria emotività (sempre a causa di stereotipi sociali purtroppo ancora diffusissimi).

    CITAZIONE (Diogene W @ 27/4/2012, 20:23) 
    Sono d'accordo, ma continui a dimenticare che in questo mondo le emozioni sono molto meno UTILI che la razionalità. C'è una ragione precisa per cui io non ascolto le mie emozioni: è che, se lo facessi, in qualsiasi tipo di scontro col mondo finirei molto male.

    è anche vero che la cosa buffa, che ho sempre detestato, è che persone che esibiscono più facilmente la propria emotività hanno relativamente la vita più facile (sono sempre tutti lì a consolarle, ad aiutarle, supportarle e idiozie del genere). Sembra che più che essere emotivi, serva essere capaci di vendere la propria emotività :hmm.gif:

     
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  4. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Io da INFJ ho spesso dovuto fare affidamento sulla mia parte razionale, di sicuro non dominante nel mio profilo psicologico, ma attiva e sufficientemente funzionante, proprio per evitare come dici tu di finire sconfitto in ogni "scontro con il mondo" a causa di emozioni e sentimenti, o di fare cazzate impulsive che mi avrebbero rovinato la vita.

    Forse le donne che esibiscono la propria emotività hanno vita più facile rispetto alle "pensatrici" come te, che probabilmente non corrispondono allo stereotipo sociale. Ma di sicuro a un uomo invece non conviene esibire la propria emotività (sempre a causa di stereotipi sociali purtroppo ancora diffusissimi).

    E ritorniamo al punto che ascoltare le proprie emozioni è quasi autodistruttivo quanto non ascoltarle. In un caso sei attaccato dall'esterno, nell'altro dall'interno. Magnifico <_<
     
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  5. tandream
     
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    Guardando Dexter io mi sento esattamente come lui: le emozioni ci sono ma faccio finta di non sentirle. Purtroppo fa malissimo quando cerchi di spegnerle a tutti i costi, è molto meglio che ci siano, positive e negative.
     
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  6. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 27/4/2012, 20:23) 
    Sono d'accordo, ma continui a dimenticare che in questo mondo le emozioni sono molto meno UTILI che la razionalità. C'è una ragione precisa per cui io non ascolto le mie emozioni: è che, se lo facessi, in qualsiasi tipo di scontro col mondo finirei molto male.

    è anche vero che la cosa buffa, che ho sempre detestato, è che persone che esibiscono più facilmente la propria emotività hanno relativamente la vita più facile (sono sempre tutti lì a consolarle, ad aiutarle, supportarle e idiozie del genere). Sembra che più che essere emotivi, serva essere capaci di vendere la propria emotività :hmm.gif:

    Non è una questione di utilità, è una questione che le emozioni ci sono e ci influenzano. Punto. Se non le ascoltiamo, ci influenzeranno comunque quando meno ce lo aspettiamo. Se dici che ascoltando le emozioni finiresti molto male...non è che le tieni sotto controllo? non c'è il rischino che scappino prima o poi in modi imprevisti, come un leone in gabbia che si incazza sempre di più e prima o poi sfonda la porta?
    Lasciandole libere, forse all'inizio si farà qualche cazzata, ma poi si imparerà a "gestirle" il leone e conoscere i momenti in cui è meglio non contrariarlo.
    Poi ovviamente quello che ho scritto vale per me, ritengo che siano fenomeni abbastanza universali anche se ognuno li declina in modo diverso. Io sono contentissimo delle cavolate che ho fatto, e che sto facendo. Molto meglio sbagliare che rimanere paralizzati in tutto per il timore di fare errori.

    ps: eh si, i "frignoni" hanno vita facile. Più piangi più verrai consolato. Tante gente continua anche da grande a fare come i bimbetti piccini, piangendo (se è grande lo farà, spesso, metaforicamente) a comando per manipolare gli altri :)


    EDITATO
     
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  7. alexey86
     
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    Conviene molto più di più gestire le emozioni piuttosto che combatterle. Trovo che le persone frignone sono molto patetiche :/
     
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  8. Diogene W
     
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    QUOTE]Non è una questione di utilità, è una questione che le emozioni ci sono e ci influenzano. Punto. Se non le ascoltiamo, ci influenzeranno comunque quando meno ce lo aspettiamo. Se dici che ascoltando le emozioni finiresti molto male, vuol dire che le tieni troppo sotto controllo, e ti scapperanno comunque prima o poi in modi imprevisti, vuol dire che sono come un leone in gabbia che si incazza sempre di più e prima o poi sfonda la porta.[/QUOTE]

    Sì ma facciamo pure esempi terra-terra: qualcosa/qualcuno mi sta sulle palle (cosa che succede spessissimo), ho due possibilità 1) prendermela 2) passarci sopra accettando la realtà. Capisci che io non sceglierò mai la reazione più emotiva(la prima), perché mi/ ci hanno tartassato con la filosofia del "qualsiasi cosa succeda tu non lasciarti sconfiggere". Quello che sto dicendo è che se è verissimo che le emozioni ci saranno sempre, ascoltandole o non ascoltandole, è anche vero che io posso più o meno stabilire quanto mostrarle al prossimo. E mi manca la ragione per cui dovrei farlo.

    A questo punto credo che ci muoviamo su due fronti "mostrare al prossimo le emozioni" e "agire secondo le emozioni", dico bene?

    CITAZIONE
    Lasciandole libere, forse all'inizio si farà qualche cazzata, ma poi si imparerà a "gestirle" il leone e conoscere i momenti in cui è meglio non contrariarlo.
    Poi ovviamente quello che ho scritto vale per me, ritengo che siano cose abbastanza universali ma ognuno le vive in modo diverso. Io sono contentissimo delle cazzate che ho fatto, e che sto facendo. Molto meglio sbagliare che rimanere paralizzati in tutto per il timore di fare errori.

    Però bisogna trovare un equilibrio fra la cazzata "buona" e quella "cattiva". E la distinzione fra le due dipende spesso da quello che ti hanno insegnato, non dalle tue convinzioni. Quindi fondamentalmente non è tanto ascoltare te stesso quanto ascoltare quello che gli altri dicono che tu sei e vuoi fare. Non so se mi spiego.

    E poi io ora come ora non riesco neanche più a identificarlo, il "leone", davvero. Non capisco neanche più cosa vuole o non vuole. E questo è un bel problema -_-
     
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  9. vivatruffaut
     
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    La differenza tra le cazzate "buone" e quelle "cattive" dipende dalle rispettive conseguenze, soprattutto su te stesso ma anche sugli altri. E qui solo la razionalità e la riflessione possono aiutare a immaginare le conseguenze (anche legali) di un'azione - nessuno di voi ha mai avuto pensieri o fantasie "criminali" o vendicativi? hitler e robespierre erano introversi, ricordiamocelo - e quindi a regolarsi di conseguenza.

    CITAZIONE (Diogene W @ 29/4/2012, 13:38) 
    Però bisogna trovare un equilibrio fra la cazzata "buona" e quella "cattiva". E la distinzione fra le due dipende spesso da quello che ti hanno insegnato, non dalle tue convinzioni. Quindi fondamentalmente non è tanto ascoltare te stesso quanto ascoltare quello che gli altri dicono che tu sei e vuoi fare. Non so se mi spiego.

    E poi io ora come ora non riesco neanche più a identificarlo, il "leone", davvero. Non capisco neanche più cosa vuole o non vuole. E questo è un bel problema -_-

     
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  10. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    La differenza tra le cazzate "buone" e quelle "cattive" dipende dalle rispettive conseguenze, soprattutto su te stesso ma anche sugli altri. E qui solo la razionalità e la riflessione possono aiutare a immaginare le conseguenze (anche legali) di un'azione - nessuno di voi ha mai avuto pensieri o fantasie "criminali" o vendicativi? hitler e robespierre erano introversi, ricordiamocelo - e quindi a regolarsi di conseguenza.

    Quindi non sarà mai una cazzata reale(inteso emotiva), dato che la distinzione fra buone e cattive è razionale!

    Ancora una volta, la razionalità deve porsi a capo delle nostre azioni. Quale spazio dai alle emozioni, se per vivere non puoi fare cazzate?
     
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  11. vivatruffaut
     
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    Beh, si dovrebbe dare spazio almeno alle emozioni positive: non esistono solo l'odio, la rabbia e la vendetta

    CITAZIONE (Diogene W @ 30/4/2012, 00:20) 
    Quindi non sarà mai una cazzata reale(inteso emotiva), dato che la distinzione fra buone e cattive è razionale!

    Ancora una volta, la razionalità deve porsi a capo delle nostre azioni. Quale spazio dai alle emozioni, se per vivere non puoi fare cazzate?

     
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  12. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Beh, si dovrebbe dare spazio almeno alle emozioni positive: non esistono solo l'odio, la rabbia e la vendetta

    Vedi? La razionalità stabilisce quali tipo di emozioni devono aver spazio e quali no. ^_^ Non si può dar ascolto a tutte le emozioni come non si può dare ascolto a nessuna: ma è sempre la testa che decide il limite fra le due cose. Così uno si fida della propria testa, per poi scoprire che forse esagera.

    Ma quis custodiet ipsos custodes?
     
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  13. PedroFighter_92
     
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    Ahimè, non sono bravo a farlo ...
    A volte non so bene neanche io che cosa provi. Provo freddezza e distacco per gli altri, e solo in alcuni casi specifici.
    La mia testa è un continuo vortice di emozioni e pensieri, che però NON SONO IN GRADO DI ESTERNARE ADEGUATAMENTE.
    Da qui la mia freddezza, la mia calma, la mia ostentata razionalità.
    Sono sensibile ma allo stesso tempo spesso ho una freddezza agghiacciante. Quanto al rimanere "come un legno", direi che Nicola ha reso perfettamente l'idea. Cerco di sorridere ed essere gentile ma spesso si tratta di una vera e propria bugia a me stesso. Ci riesco bene, ma mi pesa.
    In più sento molto più forte l'empatia verso un animale che verso una persona. Strano e inquietante, davvero.
    Faccio molta fatica a lasciarmi andare e dare confidenza alla gente che non mi piace ... sembro quasi antipatico, a volte.
     
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  14. Allonsanfan
     
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    CITAZIONE (Diogene W @ 30/4/2012, 17:55) 
    CITAZIONE
    Beh, si dovrebbe dare spazio almeno alle emozioni positive: non esistono solo l'odio, la rabbia e la vendetta

    Vedi? La razionalità stabilisce quali tipo di emozioni devono aver spazio e quali no. ^_^ Non si può dar ascolto a tutte le emozioni come non si può dare ascolto a nessuna: ma è sempre la testa che decide il limite fra le due cose. Così uno si fida della propria testa, per poi scoprire che forse esagera.

    Ma quis custodiet ipsos custodes?

    Non so il latino -_-
    Si vabbé dai si capisce che un minimo di razionalità deve esserci, ma questa viene spontanea, un limite ci sarà sempre, c'è una via di mezzo tra il controllo totale e la criminalità, uno può cominciare con piccole concessioni senza per forza svegliarsi la mattina e dare fuoco alla scrivania del capoufficio :D

    CITAZIONE (Diogene W @ 29/4/2012, 13:38) 
    Sì ma facciamo pure esempi terra-terra: qualcosa/qualcuno mi sta sulle palle (cosa che succede spessissimo), ho due possibilità 1) prendermela 2) passarci sopra accettando la realtà. Capisci che io non sceglierò mai la reazione più emotiva(la prima), perché mi/ ci hanno tartassato con la filosofia del "qualsiasi cosa succeda tu non lasciarti sconfiggere". Quello che sto dicendo è che se è verissimo che le emozioni ci saranno sempre, ascoltandole o non ascoltandole, è anche vero che io posso più o meno stabilire quanto mostrarle al prossimo. E mi manca la ragione per cui dovrei farlo.

    A questo punto credo che ci muoviamo su due fronti "mostrare al prossimo le emozioni" e "agire secondo le emozioni", dico bene?

    CITAZIONE
    Lasciandole libere, forse all'inizio si farà qualche cazzata, ma poi si imparerà a "gestirle" il leone e conoscere i momenti in cui è meglio non contrariarlo.
    Poi ovviamente quello che ho scritto vale per me, ritengo che siano cose abbastanza universali ma ognuno le vive in modo diverso. Io sono contentissimo delle cazzate che ho fatto, e che sto facendo. Molto meglio sbagliare che rimanere paralizzati in tutto per il timore di fare errori.

    Però bisogna trovare un equilibrio fra la cazzata "buona" e quella "cattiva". E la distinzione fra le due dipende spesso da quello che ti hanno insegnato, non dalle tue convinzioni. Quindi fondamentalmente non è tanto ascoltare te stesso quanto ascoltare quello che gli altri dicono che tu sei e vuoi fare. Non so se mi spiego.

    E poi io ora come ora non riesco neanche più a identificarlo, il "leone", davvero. Non capisco neanche più cosa vuole o non vuole. E questo è un bel problema -_-

    Mah, io mi sono convinto che talvolta che è meglio buttare nel gabinetto e tirare lo sciaquone "quello che ci hanno insegnato", perché molte volte sono lezioni che vanno bene ad altri ma non vanno bene per me. Me lo costruisco da solo il mio libretto delle istruzioni.

    Ok, facciamo l'esempio terra terra: io ci metterei una terza opzione: 3)mandarlo affanculo. Chi l'ha detto che se mi arrabbio e rispondo, anche in malo modo e passando dalla parte del torto, ad una persona che mi tratta male, sbaglio? Dove sta scritto? quante persone fanno cose sbagliate, sbagilatissime, e poi vengono comprese e scusate? E se romperò qualche rapporto con persone che non accettano le mie reazioni, vuol dire che sono le persone sbagliate. Si hai ragione il "leone" a volte non si sa più dov'è, vuol dire che si è addormentato, allora va risvegliato poco a poco! E' un percorso lungo, poi tornando al discorso della razionalità che un controllo lo dovrà in ogni caso fare, uno può cominciare mandando a quel paese il vicino rompiscatole invece che il direttore.
     
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  15. Diogene W
     
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    CITAZIONE
    Si vabbé dai si capisce che un minimo di razionalità deve esserci, ma questa viene spontanea, un limite ci sarà sempre, c'è una via di mezzo tra il controllo totale e la criminalità, uno può cominciare con piccole concessioni senza per forza svegliarsi la mattina e dare fuoco alla scrivania del capoufficio :D

    Cosa dovrebbe impedire alla razionalità di prevalere, quando è la razionalità che impedisce alle emozioni di prevalere? Tu parli di spontaneità, ma se non riesci ad ascoltare le emozioni (o magari questo succede solo a me) non è quasi più possibile essere "spontanei" perché mi è spontanea praticamente solo la razionalità.

    CITAZIONE
    Mah, io mi sono convinto che talvolta che è meglio buttare nel gabinetto e tirare lo sciaquone "quello che ci hanno insegnato", perché molte volte sono lezioni che vanno bene ad altri ma non vanno bene per me. Me lo costruisco da solo il mio libretto delle istruzioni.

    :huh: Tu tiri al gabinetto ciò che la tua educazione e cultura ti lasciano tirare al gabinetto. Però qui si entra nella questione della libertà di pensiero/azione, e so già che sarebbe guerra :D

    CITAZIONE
    Ok, facciamo l'esempio terra terra: io ci metterei una terza opzione: 3)mandarlo affanculo. Chi l'ha detto che se mi arrabbio e rispondo, anche in malo modo e passando dalla parte del torto, ad una persona che mi tratta male, sbaglio? Dove sta scritto? quante persone fanno cose sbagliate, sbagilatissime, e poi vengono comprese e scusate? E se romperò qualche rapporto con persone che non accettano le mie reazioni, vuol dire che sono le persone sbagliate. Si hai ragione il "leone" a volte non si sa più dov'è, vuol dire che si è addormentato, allora va risvegliato poco a poco! E' un percorso lungo, poi tornando al discorso della razionalità che un controllo lo dovrà in ogni caso fare, uno può cominciare mandando a quel paese il vicino rompiscatole invece che il direttore.

    Se non riesci ad ascoltare le tue emozioni, cosa decide quale deve essere la tua reazione?

    Continui a dar per scontato dei passaggi, ma abbi pazienza, io sono molto più indietro nel corso "impariamo ad ascoltare le nostre emozioni". Personalmente devo combattere con: una razionalità ultra-protettiva e la maschera estroversa che mi dice cosa devo provare e quando :(
     
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31 replies since 14/3/2010, 21:24   1655 views
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